Discussione:Pubblicità erotica

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In data 25 ottobre 2009 la voce Pubblicità erotica è stata accettata per la rubrica Lo sapevi che.
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Definizione di pubblicità erotica

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Affermare che l'uso di argomenti erotici nella pubblicità sia "del tutto gratuito e fine a se stesso" è un evidente contraddizione. Qualsiasi messaggio pubblicitario o suo componente non può essere "fine a se stesso" né "gratuito" per concezione, uso e finalità. Immagino volessi dire che, a volte, le immagini discinte delle pubblicità non hanno alcun collegamento con il prodotto promosso; cosa intuibile, ma diversa da quanto hai detto. --Nivola (msg) 11:57, 9 mag 2009 (CEST)Rispondi

Per chiarezza espositiva metto a confronto le due versioni:

  • Cyberuly - La pubblicità erotica è una forma di pubblicità che fa leva sul sex-appeal (letteralmente: richiamo del sesso, fascino costituito prevalentemente da fattori erotici) per attrarre l'attenzione dei destinatari. L'espediente dell'erotismo può essere congruente col prodotto reclamizzato (come nel caso di lingerie, profilattici o prodotti di bellezza) ma può essere anche del tutto gratuito e fine a se stesso. In ogni caso la percezione della pubblicità erotica, e l'impatto che questa può avere sulla sensibilità dei destinatari, varia in relazione al tipo di persona, al tipo di cultura, e al periodo storico.
  • Nivola - La pubblicità erotica è una forma di pubblicità che fa leva sul sex-appeal (letteralmente: richiamo del sesso), ovvero del fascino costituito prevalentemente da fattori erotici. Il messaggio erotico può essere congruente al prodotto reclamizzato (come nel caso di lingerie, profilattici o prodotti di bellezza) ma può essere anche del tutto estraneo alle finalità di utilizzo della merce e inserito per attrarre favorevolmente l'attenzione dei destinatari. La percezione della pubblicità erotica, e l'impatto che questa può avere sulla sensibilità dei destinatari, varia in relazione al tipo di persona, al tipo di cultura, e al periodo storico.

Dunque:
"La pubblicità erotica è una forma di pubblicità che fa leva sul sex-appeal (letteralmente: richiamo del sesso, fascino costituito prevalentemente da fattori erotici) per attrarre l'attenzione dei destinatari".
Il concetto di Attenzione è fondamentale, come credo che si possa evincere leggendo la voce. Non è esatto scrivere che "Il messaggio erotico può essere congruente al prodotto reclamizzato (come nel caso di lingerie, profilattici o prodotti di bellezza) ma può essere anche del tutto estraneo alle finalità di utilizzo della merce e inserito per attrarre favorevolmente l'attenzione dei destinatari". In primo luogo perché il sesso ha lo scopo di attrarre l'attenzione "a prescindere" (almeno stando alla letteratura, citata in calce nella voce), e non ha lo scopo di attrarre l'attenzione "eventualmente", qualora esso sia estraneo alle finalità di utilizzo della merce (di nuovo: il motivo credo che lo si possa comprendere facilmente leggendo la voce). In secondo luogo perché non necessariamente l'attenzione viene attratta in maniera positiva. La mia nonna viene sì attratta dalle pubblicità sessualmente esplicite, ma perché le ritiene indecenti e di cattivo gusto (ma anche questo aspetto è descritto nella voce).

"L'espediente dell'erotismo può essere congruente col prodotto reclamizzato (come nel caso di lingerie, profilattici o prodotti di bellezza) ma può essere anche del tutto gratuito e fine a se stesso."
Sì, intendo dire senza che vi sia alcuna relazione funzionale tra prodotto e (ad esempio) rappresentazione del corpo nudo. L'erotismo è comunque un espediente, un artificio retorico (definirlo semplicemente messaggio, come scrivi tu, lo fa sembrare una soluzione estetica, e invece no: è usato in maniera scaltra), per attrarre l'attenzione. E da questo punto di vista ha uno scopo ben preciso sempre e comunque: e quindi sì, a questo livello sono d'accordo con te quando scrivi che "qualsiasi messaggio pubblicitario o suo componente non può essere "fine a se stesso" né "gratuito" per concezione, uso e finalità". Però il fatto che sia gratuito e fine a se stesso non è riferito al fatto che il sesso sia usato senza uno scopo in generale (ripeto: il sesso serve per attrarre l'attenzione, su questo non ci piove: è - o meglio era - scritto nella prima frase), ma contrapposto alle situazioni in cui invece è usato in maniera congruente con prodotto e/o marca. Con "del tutto gratuito e fine a se stesso" s'intende, quindi, che non ha niente a che vedere con quanto reclamizzato, nessuna attinenza, ingiustificato, messo lì tanto per mettercelo. O se preferisci: come trucchetto per sopperire alla penuria di creatività (facendo del proverbio del pelo e del carro di buoi un modello teorico della pubblicità). Al suo posto sarebbe stato altrettanto efficace, nell'attrarre l'attenzione, un bimbo delle favelas sbudellato per rubargli gli organi, una persona focomelica che tenta di lavarsi con una saponetta, una signorina mentre ingurgita a grandi sorsate una pinta di sangue mestruale. Volendo poi spingere il concetto all'estremo sul piano filosofico: niente è mai "del tutto gratuito e fine a se stesso" (basti pensare alla Divinazione) ovvero niente ha senso (perché tanto prima o poi si muore tutti)... Però boh! In tutta onestà a me la definizione che ho dato io sembra semplicissima, che regga da un punto di vista logico, e soprattutto coerente con tutto ciò che so sull'argomento...


