Indipendentismo padano
L'indipendentismo padano o, in certi casi, nazionalismo padano o padanismo, è un'idea politica di tipo etnonazionalista nata negli anni novanta del XX secolo, promossa principalmente dal partito politico Lega Nord, il quale ha nel proprio statuto il raggiungimento dell'indipendenza, attraverso metodi democratici, della Padania[1].
L'idea è stata sostenuta o è sostenuta anche e da persone più o meno afferenti nella loro storia politica alla Lega Nord, come l'architetto Gilberto Oneto, il politologo Gianfranco Miglio, il politico Giancarlo Pagliarini, nonché da alcuni partiti minori, come la Lega Padana[2]. Il termine "Padania", in origine prettamente geografico, iniziò ad acquistare un significato politico quando venne utilizzato per la prima volta negli anni settanta dal bolognese Guido Fanti, presidente dell'Emilia-Romagna.
Etimologia e collocazione geografica
modificaIl toponimo è sinonimo di pianura padana, la valle del fiume Po, in latino Padus. Per alcuni geografi economici di inizio Novecento la Padania corrispondeva al territorio italiano sito a nord degli Appennini. Fino agli anni ottanta il termine Padania era principalmente usato con significato geografico per la pianura Padana[3], ma anche con accezione poetica e letteraria, come dimostra l'opera dello scrittore Gianni Brera[4] e nell'ambito di studi linguistici ed etnolinguistici[5][6] nonché socioeconomici[7][8].
Gli indipendentisti padani di fine Novecento affermarono che un territorio comprensivo di gran parte dell'Italia settentrionale e di piccole porzioni dell'Italia centrale, di estensione territoriale differentemente definita[9] potesse chiamarsi Padania. Essa coincide con quella parte dell'Italia abitata da popoli distinti per lingua, usi, costumi e storia, rispetto alla parte meridionale della penisola, riconducibili, nelle loro differenze, a matrici etniche celtiche e germaniche (nordici longobardi e goti, alpini gallo-liguri e galli cisalpini), e venetiche, popoli che nella mitografia padanista sono contrapposti agli italico-romani e ai greci.[10]
Storia
modificaOrigini
modificaIl termine acquisì, a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, un significato politico, ovverosia comincia a essere utilizzato per indicare la Padania come, a seconda delle posizioni, reale o pretesa entità politica, grazie al suo utilizzo costante da parte degli esponenti e dei simpatizzanti del partito della Lega Nord. Il movimento nacque il 22 novembre 1989 dall'unione di vari partiti autonomisti dell'Italia settentrionale originatesi nel decennio precedente, coagulati attorno alla Lega Lombarda, fondata il 10 marzo 1982 da Umberto Bossi. Bossi diverrà la guida del nuovo movimento politico e, grazie ai successi elettorali e ai mezzi di comunicazione di massa, l'accezione politica di Padania entrò a far parte della lingua corrente e del dibattito politico.
Il termine veniva ripreso nell'ideologia leghista da una pubblicazione della Fondazione Agnelli del 1992[11].
La Lega propose inizialmente, su suggerimento di Gianfranco Miglio, un'unione federativa della macro-regione Padania, dotata di autonomia, con le restanti parti della Repubblica Italiana, come forma di riconoscimento e tutela delle peculiarità etnico-linguistiche delle nazioni della Padania.[12]
Tra i principali ideatori di un utilizzo politico del termine, il maggiormente noto è appunto Gianfranco Miglio[13] che, già nel 1975, riportava in scritti e interviste la sua visione della questione settentrione collegata a un'ipotetica Padania. Per il Partito Federalista, la suddivisione politica e amministrativa dell'Italia sarebbe avvenuta per frazionamento in tre territori governati da un direttorio: i cantoni Padania, Etruria e Mediterranea, con una Padania non troppo estesa al centro. Le idee poggiavano sulle tesi di Miglio[14], che dal 1990 al 1994 aveva contribuito alla formazione della teoria federalista della Lega Nord, uscendone per dissensi proprio sulla questione federale all'atto della formazione della coalizione a sostegno del primo governo Berlusconi.
Secondo Paolo Bracalini «della Padania, intesa come entità storico-geografica dotata di un suo preciso DNA, non [se ne parlava] solo nei comizi del primo Bossi, negli studi di Gianfranco Miglio o negli slogan di Pontida»[15].
