Discussione:Pubblicazione scientifica

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 Scienza e tecnica
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Monitoraggio effettuato nel settembre 2010

linee guida

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Da qualche parte occorre inserire un paragrafo che parli delle linee guida presenti in molte riviste su come un articolo debba essere scritto. Vederequesto link per esempio, in cui si arriva a dettagliare se usare "British or American spelling" !. --Bramfab Discorriamo 11:57, 3 set 2010 (CEST)Rispondi

In quest'altro link potete trovare altre indicazioni e FAQ sugli articoli di ELsevier, nota casa editrice di pubblicazioni online. Da qualche parte dovrebbero esserci anche le linee guida di Elsevier. --Aushulz (msg) 12:44, 3 set 2010 (CEST)Rispondi

Immagine

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Oltre all'immagine che ho aggiunto c'è anche questa e questa, più altre immagini di singole pagine o copertine, che si possono trovare qui. --Aushulz (msg) 12:50, 3 set 2010 (CEST)Rispondi

Foto

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Una parte di un articolo di medicina del 1910.

Questa penso sia meglio più avanti -- nonISCRITTO MSG 16:45, 3 set 2010 (CEST)Rispondi

Dendrocronologia

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questioen da ignorante: io conoscevo questa, siamo certi che tecnicamente questo termine sia usato in italiano anche per indicare uno standard internazionale che consente l'identificazione di un articolo scientifico all'interno di una rivista scientifica? --Bramfab Discorriamo 16:59, 3 set 2010 (CEST)Rispondi

Questioni di traduzione e linguistica, ho finito il paragrafo ed ho optato per un più neutrale "sistema di riferimenti"-- nonISCRITTO MSG 17:33, 3 set 2010 (CEST)Rispondi

paper-Review

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paper-Review andrebbe scritto con la maiuscola perchè sarebbe nome proprio, bisogna vedere il significato nel contesto, http://it.dicios.com/enit/paper-review http://eetd.lbl.gov/ea/buildings/alan/publications/how.to.review.html -- nonISCRITTO MSG 16:06, 4 set 2010 (CEST)Rispondi

In italiano non si applicano le regole inglesi alle parole straniere, per cui sulla wikipedia italiana va scritto con la minuscola (vedi Aiuto:Manuale di stile). --Aushulz (msg) 17:49, 4 set 2010 (CEST)Rispondi
Non è pertinente inquanto è nome proprio, cioè non è review nel senso di revisione è Review nel senso di "somma" certe questioni sono convenzioni, come Ominidi ed ominidi nel portale forme di vita è già spiegata bene la differenza: http://it.wiki.x.io/wiki/Progetto:Forme_di_vita quindi non mi dilungo (anche somma non è proprio il massimo, le traduzioni dei nomi propri sono sempre difficili) -- nonISCRITTO MSG 02:08, 5 set 2010 (CEST) proprio riguardando bene su Aiuto:Manuale di stile si capisce bene perchè dire Camera è una cosa, dire camera un'altra :-PRispondi
Non sono molto convinto... --Aushulz (msg) 03:56, 5 set 2010 (CEST)Rispondi
Si capisco, doveremmo trovare un modo per definire quando parliamo del Paper o delle Review che differenzi quando invece parlimo dei paper o delle review, suggerimenti? -- nonISCRITTO MSG 05:06, 5 set 2010 (CEST)Rispondi
Volevo dire che non sono convinto che vada usato il maiuscolo, comunque si tratta di una sottigliezza, l'importante adesso è curare i contenuti. --Aushulz (msg) 14:34, 5 set 2010 (CEST)Rispondi
Per "tagliare la testa al toro" mettiamo in corsivo? -- nonISCRITTO MSG 16:47, 5 set 2010 (CEST)Rispondi
Meglio di no, risulterebbe troppo "pesante" una pagina piena di corsivi; se è un termine poco utilizzato in italiano (ma penso di no) si può mettere in corsivo o in grassetto solo la prima occorrenza del termine. Quanto al maiuscolo/minuscolo, se qualcuno obietta si riapre la discussione, altrimenti si può lasciare così. --Aushulz (msg) 17:31, 5 set 2010 (CEST)Rispondi
Molto onestamente non è quello, i libri magari sono un pò pesanti può essere più produttiva una letta veloce ai collegementi esterni che ho aggiunto, li è abbastanza riassuntivamente descritto che esiste il "paper" ed il "Paper" sono due concetti diversi ma chiamati con lo stesso nome; Personalmente l'uso di un sinonimo o maiuscolo o corsivo o barrato o colorato od ecc... per me è irrilevante; L'importante per me è solo che si capisca che i due significati e concetti sono differenti, sono aperto a tutte le possibilità.-- nonISCRITTO MSG 22:16, 5 set 2010 (CEST)Rispondi
Adesso capisco. In questo caso se ci sono sarebbe meglio usare dei sinonimi, altrimenti vada per il maiuscolo-minuscolo (anche se secondo me non riesce a distinguerli bene). --Aushulz (msg) 23:30, 5 set 2010 (CEST)Rispondi
Per me il sinonimo va bene, solo che non sò quale? XD -- nonISCRITTO MSG 23:45, 5 set 2010 (CEST)Rispondi

(rientro) Come li ho indicati nel template "articolo di ricerca" e "articolo di revisione". La differenza può essere spiegata a parole indicando che una è fonte primaria e l'altra secondaria. --Luigi Petrella (msg) 23:52, 5 set 2010 (CEST)Rispondi

A fare i pignoli l'articolo di ricerca sarebbe fonte secondaria inquanto è già revisionato dal peer della rivista, la rev. anche quella tecnicamente sarebbe secondaria perchè possono comparirvi dati o conclusioni ex novo, la differenza che secondo me dovrebbe essere chiara è che la rev. non parte da un lavoro di ricerca ex novo ma mette insieme analizzando i dati i metodi e le conclusioni di più articoli.-- nonISCRITTO MSG 15:07, 6 set 2010 (CEST)Rispondi
Una ricerca pubblicata non può essere fonte secondaria nel caso in cui si faccia una scoperta proprio perchè nessuno ne aveva parlato prima. Diventa fonte secondaria quando non dico niente di nuovo e mi limito a rielaborare le scoperte degli altri. La revisione è un'altra cosa che non riguarda di sicuro il livello delle fonti. Ovviamente la scoperta (fonte primaria) deve essere scientificamente supportata a prova di revisione. La fonte terziaria è invece uno "scritto" su cose ormai consolidate da tempo, su cui gli scienziati si sono già messi d'accordo. --Luigi Petrella (msg) 15:41, 6 set 2010 (CEST)Rispondi
Non proprio, certamente per quanto riguarda una singola scoperta può essere considerata fonte primaria, ma nell'articolo scientifico ci sono anche le ricosiderazioni, le valutazioni e le discussioni degli articoli precedenti, in particolare nella discussione e nell'introduzione la scorpeta viene definita alla luce di quanto già scoperto da altri precedentemente, per questo diviene secondaria, un articolo scientifico non è un'opera prima basti vedere le lunghe bibliografie che hanno. -- nonISCRITTO MSG 16:15, 6 set 2010 (CEST) detta così non è chiarissima, per esempio classico articolo in cui nella discussione Pinco cita Pallino ora se si parla di una scoperta ex novo di Pinco sarà primaria, ma se si parla di Pallino sarà secondaria, se poi Pinco usa quell'articolo per una Rev. in cui cita l'articolo in cui cita Pallino, allora se si parla di Pinco sarà secondaria se si parla di Pallino sarà terziaria, però se l'articolo di Pinco è una scoperta interessante e molti autori la citeranno quindi diventerà secondaria anche qualle di Pinco... più o meno.Rispondi
Scusatemi per l'apparente presunzione ma su cose ben definite non serve fare molta filosofia. Sono fonti primarie i lavori che, sulla base delle conoscenze già consolidate ovviamente (con tanto di citazioni), portano nuovi risvolti (anche minimi). Tipo se caratterizzo anche un solo amminoacido in più che nessuno aveva mai fatto nel modo in cui ho fatto io, quella è fonte primaria. Anche se prendo una tecnica su cui altri 1000 hanno lavorato e la modifico di poco o la applico in un altro campo (es. uso le tecniche che si usano nei tumori nelle malattie autoimmuni, tanto per dirne una) quella è fonte primaria. La review è fonte secondaria in uqnato non ci dice niente di nuovo che non si possa già trovare altrove. L'unica cosa è che trovo tutto quello che riguarda quell'argomento riunito. --Luigi Petrella (msg) 21:04, 7 set 2010 (CEST)Rispondi
In questo senso allora anche lo scrittore Tizio Qualisvoglia che scrive di Ernest Hemingway analizzando Per chi suona la campana sarebbe fonte primaria, ma così non è, infatti è secondaria, proprio perchè Tizio Qualisvoglia non parla di sè ma analizza da un punto di vista differente o con metodo alternativo Ernest Hemingway XD -- nonISCRITTO MSG 22:42, 7 set 2010 (CEST) Concordo nel dire che è inutile tirarla per le lunghe, gli articoli scientifi sono fonti secondarie.Rispondi
Su wikipedia non possiamo fare assolutamente teorie. Dobbiamo scrivere le cose che dicono fonti autorevoli. Io non ho l'autorevolezza per dire che una ricerca (innovativa ed originale) è fonte primaria (basterebbe vedere la definizione di fonte primaria) ti segnalo quindi degli articoli che spiegano perchè una ricerca (se è nuova ed originale) è fonte primaria. Se invece ci riferiamo ad un esempio non-sense come quelo di Hemingway ovviamente non è proprio una fonte, almeno scientificamente parlando.
  • en:Scientific_literature dice testualmente "Scientific research on original work initially published in scientific journals is called primary literature. Patents and technical reports, for minor research results and engineering and design work (including computer software) can also be considered primary literature. Secondary sources include articles in review journals (which provide a synthesis of research articles on a topic to highlight advances and new lines of research), and books for large projects, broad arguments, or compilations of articles. Tertiary sources might include encyclopedias and similar works intended for broad public consumption."
  • Qui si dice "Iniziamo a fare delle distinzioni sui tipi di materiale bibliografico disponibili. Le fonti si distinguono in primarie e secondarie. Le fonti primarie sono i documenti originali su di uno specifico argomento. Per esempio, su una tesi che utilizza un metodo colorimentrico basato sul reagente di Ellman, la fonte primaria sarà il lavoro scientifico: G. L. Ellman, Arch. Biochem. Biophys. 1959, 82, 70. In questo articolo del 1959 viene descritto per la prima volta l'utilizzo del reagente. Invece, le fonti secondarie sono tutti quei documenti che riportano una critica o un commento alla citazione primaria. Per esempio, nella review: An introduction to thiol redox proteins in the endoplasmic reticulum and a review of current electrochemical methods of detection of thiols , scritta da J. Kruusma et al., viene commentato l'utilizzo del reagente di Ellman. Citando questo articolo, si può utilizzare un commento dell'autore riguardo l'utilizzo del reagente: "The Ellman's method has been used for the derivatisation and analysis of thiol proteins; especially for GSH". Occorre quindi prestare attenzione a non citare quest'ultimo documento per supportare la descrizione del metodo di Ellman, bensì per descrivere eventualmente i diversi utilizzi del reagente. A questi, occorre aggiungere un terzo tipo di fonte bibliografica, che chiameremo fonte pseudoprimaria. Le fonti pseudoprimarie sono quei documenti che non si limitano nel citare o commentare la fonte primaria, ma che propongono un miglioramento, una modifica o un'applicazione originale al lavoro iniziale. Tutti questi documenti dovrebbero essere trattati come fonti primarie, ma li distinguiamo da questi per mettere in risalto il peso maggiore del primo lavoro che ha trattato l'argomento."

