Il Delmonico's è un ristorante storico di New York, negli Stati Uniti d'America.

Delmonico's
Il Delmonico's di Beaver e South William Street (1893)
Localizzazione
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Stato federatoNew York
LocalitàNew York
Coordinate40°42′18.36″N 74°00′36.36″W
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Inaugurazione1827
UsoRistorante

Ottocento

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Il primo Delmonico's venne aperto nel 1827 al 23 di William Street dai fratelli ticinesi Giovanni "John" e Pietro "Peter" Delmonico, ed era originariamente una pasticceria in affitto. Durante i primi anni 1830, il Delmonico's divenne un ristorante, e ai membri del personale del ristorante si unì Lorenzo Delmonico, nipote di John e Peter, ricordato per aver stilato il menù e la carta dei vini del locale.[1][2][3] I fratelli Delmonico cambiarono sede più volte prima di stabilirsi definitivamente al numero 2 di South William Street nel mese di agosto del 1837. Stando a quanto venne dichiarato in seguito all'inaugurazione dell'edificio, che era stato distrutto pochi anni prima dal grande incendio di New York, le due colonne all'ingresso della struttura proverrebbero dalle rovine di Pompei.[4] Nel 1862 il ristorante assunse Charles Ranhofer, considerato uno dei più grandi chef del suo tempo. Dal 1865 al 1888 furono aperti altri quattro ristoranti omonimi, fra cui quello nella Quinta Strada.[5]

Novecento

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I Delmonico's chiusero tutti durante i primi due decenni del Novecento.[6] Nel 1926 Oscar Tucci aprì un nuovo ristorante "Delmonico's" al numero 56 di Beaver Street e South William Street a New York, ove era attivo un tempo uno dei tanti punti di ristoro dei Delmonico, e serviva le medesime ricette di un tempo.[7] La famiglia svizzera fece causa per impedire a Tucci di avviare l'attività, ma dal momento che essi avevano abbandonato i diritti sul nome, la loro richiesta non fu accolta.[8]

Durante la sua attività, il Delmonico's ospitò diverse celebrità e fu il luogo in cui vennero presumibilmente inventati diversi piatti, fra cui il pollo alla King, le uova alla Benedict, la clam chowder di Manhattan, la Delmonico steak e la wedge salad.[7][9]

Nell'arte

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Depositato al Mint Museum di Charlotte (Carolina del Nord) proveniente dalla Collezione Harry and Mary Dalton[10] troviamo il pastello su carta realizzato tra il 1900 e il 1920 da Everett Shinn (44,5 x 59,7), intitolato Delmonico's. Vi si percepisce, come è stato scritto alla presentazione dell'opera nella guida alla collezione del Mint Museum, l'atmosfera scintillante delle notti newyorkesi vista all'esterno di questo celebre locale che aveva occupato nel tempo ben nove differenti località della città e che, nel caso dell'opera al Mint, si riferisce sicuramente alla sede di fronte a Madison Square tra la Fifth Avenue e la 26th Street.[11]

  1. ^ (EN) NYC History: Bowery Boys Archive : #58 Delmonico's Restaurant, su boweryboysarchive.libsyn.com. URL consultato il 14 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2020).
  2. ^ (EN) .History Lessons: Delmonico's, The First Locavore Restaurant, su nbcnewyork.com. URL consultato il 14 novembre 2020.
  3. ^ (EN) PODCAST: Delmonico's Restaurant Francais - The Bowery Boys: New York City History, su boweryboyshistory.com. URL consultato il 14 novembre 2020.
  4. ^ (EN) History of Delmonico's Restaurant and business operations in New York, su steakperfection.com. URL consultato il 14 novembre 2020.
  5. ^ (EN) Delmonico Building Leased, in The New York Times, 4 maggio 1901.
  6. ^ (EN) A Brief History Of Delmonico's, New York City's First Restaurant, su gothamist.com. URL consultato il 13 novembre 2020 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2020).
  7. ^ a b (EN) How Delmonico's Invented the Future of US Restaurants - spoiled NYC, su spoilednyc.com. URL consultato il 14 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2016).
  8. ^ (EN) Thomas Lately, Delmonico's, Houghton Mifflin, 1967, p. 336.
  9. ^ (EN) Eric Martone, Italian Americans: The History and Culture of a People, ABC-CLIO, 2016, p. 341.
  10. ^ (EN) Harry L. and Mary K. Dalton, Collection, 1695-1955 and undated, in Duke University Library, Duke. URL consultato il 5 maggio 2023.
  11. ^ (EN) Charles L. Mo, Mint Museum. Guide to the Collection, Charlotte North Carolina, Mint Museum, 1985, pp. 74 - 75.

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Collegamenti esterni

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