Diocesi di San Cristóbal de La Laguna

diocesi cattolica della Spagna

La diocesi di San Cristóbal de La Laguna o diocesi di Tenerife (in latino Dioecesis Sancti Christophori de Laguna o Dioecesis Nivariensis) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Siviglia. Nel 2022 contava 925.223 battezzati su 1.044.405 abitanti. La sede è vacante.

Diocesi di San Cristóbal de La Laguna o Tenerife
Dioecesis Sancti Christophori de Laguna
o Dioecesis Nivariensis

Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Siviglia
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
Sede vacante
Amministratore diocesanoAntonio Manuel Pérez
Vescovi emeritiBernardo Álvarez Afonso
Presbiteri221, di cui 173 secolari e 48 regolari
4.186 battezzati per presbitero
Religiosi82 uomini, 298 donne
Diaconi8 permanenti
 
Abitanti1.044.405
Battezzati925.223 (88,6% del totale)
StatoSpagna
Superficie3.381 km²
Parrocchie312
 
Erezione1º febbraio 1819
Ritoromano
CattedraleNostra Signora dei Rimedi
IndirizzoSan Agustín 28, 38201 La Laguna [Santa Cruz de Tenerife], España
Sito webwww.obispadodetenerife.com
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Spagna

Territorio

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La diocesi comprende le isole di Tenerife, La Palma, La Gomera ed El Hierro, che costituiscono la provincia di Santa Cruz de Tenerife.

Sede vescovile è la città di San Cristóbal de La Laguna sull'isola di Tenerife, dove si trova la cattedrale della Virgen de los Remedios. Il più importante luogo di pellegrinaggio è la basilica di Nostra Signora della Candelaria (patrona delle isole Canarie), nell'omonimo municipio di Candelaria.

Il territorio è suddiviso in 312 parrocchie, raggruppate in 17 arcipresbiterati: La Laguna, Taco, La Cuesta, Santa Cruz de Tenerife, La Salud, Ofra, Tegueste, Tacoronte, La Orotava, Icod de los Vinos, Isora, Granadilla, Güímar, Santa Cruz de la Palma, Los Llanos de Aridane, La Gomera ed El Hierro.

Evangelizzazione delle Canarie occidentali

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La Cueva de Chinguaro a Tenerife fu il primo luogo in cui i Guanci adorarono la Vergine della Candelaria.

L'arrivo del cristianesimo nelle isole occidentali delle Canarie ebbe luogo (come nelle isole orientali) prima della conquista completa dell'arcipelago e della sua incorporazione al regno di Castiglia, avvenuta nel 1496. La cristianizzazione fu di fatto una sorta di preparazione per alla conquista successiva.[1]

L'opera di evangelizzazione fu portata avanti dai frati, soprattutto francescani e domenicani, di origine normanna e poi catalana e di Maiorca, che si stabilirono come missionari prima nelle isole orientali e poi in quelle occidentali.[1] Come sarebbe poi accaduto anche in America, questi frati accompagnarono i conquistadores per convertire e catechizzare gli aborigeni locali, i Guanci, che fino allora avevano avuto una religione di tipo animista e politeista.

La prima diocesi dell'arcipelago fu istituita nel 1351 con il nome di diocesi delle Isole Fortunate.

Dopo la conquista castigliana, i culti locali furono sostituiti con la religione cattolica. In ogni caso, la presenza di elementi cristiani nelle isole occidentali delle Canarie già prima della conquista è un dato di fatto, poiché a questo periodo risalgono le due immagini mariane più venerate dell'arcipelago: la Vergine della Candelaria a Tenerife (patrona delle Canarie) e la Madonna della Neve (patrona dell'isola di La Palma),[1] che si ritiene siano state portate in queste isole dai missionari catalani o di Maiorca.

Recentemente a Tenerife è stata trovata una croce cristiana incisa nella roccia e orientata verso il sole, in un sito di Guanci nel comune di Buenavista del Norte. Questo simbolo è stato trovato in un megalite utilizzato per i rituali di fecondità e come calendario solare. Questa scoperta è stata posta in relazione alla presunta conoscenza che gli aborigeni avevano del cristianesimo.[2]

Durante la dominazione spagnola

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Basilica di Nostra Signora della Candelaria, patrona delle Isole Canarie.

