Dieci piccoli indiani (film 1945)

film del 1945 diretto da René Clair

Dieci piccoli indiani (And Then There Were None) è un film del 1945 diretto da René Clair.

Dieci piccoli indiani
Una scena del film
Titolo originaleAnd Then There Were None
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1945
Durata97 min
Dati tecniciB/N
Generegiallo
RegiaRené Clair
SoggettoAgatha Christie
SceneggiaturaDudley Nichols
ProduttoreRené Clair
FotografiaLucien N. Andriot
MontaggioHarvey Manger
MusicheMario Castelnuovo-Tedesco
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Doppiaggio originale:

Ridoppiaggio anni '70:

Il film

Tratto dall'omonimo romanzo di Agatha Christie, vinse il Pardo d'oro al Festival di Locarno.

Otto persone, che non si conoscono tra di loro, sono state invitate da un certo U.N. Owen a trascorrere un fine settimana in una villa su un'isola sperduta chiamata Nigger Island nel Devon: Vera Claythorne, il dottor Edward Armstrong, il vecchio giudice Quinncannon, la religiosa zitella Emily Brent, il principe russo Nikita Starloff, il generale Sir John Mandrake, il detective William Henry Blore e l'avventuriero Philip Lombard.

Giunti in barca all'isola, gli otto invitati trovano ad attenderli i due domestici Thomas ed Ethel Rogers, giunti sull'isola da pochi giorni. In serata, durante la prima cena dopo l'arrivo degli ospiti, il principe Starloff propone un brindisi ai padroni e a un centrotavola che raffigura le statuette di dieci piccoli indiani. Vera si rammenta di una vecchia filastrocca relativa agli stessi indiani e ne canta le prime due strofe. Terminata la cena, gli invitati si riuniscono in soggiorno, dove Starloff continua a cantare la filastrocca. Improvvisamente una voce misteriosa, che si rivela essere quella di Owen, accusa tutti i presenti di essere degli assassini. Ethel Rogers sviene per lo spavento e i presenti scoprono che la voce è incisa su un disco fatto partire da Rogers per ordine di Mr. Owen.

Poiché risulta che nessuno abbia mai conosciuto Owen, il giudice chiede agli altri invitati di spiegare le circostanze che li hanno condotti all'isola. I Rogers sono venuti a svolgere mansioni domestiche, Vera è stata assunta per fare la segretaria, Blore per investigare e sorvegliare i presenti, il generale Mandrake ha ricevuto l'invito tramite amici, così come il giudice Quincannon, mentre il dottor Armstrong per motivi professionali, Lombard è stato invitato dallo stesso Owen (nonostante anche lui non lo conosca) e il principe Starloff è stato invitato dal suo agente. Starloff rivela inoltre le circostanze che lo portarono all'uccisione di due persone, così come si era sentito nel disco: alla guida di un'auto, per la velocità elevata perse il controllo del mezzo e investì una coppia, anche se poi non fu condannato. Mentre sta bevendo un drink, Storloff improvvisamente manifesta problemi respiratori: si alza, dirigendosi verso gli altri, ma sbatte contro un tavolino e cade. Tutti credono che sia ubriaco, ma vengono contraddetti dal dottor Armstrong, che dichiara la morte dell'uomo. Più tardi, Rogers nota che una delle statuine dei dieci piccoli indiani è rotta. Il dottor Armstrong va a controllare il bicchiere dal quale ha bevuto Starloff prima di morire, ma viene fermato da Blore. Dopo aver ottenuto il consenso dal detective, Armstrong scopre che nel bicchiere c'è del cianuro. Suicidio o omicidio?

La mattina seguente, la signora Rogers viene trovata morta nel suo letto, per cause sconosciute. Gli ospiti notano la mancanza di un'altra statuetta, e il giudice si accorge che le morti presentano analogie con quelle della filastrocca degli indiani. Quincannon, Lombard, il dottore e Blore decidono di esplorare l'isola. A fine giornata, verso l'ora di cena, Lombard trova il cadavere del generale sulla spiaggia. Il giudice arriva quindi a una conclusione: il misterioso Owen è uno dei presenti. Per farsi un'idea più chiara sull'identità del possibile assassino, gli invitati votano. Colui che raccoglie più voti è Rogers, che dapprincipio offeso, accetta poi la decisione e si "esilia" nella legnaia. Quincannon, per sicurezza, ordina di chiudere la porta della sala da pranzo e della cucina, evitando così "altri scherzi da indiano". Consegnata la chiave a Rogers, gli ospiti si ritirano.

