Diocesi di Callinico

La diocesi di Callinico (in latino Dioecesis Callinicensis) è una sede soppressa del patriarcato di Antiochia e una sede titolare soppressa della Chiesa cattolica.

Callinico
Sede vescovile titolare soppressa
Dioecesis Callinicensis
Patriarcato di Antiochia
Sede titolare di Callinico
Mappa della diocesi civile d'Oriente (V secolo)
IstituitaXVIII secolo
Soppressa1962
StatoSiria
Diocesi soppressa di Callinico
Suffraganea diEdessa
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Callinico, corrispondente alla città di al-Raqqa nell'odierna Siria, è un'antica sede episcopale della provincia romana dell'Osroene nella diocesi civile d'Oriente. Faceva parte del patriarcato di Antiochia ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Edessa, come attestato in una Notitia episcopatuum del VI secolo.[1]

Sono quattro i vescovi attribuiti a Callinico da Le Quien. Un vescovo anonimo è documentato all'epoca dell'imperatore Teodosio I: questo vescovo nel 388 aveva istigato i fedeli a distruggere la sinagoga della città; l'imperatore decise in un primo momento di condannare lo stesso vescovo e i colpevoli dell'assalto a ricostruire il luogo di culto a loro spese, ma sant'Ambrogio obbligò il sovrano a rivedere la sua decisione ed ad amnistiare tutti i colpevoli, minacciando la sospensione delle funzioni religiose.[2]. Damiano intervenne al concilio di Calcedonia nel 451 e sottoscrisse nel 458 la lettera dei vescovi dell'Osroene all'imperatore Leone dopo la morte di Proterio di Alessandria. Paolo venne deposto nel 518 per la sua adesione al partito severiano monofisita. Verso la metà del VI secolo visse il vescovo Giovanni.[3]

In seguito la sede fu stabilmente occupata da vescovi giacobiti: la Chronica di Michele il Siro menziona venti vescovi di al-Raqqa dall'VIII al XII secolo.[4]

Callinico è stata una sede vescovile titolare, soppressa nel 1962, a favore della sede titolare di Callinico dei Maroniti.

Cronotassi

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Vescovi greci

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  • Anonimo † (menzionato nel 388)
  • Damiano † (prima del 451 - dopo il 458)
  • Giovanni † (menzionato nel 546 circa)

Vescovi titolari

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  1. ^ Siméon Vailhé in Echos d'Orient 1907, p. 94 e p. 145.
  2. ^ Antonino Santangelo e Ludovico Perroni Grande, Ambrogio, santo, Enciclopedia Italiana (1929).
  3. ^ (EN) Ernest Honigmann, The Patriarcate of Antioch: A Revision of Le Quien and the Notitia Antiochena, Traditio, vol. 5 (1947), p. 150.
  4. ^ Revue de l'Orient chrétien, VI (1901), p. 197.

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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