Dakhla (Sahara Occidentale)

Dakhla, o al-Dakhla (in arabo الداخلة?, al-Dāḫila; in berbero: ⴻⴷⴷⴰⵅⵍⴰ, Ed-Daḵla; sotto la dominazione funzionale spagnola Villa Cisneros), è una città situata nel territorio del Sahara Occidentale, attualmente occupato dal Marocco. È il capoluogo della regione marocchina di Dakhla-Oued Ed Dahab.

Dakhla / Villa Cisneros / Dajla
comune
الداخلة
ⴻⴷⴷⴰⵅⵍⴰ
Dakhla / Villa Cisneros / Dajla – Veduta
Dakhla / Villa Cisneros / Dajla – Veduta
Localizzazione
StatoMarocco (bandiera) Marocco
   Sahara Occidentale (bandiera) Sahara Occidentale
RegioneDakhla-Oued Ed Dahab
ProvinciaOued Ed-Dahab
Territorio
Coordinate23°43′N 15°57′W
Altitudine10 m s.l.m.
Abitanti97 635 (2012)
Altre informazioni
Linguearabo
Cod. postale73000
Prefisso+212
Fuso orarioUTC+0
Cartografia
Mappa di localizzazione: Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi
Dakhla / Villa Cisneros / Dajla
Dakhla / Villa Cisneros / Dajla
Sito istituzionale

Geografia fisica

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È a 550 chilometri a sud di Laayoune sulla costa atlantica[1]. È sopra una penisola, la penisola di Rio de Oro che si estende parallela alla costa in direzione nordest-sudest. La penisola crea un porto naturale.

La presenza spagnola incominciò nel 1502, con la fondazione di Villa Cisneros in seguito a una bolla papale che concesse alla Spagna le terre a est delle Isole Azzorre. Essi tuttavia persero gradualmente il pieno controllo della zona, tanto che la colonia fu rifondata nel 1884 durante una spedizione sotto il comando di Emilio Bonelli. Durante il periodo coloniale spagnolo divenne la capitale del Río de Oro, colonia che dapprima assorbì La Guera e successivamente si fuse con la Saguia el Hamra (Sāqiya al-Ḥamrāʾ), creando la provincia del Sahara spagnolo. È in questo periodo che gli spagnoli costruirono una chiesa cattolica, dedicata alla Nuestra Señora del Carmen, e il forte di Villa Cisneros, che gli occupanti marocchini hanno iniziato a demolire con una fase finale iniziata nel dicembre del 2004, il tutto con proteste internazionali[2], in particolare dalla Spagna e in particolar modo dai Sahrawi stessi che considerano l'opera parte della propria storia nazionale[3]. Il culto islamico è guidato in moschee che sono costruite terra e sabbia[4].

Durante la Guerra Civile Spagnola, la colonia era sotto controllo franchista, a Villa Cisneros fu organizzato un campo di prigionia per i sostenitori della repubblica. Fra gli internati vi fu lo scrittore Pedro García Cabrera.

Negli anni sessanta fu costruito a Villa Cisneros uno dei tre aeroporti del Sahara Occidentale con pista asfaltata. L'aeroporto fu importante come scalo tecnico verso l'America meridionale.

Al momento della decolonizzazione spagnola, Dakhla fu occupata dai mauritani, che dal 1975 al 1979 ne fecero il capoluogo della provincia annessa alla Mauritania di Tiris al-Gharbiyya. Consisteva nella ex colonia del Río de Oro (Wadī al-Dhahab). Al ritiro dei mauritani, sconfitti dal Polisario, fu invasa dal Marocco, e inserita nel settembre 1985 all'interno del quinto Muro marocchino.

Società

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Evoluzione demografica

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Dakhla ha 97 635 abitanti (stima 2012)[5] ed integrato con dati ufficiali.

Tabella abitanti:

Anno Abitanti
1982 (censimento) 17 822
1999 (stima) 36 000
2004 (censimento) 58 104
2006 (calcolo) 67 468
2012 (calcolo) 97 635

Amministrazione

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Gemellaggi

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All'interno della baia circoscritta dalla penisola su cui sorge la città si pratica il windsurf, il kitesurf e la pesca anche sportiva di pesci di ragguardevoli dimensioni come l'ombrina dentata, la ricciola ed altri.[6]

  1. ^ La città vista dal satellite da Google Maps
  2. ^ Archivio di Radio 4 Peace in Saharawi, su web.archive.org, 6 luglio 2006. URL consultato il 3 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2006).
  3. ^ Una descrizione della città da Lexicorient, su lexicorient.com. URL consultato il 7 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2006).
  4. ^ Un minareto (fotografia)
  5. ^ da World Gazetteer popolazione della città
  6. ^ (FR) Dakhla - Peche - Courbine - Kite - Windsurf - Decouvertes - Auberge - Hotel, su www.auberge-des-nomades-du-sahara.com. URL consultato il 3 giugno 2019.

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Collegamenti esterni

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