Già poco dopo la conquista delle Canarie fu proposta la creazione di una diocesi a Tenerife: lo stesso conquistatore, Alonso Fernández de Lugo, nel 1505 e nel 1513 chiese alla corte di Castiglia la traslazione della sede della diocesi delle Isole Canarie da Las Palmas de Gran Canaria a San Cristóbal de La Laguna.[3] Questa proposta, però, non fu realizzata, anche perché la sede era stata trasferita a Gran Canaria da Rubicón, nel sud dell'isola di Lanzarote, pochi anni prima, nel 1483, rendendo effettivo un decreto di papa Eugenio IV del 1435.[4]

Nei secoli XVI e XVII si svilupparono fortemente le congregazioni di vita contemplativa e religiosa. In questo periodo nascono a Tenerife José de Anchieta (1534-1597) e Pedro de San José de Bethencourt (1626-1667), i primi due santi nativi delle Canarie. Essi sono considerati due dei più grandi missionari che siano esistiti nelle Americhe: José de Anchieta fu missionario in Brasile, dove fondò la città di San Paolo e fu uno dei fondatori di Rio de Janeiro; Pedro de Bethencourt fu missionario in Guatemala e fondò l'ordine dei fratelli di Betlemme, il primo ordine religioso nato in America. Quasi contemporanea fu un'altra religiosa di Tenerife con fama di santità: suor María de León Bello y Delgado, detta La Siervita (1643-1731).

Tenerife divenne rapidamente l'isola più popolata dell'arcipelago e San Cristóbal de La Laguna la città più importante nelle Canarie, tanto che nel 1783 fu nuovamente chiesta l'erezione di una diocesi a La Laguna, suscitando la reazione negativa del vescovo e del capitolo della cattedrale di Gran Canaria.[5]

Erezione della diocesi

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Cristóbal Bencomo y Rodríguez (1758-1832), confessore di re Ferdinando VII di Spagna e arcivescovo titolare di Eraclea, fu il promotore dell'erezione della diocesi di San Cristóbal de La Laguna.

Nel 1818 il clero e le autorità di Tenerife chiesero nuovamente alla Santa Sede l'erezione di una diocesi a Tenerife (ma stavolta con l'appoggio del re Ferdinando VII di Spagna).[6] Un ruolo importante fu giocato da Cristóbal Bencomo y Rodríguez, confessore del re Ferdinando VII e arcivescovo titolare di Eraclea.[7]

La diocesi di San Cristóbal de La Laguna fu, quindi, eretta il 1º febbraio 1819 con la bolla In cathedra illius di papa Pio VII, ricavandone il territorio dalla diocesi delle Isole Canarie. Tuttavia il primo vescovo fu nominato soltanto nel 1824.

Il 24 ottobre 1832 fu istituito il seminario diocesano.

Il concordato del 1851 prevedeva l'unione della diocesi di Tenerife con quella delle Canarie;[8] questo concordato, però, non ebbe effetto e non fu seguito da alcuna bolla pontificia di conferma e ratifica delle sue decisioni. In questo periodo di stallo la diocesi fu governata da vicari capitolari.

Nel novembre del 1875 la bolla Ad apostolicam, di papa Pio IX, dichiarava nulla l'unione stabilita dal concordato, unione che tuttavia non era mai stata canonicamente riconosciuta. Così nel 1877 l'elezione del vescovo Ildefonso Joaquín Infante y Macías costituì quasi un ristabilimento della sede. Dal punto di vista diplomatico la Santa Sede fece valere la mancata erezione della diocesi di Ciudad Real (al posto della diocesi il 14 luglio 1873 era stato eretto un priorato degli ordini militari) e ottenne di poter ristabilire la diocesi di Tenerife come compensazione.

Al giorno d'oggi

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Nel 1959 è nata in questa diocesi la Fondazione Missionaria e Missionari Identes, composta da missionari religiosi e laici, singoli o sposati.

Tra il 1998 e il 1999 la diocesi ha tenuto il suo primo sinodo diocesano (Sinodo diocesano nivariense), incentrato principalmente sulla comprensione del Concilio Vaticano II, il rinnovamento spirituale della Chiesa locale all'inizio del terzo millennio e la ricerca di risposte adeguate ai cambiamenti sociali, politici e culturali.[9]

Santi patroni

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Vergine dei Rimedi, patrona della diocesi. L'immagine è venerata nella Cattedrale de La Laguna.