Ti ripeto la mia non è presunzione di arroganza ma voglio farti capire che le cose stanno così e non perchè l'ho voluto io. :D --Luigi Petrella (msg) 23:06, 7 set 2010 (CEST)Rispondi

Non è quello, mi sembrava detto chiaramente che la ricerca originale è fonte primaria, e su questo siamo o dovermmo essere tutti concordi. Ma c'è una distinzione di base sulla quale io pongo l'accento e mi piacerebbe che fosse chiara, se si parla di un autore B e si prende un articolo in cui l'autore A cita l'autore B, visto che si sta parlando dell'autore B, tale articolo è e resta fonte secondaria, gli altri discorsi sono comprensibili ma valgono solo ed eslusivamente quando si parla dell'autore A. -- nonISCRITTO MSG 00:10, 8 set 2010 (CEST) Facciamo finta di leggere un articolo scientifico nel quale viene usato il reagente di Ellman, magari confrontato con un'altro reagente ed i differenti dati ottenuti vengono confrontati, con una buona discussione che elenchi le diverse qualità dei due metodi e le differenze nei dati ottenuti, se scriviamo una voce sul reagente di Ellman quell'articolo scientifico, che è un lavoro scientifico, come lo dobbiamo considerare fonte primaria o secondaria?Rispondi
Se lo studio si limita a confrontare due metodi già esistenti non può che essere secondario. Se ad esempio si mette a punto una nuova tecnica "ibrida" tra le due tecniche o una delle due tecniche viene modificata nella sostanza ad esempio utilizzando un reagente diverso dal reagente di ellman si sta producendo una fonte primaria o almeno una fonte pseudoprimaria. Diciamo che dipende dal "grado di originalità". Il discorso è che se il lavoro dice qualcosa di nuovo ed originale è fonte primaria. Una considerazione originale su qualcosa di già esistente non è fonte primaria. Cioè se dico "il test di Ellman è migliore di un altro test" non sto facendo niente di originale quindi non è fonte primaria.--Luigi Petrella (msg) 10:47, 8 set 2010 (CEST)Rispondi
Quindi dovrebbe essere chiaro perchè non possiamo arbitrariamente ed a priori catalogare tutti gli articoli scientifici come fonti primarie? dalla microscopia eletronica in ingegneria dei materiali, all'analisi del DNA, dalla biochimica, alla paleontologia, per un articolo che riporta l'utilizzo di un nuovo metodo c'è nè sono 10 che invece utilizano un vecchio metodo o che lo confrontano con altri metodi. -- nonISCRITTO MSG 15:57, 8 set 2010 (CEST)Rispondi
  • Scusatemi mi vorrei capire esattamente le ragioni di questo dibattito: in campo scientifico (non di scrittura di una voce di wikipedia o in caso di studi storico-umanistici) non vi e' molto interesse nel classificare i paper come fonti primarie, secondarie, etc.., quello che viene guardata e' l'originalita' del contenuto dello scritto, se si tratta di uno scritto a carattere teorico o riportante risultati di osservazioni o sperimentazioni mirate, se e' un paper di approfondimento di qualcosa gia' pubblicato, se e' un paper a conferma di quanto precedentemente esposto dal medesimo autore o da un altro in un precedente scritto, se e' un paper che mette in discussione un precedente paper o persino lo confuta (a cui ovviamente spesso segue un paper di risposta), se e' un paper a corredo di un altro paper (es studio sulla fauna fossile fossile rinvenuta nello stesso luogo in cui e' trovato un nuovo ominide, oggetto del paper principale), se e' un paper di tipo descrittivo informativo (es. andamento della pluviometria in Val Gallina nel 2000-2009) oppure un paper che riporta lo stato delle cose o stato dell'arte, ossia che fa il punto del sapere su un determinato soggetto. --Bramfab Discorriamo 17:42, 8 set 2010 (CEST)Rispondi
Vedo che Bramfab ha espresso molto meglio di me quello che volevo dire, cioè che il voler forzatamente catalogare tutti i paper come fonti primarie non solo è inutile è anche intellettualmente scorretto -- nonISCRITTO MSG 18:33, 8 set 2010 (CEST)Rispondi
OK.--Luigi Petrella (msg) 19:43, 8 set 2010 (CEST)Rispondi

Bisogno d'ordine

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Ragazzi secondo me c'è bisogno di mettere ordine a tutto quello che gira intorno a questo discorso. Inanzitutto potremmo creare un box di navigazione come quello che sta su wiki in inglese. Dobbiamo tenere conto delle voci che già esistono e capire bene dove inserire ogni cosa. provate a guardare questo nav box e ad ampliarlo o modificarlo al meglio. Secondo me i contenuti di questa sandbox devono essere separati in più voci o perlomeno alcune cose devono essere spiegate e poi ampliate in voci a parte. --Luigi Petrella (msg) 23:21, 5 set 2010 (CEST)Rispondi

Secondo me non c'è bisogno di classificare troppo complicando il discorso, l'intento resta quello di spiegare in parole semplici cosa è e come è fatto un articolo scientifico, nessuno penso neghi l'interesse di far capire divulgativamente cosa sia il Paper e cosa lo differenzi dal paper però non vedo modivo di tassonomizzare troppo il discorso, per me è già abbastanza complicato cercare di descrivere in termini comuni e con un linguaggio facile cosa sia l'articolo scientifico, certe cose semplicemente vanno poi oltre le mie personali capacità XD -- nonISCRITTO MSG 23:40, 5 set 2010 (CEST)Rispondi
Va bene, ok. Che ne pensi del template di navigazione? --Luigi Petrella (msg) 23:50, 5 set 2010 (CEST)Rispondi
Molto onestamente penso a finire la voce, questo non nega che più avanti si possano anche sviluppare sulla falsa riga di questa tutta una serie di voci che approfondiscano cosa sia il "lavoro scientifico", "la revisone paritaria", la "Rewiev" ecc ..., sempre nel caso che già non ci siano, nel caso non sarebbe poi una cattiva idea standardizzarle tutte rendendole omogenee, ma intanto una voce per volta :-P -- nonISCRITTO MSG 01:00, 6 set 2010 (CEST)Rispondi
Secondo me il template di navigazione è una buona idea, anche se mi aspettavo di trovarvi più voci sull'argomento. --Aushulz (msg) 18:00, 6 set 2010 (CEST)Rispondi
Infatti Aushulz era una proposta la mia, potrebbe strutturarsi in altro modo volevo sentire anche voi. --Luigi Petrella (msg) 21:22, 7 set 2010 (CEST)Rispondi

Le voci ci sono solo da standardizzare, revisionare ed in qualche punto correggere:

-- nonISCRITTO MSG 19:07, 6 set 2010 (CEST)Rispondi

Chiedo la creazione della voce?

