Discussione:Giurassico

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--79.30.175.65 (msg) 17:00, 29 mag 2015 (CEST)--79.23.193.81 (msg) 10:08, 26 mag 2015 (CEST)Rispondi

Per quel che riguarda la voce GIURASSICO faccio notare che il periodo comincia con gli ammoniti del genere Psiloceras (giustamente come è detto!) ma finisce con ammoniti del genere Anapachidiscus, due specie citate in "Ammonites 2" di Lebrun 1997; non con ammoniti Berriasella, che invece marcano l'inizio del Cretaceo. Poi voglio osservare che non essendoci una voce Wikipedia: Giurassico in Italia, sembra necessario aggiungere qualcosa nella voce Giurassico, nel senso di dire in quali zone geografiche d'Italia le rocce giurassiche sono presenti con una certa estensione e a quale Giurassico appartengono, inferiore, medio o superiore. Se non ricevo controindicazioni proporrò aggiunte sulla voce entro una quindicina di giorni. Utente Federico Venturi 20 aprile 2015

Nulla in contrario purchè vengano chiaramente indicate (pena la cancellazione in breve tempo delle informazioni) le fonti da cui trai il materiale.--l'etrusco (msg) 11:54, 20 apr 2015 (CEST)Rispondi

C'è un capitolo sul libro " La Terra" di Vinassa de Regny, del 1933 UTET, che parla del Giurassico e fossili in Italia. Penso di prendere notizie da tale fonte perchè il più recente "La Terra" di Trevisan e Tongiorgi del 1958 sempre dell'UTET non parla delle roc ce e dei fossili marini con la stessa cura. Niente in contrario (diretto all'etrusco)? Utente registrato Federico Venturi 25 aprile 2015

Non conosco il testo in questione per cui non so nulla circa la sua attendibilità. E' un po' datato magari. Insomma: no, niente in contrario.--l'etrusco (msg) 14:33, 25 apr 2015 (CEST)Rispondi

Sto scrivendo l'intervento che appare un poco lungo ed è stato necessario consultare varie opere, in tutto 10. Ciò perchè ho visto che Pinna nel suo libro "Il grande libro dei fossili" del 1976 ha trattato l'argomento anche dal punto di vista geologico; Ciò mi ha costretto a lavorare di più. E' necessario per un buon risultato pazientare ancora qualche giorno! Conosci il libro di Pinna? Utente registrato F. Venturi ore 11 28 aprile 2015.

Un testo che non conosco lo puoi comunque citare liberamente, non c'è bisogno di alcuna "approvazione" preventiva! Il libro di Pinna comunque lo conosco, ce l'ho qui nella libreria davanti agli occhi. Se la sezione sul Giurassico in Italia fosse molto corposa considera l'ipotesi di creare una voce a sè. Se hai bisogno di aiuto puoi contattare me o [@ Bramfab]. Impara a firmare correttamente i tuoi interventi nelle pagine di discussione, consiglio di leggere WP:FIRMA.--l'etrusco (msg) 10:55, 28 apr 2015 (CEST)Rispondi
[@ F.Venturi] Ti ho scritto un po' di cose nella tua pagina di discussione qui. Ciao --Bramfab Discorriamo 12:15, 28 apr 2015 (CEST)Rispondi

Fra pochi giorni metto la nota riguardante il Giurassico in Italia, che ho pronto. Mi devono aiutare! Una osservazione ulteriore: Per la mia opinione il Giurassico finisce con l'ammonite del gen. Durangites, mentre con Berriasella comincia il Cretaceo (così ho visto sul libro di Lebrun, "Ammonites 2"). Ciò vuol dire che il Giurassico finisce con l'ultima presenza di Durangites. Sarebbe il caso di modificare il testo nella voce? Utente registrato Federico Venturi 7 maggio 2015

Inserisci aggiungendo le fonti, come se stessi scrivendo in un normale articolo della Rivista di paleontologia o simili.--Bramfab Discorriamo 08:56, 7 mag 2015 (CEST)Rispondi