La mattina dopo, però, si accorgono della mancanza della signorina Brent e che la colazione non è stata preparata. Miss Brent rientra poco dopo, proveniente dalla spiaggia dove si era recata a prendere delle alghe per farne un motivo per uno scialle. Lombard, Blore e Armstrong vanno a chiamare Rogers, ma lo trovano morto, con il cranio spaccato. Dopo la colazione, gli ospiti rimasti ipotizzano che il possibile assassino sia Emily Brent. Saliti nella sua stanza per interrogarla, trovano la donna morta. Poco dopo il generatore di corrente si guasta e la casa rimane al buio. Durante la cena, i superstiti decidono di confessare i propri crimini, tranne Vera, che lascia la stanza perché ha freddo e vuol prendere un cappotto. Pochi istanti dopo però, le sue urla richiamano gli altri ospiti che accorrono in suo soccorso. Nella confusione generale, si sente uno sparo. Al ritorno in sala da pranzo, il giudice viene trovato morto, colpito alla testa. Quella notte, Armstrong sparisce misteriosamente e sulla tavola rimangono solo tre piccoli indiani.

La mattina seguente, Philip e Vera rinvengono il cadavere di Blore, ucciso dalla caduta di un blocco di mattoni. Lombard si accorge che Blore prima di morire stava osservando la spiaggia, e, raggiunto il posto, trovano il corpo del dottore. Vera estrae la pistola che Phil le aveva dato, e chiede che l'uomo confessi di essere Owen. Lombard confessa invece di essere in realtà Charles Morlain e di aver raggiunto l'isola solamente perché incuriosito di scoprire se l'invito aveva a che fare con la morte (per suicidio) del suo amico Philip Lombard. Vera è sul punto di sparargli, ma a Charles viene un'illuminazione: chiede a Vera di sparare senza colpirlo e cade fingendo di essere morto. E in quel momento, qualcuno in casa, stacca il penultimo piccolo indiano...

Vera rientra e trova il giudice, vivo e vegeto, intento a giocare a biliardo, "Un gioco psicologico", come dice lui. Confessa di essere l'autore degli omicidi degli altri ospiti e invita Vera a impiccarsi, altrimenti lo farà la legge. Nessuno rimarrà vivo sull'isola, neppure il giudice che ha pochi mesi di vita e ha deciso di suicidarsi ingerendo del cianuro. Morlain sbuca dietro al giudice che dice "Mai fidarsi delle donne" e muore consapevole del fallimento del suo piano. Alla fine, Fred Narracott, il barcaiolo, appare sulla porta per avvertire della partenza.

Produzione

modifica
 
Manifesto originale del film

Si tratta dell'ultimo dei quattro film americani che René Clair girò a Hollywood e l'unico giallo nella sua filmografia.

È anche la prima trasposizione cinematografica del romanzo di Agatha Christie, pubblicato per la prima volta nel 1939, (in Italia nel 1946).

Rapporto fra film e romanzo

modifica

Il film riprende in modo fedele la trama del libro, salvo piccoli dettagli. Il finale ripropone quello dell'adattamento per il teatro che la stessa Agatha Cristie fa del proprio romanzo nel 1943.

Sceneggiatura

modifica

Clair nella stesura della sceneggiatura è aiutato dal celebre sceneggiatore Dudley Nichols, già collaboratore di tanti importanti registi come John Ford e Howard Hawks.

Il film fu realizzato senza badare a spese, secondo i dettami dell'industria hollywoodiana: il budget di cui dispose era di 1.200.000 dollari.[1]

Fu approntato un cast di prim'ordine, in cui figuravano grossi nomi del tempo, come Barry Fitzgerald, Walter Huston, Louis Hayward, e molti celebri caratteristi come Judith Anderson, Misha Auer, Roland Young.[1]

Le musiche sono di Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968), compositore ebreo fiorentino, emigrato negli Stati Uniti a causa delle leggi razziali.

Inizialmente il romanzo nell'edizione originale inglese del 1939 ha come titolo Ten Little Niggers ("Dieci piccoli negretti").