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E' un pò che sia la discussione sia la bozza è ferma, secondo me il livello è sufficiente per creare una voce? -- nonISCRITTO MSG 16:22, 13 set 2010 (CEST)Rispondi

Secondo me è ad un livello molto buono, per cui subito dopo la creazione ti consiglio di segnalarla qui: Template:Pagina principale/Novità/Proposte. --Aushulz (msg) 16:32, 13 set 2010 (CEST)Rispondi

Spostamento da sandbox

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cb La discussione proviene dalla pagina Discussioni utente:Pequod76.
– Il cambusiere --Pequod76(talk) 20:40, 13 set 2010 (CEST)Rispondi

Ciao come va? la mia bozza è stata valutata e sembra buona http://it.wiki.x.io/wiki/Utente:NonIscritto/sandbox quindi ti chiedo se possibile di trasformala in voce, il titolo va bene Articolo scientifico, se puoi trasformala in voce senza che nulla sia perso ti ringrazio anticipatamente! -- nonISCRITTO MSG 17:26, 13 set 2010 (CEST)Rispondi

OK grazie mille! Adesso che è voce penso (e spero) che molti più utenti limeranno le "sottigliezze" -- nonISCRITTO MSG 19:26, 13 set 2010 (CEST)Rispondi

Pubblicazione scientifica Assolutamente inesatto (vedo che non hai tenuto conto delle note che ho messo affianco ai titoli propsti). Pubblicazioni scientifiche sono pure tesi e libri. Mi pare che la voce parli di articoli scientifici. --Luigi Petrella (msg) 20:22, 13 set 2010 (CEST)Rispondi
Potrebbe essere utile guardare le voci che ci sono in inglese. E' stato crato un link alla pagina inglese academic publishing che si traduce in editoria accademica, voce già esistente ma da ampliare. en:Scientific publication si traduce in pubblicazione scientifica che non è solo accademica e non è comunque il titolo più adatto alla voce. Insomma un casino. --Luigi Petrella (msg) 20:25, 13 set 2010 (CEST)Rispondi

[ordúnguez!] Allo stato, gli interlink tra en e it.wiki funzionano così:

Chiaritemi (o chiaritevi) voi su cosa verte esattamente la nostra voce e sistemiamo gli interlink di conseguenza. Faccio solo notare che "editoria accademica" è uno stubbino quasi orfano e si potrebbe valutare l'ipotesi di farne rifluire lo scarso contenuto altrove e cancellarlo. --Pequod76(talk) 20:51, 13 set 2010 (CEST)Rispondi

Ho fatto una ricerca su google Italia per vedere quale fosse la dicitura più usata, la dicitura più usata è pubblicazione scientifica, magari non sarà la più "propria" ma se nel linguaggio italiano si è ormai diffusa quella dicitura chi siamo noi per fare gli originali? Quindi per me è meglio mantenere pubblicazione scientifica. -- nonISCRITTO MSG 21:02, 13 set 2010 (CEST)Rispondi
Ma la questione riguarda l'oggetto della voce. Mi sembra che Luigi stesse cercando di dirti che le pubblicazioni scientifiche includerebbero anche le tesi di laurea, che certo non obbediscono al format dell'articolo scientifico. --Pequod76(talk) 21:09, 13 set 2010 (CEST)Rispondi
Per "pubblicazione scientifica" non si intende qualsiasi opera scientifica, ma l'opera pubblicata da un editore[1], ora sono il primo a riconoscere che articolo scientifico sarebbe meglio ma una tesi di laurea come pubblicazione scientifica è una sciocchezza (non vuol dire che non possa accadere vuol dire che non è la norma ma l'eccezzione alla norma).-- nonISCRITTO MSG 23:44, 13 set 2010 (CEST)Rispondi
Lo stubbino l'ho fatto io qualche giorno fa con l'obiettivo di ampliarlo insieme alle altre voci correlate per le quali ho abbozzato anche un nav box. E' letterale la traduzione academic publishing > editoria accademica e pubblicazione scientifica > scientific publication. Ma il problema è a monte in quanto questa voce deve chiamarsi articolo scientifico e linkare a scientific article (che è redirect a scientific journal).

In definitiva la mia proposta è:

--Luigi Petrella (msg) 21:29, 13 set 2010 (CEST) So che la seguente è un'opinione di parte ma questa è la cosa migliore da fare :D --Luigi Petrella (msg) 21:30, 13 set 2010 (CEST)Rispondi

Non siamo l'Americanopedia la letteratura scientifica per noi italiani è l'argomento base, all'interno di tale argomento troviamo le pubblicazioni(cioè gli articoli), le riviste, le monografie, i trattati, i testi (scolastici ed universitari), altra confusione non serve, differenziare fra pubblicazione ed articolo può avere senso solo se gli addetti ai lavori lo facessero, ma tanto basta vedere le pagine di qualche ricercatore per vedere come è strutturata la catalogazione reale: http://www.ipcf.cnr.it/optics/italiano/pubblicazioni_alex.htm http://www.bioanimale.unimo.it/ita/Info/Docenti/ottaviani.html penso non ci sia bisogno di sottolineare che tanto noi dobbiamo rispettare la catalogazione reale che viene fatta dagli addetti ad i lavori, (non quello che ci frulla in testa) -- nonISCRITTO MSG 21:51, 13 set 2010 (CEST) Non venitemi a raccontare ancora una volta in più che le tesi sono pubblicazioni scientifiche, ve lo chiedo gentilmente e con cortesia. PS per le proposte: o si fa una voce unica(imporobabile verrebbe troppo amplia) o si differenzia (ma se si differenzia si rispettano le convenzioni che seguono gli addetti ad i lavori).PPS Se il discorso è rinominiamo la voce in articolo scientifico il mio parere è si ma se il discorso è diciamo che le pubblicazioni scientifiche sono la letteratura scientifica il mio parere è no.Rispondi

Non vorrei sembrare inopportuno ma io sono un "addetto ai lavori" ma non serve nemmeno esserlo perché è una questione generale. Il sostantivo pubblicazione si riferisce a qualcosa che viene pubblicato e l'aggettivo scientifica ovviamente definisce il campo. Indi per cui qualunque cosa di scientifico venga pubblicato è tale. Il riferimento ad en.wiki è una riprova di quello che sto dicendo. Non mi sembra molto difficile. (PS Gli interventi, vedi sopra sarebbe bene firmarli vedi aiuto firma).--Luigi Petrella (msg) 23:42, 13 set 2010 (CEST)Rispondi
Che io sappia gli anglosassoni sono molto più fissati di noi, nel bene e nel male, nello stabilire criteri formali per l'esposizione delle opinioni e delle idee nel mondo scientifico. In questo senso, seguire la falsariga di en.wiki mi sembra consigliabile. Se Luigi è un addetto, approfitterei della sua addettura. :P Ma al di là di tutto, i distinguo di en.w mi pare delineino adeguatamente il campo. Solo che nella ricostruzione di Luigi mi pare ci sia un errore. en:scientific article, infatti, è redirect a en:Scientific literature. Perché non provate a produrre un elenco dei temi che vogliamo isolare qui da noi? Questo ci darà poi la misura del rapporto con en.w. Quel che posso fare io, con procedimento inverso, è abbozzare le voci di enW che potremmo volere qui da noi (le prendo dal loro template). Se già presente su itW lo segnalo, con qualche tratto saliente:
  1. Academic publishing --> ?
  2. Academic journal --> Rivista accademica (è uno stub): periodico, peer review, articoli / magazine (no peer review)
  3. Scientific journal (periodical publication intended to further the progress of science) --> Comunicazione scientifica (riviste destinate alla comunità scientifica): peer review, risultati di esperimenti, dettagli per riprodurli, testi non divulgativi; articoli, note di ricerca etc, come per le riviste accademiche; voce abbastanza sviluppata

Abbiamo anche divulgazione scientifica. Per il resto, non mi pare, ad un esame un po' più attento, che i contenuti del template di en.w siano proprio irresistibili. Giunto a questo punto mi fermo: speravo di cavarne qualcosa di meglio... :( --Pequod76(talk) 02:27, 14 set 2010 (CEST)Rispondi