Il Giurassico in Italia, ammoniti, bio e cronostratigrafia

Il periodo (oppure Sistema in Geologia) è rappresentato sia nelle Prealpi che nell’ Italia peninsulare fino alla Sicilia; le rocce sono generalmente calcari sedimentari stratificati di origine marina, spesso organogeni. Il mare era tropicale e all’ incirca intorno ai 30 gradi di latitudine. Gli ambienti erano diversificati e, tra gli altri, gli ammoniti erano dominanti sui fondali fotici e subfotici . Questi sono i fossili migliori e permettono la datazione (relativa) più dettagliata possibile. Poche sono le regioni italiane in cui il Giurassico non è presente. Quando è presente spesso è molto fossilifero. Tutta l’ area in questione (non solo Italia, ma anche molte aree del Mediterraneo) era un fondale marino poco profondo, appartenente al mar della Tetide occidentale; vi erano frequenti piattaforme carbonatiche dove gli ammoniti non vivevano e al loro posto c’ erano altri organismi, es. molluschi, coralli coloniali ed alghe calcaree. La porzione di dominio tetideo dove si sono formati i monti delle Prealpi e dell’ Appennino era lontano dalle principali zolle continentali e la paleogeografia è attualmente poco conosciuta, malgrado vari studi; in linea generale l’opinione degli studiosi sulla posizione dei continenti è unanime, appare molto complessa in dettaglio da ricostruire, in particolare per i rapporti spaziali, come si può dedurre anche dalle differenze di materiali sedimentati e dai fossili conservati.

