Discussione:Siva (divinità)

Ultimo commento: 5 anni fa, lasciato da Giulio Mainardi in merito all'argomento Titolo pagina: Śiva, Shiva, Sciva, Siva
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 Religione
BLievi problemi relativi all'accuratezza dei contenuti. Informazioni esaustive nella gran parte dei casi, ma alcuni aspetti non sono del tutto approfonditi o altri non sono direttamente attinenti. Il tema non è stabile e potrebbe in breve necessitare di aggiornamenti. (che significa?)
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In data 24 febbraio 2013 la voce Siva (divinità) è stata sottoposta a un vaglio.
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Sto chiudendo riportando uno dei quattro passaggi del Rigveda su Rudra e qualche passaggio analogo nelle Upanisad. Il Siva nell'Induismo va riscritto 'contestualizzandolo' meglio e fornendolo di adeguato apparato critico. Se ci sono osservazioni ancora per qualche giorno vago da queste parti. --Xinstalker (msg) 08:20, 24 ago 2010 (CEST)Rispondi

Diacritici

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Ai cacciatori dei diacritici... rinfoderate i vostri fucili a pallettoni, l'adattamento in inglese non traslittera il sanscrito, la traslitterazione la può fare solo lo IAST. L'inglese può tentare di 'adattare' tale lingua nella resa fonetica anglosassone, certamente non italiana, per quello c'è solo lo IAST. Qui vedete come può correttamente essere reso il sanscrito in differenti grafie, l'inglese non c'è, c'è lo IAST per i caratteri latini:

 

--Xinstalker (msg) 08:27, 24 ago 2010 (CEST)Rispondi

Appunti

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(SA)

«keśyaghniṃ keśī viṣaṃ keśī bibharti rodasī keśīviśvaṃ svardṛśe keśīdaṃ jyotirucyate (1)
munayo vātaraśanāḥ piśaṅghā vasate malā vātasyānudhrājiṃ yanti yad devāso avikṣata (2)
unmaditā mauneyana vātānā tasthimā vayam śarīredasmākaṃ yūyaṃ martāso abhi paśyatha (3)
antarikṣeṇa patati viśvā rūpāvacākaśat munirdevasya-devasya saukṛtyāya sakhā hitaḥ (4)
vātasyāśvo vāyoḥ sakhātho deveṣito muniḥ ubhausamudrāvā kṣeti yaśca pūrva utāparaḥ (5)
apsarasāṃ ghandharvāṇāṃ mṛghāṇāṃ caraṇe caran keśīketasya vidvān sakhā svādurmadintamaḥ (6)
vāyurasmā upāmanthat pinaṣṭi smā kunannamā keśīviṣasya pātreṇa yad rudreṇāpibat saha (7)»

(IT)

«.»

Incipit

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Non vedo la necessità di complicare le cose scrivendo un doppio incipit com'è adesso, l'incipit standard per una divinità dovrebbe essere tipo quello della voce Odino cioè "Odino (norreno Óðinn, anglosassone Woden, tedesco Wotan, longobardo Gòdan) è un ..."; pertanto credo che l'incipit dovrebbe essere semplicemente "Shiva o Siva (devanagari शिव, IAST Śiva) è ..." con i nomi diffusi in italiano (cfr. libri in italiano) e la corretta traslitterazione tra parentesi. Lucio Di Madaura (disputationes) 19:47, 1 set 2010 (CEST)Rispondi


Shiva è l'adattamento in lingua inglese, l'informazione è più che corretta e non si tocca. Peraltro le fonti italiane utilizzano TUTTE Śiva e questo lo sai benissimo non occorre certo che te lo dica, anche quelle inglesi ora. (ps. Google lo sai... con me non funziona...:). Comunque resta che Shiva è l'adattamento in lingua inglese e non è certo in italiano: SH come lo leggi italiano e come lo leggi in inglese? Se vuoi portare le fonti citale non mi mostrare Google: Piantelli, Sferra, Gnoli, Della Casa, Piano, cosa utilizzano? Shiva? Oppure l'Enciclopedia Filosofica della Bompiana o l'Enciclopedia della Utet o ancora le case editrici Boringhieri, Laterza, Utet cosa utilizzano Shiva? Quelli che hai tirato fuori non sono fonti ma libri di autori per lo più stranieri che utilizzano l'adattamento inglese. Fai un salto in libreria e consulta. Grazie --Xinstalker (msg) 20:37, 1 set 2010 (CEST) P.S. Le fonti italiane scrivono Odino e non Óðinn ma scrivono Śiva e non Shiva.--Xinstalker (msg) 20:42, 1 set 2010 (CEST)Rispondi

