Crotta d'Adda

comune italiano

Crotta d'Adda (Cròta in dialetto cremonese) è un comune italiano di 617 abitanti della provincia di Cremona, in Lombardia.

Crotta d'Adda
comune
Crotta d'Adda – Stemma
Crotta d'Adda – Bandiera
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Cremona
Amministrazione
SindacoSebastiano Baroni (lista civica) dal 27-5-2019 (2º mandato dal 9-6-2024)
Territorio
Coordinate45°10′N 9°51′E
Altitudine52 m s.l.m.
Superficie12,94 km²
Abitanti617[1] (31-12-2021)
Densità47,68 ab./km²
Comuni confinantiAcquanegra Cremonese, Castelnuovo Bocca d'Adda (LO), Cornovecchio (LO), Grumello Cremonese ed Uniti, Maccastorna (LO), Meleti (LO), Monticelli d'Ongina (PC), Pizzighettone, Spinadesco
Altre informazioni
Cod. postale26020
Prefisso0372
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT019038
Cod. catastaleD186
TargaCR
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 389 GG[3]
Nome abitanticrottesi
PatronoSan Lorenzo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Crotta d'Adda
Crotta d'Adda
Crotta d'Adda – Mappa
Crotta d'Adda – Mappa
Posizione del comune di Crotta d'Adda nella provincia di Cremona
Sito istituzionale

Geografia fisica

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Crotta d’Adda sorge sulle sponde del fiume Adda, non distante dal punto in cui esso confluisce nel Po.

Origini del nome

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Il nome del luogo Crotta deriva da un ramo della nobile ed antica famiglia Crotta o Crotti di stirpe longobarda, che nell'Alto Medioevo, da Bergamo si stabilì in questo luogo. I Crotti erano nobili arimanni Longobardi, cioè guerrieri Longobardi a cavallo, che all'epoca dell'invasione longobarda nel 568 d.C. si stabilirono a Bergamo, dopodiché s'insediarono anche in altre zone della Lombardia. Fra i membri della casata Crotti si annoverano: il re longobardo Rotari, suo figlio il re Rodoaldo, i duchi di Bergamo, compreso Rotari l'ultimo duca longobardo di Bergamo.[senza fonte]

Divenne nel XII secolo proprietà della chiesa di Milano. Passò poi nelle mani di importanti famiglie lombarde; insieme a Basiasco, Corno Giovine, Cornovecchio, Pizzighettone Maleo e Maccastorna costituì il territorio su cui la famiglia Vincemala (Vismara) esercitò il Mero e Misto Impero dal 1272 al 1381.

Simboli

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Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 27 luglio 1987.[4]

«Inquartato: nel primo e nel quarto di rosso, al leone d'oro; nel secondo e nel terzo di azzurro, alla lista bifida d'argento, accollata di tre spire ad un bastone di nero, quello del secondo in sbarra, quello del terzo in banda, caricata del motto, in caratteri lapidari romani in nero: «FATALIS FORTITUDO». Il tutto è abbassato sotto un capo d'argento, caricato di un'aquila d'azzurro, rivoltata, coronata all'antica di cinque dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il motto latino Fortitudo fatalis ("Forza fatale") riportato sul nastro attorcigliato al bastone, venne adottato dalla famiglia cremonese degli Stanga.

Il gonfalone è drappo di bianco.

Monumenti e luoghi di interesse

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  • Villa Stanga[5]

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[6]

La popolazione straniera residente al 31 dicembre 2015 era di 78 persone, pari al 12,07% della popolazione.[7]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Crotta d'Adda, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 25 novembre 2023.
  5. ^ Lombardia Beni Culturali. Villa Stanga.
  6. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  7. ^ demo.istat.it, http://demo.istat.it/str2015/index02.html.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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