Il periodo secessionista della Lega Nord
modifica«Noi, popoli della Padania, solennemente proclamiamo: la Padania è una Repubblica federale indipendente e sovrana. Noi offriamo, gli uni agli altri, a scambievole pegno, le nostre vite, le nostre fortune e il nostro sacro onore.[16]»
Il primo personaggio politico ad utilizzare il termine "Padania" fu Guido Fanti, primo presidente della regione Emilia Romagna, che, pur non essendo favorevole alla secessione, si impegnò per promuovere un progetto (da lui stesso denominato "progetto Padania") di decentramento amministrativo e fiscale. Tuttavia il termine Padania entra ufficialmente nel vocabolario della allora Lega Nord Italia Federale nel 1995 a seguito della crisi del governo Berlusconi I e del passaggio del movimento ad una politica dichiaratamente secessionista; dal 1997 il movimento mutò nome in Lega Nord per l'Indipendenza della Padania.
Fallito il progetto federale e raggiunto un successo elettorale considerevole[17] promosse il concetto di secessione della Padania dall'Italia, proclamata il 15 settembre 1996 a Venezia. Secondo gli indipendentisti, i padani sarebbero stati resi partecipi contro la loro volontà alle conseguenze Risorgimento e, conseguentemente, dello Stato italiano; pertanto propugnarono la secessione della Padania dalla Repubblica Italiana e la creazione di una nuova repubblica federale rispettosa delle peculiarità locali.
Di tale svolta identitaria parla anche Gilberto Oneto, ideologo leghista e promotore originario del simbolo del sole delle Alpi, pur nella versione rossa, più aderente alla tradizione alpina, nel libro L'invenzione della Padania edito nel 1997[18].
Il 15 settembre 1996 a Venezia, nel corso di una manifestazione della Lega Nord, Umberto Bossi proclamò effettivamente la Dichiarazione di indipendenza della Padania, come inizio di un processo di nation-building teso alla realizzazione ufficiale della Repubblica Federale Padana[19].
Il 25 maggio 1997 il partito organizzò il Referendum per l'Indipendenza della Padania, con il quesito: "Volete Voi che la Padania diventi una Repubblica Federale indipendente e sovrana?". Votarono 4.833.863 persone e il risultato fu del 97% di consenso.[20] Si è votato anche per il Presidente del "Governo Provvisorio della Repubblica Federale della Padania" e per sei disegni di legge di iniziativa popolare da presentare al Parlamento italiano. La Lega Nord ha predisposto i seggi elettorali in tutti i comuni della proclamata Padania.[21]
Il Parlamento della Padania
modificaIl 26 ottobre 1997 la Lega Nord organizzò le prime elezioni per i 210 seggi di un parlamento ombra. Circa 4 milioni[22] di cittadini residenti nelle regioni settentrionali, 6 secondo il partito[22], si recarono ai seggi e scelsero tra diversi partiti padani.
Il Governo della Padania
modificaAl Parlamento della Padania fu affiancato un autoproclamato Governo provvisorio della Repubblica Federale della Padania con sede a Mantova, che fu guidato da:
- Giancarlo Pagliarini (1996-1997)
- Roberto Maroni (1997-98)
- Manuela Dal Lago (1998-99)
- Mario Borghezio (dal 1999).
L'esecutivo presieduto da Pagliarini prevedeva:
- Fabrizio Comencini, Ministro degli Esteri, subito dimessosi e sostituito da Enrico Cavaliere
- Giovanni Fabris, Ministro della Giustizia
- Alberto Brambilla, Ministro del Bilancio
- Giovanni Robusti, Ministro dell'Agricoltura.
Nel governo presieduto da Maroni, il cui vice era Vito Gnutti, fu introdotto un Ministero dell'Immigrazione, presieduto da Farouk Ramadan[23].
L'esecutivo guidato da Manuela Dal Lago comprendeva:
- Giancarlo Pagliarini, Vice presidente e Ministro dell'Economia
- Giovanni Fabris, Ministro della Giustizia
- Alessandra Guerra, Ministro degli Esteri
- Flavio Rodeghiero, Ministro della Cultura e dell'Istruzione
- Giovanni Robusti, Ministro dell'Agricoltura
- Roberto Castelli, Ministro dei Trasporti
- Francesco Formenti, Ministro dell'Ambiente
- Sonia Viale, Ministro degli Affari Sociali e della Famiglia
- Alfredo Pollini, presidente della Guardia Nazionale Padana, alla Protezione Civile
- Francesco Tirelli, Ministro dello Sport
- Roberto Faustinelli, presidente di Eridiana Records, Ministro dello Spettacolo.