Il problema è che noi siamo abituati ad utilizzare i termini in maniera impropria ed a rifarci ad una en.wiki che non risulta essere molto di aiuto su talune questioni, in particolar modo perchè come un "addetto ai lavori" dovrebbe sapere bene non sempre (anzi quasi mai!) i nomi comuni italiani corrispondono alla traduzione, più o meno letterale, dei corrispettivi nomi comuni inglesi.
Per lo spostamento di questa pagina ad Articolo scientifico sono concorde.
Per "pubblicazione scientifica" deve intendersi non già una qualsiasi riproduzione a stampa dei lavori del candidato(esempio tesi), ma l'opera pubblicata da un editore. Ciò naturalmente non lo stabilito io, lo ha stabilito il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 2364 del 22 aprile 2004, Per questo motivo non è una cosa così ovvia, se c'è voluta una sentenza evidentemente altri prima di noi possono aver avuto lo stesso problema.
Per "letteratura scientifica" invece si intendono gli organi di distribuzione, ciè: le riviste, cartacee od on-line, i blog, i siti, ecc... a condizione inderogabile che siano regolamentati dal peer-review.
Poi c'è l'ampio spettro di quella che noi italiani chiamiamo la letteratura grigia, quì si che troviamo le tesi, gli atti congressuali, i brevetti, e tutte quegli scritti che; Si voglia che non siano peer-review quindi non appartenenti alla "letteratura scientifica"; Si voglia che non siano pubblicati da un editore quindi non appartenenti alla "pubblicazione scientifica"; Non si sà bene dove metterli.
Un ultima cosa "pubblicazione scientifica" e "pubblicazione accademica" cambia solo che nella "pubblicazione accademica" generalmente l'editore è la stessa università (ma non sempre, anzi quasi mai) -- nonISCRITTO MSG 04:23, 14 set 2010 (CEST)Rispondi
Bene pare che siamo d'accordo sullo spostamento della voce e già è una cosa. Al resto penseremo dopo. Vorrei solo aggiungere che la tesi per diventare pubblicazione deve essere pubblicata. Ovvio. Ma grazie comunque al Consiglio di Stato che ce l'ha ricordato. :D --Luigi Petrella (msg) 07:59, 14 set 2010 (CEST)Rispondi
Ovvio non sò se lo sia, specialmente riguardo l'utenza che di questo campo non è tenuta a conoscere alcunchè, dovrebbe essere chiaro per l'utente che la tesi normale è "letteratura grigia" mentre la tesi pubblicata da un editore diviene "pubblicazione scientifica", così come per il brevetto in cui il testo del brevetto depositato all'ufficio brevetti è "letteratura grigia" mentre l'eventuale articolo scientifico relativo all'apparecchiatura brevettata è "pubblicazione scientifica", infatti i brevetti depositati non fanno curriculum mentre gli articoli scientifici relativi alle apparecchiature si, la differenza c'è eccome! Dico che all'utente che consulta l'enciclopedia tale differenza dovrebbe essere fatta presente e chiarita opportunamente. -- nonISCRITTO MSG 15:22, 14 set 2010 (CEST)Rispondi
Stiamo facendo un po' di confusione: se cerchi lavoro come ricercatore, non in ambito accademico, ma nell'industria o in ambito accademico anglosassone, garantisco che i brevetti pesano e tanto in un curriculum. Non mescoliamo le realtà di campo con le realtà burocratiche-leguleie localistiche, oppure inseriamole in un paragrafo apposito e in cui sia esplicitato l'ambito per il quale si fanno i distinguo. Idem la sentenza del Consiglio di Stato potrà aver valore nei ricorsi su concorsi (azzardo?) non per l'ufficio selezione personale della Microsoft o della Bayer.--Bramfab Discorriamo 15:47, 14 set 2010 (CEST)Rispondi
Il privato assume da sempre chi vuole e come vuole in aggiunta noi non siamo l'Americanopedia, per quanto sia vero (perchè è vero) che gli anglosassoni accettano anche i brevetti, noi non possiamo classificare i testi di bevetto come "pubblicazione accademica" non perchè non fanno curriculum (accademico), ma perchè non sono pubblicati da un editore scientifico, si collocano semplicemente nel gran calderone degli scritti che non riusciremo a classificare, come anche le tesi (non pubblicate), i protocolli di laboratorio inediti, le trascrizioni degli atti congressuali, ecc... potremmo discuterne per giorni e non veremmo a capo, proprio per questo esiste la Letteratura grigia. -- nonISCRITTO MSG 16:39, 14 set 2010 (CEST)PS il testo di Brevetto depositato e l'eventuale articolo scientifico scritto in relazione ad un'apparecchiatura scientifica o tecnica brevettata sono due testi differenti, con caratteristiche differenti ed inevitabilmente vanno trattati come due cose diverse.Rispondi
NonIscritto capisco la tua buona volontà nel volerti documentare su questi argomenti in tempi brevi ma questo comporta una grande confusione dei concetti e degli argomenti trattati. In questa discussione si parla di tante cose e in maniera poco costruttiva. Intanto che si sposti questa pagina ad articolo scientifico. Poi le altre cose le si vedranno con calma e soprattutto affrontando un discorso alla volta altrimenti si finisce per parlare del nulla. --Luigi Petrella (msg) 16:49, 14 set 2010 (CEST)Rispondi
Luigi il tuo consiglio è prezioso e ti ringrazio ma magari un ripasso non farebbe male a nessuno ;-P -- nonISCRITTO MSG 17:00, 14 set 2010 (CEST)Rispondi
Oltre ad un ripasso ho chiesto al mio professore (revisore di importanti riviste accademiche) un intervento e mi ha detto che appena è più libero possiamo vedere tutto, tanto come mi ha ricordato un wikipediano recenemente: su wikipedia non ci sono problemi di tempo. :D Saluti. --Luigi Petrella (msg) 17:04, 14 set 2010 (CEST)Rispondi

Noi non siamo ne Americanopedia ne Italopedia vedere qui, quindi trattiamo la voce in una ottica enciclopedica e abbandoniamo l'idea di basarci sul concetto italiano di pubblicazione accademica. Osservo che i brevetti sono: pubblici, hanno regole ben stringenti su come devono essere scritti, vengono accettati solo dopo un esame competente da parte di terzi (in molti casi ben piu' severo di una revisione paritaria), sono tranquillamente inseriti in molti ambiti di ricerca nelle bibliografie all'interno di documenti accademici ed i brevetti stessi contengono bibliografie e non si trovano in un gran calderone, ma solitamente sono ben classificati. Certamente il brevetto non e' uno scritto accademico, che e' ben diverso dal non essere considerato avente un valore di scritto/articolo scientifico ai fini della documentazione (che poi cio' nella graduatorie pubbliche italiane possa non contare e' un altro paio di maniche) di ricerca . Aggiungo che gli uffici brevetti nazionali sono enti pubblici come lo sono molti altri enti che pubblicano i loro bollettini, memorie, atti di cui nessuno discute il loro valore scientifico per il solo fatto che l'editore sia un ente pubblico.--Bramfab Discorriamo 18:00, 14 set 2010 (CEST)Rispondi

Concordo in pieno infatti Certamente il brevetto non e' uno scritto accademico che è poi quello che ho detto dall'inizio, la differenza fra articolo scientifico e brevetto è innegabile, penso che anche il prof. citato sopra concorderà, a proposito, visto che abbiamo l'opportunità di una consulenza di rilievo spero non mi giudicherete male se nè approffitto, precedentemente qualcuno sosteneva che le tesi fossero pubblicazioni (ora io una tesi con un editore anzichè autoprodotta dallo studente non la ho ancora vista), si sosteneva anche che la letteratura e le pubblicazioni fossero la stessa cosa e che gli articoli scientifici fossero fonti primarie (anche se esistono gli articoli scientifici di commento) sarei veramente curioso di sapere l'opinione del professore in proposito? (non giudicatemi ot. solo un approfittatore) -- nonISCRITTO MSG 18:15, 14 set 2010 (CEST)Rispondi
Le tesi in generale non sono pubblicazioni (ma vi sono fuori dal belpaese ricerche di tesi di Ph pubblicate dalle università con tutti i crismi di uno scritto scientifico , ecco un caso, fra i tanti, che conosco bene: PhD studies at Utrecht University dove: PhD students conduct a research project, culminating in a thesis or a series of articles in scientific journals, ovvero se passi il traguardo significa che il tuo lavoro e' buono e stai pubblicando il tuo ricerca di tesi). Intendiamoci non e' che sempre venga pubblicata la tesi intera, solitamente è pubblicata la parte innovativa della tesi il che toglie ogni necessita' di riferirsi alla tesi s.s come pubblicazione di per se' stessa. Ma sarebbe il caso di capire in quale ambito stiamo cercando le definizioni: internazionale o italiano. La differenza fra articolo accademico e brevetto esiste, ma non esiste che un brevetto non possa essere citato ne entro un articolo scientifico ne all'interno di un curriculum (anche accademico vedi e vedi come ne sono fieri ) di un ricercatore. Questa voce era iniziata bene, ma ora mi sembra che si stia impantanando nel burocratico accademismo italiano, sui sofismi lessicali (che nascondono altro) sopratutto senza indicare qual'è la base (sentenze del consiglio di stati italiano ? la gazzetta ufficiale?) e la finalita' classificatoria. --Bramfab Discorriamo 19:12, 14 set 2010 (CEST)Rispondi
Buona analisi e concordo, in sostanza si stà ripetendo quello che ho già detto io, visto che lo ho già detto io per primo non posso non concordare con me stesso :-P infatti le tesi non sono pubblicazioni (salvo alcuni casi, che però non sono la norma, ed è la terza volta che lo scrivo), i brevetti non sono la stessa cosa degli articoli scientifici (terza volta che lo scrivo) a volte mi viene il dubbio di essere letto? -- nonISCRITTO MSG 20:03, 14 set 2010 (CEST)Rispondi


Infatti, torniamo alla proposte sovrastanti:
Infine in wikipedia i titoli o presunti titoli professionali non danno alcun valore aggiunto a quanto proposto in discussione, per molte ragioni, tra cui quella che è impossibile sapere esattamente chi si ha di fronte. (per esempio solo il calcolo delle probabilità direi può ragionevolmente escludere che io abbia svolto almeno una volta una peer review su uno scritto del prof di Petrella!)--Bramfab Discorriamo 23:13, 14 set 2010 (CEST)Rispondi

Sono concorde, ma il mio è un consenso conflittuato, conflittuato dalla necessità o meno di ampliamenti? e se si quali ampliamenti? Infatti il problema più grande è che abbiamo voci come letteratura grigia e letteratura scientifica che dobbiamo rivedere attentamente-- nonISCRITTO MSG 23:41, 14 set 2010 (CEST)Rispondi

Io mi astengo dal protrarre ulteriormente i miei interventi (in loop) per questo periodo onorando la mia wikipausa e auguro a tutti un buon lavoro. (Ma tornerò :D). --Luigi Petrella (msg) 00:11, 15 set 2010 (CEST)Rispondi
Scusate, avevo dimenticato di mettere la pagina tra gli osservati speciali. Non ho il tempo adesso di leggere gli ultimi interventi e vi chiedo: c'è consenso a spostare a "Articicolo scientifico"? --Pequod76(talk) 04:14, 16 set 2010 (CEST)Rispondi
Per ora no -- nonISCRITTO MSG 19:10, 16 set 2010 (CEST)Rispondi

Inesattezze

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Scusate ma non ho tempo di leggermi la discussione qui sopra. Ho invece letto la voce, e vi segnalo un po' di punti che andrebbero corretti.