Non metto in dubbio il fatto che Paul Chabas sia stato un grande artista, ci mancherebbe altro! Però mi sfugge la sua peculiare rilevanza per la pubblicità erotica. Anche artisti quali Giovanni Maria Mataloni, Duilio Cambellotti, Leopoldo Metlicovitz, Marcello Dudovich, Giorgio Muggiani, Orlando Orlandi, Achille Luciano Mauzan, Plinio Codognato, Gino Boccasile, Erasmo Ferrante, Franco Mosca (solo per citare alcuni coevi di Chabas e per rimanere in Italia) si sono cimentati con pubblicità più o meno erotiche (sto parlando di artisti che facevano manifesti ad hoc per vivere, non di una loro opera sfruttata dal marketing). All'altra estremità (limitatamente ai periodici italiani 2005-2008) puoi trovare il sesso per reclamizzare Calvin Klein, Guess, Car Shoe, Caractère, Andrea Fenzi, Fred Perry, Citizen, Sky, Stefanel, Salvatore Ferragamo, Colmar, TV Magazine, Davidoff, Pirelli, Gucci, Onyx Jeans, Sasch, Armani, Iceberg, Intimissimi, Antonio Eboli, A B Soul, Anna Rita N, Sisley, Cesare Paciotti, Miss Sixty, OXS, Müller, IED, Alberto Guardiani, Louis Vuitton, Nolita, Cotonella, Sergio Tacchini, Cacharel, Blumarine, Anna Molinari, La Perla, Vortice, Jucca, Dicofarm... Senza tener conto che il boom è stato negli anni settanta e che spesso gli autori sono anonimi. Che facciamo: ce li mettiamo tutti? Perché Chabas ha più diritto rispetto ad altri? Si potrebbe creare l'ennesima lista di Wikipedia e intitolarla Artisti che hanno realizzato pubblicità erotiche. Però, basandomi sull'esperienza personale, secondo me queste liste all'inizio sembrano interessanti e divertenti, poi sviluppandole ci si rende conto che sono interminabili, spesso arbitrarie, e alla fine pressoché inutili. È per questo che mi sono limitato a mettere qualche manifesto esemplificativo (ovviamente tra quelli recuperabili su Commons) e a tenere la voce su un piano "enciclopedico" senza voler strafare e senza tentare di renderla "completa" (ovvero trasformarla in un saggio). Del resto, se non vado errato, questo è uno dei principi che andrebbero adottati per scrivere una qualsiasi voce, di una qualsiasi enciclopedia.

Per concludere: lungi da me il tentativo di ingenerare un'edit war, ma ritengo che sia giusto tenere la versione originale finché non risolviamo la questione. Per questo ti sarei molto grato se tu non annullassi un'altra volta la mia modifica.
Attendo tue notizie, nella speranza di esser intanto riuscito a spiegare chiaramente il mio punto di vista, e in ogni caso di riuscire a trovare un compromesso insieme.
Un Saluto, cyberuly (msg) 19:36, 9 mag 2009 (CEST).Rispondi

Spero vorrai scusarmi se "salto a pié pari" molte delle tue considerazioni, Ulisse. Non è per supponenza, ma per circoscrivere la discussione alla frase da me contestata: "L'espediente dell'erotismo può essere congruente col prodotto reclamizzato (come nel caso di lingerie, profilattici o prodotti di bellezza) ma può essere anche del tutto gratuito e fine a se stesso.".
La frase contiene una evidente contraddizione logica: un espediente pubblicitario viene sempre adottato per un preciso scopo e, pertanto, è escluso che possa essere definito "del tutto gratuito e fine a se stesso". Se poi non ti soddisfa il modo in cui ho riformulato la frase, se padronissimo di modificarla e migliorarla, ma il modo in cui l'hai scritta, pur di significato intuibile, resta sbagliato.--Nivola (msg) 20:00, 9 mag 2009 (CEST)Rispondi

Scusami te, Nivola, se sono prolisso e mi prodigo in dettagli, ma dato che hai avviato la discussione sulla pagina relativa alla Voce (e non su quella relativa all'Utente) mi sento in dovere di essere il più chiaro possibile, in maniera tale da dare l'opportunità a chiunque legga questa discussione di capire di che si sta parlando. Ma anche per far sì che resti un discorso valido qualora si ripresenti un problema analogo.