Le edizioni italiane del libro del 1946, del 1954, del 1963, del 1972, adottano il titolo usato dall'edizione americana, uscita a New York nel 1940, che per non incorrere in accuse di razzismo, titola And Then There Were None ("...e poi non rimase nessuno"), la frase con cui si conclude la filastrocca, che è il tema conduttore della storia. Anche René Clair adotta questo titolo.

Nelle edizioni italiane del 1977, 1982, 1987, 1993, il titolo diventa Dieci piccoli indiani, che è quello dell'edizione americana Ten Little Indians, New York, Pocket Books, 1965.[2]

La filastrocca

modifica

Testo della filastrocca (nella versione originale è usato il termine nigger, nella canzone cantata nel film il termine usato è indian):

(EN)

«Ten little nigger/indian boys went out to dine;
One choked his little self and then there were Nine.
Nine little nigger/indian boys sat up very late;
One overslept himself and then there were Eight.
Eight little nigger/indian boys travelling in Devon;
One said he’d stay there and then there were Seven.
Seven little nigger/indian boys chopping up sticks;
One chopped himself in halves and then there were Six.
Six little nigger/indian boys playing with a hive;
A bumble bee stung one and then there were Five.
Five little nigger/indian boys going in for law;
One got into Chancery and then there were Four.
Four little nigger/indian boys going out to sea;
A red herring swallowed one and then there were Three.
Three little nigger/indian boys walking in the Zoo;
A big bear hugged one and then there were Two.
Two little nigger/indian boys sitting in the sun;
One got frizzled up and then there was One.
One little nigger/indian boy left all alone;
He went out and hanged himself and then there were None.»

(IT)

«Dieci poveri negretti se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione, solo nove ne restar.
Nove poveri negretti fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato, otto soli ne restar.
Otto poveri negretti se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro, solo sette ne restar.
Sette poveri negretti legna andarono a spaccar:
un di lor s'infranse a mezzo e sei soli ne restar.
I sei poveri negretti giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto, solo cinque ne restar.
Cinque poveri negretti un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale, quattro soli ne restar.
Quattro poveri negretti salpan verso l'alto mar:
uno un granchio se lo prende e tre soli ne restar.
I tre poveri negretti allo zoo vollero andar:
uno l'orso ne abbrancò e due soli ne restar.
I due poveri negretti stanno al sole per un po':
un si fuse come cera e uno solo ne restò.
Solo, il povero negretto in un bosco se ne andò:
a un pino s'impiccò, e nessuno ne restò.»

Accoglienza

modifica

Il film ottenne un grande successo negli Stati Uniti e nei paesi di lingua inglese; il pubblico francese del dopoguerra, poco incline ad apprezzare il freddo umorismo del film, continuò a preferire le precedenti commedie del regista e gli riservò una tiepida accoglienza.[3]

Critica

modifica

Pierre Murat:

(FR)

«Faute d'avoir pu réaliser Arsenic et vieilles dentelles, qui fut tourné par Capra, René Clair se rabat sur une adaptation du roman d'Agatha Christie, Dix Petits Nègres, devenu, pour Hollywood, Dix Petits Indiens. Sa technique, élégante et précise, tente, souvent avec succès, de tirer cette sombre histoire vers la « comédie de meurtres » aux gags insolites.»

(IT)

«Contrariato per non aver potuto realizzare Arsenico e vecchi merletti, che fu girato da Frank Capra, René Clair fa un adattamento del romanzo di Agatha Christie, Dieci piccoli negri, divenuto per Hollywood Dieci piccoli indiani. La sua tecnica, elegante e precisa, tenta, spesso con successo, di trarre da questa cupa storia una commedia degli assassinii dalle gag insolite.»

Il genere giallo

modifica

Per Clair il giallo presenta una affinità con il fantastico. La presenza di un universo chiuso (la villa che rinchiude gli ospiti, l'isola disabitata che rinchiude la villa) e l'enigma che sfida la ragione, aprono la strada al soprannaturale, innestano un meccanismo che si fonda sulla stessa logica sottesa al precedente film Accadde domani: Conoscere gli avvenimenti futuri diventa l'elemento determinante per il loro stesso verificarsi, un fattore che scatena fughe e inseguimenti, una caccia incrociata in cui ciascuno può essere la vittima e l'assassino.[4]

Tecnica cinematografica

modifica

«Clair torna a dirigere secondo i modi e i ritmi del balletto: porte che si aprono e si chiudono in continuazione, uscite, entrate, abbandoni, riprese, gruppi che si sfaldano, si ricompongono e si dissolvono, attese e morti che si ripetono con la precisione di un meccano e sono fatte sfilare come su una passerella.»