Il territorio della Padania secondo la Lega Nord
modificaLe rivendicazioni politiche padane ricomprendono quindi un territorio maggiore di quello riconducibile al significato geografico del termine Padania, che è geograficamente riferito alla sola Pianura Padana, sebbene in origine la Lega includesse unicamente le otto regioni settentrionali. La Lega Nord affermò dunque che il progetto della Padania comprendesse sia tutte le otto regioni dell'Italia settentrionale più le regioni dell'Italia centrale Toscana, Umbria e Marche[24] mentre al 2011 la sua attività si è estesa anche in Abruzzo[25] e Sardegna.[26]. Secondo l'art. 2 dello Statuto 2012, la Lega Nord considera il Movimento come una Confederazione delle Sezioni delle seguenti Nazioni:[24]Friuli Venezia Giulia, Valle D'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto, Emilia, Romagna,Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo.
Declino
modificaNegli anni successivi, e in particolare dopo il Congresso di Varese, il tentativo di secessione fu parzialmente abbandonato a favore di un progetto di devoluzione, ovverosia del trasferimento di una parte significativa delle competenze legislative e amministrative dallo Stato centrale alle regioni, e del federalismo fiscale.[27] Una prima riforma della costituzione verso una maggiore autonomia delle regioni è stata approvata nel 2001. Una seconda riforma parzialmente in questo senso del 2005 è stata invece bocciata dal referendum costituzionale del 2006.
Con la segreteria di Matteo Salvini[28], l'indipendentismo padano è stato accantonato[29]; comunque le velleità secessionistiche non sono scomparse, essendo state bensì indirizzate verso piccoli movimenti politici soprattutto veneti, lombardi e friulani.[30][31]
La bandiera
modificaBandiera padana | |
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Soprannome | Sole delle Alpi |
Proporzioni | 1:2 |
Simbolo FIAV | |
Colori | RGB
(R:7 G:137 B:48) (R:255 G:255 B:255) |
Uso | Bandiera civile |
Adozione | 15 settembre 1996 |
La bandiera della Padania è stato un simbolo ideato dal partito politico italiano della Lega Nord e da essa associato, anche tramite il proprio statuto[32], ad un ipotetico stato indipendente, la Padania, corrispondente approssimativamente alla parte centrosettentrionale dell'Italia.
Sulla bandiera è rappresentato un sole delle Alpi stilizzato di colore verde su campo bianco. Il sole delle Alpi è un simbolo presente nell'arte italiana fin dal VII secolo a.C. (urna etrusca di Civitella Paganico).[33]
La bandiera nacque intorno agli anni novanta, in concomitanza con la formazione della Lega Nord. Venne presentata il 15 settembre 1996 da Umberto Bossi a Venezia, durante la dichiarazione di indipendenza della Padania, priva comunque di qualsiasi effetto giuridico.[34]
Nella sua precedente versione, vi erano rappresentati in colore rosso la croce di San Giorgio e nel riquadro in alto a sinistra il sole delle Alpi.[34] La croce rappresentava le città dell'Italia settentrionale nei cui stemmi essa compare, mentre il logo fu adottato come simbolo della Padania. In seguito fu sostituita dalla bandiera con al centro il sole delle Alpi di colore verde su sfondo bianco.
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Versione precedente in disuso
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Bandiera della Padania in proporzione 3:5
La bandiera della Padania è entrata nel Guinness dei primati come bandiera più grande del mondo il 19 giugno 2005,[35] in occasione del raduno di Pontida. La bandiera, realizzata appositamente dalla Lega Nord con la collaborazione di un militante gallaratese, era di 170 m di lunghezza per 100 m di altezza.[35][36]
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La bandiera del 2005 con una fila di militanti sopra di essa
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La bandiera del 2005 stesa
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Panorama
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Un'altra bandiera nel 2009 a Pontida
Situazione giuridica
modifica«Il nostro popolo è pronto ad attaccare. Si dice che il Paese stia andando a fondo, ma io conosco un solo paese, che è la Padania. Della Repubblica Italiana non me ne frega niente.[37]»
«Non esiste un popolo padano, parlare di Stato lombardo-veneto è grottesco[38]»
L'indipendenza della Padania non è mai stata riconosciuta formalmente da alcuno Stato sovrano, né dalle altre forze politiche italiane. L'unico supporto in tal senso è venuto dal partito svizzero della Lega dei Ticinesi[39][40].