Comunque prima che mi accusi di occupare la pagina ho ristabilito Shiva. Buon lavoro! :) --Xinstalker (msg) 20:50, 1 set 2010 (CEST)Rispondi

Ovviamente TUTTE le fonti da me precedentemente citate utilizzavano Śiva. Ma non importa ora non occorrono più. --Xinstalker (msg) 20:54, 1 set 2010 (CEST)Rispondi

Ho inserito qui Utente:Xinstalker/Sandbox6 il lavoro da me finora svolto e qui continuerò a lavorare in attesa di un cambio, da me auspicato, delle convenzioni. Infatti TUTTE le autorevoli e recenti fonti da me utilizzate non rispettano le convenzioni sui diacritici stabilite da Wikipedia ITALIA. Siccome ora lavoro in una sandbox me la prendo più comoda con le verifiche. Vi invito dunque a non taglia/incollare ciò che riporto perché potrebbe contenere delle enormi castronerie :-). Grazie per l'attenzione. --Xinstalker (msg) 10:35, 2 set 2010 (CEST)Rispondi

Ho riproposto il testo con diacritici

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Se non piace per via delle convenzioni di Wikipeda rollbakkate tutto non ci rimarrò in alcun modo male, ma non toccate i diacritici, ogni diacritico occorre per significare il nome, spostare, toglierli, modificare, cambia il significato della parola. Quindi RB senza problemi (ho una copia in sandbox), ma non toccate il testo che è ben fontizzato e non toccate i diacritici. Grazie,--Xinstalker (msg) 10:40, 28 apr 2011 (CEST)Rispondi

Senza fonte

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Trasferisco qui i paragrafi "senza fonte" presenti nella Voce. I motivi sono: 1) giacciono così marcati, alcuni già da anni, senza che nessuno sia intervenuto a rimediare; 2) sono tutti, chi più chi meno, o irrilevanti in confronto al peso che adesso la pagina sostiene, o marginali rispetto ad argomenti già sviluppati; 3) alcuni non hanno un preciso inquadramento nel vasto contesto delle tradizioni religiose in oggetto. In ogni caso restano qui, visibili e reinseribili, previa indicazione della fonte e del contesto cui si riferiscono.