  • Una pubblicazione scientifica può essere (non invento, è la classificazione che si usa nella valutazione della ricerca):
  1. articolo su rivista (nazionale o internazionale) con referee;
  2. articolo su rivista senza referee;
  3. preprint o e.print (tipicamente in attesa di pubblicazione su rivista, però è già materiale "pubblicato": magari non ai fini dei concorsi pubblici in Italia - su questo le norme sono cambiate più volte - ma sicuramente ai fini dell'attribuzione di un risultato originale nell'ambito della comunità scientifica);
  4. comunicazione a congresso, pubblicata sugli atti;
  5. libro o articolo su libro.
Quello che è scritto nella voce vale per alcune di queste, non per altre; ma cambiare il titolo della voce in articolo scientifico non cambia la situazione;
  • "Paper" è di uso piuttosto colloquiale: in contesto formale (ad esempio nella corrispondenza con gli editors di una rivista) si usa "article". In inglese; in Italia alcuni colleghi trovano molto divertente dire "un papero", ma alla lunga non fa ridere. IMHO. Se esplorate con cura il sito di chi edita riviste scientifiche, come questo (UK) o (USA) troverete che di regola si parla di articles, non di papers.
  • C'è una generale confusione fra membri del comitato editoriale (editors) e referees. I referees di una rivista sono scelti dal comitato editoriale della rivista, ma non necessariamente ne fanno parte: i referees sono molti di più (anche perché ogni articolo è di regola sottoposto ad almeno due referees, e una rivista prestigiosa pubblica solo una minima parte degli articoli che riceve: se dovesero leggerseli tutti gli editors, starebbero freschi).
  • Non è vero che i referees in genere non scrivono sulla stessa rivista: questo vale per gli editors. I componenti del comitato editoriale sono noti (sono elencati sulla rivista), ed è su quelli che si basa il prestigio della rivista (non sui referees, che sono noti solo al comitato editoriale).
  • Oltre alle keywords si dovrebbero citare anche le classificazioni tematiche, che sono generalmente richieste dalle riviste (per la matematica la classificazione MSC, per la fisica la classificazione PACS, ecc.).
  • La distinzione fra "paper" e "paper-review" (da non confondere con review paper, suppongo; comunque secondo me non ci vuole il trattino) esiste, ma ci sono anche altre tipologie. Molte riviste hanno una sezione di "letters" che sono articoli brevi di commento o risposta ad altri articoli (ma altre riviste hanno "letters" nel titolo stesso della rivista, e allora non vuol dire la stessa cosa). Poi ci sono gli "essays", che sono una tipologia diversa, i "survey papers" ecc.
  • L'ordine metodi-risultati-discussione non è di uso completamente generale: è piuttosto tipico delle scienze sperimentali, ma non della matematica o della fisica teorica.
  • Bibliografia: non è vero che l'ordine è sempre (o prevalentemente) alfabetico per autore. Ci sono diversi sistemi standard di bibliografia (vedi qui), e ogni rivista ne adotta uno (o permette agli autori di scegliere fra alcune possibilità alternative). Ma quando i rimandi alla bibliografia sono numerici, in genere questa segue l'ordine in cui ogni citazione appare nell'articolo.
  • La frase «spesso le appendici dettagliano i passi matematici utilizzati per arrivare alla scrittura di determinate funzioni matematiche» non l'ha sicuramente scritta un matematico: non ha proprio senso. Le appendici riportano, casomai, serie di passaggi matematici di interesse puramente tecnico, che sono troppo lunghe per essere riportate nel corpo del testo senza appesantirlo inutilmente. Oppure tabelle di dati, forniti per verifica ma non essenziali per seguire il discorso.
  • Si dovrebbe, infine, scrivere qualcosa sui parametri oggi usati per la valutazione "oggettiva" della qualità scientifica di una pubblicazione: impact factor, citation index e simili, che si trovano discussi qui.

Suggerirei di approfondire questi punti e non stare troppo a discutere sul titolo della voce. --Guido (msg) 19:01, 16 set 2010 (CEST) Aggiungo (fuori crono) che per quanto detto sopra non concordo con la valutazione della voce data qui in cima da Aushulz. --Guido (msg) 19:35, 16 set 2010 (CEST)Rispondi

Concordo sul 95%, purtroppo per circa 10 giorni mi sara' difficle essere assiduo in wiki, altrimenti inizierei le modifiche e a discutere sul 5% [:-)--Bramfab Discorriamo 19:09, 16 set 2010 (CEST)Rispondi
Concordo anche io, la mia prospettiva è più "biologica" ma sarei favorevole all'aggiunta di sottoparagrafi per la spiegazione della bibliografia della differenza fra referees ed editors ecc..., chi vuole può cominciare a proporre i paragrafi quì. -- nonISCRITTO MSG 19:18, 16 set 2010 (CEST)Rispondi

Paper / article

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Per approfondire la questione "paper / article" che ho sollevato qui sopra, può servire come riferimento questo (la descrizione delle procedure di pubblicazione su Nature). In questa pagina, "paper" è usato per indicare un generico manoscritto, che può essere un "article" o una "letter". In questo senso, paper può essere accettabile come sinonimo di pubblicazione; tuttavia scrivere, nella Wikipedia in italiano, che una pubblicazione scientifica è «denominata convenzionalmente "scientific paper" o più comunemente "paper"», citando come fonte un testo in inglese, a me sembra quanto meno discutibile. In italiano si dice "pubblicazione" o "articolo" (correntemente anche "lavoro scientifico"). È chiaro che poiché anche uno scienziato italiano quasi sempre i suoi articoli li scrive in inglese, in quella lingua usa eventualmente la parola "paper" (in alternativa ad "article"). Che uno, in un discorso in italiano, dica "paper" («come scrive Einstein nel suo paper del 1905») succede eccome (purtoppo), ma non è un uso convenzionale: è semplicemente un modo un po' buzzurro di esprimersi. Che poi uno lo scriva, fatemelo vedere perché io spero ancora che non siamo arrivati a quel punto. In sostanza, propongo di cambiare l'incipit in:

«Una pubblicazione scientifica (o pubblicazione accademica), in inglese scientific paper[1], è uno scritto che viene redatto in modo oggettivo su un argomento scientifico.»

NB Toglierei dall'incipit "articolo scientifico" perché le pubblicazioni, come abbiamo detto, non sono necessariamente tutte "articoli". Anche su "pubblicazione accademica" qualche dubbio mi resta (sul fatto che sia, in tutti i contesti, un sinonimo di "pubblicazione scientifica") --Guido (msg) 08:43, 17 set 2010 (CEST)Rispondi

Chiaro, coerente e conciso, ho apposto la modifica, se poi qualcuno vuole proporre un paragrafo dedicato ad "article" and "letter" ben venga. -- nonISCRITTO MSG 15:16, 17 set 2010 (CEST)Rispondi

Piccole revisioni

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Propongo di sostituire la seconda parte dell'incipt con questo pezzo:

In ambito accademico i termini pubblicazione ed articolo (correntemente anche lavoro scientifico), vengono gergalmente usati come sinonimi, poiché l'articolo scientifico (o pubblicazione) riporta il modo, i mezzi e le conclusioni di un lavoro scientifico. La pubblicazione editoriale dell'articolo, su una rivista scientifica, viene comunemente considerata il termine di un lavoro scientifico.
I lavori scientifici non pubblicati nella forma di articolo scientifico vengono considerati come o non svolti od in fase di svolgimento.

I lavori scientifici redatti sotto forma di articoli, per poter essere pubblicati su una rivista scientifica, debbono essere inviati dagli autori alla rivista stessa, la quale stabilisce se accettare il lavoro (con conseguente pubblicazione dello stesso) o se respingerlo, sulla base del giudizio dato all'articolo da parte di almeno un referee, ovvero di un esperto nel settore, riconosciuto come tale dalla comunità scientifica e dalle riviste scientifiche, il quale viene scelto nello stesso ambito tecnico o scientifico trattato dall'articolo. Ad esempio, se l'articolo parla di fisica quantistica, il referee sarà un fisico esperto in meccanica quantistica. I referee sono generalmente anonimi per l'autore dell'articolo ed ogni rivista scientifica adotta proprie regole interne per regolamentare l'accettazione di un articolo, con conseguente pubblicazione dello scritto. Sebbene i referee siano anche autori, quando un referee invia un lavoro ad una rivista della quale è referee gli viene assegnato un diverso referee, sempre appartenente alla stessa rivista, tuttavia alcune riviste richiedono ad i propri referee di non pubblicare sulla rivista nella quale operano [1] [2]. L'attendibilità di una rivista scientifica è spesso data dalla qualità dei propri referee.

-- nonISCRITTO MSG 16:01, 17 set 2010 (CEST)Rispondi

Secondo me la riformulazione deve essere più ampia. La prima cosa da scrivere (già nell'ambito della frase precedente, forse) è che una "pubblicazione" deve essere, in primo luogo, una pubblicazione. E qui c'è già un problema non piccolo. Bisogna chiarire esattamente la demarcazione rispetto
  1. alle opere pubblicate, ma non in un contesto scientifico - ad esempio, un articolo di giornale, un articolo su "L'Espresso", un articolo su una rivista di "divulgazione scientifica" non sono pubblicazioni scientifiche;
  2. ai lavori redatti ma "non pubblicati" - ad esempio una tesi non pubblicata, oppure un articolo messo online in un blog o in un altro "contenitore" non "accademico" (questo è "pubblicato", ma non è "pubblicato" dal punto di vista della comunità scientifica); invece è una "pubblicazione scientifica" magari non ai fini concorsuali italiani, ma spesso nella considerazione della comunità scientifica un e.print non (ancora) pubblicato da una rivista scientifica, ma diffuso attraverso un archivio specializzato (ad esempio arXiv.org, che è uno strumento di comunicazione della comunità scientifica anche se non è "filtrato" da alcuna procedura di accettazione).
Questa demarcazione, però, non è affatto banale da tracciare, perché i casi borderline abbondano. E tuttavia questo è un punto fondamentale, perché anche solo qui su WP, quando pretendiamo che a sostegno di teorie "scientifiche" (a cui ogni tanto qualcuno pretende di dedicare una voce) siano citate come fonti pubblicazioni scientifiche, evidentemente riteniamo di avere chiara la distinzione. --Guido (msg) 16:54, 17 set 2010 (CEST)Rispondi
Concordo in pieno sul fatto che bisogna ben distinguere pubblicazione da pubblicazione -- nonISCRITTO MSG 17:32, 17 set 2010 (CEST)Rispondi

A tal proposito al posto di:

  • Rappresenta una forma di comunicazione della comunità scientifica, tramite la quale i ricercatori rendono pubblici i metodi e i risultati dei propri lavori scientifici. Ogni articolo per essere considerato "opera scientifica" deve soddisfare determinati requisiti ed essere sottoposto a revisione paritaria[2].

inserirei:

  • La pubblicazione scientifica rappresenta la principale forma di comunicazione ufficiale della comunità scientifica, tramite la quale i ricercatori o più frequentemente i gruppi di ricerca, rendono pubblici i metodi ed i risultati dei propri lavori scientifici, si differenzia rispetto agli altri scritti pubblicati, esempio: un articolo di giornale, inquanto viene edita, in formato cartaceo o digitale, dai gruppi editoriali di riviste scientifiche o da editori accademici specializzati, i quali sono regolamentati da procedure di accettazione dei lavori scientifici, tali procedure risultano mirate a stabilire quali lavori scientifici posseggano i requisiti necessari per essere pubblicati, i lavori scientifici che superano tali procedure vengono pubblicati, diventando così pubblicazione scientifica, una delle procedure di accettazione maggiormente diffusa viene denominata revisione paritaria.

Migliorabile, ammetto eccezzioni, ma il criterio generale da mettere in incipt mi risulta questo, poi si può sempre scrivere il paragrafo eccezioni riportando i casi border-line. -- nonISCRITTO MSG 18:19, 17 set 2010 (CEST) PS in alternativa la frase: dai gruppi editoriali di riviste scientifiche o da editori accademici specializzati può essere sotituita con: dai gruppi editoriali di riviste scientifiche o da altri editori di letteratura scientifica specializzati.Rispondi

Apposizione template

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Ho apposto dei template Template:Citazione necessaria alla frase "Ogni rticolo per essere considerato "opera scientifica" deve soddisfare determinati requisiti ed essere sottoposto a revisione paritaria" anche se c'è già un riferimento perchè non è ben chiaro dove tale Bailey abbia scritto questa cosa. Andrebbero inoltre spiegati i concetti di opera scientifica e determinati requisiti possibilemnte in maniera enciclopedica. --Luigi Petrella (msg) 18:53, 17 set 2010 (CEST)Rispondi

Se vuoi puoi provare a proporre un paragrafo dedicato alle procedure di accettazione dei lavori scientifici ed alle differenti "strade" che li portano a divenire pubblicazioni scientifiche -- nonISCRITTO MSG 19:26, 17 set 2010 (CEST)Rispondi


Incipit

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Ho tolto dall'incipit la sinonimia con "Pubblicazione acacdemica" in quanto questa non è assodata, anzi ... Sopratutto in riguardo per alla lingua italiana che farebbe pensare che le pubblicazioni scientifiche nascano tutte esclusiavmente in ambiente acacdemico-universitario.--Bramfab Discorriamo 00:02, 27 set 2010 (CEST) Se avete dubbi per esempio [http://www.onepetro.org/mslib/app/Preview.do?paperNumber=SPE-123123-PA&societyCode=SPE eccovi un articolo] la cui scrittura risponde a tutti i criteri scritti in questa voce, compreso quello di apparire [http://www.spe.org/papers/pubs/ in una rivista] con una precisa e rigorosa peer to peer review. A partire dagli autori non vi è nulla di accademico in questo articolo, per quanto qualunque politecnico apprezzerebbe un simili articolo fra i curricula di un suo docente.Rispondi

Perdonate l'ovvietà ma non vedrei un errore nel formalizzare che gli ambienti scientifici accademici si concentrano nella produzione di pubblicazioni scientifiche, non tutte le pubblicazioni scientifiche sono accademiche, gli ambienti scientifici accademici sono il "luogo principe" delle pubblicazioni, o no? -- nonISCRITTO MSG 21:11, 28 set 2010 (CEST)Rispondi

Modifiche alla prima parte

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Ho iniziato a togliere qualcuno dei numerosi errori di punteggiatura che c'erano, e ho finito per riscrivere buona parte della sezione iniziale. Mi pare di aver mantenuto i concetti presenti, riorganizzadoli un po' meglio e precisando alcuni punti. Apro la discussione nel caso qualcuno abbia obiezioni. NB Essendo autore di un certo numero di pubblicazioni scientifiche, nonché referee di diverse riviste, non mi sono inventato nulla. Eventualmente segnalate dove servono fonti: basta mettere il riferimento alle procedure editoriali delle principali riviste per trovarci tutti i dettagli. --Guido (msg) 11:18, 27 set 2010 (CEST)Rispondi

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Le pubblicazioni scientifiche hanno uno status particolare, in quanto in genere prevedono la cessione gratuita della proprietà letteraria o del copyright dall'autore (che non percepisce compensi o diritti) alla casa editrice; tuttavia l'autore (o gli autori) conservano la possibilità di ripubblicare altrove - non a fini commerciali - parti del testo (formule, tabelle, figure), purché corredate del riferimento completo al testo originale, di mantenere copia del lavoro liberamente accessibile su archivi online, ecc. ecc. Queste pratiche, che sono molto più "antiche" delle moderne licenze GNU, CC e via dicendo (anche se ora si tende a conformarsi a queste, vedi Nature), meriterebbero almeno un accenno. Anche perché il fatto che gli scienziati non percepiscono diritti d'autore sulle loro pubblicazioni è tutt'altro che comunemente noto. Se qualcuno ha voglia di inserire una sezione su tutto questo - andandosi a consultare i moduli di cessione del copyright di qualcuna delle riviste più diffuse, questo può aiutare - sarebbe un elemento interessante. --Guido (msg) 19:12, 28 set 2010 (CEST)Rispondi