Riconoscimenti

modifica

Differenze fra il romanzo e il film

modifica

Il film riproduce esattamente tutti i particolari del romanzo, salvo qualcuno:

  • Il nome dei personaggi: Anthony Marston diventa Nikita "Niki" Starloff, principe russo (tuttavia è di nobile famiglia come Marston), il giudice Wargrave diventa Francis J. Quinncannon, il cognome del generale Macarthur, che diventa Mandrake ed è Sir, nel romanzo Blore si presenta con il falso nome di Davis per poi dover rivelare la verità dopo la registrazione delle accuse, nel film si presenta direttamente come William Blore.
  • Nella versione originale del film la filastrocca rimane la stessa, mentre nella versione italiana la filastrocca differisce leggermente rispetto alla traduzione originale del romanzo.
  • L'accusa: Vera è accusata di aver ucciso il fidanzato della sorella, Richard Barkley, e non di un bambino, Cyril Hamilton; la signorina Brent è colpevole di aver ucciso il nipote, Peter, e non della sua governante Beatrice Taylor. Il principe Starloff ha ucciso due persone come Marston, tuttavia il loro nome è differente. Come nel romanzo Mandrake viene accusato di aver mandato a morte uno dei suoi ufficiali, tuttavia il nome di questo ufficiale nel film è diverso.
  • La morte di alcuni personaggi: nel film, Mandrake viene ucciso non da un oggetto contundente ma da un coltello; Blore non da un orologio in marmo, ma da un pesante mattone; Emily Brent uccisa da una siringa (come nel romanzo), ma nella camera da letto e non nella sala da pranzo.
  • Nel romanzo Armstrong trova il cadavere del Generale, non Lombard.
  • Il finale: completamente diverso, e si adatta alla versione teatrale scritta dalla Christie stessa. Vera estrae la pistola datale da Morlain/Lombard, puntandola sull'uomo, ma non spara. Philip/Charles ha così il tempo di convincere Vera a collaborare, facendo finta di sparargli e ucciderlo. Vera fa così e, rientrando in casa, Vera trova il vero colpevole, Quincannon, che le spiega il suo piano e poco dopo ingerisce del veleno. A quel punto Charles raggiunge Vera, i due si abbracciano, contenti. Vedono però qualcuno fuori e si spaventano, ma scopriranno che si tratta di Fred Narracott, il barcaiolo, pronto a partire.
  1. ^ a b Giovanna Grignaffini, René Clair, p. 107.
  2. ^ Agatha Christie, Dieci piccoli indiani, traduzione di Beata Della Frattina, Arnoldo Mondadori Editore, 1993 pp. VII-XIV.
  3. ^ Dix petits Indiens (1944) - Film de suspense - Critique - Télérama.fr
  4. ^ Giovanna Grignaffini, René Clair, p.107-108.

Bibliografia

modifica
  • Agatha Christie, Dieci piccoli indiani, traduzione di Beata Della Frattina, Arnoldo Mondadori Editore, 1993 ISBN 88-04-30767-6
  • Barthélémy Amengual, René Clair, Seghers, coll. "Cinéma d'aujourd'hui", Paris, 1963.
  • G. Charensol, R. Regent, René Clair: un maestro del cinema, introduzione di Fernaldo Di Giammatteo, Milano e Roma, Bocca, 1955
  • Angelo Solmi, Tre maestri del cinema: Carl Dreyer, René Clair, Charlie Chaplin, Milano, Vita e Pensiero, 1956
  • Giovanna Grignaffini, René Clair, Il Castoro Cinema n. 69, Editrice Il Castoro, 1980
  • Jean Mitry, Rene Clair, Parigi, Ed. Universitaires, 1960
  • Arturo Invernici, Angelo Signorelli (a cura di), René Clair, Bergamo, Stamperia Stefanoni, 2008

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica