Dichlorvos
Il dichlorvos o 2,2-diclorovinil dimetil fosfato (DDVP) è un composto organofosforico altamente volatile, ampiamente impiegato come insetticida per il controllo degli infestanti a livello domestico, in sanità pubblica e per la protezione dagli insetti dei prodotti durante la conservazione.
Dichlorvos | |
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Nome IUPAC | |
2,2-dichlorovinyl dimethyl phosphate | |
Abbreviazioni | |
DDVP | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C4H7Cl2O4P |
Massa molecolare (u) | 220.98 g/mol |
Aspetto | liquido incolore con odore aromatico |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 200-547-7 |
PubChem | 3039 |
DrugBank | DBDB11397 |
SMILES | COP(=O)(OC)OC=C(Cl)Cl |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
Applicazioni
modificaIl dichlorvos è efficace contro le mosche dei funghi, afidi, acari, cavallette, tripidi (Thysanoptera) e aleurodidi (mosche bianche) nelle serre, frutteti e coltivazioni di verdure. Viene anche utilizzato nelle industrie di macinazione e lavorazione del grano per trattare un certo numero di infezioni da vermi parassiti nei cani, nel bestiame e nell'uomo. Viene posto nel letame del bestiame per il controllo delle larve di Oestridae.
Il dichlorvos agisce sugli insetti sia per contatto che per ingestione. È disponibile formulato sia come aerosol che come concentrato solubile. Viene utilizzato sia nei collari per animali che nelle "no pest strips". In questa forma è stato recentemente indicato per l'utilizzo contro le cimici del letto.
Possibili controindicazioni
modificaL'agenzia Statunitense per la Protezione dell'Ambiente (United States Environmental Protection Agency) dal 1981 ha considerato la possibilità di bandire il DDVP, ma la molecola è ancora disponibile. Le principali preoccupazioni riguardano la tossicità acuta e cronica. Non vi è nessuna evidenza conclusiva di cancerogenicità, tuttavia nel 2010 uno studio ha trovato che un incremento di 10 volte della concentrazione urinaria dei metaboliti degli organofosfati era associata ad un incremento del 55-72% della probabilità di Sindrome da deficit di attenzione e iperattività nei bambini.[1]
Il DDVP viene assorbito attraverso tutte le vie di esposizione, dal momento che è un inibitore dell'acetilcolinesterasi, i sintomi legati ad un'overdose sono: debolezza, mal di testa, sensazione di oppressione al petto, vista annebbiata, salivazione, sudorazione, nausea, vomito, diarrea e crampi addominali.
Il dichlorvos danneggia il DNA degli esemplari conservati nelle collezioni entomologiche dei musei[2].
Regolamentazione
modificaIl limite massimo dei residui (LMR) di dichlorvos nei cereali è stato abbassato da 2 mg/kg a 0.01 mg/kg a seguito di una direttiva europea del 9 novembre 2006.
Note
modifica- ^ Organophosphate Pesticides Linked to ADHD, articolo di Megan Brooks su www.medscape.com del 17 maggio 2010
- ^ Espeland M., Irestedt M., Johanson K. A., Åkerlund M., Bergh J.-E. & Källersjö M. (2010). "Dichlorvos exposure impedes extraction and amplification of DNA from insects in museum collections". Frontiers in Zoology 2010, 7: 2. DOI: 10.1186/1742-9994-7-2
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Dichlorvos
Collegamenti esterni
modifica- Dichlorvos ,sulla Matrice di esposizione a cancerogeni - MATline, su dors.it.
- Extension Toxicology Network fact sheet, su extoxnet.orst.edu.
- Media Release from Australian Pesticides & Veterinary Medicines Authority, su apvma.gov.au. URL consultato il 24 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2009).
- Paul Raeburn, Slow-Acting: After 25 years the EPA still won't ban a risky pesticide, in Scientific American, vol. 295, n. 2, Aug 2006, p. 26, PMID 16866280 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2007).
- Material Safety Data Sheet (MSDS) for Dichlorvos (PDF), su amvac-chemical.com. URL consultato il 24 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2006).
- BBC News: Insecticide ban amid cancer fears, su news.bbc.co.uk.
- Australian Pesticides & Veterinary Medicines Authority Chemical Review Program - Dichlorvos, su apvma.gov.au. URL consultato il 24 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2011).