De stercore Ennii
L'espressione De stercore Ennii, significa dallo sterco di Ennio, ed è attribuita a Virgilio.
Tale aneddoto fu riportato per la prima volta da Elio Donato nella biografia di Virgilio da lui premessa al suo monumentale commento all'opera virgiliana, la cui diffusione garantì ampia risonanza all'aneddoto. Con tutta probabilità tale aneddoto è riconducibile alla perduta biografia virgiliana di Svetonio.
«Quom Ennium in manu haberet rogareturque quidnam faceret, respondit se aurum colligere de stercore Ennii»
«Dato che aveva in mano Ennio e gli veniva chiesto cosa stese facendo, rispose che stava raccogliendo oro dallo sterco di Ennio»
La frase è citata successivamente da Cassiodoro:
«Virgilius, dum Ennium legeret, a quodam quid faceret inquisitus, respondit: Aurum in stercore quaero»,»
«Virgilio, quando gli fu chiesto da uno cosa facesse mentre leggeva Ennio, rispose: "Cerco l'oro in mezzo allo sterco"»
Significato
modificaIl riferimento letterario tiene conto della ricerca che Virgilio condusse sugli Annales di Ennio allo scopo di emulare e superare l'illustre predecessore, considerato all'epoca ancora un classico imprescindibile. Tale ricerca ebbe come risultato una ripresa in più punti anche letterale di versi enniani, che dai poeti dell'età augustea erano considerati rozzi e primitivi, ma che inseriti nel contesto epico del poema virgiliano danno ad esso una lieve ma necessaria patina di arcaismo. La citazione ricorre ad indicare come il genio sia in grado di valorizzare e rivitalizzare dal passato quanto il mutare del gusto e delle mode tende a denigrare e dimenticare.
Note
modificaBibliografia
modifica- Domenico Comparetti, Virgilio nel Medioevo, La Nuova Italia, Firenze 1941, Cap. X