Per alcuni Autori (Vinassa de Regny, 1933) si può trattare distintamente il Giurassico inferiore (Lias) da quello medio-superiore. L’ inferiore è ottimamente rappresentato in quasi tutta l’ Italia, al punto da essere considerata un’ area tra le migliori al mondo per gli studi biostratigrafici: in Lombardia affiorano, i calcari scuri di Moltrasio e Saltrio con ammoniti Arietitidae del Sinemuriano inferiore; calcari rossi di Suello con ammoniti Eoderoceratidae del Pliensbachiano inferiore; calcari grigi del Medolo con ammoniti Hildoceratidae (es. gen. Arieticeras del Pliensbachiano sup. - Domeriano, dal M. Dòmaro) ; calcari marnosi rossi (“R.A.” lombardo dell’ Alpe Turati con ammoniti Hildoceras e Mercaticeras del Toarciano). Nel Veneto (zona di Feltre, Bellunese), sui versanti del M. Pavione, è citata e figurata una bella successione stratigrafica che parte dal Pliensbachiano superiore (ammonite gen. Amaltheus) e arriva al Cretaceo inferiore (ammonite del gen. Crioceratites) (Trevisan e Tongiorgi, 1956). La successione giurassica feltrina (Dolomia, Calcari oolitici, R.A. infer., Form. di Fonzaso, R.A. sup. e Biancone) è stata rivista da Dalla Bruna G. e Martire (1985), che hanno datato il “Rosso Ammonitico” inferiore (con ammoniti dell’ Aal. – Batoniano) e il “Rosso Ammonitico” sup. (con ammoniti del Kimmeridgiano- Titonico). Sono stati trovati anche al tetto dei calcari oolitici (Me. Calcarenitico), loc. Coston delle Vette, ammoniti che indicano il Toarciano inferiore e medio (Nodicoeloceras, Porpoceras, Hildaites ecc...). In Liguria e in Toscana, es. Monti della Spezia, sono noti i calcari e marne grigie ad Angulati con ammoniti Analytoceratidae, Psiloceratidae e Arietitidae dell’ Hettangiano-Sinemuriano (Canavari, 1888), mentre in Toscana meridionale affiorano rocce rosse calcaree (“R.A.” toscano con ammoniti Eoderoceratidae e Arietitidae del Sinemuriano inferiore - Fucini, 1901-1905) (loc. Campiglia marittima, Gerfalco e M. Cetona). Al di sotto del “R.A.” toscano, al M. Cetona, affiorano calcari encrinitici con ammoniti del Sinemuriano basale (Venturi e Nannarone 2003). Nell’ Appennino centrale le rocce del Giurassico affiorano in belle sequenze nei tagli vallivi dei torrenti marchigiani tra i monti, Nerone, Petrano, Catria e Cucco; nella vallata del f. Burano ad es., tra gli abitati di Cantiano e Cagli, la successione giurassica calcarea e calcareo-marnosa-silicea con abbondanti fossili, va dal Sinemuriano inf. fino al Kimmeridgiano-Titonico; così come anche al Passo del Furlo (Pinna 1985). Nell’ area le successioni “complete” ricche di fossili del Giurassico inferiore sono integrate egregiamente da quelle “ridotte di spessore” o condensate del M. Nerone o del Catria (Venturi e Ferri 2001, Venturi ed al. 2010), che inglobano ammoniti ben conservati del Giurassico medio-superiore. Il “Rosso Ammonitico”, Toarciano umbro-marchigiano, affine per facies ed età al “R.A.” lombardo dell’ Alpe Turati, è famoso in tutto il mondo per la qualità degli ammoniti; è stato oggetto di una nota monografia di Meneghini (1881). Recentemente ha offerto spunti per uno studio che ha trattato l’ evoluzione degli ammoniti Hildoceratidae, consistentemente nuovo per i temi coinvolti. Nell’ insieme i dati biostratigrafici delle successioni umbro-marchigiane fanno riconoscere 8 fra gli 11 piani geologici riconosciuti e usati in campo internazionale, e spesso con le relative biozone, che permettono le cronocorrelazioni. Le rocce del Giurassico sono diffuse anche nel Lazio e in Abruzzo, dove si presentano in “facies” di piattaforma carbonatica. Negli strati del bacino di Vradda (vallone tra il M. Camicia e il M. Tremoggia, area del Gran Sasso), sono stati trovati ammoniti delle fam. Analytoceratidae e Arietitidae dell’ Hettangiano superiore associati a radiolari (microfossili silicei di valore cronologico) (Bertinelli ed al. 2004). Ammoniti della stessa età sono stati trovati anche nei pressi della vicina loc. di S. Pietro in Monte. Rocce giurassiche sono presenti anche nell’ Appennino meridionale (AA. vari, Monti d’ Italia, 1973), in “facies” di piattaforma carbonatica (Massicci del Matese, Cilento e Pollino), dove per ora non sono conosciuti ammoniti giurassici. Per quel che riguarda la Sicilia, affioramenti del Giurassico inferiore (rocce grigie calcaree e marnose) sono noti nella parte orientale: l’ affioramento di Rocche Rosse presso Galati (prov. di Messina) datato al Pliensbachiano inf. tramite ammoniti dei generi, fra gli altri, Gemmellaroceras, Tropidoceras e Miltoceras (Gemmellaro, 1886); la successione di calcari marnosi grigi dei monti di Taormina ( Domeriano sup.) con ammoniti dei generi Lioceratoides, Canavaria e Tauromeniceras (Fucini 1931). Nella parte occidentale dell’ isola la loc. Montagna di Casale (Rocca Busambra) ha fornito ammoniti dei generi, fra gli altri, di Geyeroceras e Fucinites, che indicano il Sinemuriano inferiore.