In seguito alla dichiarazione di indipendenza furono avviate delle inchieste giudiziarie a Venezia, Verona, Torino, Mantova e Pordenone per attentato all'unità dello stato[41], poi archiviate, e si ebbero scontri tra forze dell'ordine e militanti leghisti in Via Bellerio a Milano, sede della Lega Nord[42]; sulla vertenza apertasi per la perquisizione di via Bellerio la parola fine venne "messa dalla Corte costituzionale che ribadì che l'autorità giudiziaria non aveva l'autorità di farla eseguire, in quanto «luogo di fatto adibito a ufficio», se non dopo autorizzazione a procedere della Camera dei deputati"[43].
Nella cultura politica, popolare e sportiva
modificaPer quanto la dichiarazione di secessione non abbia comportato la reale separazione della Padania dall'Italia, la Lega Nord promosse attivamente la concezione della Padania come entità politica attraverso la creazione e il mantenimento di strutture e organi rappresentativi delle Nazioni della Padania nonché attraverso la promozione di iniziative sportive e sociali di carattere indipendentista o quantomeno autonomista: costituì un Governo padano con un proprio parlamento, designò Mantova come capitale della Padania, il Va, pensiero di Giuseppe Verdi suo inno ufficiale, il Sole delle Alpi verde in campo bianco sua bandiera ufficiale, il verde come colore nazionale, creò le "lire padane" e dei francobolli[44], una propria "Guardia Nazionale Padana", un proprio ente sportivo riconosciuto nel "CONI sport Padania" e, come organi di comunicazione ufficiali: il quotidiano La Padania, il settimanale Il Sole delle Alpi, l'emittente radiofonica Radio Padania Libera e l'emittente televisiva TelePadania.
Vi fu anche la formazione spontanea, tra i militanti leghisti, delle cosiddette Camicie Verdi, il che diede luogo a inchieste giudiziarie, principalmente per la presunta violazione dell'art. 18 della Costituzione[45].
La Lega Nord creò anche una Nazionale di calcio della Padania, non riconosciuta a livello internazionale se non dalla VIVA World Cup; la selezione vinse per tre volte consecutive il mondiale per le nazioni non riconosciute, battendo il Somaliland (2008), il Kurdistan (2009) e la Lapponia (2010).
Inoltre il partito sponsorizzò il concorso di bellezza Miss Padania, aperto a tutte le giovani donne residenti in una regione della Padania da almeno 10 anni consecutivi e di età compresa tra i 17 e i 28 anni. Tra i requisiti necessari per partecipare al concorso vi fu anche l'obbligo di non rilasciare dichiarazioni non in linea con gli ideali dei movimenti che promuovono la Padania.
Il 2011 vide la prima edizione l'evento ciclistico Giro di Padania.
Nella cultura di massa
modificaIl manga giapponese Gunslinger Girl è ambientato nell'Italia contemporanea. L'autore, Yu Aida, immagina che le spinte indipendentiste del Nord si siano trasformate in una campagna terroristica perpetrata da un fronte detto Movimento delle Cinque Repubbliche. Non esiste, nell'opera, alcun riferimento a movimenti o partiti realmente esistenti, tuttavia il termine Padania viene esplicitamente citato come una delle "cinque repubbliche".[46]
Nelle canzone del 2006 Inno Verdano Caparezza ha dato ironicamente la voce a un secessionista fervente e autarchico dalla bandiera verde, che potrebbe essere letto come una parodia dell'indipendentismo padano.
Nel 2009 Umberto Bossi[47], promosse la realizzazione del film storico Barbarossa, coprodotto dalla Rai[48], incentrato sulle vicende della Lega Lombarda nel XII secolo, non ebbe buon riscontro né di critica né di pubblico.
Note
modifica- ^ (PDF) Articolo 1 dello statuto federale della Lega Nord Archiviato il 14 giugno 2011 in Internet Archive.
- ^ Sito ufficiale Lega Padana
- ^ voce "Italia", Enciclopedia Universo, DeAgostini, 1965; vol. VII, pp. 196-197
- ^ Gianni Brera, Invectiva ad Patrem Padum, Guerin Sportivo, 28 ottobre 1963
- ^ Negli anni settanta la sezione di Lombardia, Ticino e Grigioni dell'Association Internationale pour la Défense des Langues et des Cultures Menacées (AIDLCM) cominciò a usare il termine padano per riferirsi all'insieme degli idiomi gallo-italici.