Patrona della diocesi di San Cristóbal de La Laguna è la Vergine dei Rimedi.[10] I santi patroni secondari sono san Ferdinando III di Castiglia e sant'Elisabetta del Portogallo.[10] La patrona dell'arcipelago delle Canarie nel suo complesso è la Vergine della Candelaria.[11] San Cristoforo è il titulare (ma non santo patrono) della diocesi perché porta il nome della città, e quindi include il nome di questo santo.

Il patrocinio delle isole della diocesi è il seguente:

Santi patroni delle isole:

Il calendario liturgico proprio e ufficiale della diocesi, approvato dalla Sede Apostolica, include le seguenti festività:[12]

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Santi e beati della diocesi

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Santi delle Isole Canarie.

La diocesi di Tenerife ha santi, beati e venerabili di grande devozione popolare, tra cui:

Statistiche

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La diocesi nel 2022 su una popolazione di 1.044.405 persone contava 925.223 battezzati, corrispondenti all'88,6% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 398.812 400.510 99,6 161 106 55 2.477 43 368 117
1970 540.203 558.612 96,7 259 164 95 2.085 115 700 232
1980 646.000 676.000 95,6 206 148 58 3.135 103 540 290
1990 692.000 721.000 96,0 216 157 59 3.203 95 557 291
1999 724.234 772.449 93,8 256 198 58 2.829 1 99 529 294
2000 732.000 780.152 93,8 238 190 48 3.075 1 92 1.032 294
2001 751.000 800.020 93,9 239 191 48 3.142 4 92 1.032 297
2002 805.399 856.808 94,0 247 198 49 3.260 4 96 1.025 300
2003 839.066 892.718 94,0 260 213 47 3.227 4 83 474 307
2004 823.736 915.262 90,0 260 216 44 3.168 3 80 474 309
2010 884.000 1.020.490 86,6 255 206 49 3.466 5 86 348 312
2014 892.000 1.014.829 87,9 243 200 43 3.670 6 86 336 312
2017 890.400 1.004.124 88,7 238 185 53 3.741 6 80 359 312
2020 915.600 1.032.983 88,6 228 181 47 4.015 7 80 279 312
2022 925.223 1.044.405 88,6 221 173 48 4.186 8 82 298 312
  1. ^ a b c (ES) El papel de la Iglesia, su Gran Enciclopedia Virtual Islas Canarias. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  2. ^ (ES) Encuentran una cruz cristiana en un yacimiento de culto guanche en Canarias, su Diario ABC, 3 maggio 2019. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  3. ^ (ES) Historia de los archivos de Canarias (PDF), tomo I, pp. 542-543. URL consultato il 13 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2020).
  4. ^ (ES) Historia de los archivos de Canarias (PDF), tomo I, pp. 535-536. URL consultato il 13 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2020).
  5. ^ (ES) La Diócesis de San Cristóbal de La Laguna en los inicios del siglo XIX: el Obispo Folgueras Sión, el Cabildo Catedral y la jurisdicción eclesiástica, su mdc.ulpgc.es. URL consultato il 19 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2018).
  6. ^ (ES) La diócesis de Tenerife. Apuntes para su historia: de los orígenes hasta su restablecimiento definitivo, p. 126, su mdc.ulpgc.es. URL consultato il 19 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2018).
  7. ^ (ES) Obispos canarios en el mundo, su diocesisdecanarias.es. URL consultato il 13 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  8. ^ Angelo Mercati (a cura di), Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra la Santa Sede e le autorità civili, Roma, 1919, pp. 772-773. Il testo del concordato dice espressamente: «Dioecesis Nivariensis (Tenerife) unietur Canariensi».
  9. ^ (ES) Crónica del Sínodo Diocesano Nivariense (PDF), su obispadodetenerife.es (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  10. ^ a b (ES) Juan Alejandro Lorenzo Lima, Patrimonio e historia de la antigua Catedral de La Laguna, p. 110. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  11. ^ (ES) Candelaria, Nuestra Señora, su Siervas de los Corazones Traspasados de Jesús y María. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  12. ^ (ES) Calendario Litúrgico propio de la Diócesis | Delegación de Liturgia, su delegaciones.obispadodetenerife.es. URL consultato il 13 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2020).
  13. ^ Il 10 giugno 1886 fu nominato vescovo di Maiorca e Ibiza.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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