Provo ad essere più sintetico: la pubblicità è una forma di comunicazione complessa. Un messaggio pubblicitario è composto da molti elementi e ciascuno di essi ha vari livelli. Tutte queste componenti possono essere più o meno coerenti tra loro e tale coerenza dipende a sua volta da molte variabili, in particolare dall'abilità che ha un pubblicitario nel creare una sinergia (cosa purtroppo non facile). La pubblicità non è un sistema categorico tutto-o-nulla. È possibilissimo che all'interno di una réclame certi elementi vengano adottati senza un preciso scopo (perché magari sono semplicemente originali, carini, o "perché tanto funzionano sempre"). Assolutamente non tutte le pubblicità nascono da grandi agenzie con all'interno equipe di specialisti in grado di ponderare a dovere ogni singolo atomo che va a costituire una réclame, e in ogni caso "ponderare" costa, e dipende da quanto il cliente è disposto a spendere. Soluzioni più economiche consistono ad esempio nel basarsi solo sull'esperienza (e quindi senza fare affidamento su specifiche ricerche di marketing, copytesting, eccetera). Soluzioni ancora più economiche consistono nel basarsi su dei cliché. E così via. Come si può facilmente intuire più si va a naso e più è facile incorrere in evidenti contraddizioni logiche ad un qualche livello (ma non è detto: anche qui, come in tutti i campi, può subentrare il genio, la fortuna, eccetera).

Quello che sto cercando di spiegarti (e che evidentemente la volta scorsa non mi è riuscito) è che: se l'erotismo è efficace ad un livello (ad esempio perché una donna senza vestiti riesce ad attrarre molto meglio l'attenzione rispetto alla concorrenza che invece usa schemi e grafici per illustrare le caratteristiche tecniche del prodotto), non necessariamente è efficace anche ad un altro livello (ad esempio nel caso in cui il sesso è "del tutto gratuito e fine a se stesso" e cioè non congruente col prodotto, perché in questo caso una modella nuda tende ad attrarre su di sé tutta quanta l'attenzione e ciò va a scapito del cerchione in lega reclamizzato). Ovvero: ad un livello hai impiegato l'erotismo con cognizione di causa, ma ad un altro livello l'hai messo a caso, senza sapere quello che fai.

Tuttavia: per quanto riguarda il fatto che sia escluso che l'espediente pubblicitario dell'erotismo possa essere definito "del tutto gratuito e fine a se stesso" ti invito a dare un'occhiata alle pronunce del Giurì e alle ingiunzioni del Comitato di Controllo dello IAP (Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria) relative alle pubblicità sessualmente esplicite (ad esempio di Ultraviolet, Quick 31, SpacciOcchiali Group, Franco Costruzioni Real Estate, Tom Ford International, A.E. Car e Montalbano Industria Agroalimentare ) perché mi sa che allora hanno sbagliato anche loro.

In definitiva: come sicuramente avrai capito, secondo me la mia definizione è esatta (altrimenti non l'avrei scritta), però mi rendo anche conto che per qualcuno possa risultare ambigua (altrimenti non saremmo qui a discutere), per cui proverò a riformularla in maniera tale che dia adito il meno possibile a fraintendimenti.
Un Saluto, e grazie per aver sollevato la questione. Ulisse Albiati (aka cyberuly (msg) 13:19, 14 mag 2009 (CEST)).Rispondi

Grazie per aver compreso il problema. Ciao. --Nivola (msg) 16:39, 14 mag 2009 (CEST)Rispondi

Mah!

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In tutti i manifesti pubblicitari qui riportati non ci vedo niente di erotico.--Mig (msg) 13:36, 1 ago 2010 (CEST)Rispondi

Per tua informazione queste sono le pubblicità che abbiamo a disposizione su Commons, ossia le pubblicità che abbiamo a disposizione con licenza libera o con copyright scaduto. Ti invito altresì a studiarti le leggi sui diritti d'autore, rimboccarti le maniche e trovare manifesti o annunci migliori di questi se ne sei capace, e di evitare di denigrare il lavoro che gli utenti dei progetti Wikimedia delle altre nazioni hanno fatto affinché anche la Wikipedia italiana potesse disporre di immagini. c y b e r u l y msg 11:17, 2 ago 2010 (CEST)Rispondi
Seguo la massima "chi si contenta gode" e vivo bene. :-)--Mig (msg) 13:11, 6 ago 2010 (CEST)Rispondi

Collegamenti esterni modificati

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Gentili utenti,

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Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 17:58, 3 apr 2018 (CEST)Rispondi

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