Per quel che riguarda il Giurassico medio-sup., vanno ricordati gli affioramenti nel Veneto: nei pressi del Lago di Garda (Capo S. Vigilio) ammoniti a altri fossili del Toarciano sup. e Aaleniano, in rocce oolitiche, oggetto di una bella monografia di Vacek (1886) e quelli che affiorano sui monti del Veronese e del Vicentino (“Rosso Ammonitico” veneto) con ammoniti del Baiociano (gen. Skirroceras) e dell’ Oxfordiano e del Kimmeridgiano-Titonico (Sarti 1993); qui le successioni sono lacunose. Studi stratigrafici e paleontologici dettagliati sono quelli delle Prealpi venete occidentali, dove si distinguono vari Rossi Ammonitici; la successione è ridotta di spessore e lacunosa ma i dati biostratigrafici hanno permesso la datazione con ammoniti del Baiociano e del Batoniano (Sturani 1964). In un altro studio biostratigrafico e sedimentologico sono state prese in esame varie sezioni dei Monti Lessini, qui è stato documentato il piano Kimmeridgiano con ammoniti (Pavia, Benetti e Minetti 1987). Nell’ Appennino centrale (monti Nerone ed Acuto, massiccio del Catria), la successione giurassica calcarea è ridotta di spessore e presenta una lacuna sedimentaria grande, che omette quella dei piani, Baiociano sup., Batoniano, Calloviano, Oxfordiano e Kimmeridgiano inf.. Qui si trovano ammoniti, fra gli altri, dei generi Skirroceras (Baiociano inf.) e Haploceras, Aspidoceras, Physodoceras,, Simoceras, Subplanitoides e Parapallasiceras (Kimmeridgiano sup. e Titonico) (Canavari 1896, 97, 98, 900, 903; Cecca ed al. 1990; Venturi 1991). Nella Sicilia occidentale affiorano rocce calcaree grigio-chiare del Giurassico medio e superiore studiate da Gemmellaro nella seconda metà dell’ 800; più precisamente, fauna degli strati a Peltoceras trasversarium del M. Erice, quella con Macrocephalites di Rocca Chi Parra (Giurassico medio, Trapanese); sono da ricordare anche gli strati con Aspidoceras acanthicum presso Favara, prov. di Girgenti (Giurassico sup.). Tutti questi ammoniti sono stati revisionati per la tassonomia in occasione del Convegno di Mondello nel 2002, sulla stratigrafia del Giurassico.

Ma non ci sono solo ammoniti, tra i fossili del Giurassico in Italia: Pinna (1976) cita un giacimento presso Rotzo nel Vicentino, in cui sono presenti resti di piante, Cicadine Conifere e Felci del Giurassico inferiore in buon stato di conservazione; gli strati sono inseriti in rocce marine (Calcari di Noriglio) del Giurassico inf.; tra i fossili giurassici sono conosciuti anche crostacei: ad es., presso Osteno (comune situato sul lago di Lugano), esiste un affioramento scoperto da Pinna nel 1964: datato al Lias, è caratterizzato dall' abbondanza di pesci ed altri organismi difficilmente preservabili, in quanto frutto di morìe in ambienti poco ossigenati o anossici addirittura. Tra i vertebrati vanno ricordati resti di Ittiosauri in successioni calcaree francamente marine (es. Ittiosauro di Genga, Appennino umbro-marchigiano); questo è stato trovato nei “Calcari ad Aptici” del Giurassico superiore.

Bibliografia:

Aa. vari (1973) – Monti d’Italia, Appennino meridionale, pp. 1-127, ENI Milano.

Angela Bertinelli , Carlo Nannarone , Leonsevero Passeri & Federico Venturi – Hettangian Ammonites and radiolarians in the Mt. Camicia (Gran Sasso, Central Apennines). Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia, 2004, pp. 87-95 Milano.

Fabrizio Cecca , Stefano Cresta , Pallini Giovanni & Massimo Santantonio – Il Giurassico del M. Nerone (Appennino marchigiano, Italia centrale), Biostratigrafia ed evoluzione paleogeografica. Atti II Convegno Internazionale di Pergola, ed. Pallini, 1990, pp. 63 - 139, Ostra Vetere (An).

Mario Canavari – Contribuzione alla fauna del Lias inf. di Spezia. Mem. Reg. Com. Geologico del Regno, 1888, pp. 197 - 224, Firenze.