Suggerisco la stesura di un paragrafo a parte dedicato alla Proprietà letteraria, ma dubito dell'effettiva necessità di una lista di licenze possibili, però il concetto secondo me meriterebbe di essere formalizzato. -- nonISCRITTO MSG 21:07, 28 set 2010 (CEST)Rispondi
Effettivamente ci vuole un paragrafo, oggi abbiamo un regime misto: le riviste edite dai colossi tipo Elsevier richiedono esplicitamente la cessione del copyright e la ripubblicabilità del contenuto è più critica, le riviste edite da associazioni o societaà scientiifche sono meno rigide sulla ripubblicabilità, infine oggi si inizia ad avere riviste in CC o simili, tipo PLOS.
Vi è anche un ricordo storico che credo valga la pena di inserire, prima dell'era digitale e dei file Acrobat PDF, ogni rivista stampava un tot di copie extra dell'articolo per l'autore, se costui ne necessitava altre doveva pagarle, abitualmente consumando una parte dei fondi per la ricerca (oppure lavorava di fotocopiatrice, dagli anni '70 in qua, che tuttavia, almeno ai primordi spesso fornivano copie di bassa qualità ove erano presenti immagini descrittive).--Bramfab Discorriamo 23:35, 28 set 2010 (CEST)Rispondi
Le copie delle pubblicazioni su carta patinata mi risultano vengano ancora inviate agli autori dalle riviste scientifiche, od almeno sono sicuro che experimental brain research e che il journal of exp ancora lo facciano nel numero di 10 copie, non mi risulta che invece inviino un certo numero di copie omaggio della rivista (usanza che mi risulta persa almeno per quelle riviste), personalmente non mi sento in grado di scrivere tale paragrafo, ma sè qualcuno se la sente di provare, ben venga! -- nonISCRITTO MSG 00:17, 29 set 2010 (CEST)Rispondi
Io parlo di copie extra stampate del singolo articolo, nel passato in molti ambiti era facile notare scatole o pile di articoli accumulati in un angolo nello studio di professori o simili. Servivano per gli scambi di documentazione (se ad un autore veniva chiesta una copia del suo scritto sulla "libellula nana" non c'era un file PDF da spedire o una laserprinter pronta a scodellare una copia cartacea) con altri ricercatori ed anche come materiale da presentare per concorsi etc. Vi era anche un lato umano simpatico, sopratutto nei casi di copia extra originale (che talvolta era rilegata con una sua copertina dedicata), questa spesso veniva consegnata personalizzata con una piccola dedica dell'autore verso il ricevente.--Bramfab Discorriamo 09:42, 29 set 2010 (CEST)Rispondi
Io parlavo delle singole copie su carta della pubblicazione (articolo o rev.) che dalla rivista vengono spedite al/agli autore/i della pubblicazione, mi risulta che alcune riviste ancora le spediscano -- nonISCRITTO MSG 15:45, 29 set 2010 (CEST)Rispondi
Sì, quelli si chiamano "estratti" (reprints). Una volta ogni autore ne riceveva un certo numero (pochi) gratis, e gli altri a pagamento. Ora, siccome tutti si fanno da soli le copie del proprio lavoro e le distribuiscono via email o internet, più che su carta, ho l'impressione che le rivista abbiano per lo più abolito i reprint gratuiti e li forniscano solo a pagamento. In alcuni casi, poi, uno paga per vedersi pubbllicato il lavoro, sotto forma di ordine "obbligatorio" di n reprints. C'è anche da considerare che le riviste ormai stampano sempre meno copie, visto che la maggior parte degli abbonati (che già sono pochi in partenza: tipicamente università, biblioteche ed enti di ricerca, non ho mai conosciuto nessuno scienziato che fosse personalmente abbonato a una rivista scientifica) ormai si abbona alla rivista online e agli archivi digitalizzati su CD, per risparmiare sulle spese di rilegatura e archiviazione di una massa di volumi. Quindi le copie stamopate fisicamente su carta ormai sono una rarità - e pertanto tendono a costare sempre di più. --Guido (msg) 17:59, 29 set 2010 (CEST)Rispondi
Esatto --Bramfab Discorriamo 18:15, 29 set 2010 (CEST)Rispondi
La tendenza generale indiscutibilmente è l'andamento sempre maggiore verso il digitale e su quello penso siamo tutti concordi?, volevo solo dire che gli "estratti" non mi risultano essere una cosa così arcaica ed abbandonata ma che continua a sopravvivere seppur con sempre meno frequenza.-- nonISCRITTO MSG 18:27, 29 set 2010 (CEST) cioè prima la norma era il "cartaceo" e l'eccezzione il "digitale" oggi stimo assistendo al ribaltamento di ciò ma non è che il "cartaceo" sia attualmente soppresso.Rispondi
La questione delle licenze e del copyright, che va ben al di là della faccenda dei reprints, secondo me è importante in relazione a una precisa definizione delle specificità della pubblicazione scientifica. Avrete notato, forse, che ho inserito una frase sul fatto che i testi scientifici sono caratterizzati dalla pubblicazione in una collana che ha un comitato scientifico (cosa che non vale, per dire, per i libri di questo autore, benché pubblicati da una casa editrice di rilevanza nazionale, che pubblica anche testi scientifici: la differenza si scopre proprio guardando la collana in cui il libro è inserito). Chiarire qui il meglio possibile la demarcazione fra letteratura scientifica e altro è importante non solo per la completezza e accuratezza di questa singola voce, ma perché può essere molto utile poter far riferimento a quanto scritto qui tutte le volte che si apre una discussione sulla pretesa di inserire su WP affermazioni e teorie che sono del tutto estranee alla letteratura scientifica, ma che magari stanno scritte in un blog, sono state pubblicate in un libro a spese dell'autore, ecc. ecc. --Guido (msg) 19:18, 29 set 2010 (CEST)Rispondi
Già ai tempi della bozza in voce fu inserita la frase Si differenzia rispetto agli altri scritti su argomenti scientifici (esempio: un articolo di giornale, un testo divulgativo o scolastico) in quanto viene diffusa, in formato cartaceo o digitale [2], dai gruppi editoriali di riviste scientifiche o da altri editori specializzati, proprio nella mia idea originale altri editori specializzati voleva essere la chiara demarcazione, forse si può riscrivere come Si differenzia rispetto agli altri scritti su argomenti scientifici (esempio: un articolo di giornale, un testo divulgativo o scolastico) in quanto viene diffusa, in formato cartaceo o digitale [2], dai gruppi editoriali di riviste scientifiche o da altri editori specializzati, cioé dotati (o che si avvalgono o costituiti) da un comitato scientifico.-- nonISCRITTO MSG 20:02, 29 set 2010 (CEST)Rispondi
Mi sono spiegato male. La frase c'è già e dice:

«Per i libri, la garanzia di validità scientifica dei contenuti è data dalla pubblicazione presso una casa editrice specializzata e di riconosciuta autorevolezza, in una collana che abbia un comitato scientifico di riferimento.»

È più precisa della versione precedente, perché ci sono case editrici "generaliste" (o quasi) che pubblicano collane di testi scientifici e collane di testi divulgativi o addirittura preudoscientifici (nel mio post qui sopra ho fatto l'esempio della Giunti di Firenze, che ha una collana di testi di psicologia, con referenti scientifici, e una collana "varia" in cui pubblica i libri di Giacobbo). Quindi non è la casa editrice da sola a costituire un criterio distintivo. Poi c'è il caso delle case editrici create da singoli o da piccoli gruppi off stream (magari decisamente "eretici" o pseudoscientifici) allo scopo di pubblicare i loro lavori che risultano sistematicamehte rifiutati altrove, che magari si fregiano anche di un comitato scientifico: per questo ho scritto, nella frase citata, "di riconosciuta autorevolezza". Credo che questi criteri,nell'insieme, siano abbastanza chiari e precisi. Nel mio post precedente volevo solo rimarcare che in questa voce è soprattutto importante spiegare in cosa la pubblicazione scientifica si differenzia dal resto. Ad esempio, lo stile in cui è scritta una pubblicazione scientifica è meno chiaramente definibile. Quanto scritto in proposito nella voce è condivisibile, ma è tut'altro che una regola tassativa. Non c'è nulla che impedisca di scrivere, in una pubblicazione scientifica, "il cane insegue il gatto che scappa". I manuali di "bella scrittura scientifica" sono buoni e utili, ma non forniscono dei criteri di scientificità. --Guido (msg) 20:14, 29 set 2010 (CEST)Rispondi

Una piccola aggiunta su quanto scritto in piccolo, questa voce ha come fonti bibliografiche appunto i manuali di "bella scrittura scientifica" quindi penso sia normale che presenti le norme di scrittura che tali manuali "esaltano", considerando che quì ci si basa sulle fonti per una questione di buon senso se il manuele di "bella scrittura scientifica" dice per esempio che i soggetti non possono essere sottointesi non vedo come poter scrivere in voce una cosa differente? (che poi nella pratica ... beh ci siamo capiti spero?).

«Per i libri, la garanzia di validità scientifica dei contenuti è data dalla pubblicazione presso una casa editrice specializzata e di riconosciuta autorevolezza, in una collana che abbia un comitato scientifico di riferimento.»

tale garanzia di validità scientifica dei contenuti mi risulta essere valida non solo per il libri ma per tutte le pubblicazione scientifiche (in generale), nell'ottica ovviamente di vedere una rivista come una collana di articoli, il termine collana sarebbe improprio però mi sembra che alla fine dei conte il criterio generale e generalista sia sempre che:

«Si differenzia rispetto agli altri scritti su argomenti scientifici (esempio: un articolo di giornale, un testo divulgativo o scolastico) in quanto viene diffusa, in formato cartaceo o digitale [2], dai gruppi editoriali specializzati, dotati di un comitato scientifico di riferimento e di procedure di accettazzione le quali consentono di verificare la scientificità della pubblicazione.»

Poi magari può essere riformulato meglio, ma concettualmente, sempre un editore "riconosciuto", "comitato scientifico di riconosciuta auterovelozza" ed una procedura di "filtraggio" ci deve essere. Sul concetto siamo concordi? Perchè se siamo concordi sul concetto poi possiamo anche discutere del come formalizzarlo. -- nonISCRITTO MSG 22:14, 29 set 2010 (CEST)Rispondi

Forse dovremmo (io per primo) discutere concretamente di modifiche alla voce, più che fare osservazioni generali. Per quanto riguarda le osservazioni fatte in questa sezione, a me non pare ci siano realmente da fare modifiche alle afferemazioni attualmente presenti. Tutto quello che è stato detto è spiegato in due punti, prima nell'incipit in cui si spiega chiaramente che le pubblicazioni scientifiche sono tali sulla base di criteri precisi, poi nel resto della sezione iniziale in cui è spiegato quali sono i meccanismi di selezione dei lavori, che sono diversi per le riviste, gli atti dei congressi e le monografie, anche se in tutti i casi fanno capo all'esistenza di un comitato scientifico reso pubblico e di cui ciascuno può valutare l'autorevolezza. Questo per la sezione iniziale. Se ci sono precise proposte di modifica, che non ripetano inutilmente lo stesso concetto in più punti (come era in qualche versione precedente), ben vengano: volendo, si fanno e poi ne discutiamo. Sul resto apro una discussione separata. --Guido (msg) 10:09, 30 set 2010 (CEST)Rispondi

La scrittura scientifica

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Per quanto riguarda la parte sulla scrittura scientifica, le mie obiezioni sono due: primo, il fatto che sia contenuta nella sezione "caratteristiche". Secondo me ci dovrebbe essere, eventualmente, una sezione distinta sulla scrittura scientifica: questo perché non è lo stile di scrittura che distingue nettamente fra un lavoro scientifico e qualcos'altro. All'interno dei lavori scientifici esistono stili molto diversi, quello delle lettere e comunicazioni brevi, quello dei lavori sperimentali o dei case report, ma anche quello degli essays, dei review papers e delle monografie, che possono avere anche un taglio più discorsivo o "didattico" senza per questo perdere la connotazione di lavoro scientifico. Inoltre, anche se attualmente la massima parte della letteratura scientifica è prodotta in inglese, della letteratura scientifica fa parte anche tutto ciò che è stato scritto fino alla metà del XX secolo. I lavori fondamentali sulla relatività e sulla meccanica quantistica, ad esempio, erano in tedesco, non in inglese. Quindi le indicazioni sull'"inglese scientifico" vanno meglio contestualizzate: ora se uno legge superficialmente ne ricava che l'inglese scientifico esiste dal IV secolo!!! (immagino sia un refuso per XIV secolo, ora lo correggo direttamente)