- ^ Hull, Geoffrey (1982) The Linguistic Unity of Northern Italy and Rhaetia, PhD thesis, University of Western Sydney, MacArthur. Nell'analisi glottologica di Geoffrey Hull, linguista della University of Western Sydney, Padania indica la terra in cui si parlano gli idiomi galloitalici, nonché il veneto, l'istrioto e, come anfizona, gli idiomi retoromanzi, considerati fondamentalmente tutti delle varianti divergenti locali di un unico sistema linguistico: la lingua padanese.
- ^ La Padania? L'ha inventata la Fondazione Agnelli Archiviato il 21 marzo 2021 in Internet Archive. Il Giornale, 23 luglio 2010
- ^ Il termine è usato anche nel documentario dei CCCP Fedeli alla linea "Tempi moderni" da Danilo Fatur nel 1989
- ^ La Lega Nord estese più a sud tale confine, includendo a volte Umbria, Marche e Toscana; la Lega Padana teorizzò una Padania formata da quattro nazioni: Subalpina, Lombarda, Serenissima e Cispadana
- ^ La Lega Nord e la reinvenzione dei miti identitari (1984-2010)
- ^ www.italiadecide.it (PDF), su italiadecide.it. URL consultato il 20 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Nella cosiddetta "Costituzione di Assago".
- ^ Gianfranco Miglio, La Padania e le grandi regioni, "Il Corriere della Sera", 28 dicembre 1975
- ^ Adalberto Signore, Alessandro Trocino, Razza padana, Milano, BUR, 2008. ISBN 978-88-17-02636-9
- ^ Paolo Bracalini, Il Giornale, 8 ottobre 2010
- ^ WebCite query result (PDF), su leganord.org. URL consultato il 26 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2012).
- ^ Poco più di un decimo dei componenti il corpo elettorale.
- ^ Gilberto Oneto, L'invenzione della Padania, Ceresola, Foedus Editore, 1997.
- ^ www.giovanipadani.leganord.org Archiviato il 12 maggio 2013 in Internet Archive.
- ^ CRONISTORIA DELLA LEGA NORD - DALLE ORIGINI AD OGGI, Terza Parte 1996 - 1998, su leganord.org. URL consultato il 18 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2012).
- ^ Avevano diritto al voto tutti i cittadini di almeno 16 anni di età.
- ^ a b CRONISTORIA DELLA LEGA NORD DALLE ORIGINI AD OGGI. Terza Parte. 1996 - 1998 (PDF), su leganord.org. URL consultato l'8 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2012).
- ^ Chi è in regola non deve perdere le radici, su prov-varese.leganord.org. URL consultato il 27 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2006).
- ^ a b Statuto della Lega Nord per l'Indipendenza della Padania, 2015 (PDF), su leganord.org, Lega Nord, 9 aprile 2017. URL consultato il 9 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2016).
- ^ Lega Nord Abruzzo, su leganord.org, Lega Nord (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2012).
- ^ Lega Nord Sardinia, su leganord.org, Lega Nord (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2012).
- ^ Che fine ha fatto il referendum per l'indipendenza della Padania, su today.it.
- ^ Lega, Salvini manda in soffitta Nord e Padania: al congresso di Milano completa la transizione verso il nuovo partito sovranista, su ilfattoquotidiano.it.
- ^ «Per le poltrone Bossi e Salvini hanno distrutto l’indipendentismo padano», su linkiesta.it.
- ^ ildolomiti.it, https://www.ildolomiti.it/societa/2020/cera-una-volta-la-padania-mentre-bossi-dichiarava-lindipendenza-i-meridionalisti-del-pluripregiudicato-cito-marciavano-su-mantova .
- ^ Salvini cambia pelle alla Lega: via "Nord" e "Padania", su ilgiornale.it.
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- ^ Tommaso Guidotti, Alle Azalee un bandierone da Guinness dei primati, Varese News, 18 gennaio 2006.