Mario Canavari – La fauna degli strati ad Aspidoceras acanthicum di M. Serra presso Camerino. Palaeontografia Italica (vol. II, 1896, pp. 1-51; vol. III, 1897, pp. 201-233; vol. IV, 1898, pp. 253-262; vol. VI, 1900, pp. 74-87; vol. IX, 1903, pp. 90-105), Pisa.

Guido Della Bruna & Luca Martire – La successione giurassica (Pliensbachiano – Kimmeridgiano) delle Alpi Feltrine (Belluno). Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia, vol. 91(1), 1985, pp. 15-59, Milano.

Alberto Fucini – Fossili domeriani dei dintorni di Taormina. Palaeontografia Italica, vol.XXXI (nuova serie v. I), 1931, pp. 103-149, Pisa.

Alberto Fucini - Cefalopodi liassici del M. di Cetona. Palaeontographia Italica (vol. VII, 1901, pp. 1-89; vol. VIII, 1902, pp. 131-217; vol.IX, 1903, pp. 125 -185; vol. X, 1904,pp. 275-298; vol.XI, 1905, pp. 93-146). Pisa.

Leonsevero Passeri (a cura di) – Guide Geologiche Regionali delle Società Geolologica Italiana, Appennino umbro-marchigiano. Be – Ma ed., 1994, pp 1-301, Milano.

Giulio Pavia , Attilio Benetti , Carla Minetti – Il Rosso Ammonitico dei Monti Lessini veronesi (Italia N E), Faune ad Ammoniti e discontinuità stratigrafiche nel Kimmeridgiano inferiore. Bollettino della Società Paleontologica Italiana, 1987, vol. 26, n. 1-2, pp. 63-92, Torino.

Giovanni Pinna – Il Gran Libro dei Fossili. Ed. Rizzoli,1976, pp- 1-283, Milano.

Giovanni Pinna – Enciclopedia illustrata dei Fossili, Ist. Geogr. De Agostini, 1985, pp.1-232, Novara.

Carlo Sturani – La successione delle faune ad Ammoniti nelle formazioni medio-giurassiche delle Prealpi venete occidentali. Memorie Istituto Geologia e Mineralogia dell’Univ. di Padova, 1964, vol. XXIV, Padova.

Livio Trevisan ed Ezio Tongiorgi – La Terra, 1956, UTET, pp. 1-730, Torino.

Federico Venturi – Ammoniti del Malm e del Creta inferiore, supplemento agli “Ammoniti liassici dell’ Appennino centrale”. Centro Stampa dell’ Univ. Studi di Perugia, 1991, pp. 1-55.

Federico Venturi e Carlo Nannarone (2003) – Ammoniti del Sinemuriano inferiore del M. Cetona (prov. di Siena). Bollettino della Società Paleontologica Italiana,2003, pp. 131-162, Modena.

Federico Venturi, Giuseppe Rea , Giancarlo Silvestrini, Massimiliano Bilotta (2010) – Ammoniti, un viaggio geologico nelle montagne Appenniniche, Giurassico inferiore, Porzi ed. , pp. 1-367, stampa Properzio, S. Maria degli Angeli (Assisi).

Paolo Vinassa de Regny – La Terra. UTET, 1933, pp. 1-779, Torino.


Discussione - Questa è la mia proposta; sono graditi osservazioni, suggerimenti, proposte di aggiunte oppure di soppressioni di alcuni argomenti, insomma tutto ciò che può servire a migliorare la trattazione; ho cercato di dare il mio contributo, influenzato più Paleontologia che della Geologia, essendo io un paleontologo. Spero anche di essere stato abbastanza imparziale, senza prediligere gli argomenti che ho studiato. F.Venturi

Non sono abbastanza esperto della materia da poter analizzare correttamente il tuo testo per cui per me va benissimo. Mi raccomando cita le fonti nella maniera appropriata e non con la citazione (AUTORE, anno) che useresti in una pubblicazione scientifica. Qualche informazione su come citare le fonti la puoi trovare qui e soprattutto qui. Resto a disposizione se hai bisogno di aiuto o informazioni.--l'etrusco (msg) 23:44, 17 mag 2015 (CEST)Rispondi