Il secondo motivo per cui tutto questo va riformulato è che le considerazioni sul linguaggio scientifico si possono vedere sotto due ottiche distinte: (a) un esame di come gli scienziati scrivono; (b) una raccolta di consigli su come scrivere bene un lavoro scientifico. Un manuale di scrittura scientifica appartiene alla seconda prospettiva: non dice come sono scritti i lavori scientifici, ma indica come (secondo l'autore del manuale) dovrebbero essere scritti. Non dico che queste indicazioni siano fuori luogo, ma al momento hanno un rilievo eccessivo nella voce; inoltre il fatto di riportare un paio di considerazioni o esempi a fronte di un intero manuale sull'argomento potrebbe essere un po' fuorviante, lasciando intendere che quelle sono le caratteristiche fondamentali e distintive (e non è detto che sia così), e che invece di essere dei buoni consigli siano delle prescrizioni a cui tutti gli autori scientifici si attengono. Faccio notare, en passant, che nelle voci inglesi en:Scientific literature e en:Academic publishing, che sono quelle grosso modo corrispondenti alla nostra, non c'è alcun accenno all'inglese scientifico. Esiste invece una voce distinta, en:Scientific writing, che riporta molte meno indicazioni di quelle presenti qui, e fra queste il fatto (che confermo, almeno per quanto riguarda i lavori di matematica e di fisica) che si usa ovunque la prima persona plurale, anche quando l'autore è uno solo. Questo è un fatto abbastanza consolidato; invece i due paragrafi

«In particolare nelle scienze matematiche, fisiche e naturali l'inglese scientifico è costituito dall'utilizzo del tempo presente semplice, dalla costruzione minima delle frasi mediante utilizzo di proposizioni principali e molto raramente proposizioni secondarie, dalla carenza di frasi subordinate o derivate e dall'eliminazione sia di aggettivazioni, sia di sinonimi, per esempio: "Il cane insegue il gatto che scappa" si ritroverà nella forma: "Il cane insegue il gatto, il gatto fugge". La costruzione del testo è formata da periodi brevi, non ripetuti, nella struttura soggetto-verbo-complemento per esempio: Simone mangia una mela, la mela è un frutto, a Simone la mela piace. La struttura della frase risulta quindi molto semplice e la soppressione dei sinonimi rende il testo ridondante.»

li trovo estremamente opinabili e poco esplicativi. Ad esempio, nella terminologia delle scienze matematiche, fisiche e naturali i sinonimi per i termini tecnici semplicemente non esistono o sono rari, perché di regola a un termine è associata univocamente una definizione e viceversa: non è una scelta stilistica. Cosa significa che "la soppressione dei sinonimi rende il testo ridondante"? Diciamo che nell'inglese scientifico non esiste l'ossessione (peraltro diffusa più che altro nelle nostre scuole) di usare sinonimi per evitare a tutti i costi la ripetizione di una parola. La ridondanza non c'entra nulla, provate a mandare a una rivista un testo "ridondante" e poi vedete se non vi fanno pelo e contropelo. Anche l'idea che si usi sempre il presente semplice è un po' strana: si usa il presente quando serve il presente. Messa così, sembra quasi che gli scienziati parlino come le persone di colore nelle barzellette, che usavano tutti i verbi all'infinito (io non volere dire questo, buana). La mia proposta, stante la difficoltà di dare in questa voce un'immagine completa e affidabile di cosa sia il linguaggio scientifico (anche solo quello inglese), è di eliminare semplicemente quei due paragrafi. --Guido (msg) 10:09, 30 set 2010 (CEST)Rispondi

Posso garantire che quanto scritto per le neuroscienze è esattamente così, parlano come i neri delle barzellette e non stò scherzando, come funzioni nel settore matematico non ne ho la più pallida idea. Sono contrario all'eliminizazione ma favorevole alla scissione, ovvero la stesura di due distinti pargrafi, uno per la scrittura scientifica, l'altro per le caratteristiche della pubblicazione scientifica. -- nonISCRITTO MSG 18:31, 30 set 2010 (CEST) Ps. se poi il paragrafo dedicato alla scrittura scientifica ci venisse bene si può anche separarlo in una propria voce a se stante, riguardo l'inglese mi sembra un discorso esattamente parallelo a quello della digitalizzazione, attualmente di pubblicazioni in lingue differenti dall'inglese non nè vedo molte e probabilmente presto scompariranno sotituite dalle traduzioni, anche nelle monografie o testi, i pochi testi o monografie che io posseggo in italiano sono tutte traduzioni e non opere scritte originalmente in italiano, eccetto qualcosa di molto molto antico ma ormai obsoleto, forse nel settore matematico è differente perchè difficilmente qualche formula può essere rapidamente eliminata/sostituita?Rispondi

Conflitto di interesse (Competing interests)

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Credo che valga la pena di aggiungere qualcosa al riguardo. Provo ad abbozzare:

L'incremento del numero di pubblicazioni da parte di studiosi che svolgono attività di ricerca utilizzando fondi privati o che ricoprono anche incarichi professionali che potrebbero influenzare le conclusioni espresse in una pubblicazione ha aperto un dibattito sulla obiettività con cui viene potrebbe essere scritto un articolo causa potenziali conflitti di interesse fra l'effettivo risultato della ricerca e gli interessi professionali del ricercatore. Per questo motivo alcuni editori ora richiedono agli autori ed ai revisori una dichiarazione scritta sulla esistenza o assenza di legami fra ogni ricercatore e enti di natura commerciale o non commerciale che possono essere influenzati dai risultati della ricerca BMJ Competing interests , PLoS Policy on Declaration and Evaluation of Competing Interests, il risultato di questa dichiarazione viene inserito a fondo pubblicazione Esempio di pubblicazione con dichiarazione di Competing interests

Commenti?--Bramfab Discorriamo 17:33, 10 nov 2010 (CET)Rispondi

L'unica cosa è che personalmente avrei intitolato il paragrafo "Norme editoriali sul conflitto di interesse" perchè se non sabaglio sono gli editori che richiedono al ricercatore la sottoscrizione, cmq favorevole. -- nonISCRITTO MSG 17:20, 15 dic 2010 (CET)Rispondi

Curatela

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E' il caso di aggiungere la curatela (in editoria, indica la cura di un testo) tra le pubblicazioni scientifiche?

Uno scritto redatto in maniera "oggettiva" !?

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Sarei proprio curioso di capire il significato che l'estensore della voce da al termine "oggettivo", visto che anche negli scritti scientifici, persino in quelli squisitamente quantitativi (per non parlare degli scritti di natura qualitativa/descrittiva) é sempre presente l'elemento di soggettivitá che il ricercatore stesso porta con se nella sua ricerca e nella interpretazione dei risultati. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 94.101.5.98 (discussioni · contributi) 00:27, 31 lug 2012‎ (CEST).Rispondi

C'è un link alla voce oggettività, quindi cosa si intenda dovrebbe essere del tutto chiaro. Il fatto che un lavoro scientifico presenti anche elementi di soggettività non ha nulla a che vedere con questo. Il punto è che in un lavoro scientifico deve essere sempre possibile (al lettore) riconoscere quali sono i dati oggettivi (ad esempio i dati sperimentali, le proposizioni dimostrate rigorosamente, ecc.) e quali sono invece le valutazioni soggettive dell'autore, le interpretazioni, le congetture. Faccio anche notare che, per la maggior parte, i lavori di matematica, di fisica teorica e di diverse altre discipline scientifiche non sono né "quantitativi" né "qualitativi/descrittivi". --Guido (msg) 15:07, 14 giu 2013 (CEST)Rispondi
E questa e' la prima ragione per cui gli scritti scientifici sono sottoposti alla revisione peer to peer. O si capisce questo oppure ci si allinea con i profeti della pseudoscienza. --Bramfab Discorriamo 15:15, 14 giu 2013 (CEST)Rispondi

Fatto quotidiano

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Ho per due volte annullato l'inserimento dei link a due articoli del "fatto quotidiano", [2] e [3]. Le ragioni (per l'annullamento) sono le seguenti:

  1. si tratta di articoli giornalistici dei primi mesi del 2012. Uno riferisce una proposta di legge presentata al Congresso USA, il secondo un'iniziativa di protesta contro uno dei maggiori gruppi editoriali scientifici (a causa del prezzo raggiunto dalle riviste). A distanza di un anno, se non ci sono stati sviluppi più recenti, è perlomeno dubbio che si tratti di fatti di rilevanza enciclopedica;
  2. non ha senso inserire due articoli di giornale fra i "collegamenti esterni" se non come fonte per qualcosa che sia scritto nella voce. Quindi, ammesso (e non concesso) che quanto riportato nei due articoli sia di rilievo enciclopedico, si dovrebbe riassumere nella voce (con un rilievo proporzionato, e con informazioni aggiornate), e a quel punto mettere in nota i due link come fonti. --Guido (msg) 14:53, 14 giu 2013 (CEST)Rispondi
Incidentalmente mi sembra che siano già citati in quest'altra voce Crisi dei prezzi dei periodici accademici--Bramfab Discorriamo 15:09, 14 giu 2013 (CEST)Rispondi

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