- ^ Citata in Enciclopedia Treccani, 8 dicembre 2007
- ^ Su sky tg 24 - 29 settembre 2011, Citata in tutti i quotidiani nazionali, su tg24.sky.it. URL consultato il 20 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Bossi: La Svizzera riconosce la Padania[collegamento interrotto]
- ^ Nel maggio 2008 il Presidente del Gran Consiglio del Canton Ticino, Norman Gobbi Vais, appartenente alla Lega dei Ticinesi, ha nominato, nel suo discorso di insediamento, tre volte la Padania, considerandola anche come partner socioeconomico e culturale privilegiato. Egli non ha nominato l'Italia, parlando però nel contempo di Italianità Elvetica: Copia archiviata, su vais.ch. URL consultato il 25 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
- ^ SECESSIONE, VERTICE TRA I PM DI CINQUE CITTÀ
- ^ per i quali la Cassazione condannò Roberto Maroni e Piergiorgio Martinelli a 4 mesi e 20 giorni per resistenza a pubblico ufficiale, pena automaticamente convertita ai sensi dell'art. 135 c.p. in una multa di 5.320 euro: Cassazione. Perquisizioni sede Lega Nord, Maroni si oppose alla Digos con atti di sfida ingiustificabili Archiviato il 5 dicembre 2007 in Internet Archive.
- ^ Così Domenico Cacopardo, La sovranità parlamentare analizzata a ciglio asciutto, lontano dagli estremismi e in difesa, per tutti, dello stato di diritto, in ItaliaOggi, 6 giugno 2015. In conseguenza di ciò, Umberto Bossi venne assolto in appello il 22 giugno 2007: Bossi assolto per gli incidenti di via Bellerio
- ^ Le lire padane non hanno corso legale e i francobolli padani non sono utilizzati dal sistema postale italiano
- ^ TGVerona - Camicie verdi, al processo escono di scena Bossi & c. GUARDIE PADANE, su tgverona.it. URL consultato il 18 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2015).
- ^ Gunslinger Girl, manga edizione italiana, traduzione di Valerio Alberizzi e Leonardo Grimani
- ^ Marco Castelnuovo, "Barbarossa", flop al Nord per il kolossal leghista, in La Stampa, 27 marzo 2012. URL consultato il 22 gennaio 2013.
- ^ Delibera della sottocommissione cinema - istanze presentate entro il 31 maggio 2008 (PDF) [collegamento interrotto], su cinema.beniculturali.it, Ministero per i Beni e le Attività Culturali. URL consultato il 28 dicembre 2009.
Bibliografia
modifica- Gianfranco Miglio, Come cambiare. Le mie riforme, Mondadori, Milano 1992
- Gianfranco Miglio, Henry David Thoreau, Disobbedienza civile, Mondadori, Milano 1993
- Gianfranco Miglio, Italia 1996: così è andata a finire, Mondadori, Milano 1993
- Gianfranco Miglio, Io, Bossi e la Lega, Mondadori, Milano 1994
- Gianfranco Miglio, La Costituzione federale, Mondadori, Milano 1995
- Gianfranco Miglio, Marcello Veneziani, Padania, Italia. Lo Stato nazionale è soltanto in crisi o non è mai esistito?, Le Lettere, Firenze 1997
- Gianfranco Miglio, Augusto Antonio Barbera, Federalismo e secessione. Un dialogo, Mondatori, Milano 1997
- Gianfranco Miglio, Federalismi falsi e degenerati, Sperling & Kupfer, Milano 1997
- Gianfranco Miglio, L'asino di buridano, Neri Pozza, Vicenza 1999
- Gilberto Oneto, Bandiere di libertà: Simboli e vessilli dei Popoli dell'Italia settentrionale, FdF, Milano 1992
- Gilberto Oneto, Pianificazione del territorio, federalismo e autonomie locali, Alinea, Firenze 1994
- Gilberto Oneto, L'invenzione della Padania, Foedus Editore, Ceresola (BG) 1997
- Gilberto Oneto, Giancarlo Pagliarini, 50 buone ragioni per l'Indipendenza, La Padania, Milano 1998
- Gilberto Oneto, Piccolo è libero, Leonardo Facco Editore, Treviglio (BG) 2005
- Gilberto Oneto, La questione settentrionale. La Padania fra mito, storia e realtà, Editoriale Libero, Milano 2008
- Gilberto Oneto, Polentoni o Padani? Apologia di un popolo di egoisti, xenofobi, ignoranti ed evasori, Il Cerchio, Rimini 2012
- Stefano Bruno Galli, Il grande Nord. Cultura e destino della Questione settentrionale, Guerini, Milano 2013
- Gualtiero Ciola, Noi, Celti e Longobardi, Edizioni Helvetia, Venezia 1987
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Storia della Lega Nord dal 1979 al 2005, su leganord.org. URL consultato il 27 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2006).
- Documenti e video sull'indipendenza della Padania, su giovanipadani.leganord.org. URL consultato il 31 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2013).