Forse si può valutare il testo anche senza essere specialisti. Per la mia opinione il testo dovrebbe dare una idea della vastità dell'argomento. I lettori poi potranno trovare una risposta alle loro curiosità, come si dovrebbe richiedere al una enciclopedia. Inoltre la voce dovrebbe risultare informativa ed educativa, perchè l'ignoranza influenza molto il comportamento dei cercatori dilettanti, che non sanno campionare le successioni e se arrivano a ruspare sugli affioramenti dove gli strati sono visibili fanno danni consistenti. La passione non deve accecare la coscienza; quando si vanno a cercare i fossili è necessario usare un poco la testa. Per quel che riguarda la trattazione del Giurassico in Italia mi sono colpevolmente dimenticato dell'affioramento di Osteno in Lombardia, vicino al lago di Lugano; bisogna aggiungerlo dove dico che gli ammoniti non sono gli unici fossili in Italia. Un'altra cosa, dove è più opportuno mettere la trattazione, visto che si allaccia a vari argomenti? Ora però è anche utile sentire il parere di Bramfab (discorriamo), che ha sempre da criticare e da puntualizzare qualcosa.Dimenticavo: nella voce la bibliografia è citata come l'ho messa io (almeno mi sembra), quindi non capisco l'osservazione. Federico Venturi, ora 9.50 19 maggio 2015

[@ F.Venturi] D'accordo con i suggerimenti di Etrusco su come inserire correttamente le fonti. Data la dovizia di informazioni inserite, io creerei la nuova voce Giurassico italiano, similmente alla esistente Triassico italiano e vi sposterei quanto sopra.
Hai per caso anche un po' di immagini da inserire? --Bramfab Discorriamo 13:22, 21 mag 2015 (CEST)Rispondi

Ho modificato la bibliografia nell'intervento sul Giurassico in Italia relativamente ai primi tre lavori. Guardare se va bene. Se non ricevo controindicazioni continuo a modificare. Federico Venturi ore 10.15, 22 maggio 2015.

Per Bramfab, Sarebbe opportuno mettersi d'accordo su quali immagini inserire:
si potrebbero inserire immagini da libri e pubblicazioni citando naturalmente le fonti come ha fatto Pinna nel suo "IL GRAN LIBRO DEI FOSSILI".
oppure si potrebbero inserire foto panoramiche di località in cui però non sono individuabili gli affioramenti (es. quella di Israele nella voce Giurassico);
oppure si potrebbero inserire foto di sezioni. come ad es. quella del Rosso Ammonitico lombardo.

oppure si potrebbero inserire foto di fossili (come ammoniti o altri) particolarmente significativi per la voce; un ammonite per ogni piano che viene dagli affioramenti italiani però i miei campioni vengono tutti dall'Appennino centrale.

io ho quelle degli ammoniti del Giurassico inferiore; una foto di Gyrophioceras (Het.), una di Arnioceras (Sinemur.), una di Metaderoceras (Pliensb.), una di Hildoceras (Toarc.), ma naturalmente per il Giurassico non sono sufficienti.
Ci vorrebbe, ad es., una foto di ammonite del gen Stephanoceras (Baioc.), una di ammonite del gen. Crussoliceras oppure Aspidoceras (Kimm.), una foto di ammonite del gen Simoceras oppure Volanoceras (Tit.). 

Non ho un ammonite del gen Durangites con cui si fa terminare il Giurassico, ma ho un ammonite del gen Berriasella proveniente dal M. Nerone, con cui si fa iniziaree il Cretaceo. Dite la vostra opinione!!!

[@ F.Venturi] Devono essere immagini libere, leggi quanto scrittoti nella tua pagina.--Bramfab Discorriamo 11:42, 24 mag 2015 (CEST)Rispondi

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