  • Secondo un mito Parvatī, per evitare che il marito si avvelenasse, gli legò un cobra attorno al collo; ciò trattenne il veleno nella sua gola, che divenne blu. Il cobra mortale rappresenta l'aspetto di vincitore della morte che Shiva conquistò in questo modo.
  • Le tre punte simboleggiano anche la supremazia di Śiva sul tempo: esse rappresentano il suo controllo su passato, presente e futuro; come arma, il tridente simboleggia lo strumento per punire i malvagi su tutti e tre i piani: spirituale, sottile e fisico/grossolano.
  • I capelli arruffati identificano Śiva con il signore del vento, (Vayu), che vive in forma sottile come respiro, presente in tutti gli esseri viventi.
  • Cenere sacra che rappresentano l'essenza dell'Ātman, il vero Sé che rimane intoccato dalle mala (impurità dovute a ignoranza, ego e azione) e dalle vasana (attrazioni e repulsioni, condizionamenti, attaccamento al corpo, al mondo, alla fama, ai piaceri mondani, ecc.), le quali sono state distrutte nel fuoco della conoscenza.[senza fonte] Di conseguenza la Vibhuti è venerata come una forma di Shiva molto importante, che indica l'immortalità dell'anima con cui si manifesta la gloria del Signore.
  • Secondo alcuni miti, il suo corpo è cosparso di ceneri funerarie (bhasma), che simboleggiano – oltre alla purezza e la distruzione del falso – la filosofia della vita e della morte, indicando il fatto che nella morte vi sia la realtà ultima della vita.
  • Una pelle di tigre, che simboleggia l'ego e la lussuria da lui uccisi.
  • L'elefante in questo caso rappresenta l'orgoglio; Śiva, indossando la sua pelle, simboleggia il fatto che ha vinto e conquistato l'orgoglio.
  • Il cervo rappresenta il moto frenetico e incessante della mente, e Śiva indossa la sua pelle per indicare che egli ha controllato perfettamente la mente.
  • Śiva è dunque il respiro vitale di ogni creatura. Ai polsi porta degli anelli di Rudraksha, che si ritiene abbiano proprietà mediche.
  • Crescente di Luna, gioiello apparso dalla mescolatura dell'Oceano di latte.
  • Il toro Nandi, le cui quattro zampe rappresentano la Verità, la Rettitudine, la Pace e l'Amore.
  • Nella simbologia induista, il toro simboleggia sia la forza che l'ignoranza; il fatto che Śiva utilizzi il toro come veicolo, rappresenta l'idea che questa figura divina rimuova l'ignoranza e allo stesso tempo conceda la forza della saggezza ai suoi devoti.
  • In sanscrito toro è vrishā; questa parola può assumere anche il significato di dharma (rettitudine); ragion per cui, in termini simbolici, la raffigurazione di un toro accanto a Shiva sta ad indicare che, ovunque sia presente Dio, sono presenti anche rettitudine, purezza e giustizia.
  • In non poche vicende delle Upaniṣad e dei Purāṇa si narra che Śiva abbia la sua dimora sul monte Kailasa in Himalayaoppure sul monte Arunachala.
  • Un altro dei suoi nomi è Ashutosh, che significa colui che trova piacere dalle piccole offerte, oppure colui che dà molto in cambio di piccole offerte.
  • Nei bhajan ṡivaiti più energici, ricorrono spesso alcune parole sanscrite che non sono letteralmente traducibili in altre lingue, come ad esempio Dhim / Dhimmi, Dam / Damma, Dhimmita, Dhimmitaka. Queste parole non hanno un significato letterale preciso, ma sono più propriamente delle onomatopee, che rappresentano il suono dei tamburi (damaru) e delle cavigliere che si odono quando Śiva esegue l'eterna e incessante danza Tāṇḍava.
  • Mentre i Tantra e i Purāṇa descrivono il liṅga come un simbolo fallico rappresentante l'aspetto rigenerativo dell'universo materiale, gli Agama e i Shastra non sembrano condividere questa interpretazione.
  • La somiglianza metrica delle formule indo-arie di invocazione legate al liṅga con il metro greco itifallico delle processioni legate al dio Priapo, ha indotto lo studioso Calvert Watkins a pensare che il culto della potenza maschile fertilizzante sotto forma di fallo fosse comune a più popoli indoeuropei ancora prima che i greci e gli indo-iranici si separassero come tribù dall'identità definita.
  • Incarnazione di Śiva, tra cui il filosofo Adi Shankara.
  • Un'altra leggenda riguardante l'origine di Ganesha narra che, una volta, ci fosse un Asura (demone) dalle sembianze di elefante chiamato Gajasura, il quale eseguì una penitenza (o tāpas); Shiva, soddisfatto di questa austerità, decise di concedergli in dono qualsiasi cosa desiderasse. Il demone voleva che dal suo corpo si emanasse continuamente del fuoco, in modo che nessuno osasse avvicinarlo; il Signore glielo concesse. Gajasura proseguì la sua penitenza e Shiva, che gli appariva davanti di tanto in tanto, gli chiese nuovamente che cosa desiderasse; il demone rispose: “Io desidero che Tu risieda nel mio stomaco”.
    Shiva esaudì la richiesta e vi prese dimora. Infatti, Shiva è anche conosciuto come Bhola Shankara, poiché una deità facile da propiziare; quando è soddisfatto di un devoto gli concede qualunque cosa chieda, e questo a volte genera situazioni particolarmente intricate. Fu così che Parvati, sua moglie, lo cercò ovunque senza risultato; come ultima risorsa si recò dal proprio fratello Vishnu, chiedendogli di trovare suo marito. Egli, che conosce tutto, la rassicurò: “Non preoccuparti, cara sorella, tuo marito è Bhola Shankara e concede prontamente qualunque grazia il Suo devoto Gli chieda, senza prenderne in considerazione le conseguenze; per cui penso che si sia cacciato in qualche guaio. Scoprirò cosa è accaduto”.
    Allora Vishnu, l'onnisciente regista del gioco cosmico, inscenò una piccola commedia: tramutò Nandi (il toro di Shiva) in un toro danzatore e lo condusse al cospetto di Gajasura, assumendo nel contempo le sembianze di un suonatore di flauto. L'incantevole esecuzione del toro mandò in estasi il demone, il quale chiese al suonatore di flauto di esprimere un desiderio; il Vishnu musicante allora rispose: “Puoi darmi quello che ti chiedo?” Gajasura replicò: “Per chi mi hai preso? Io posso darti subito qualunque cosa tu chieda”. Il suonatore quindi disse: “Se è così, libera dunque dal tuo stomaco Shiva che vi si trova”. Gajasura capì allora come questi non fosse altri che Vishnu stesso, l'unico che potesse conoscere quel segreto, così si gettò ai suoi piedi e, liberato Shiva, Gli chiese un ultimo dono: “Io sono stato benedetto da Te con molti doni; la mia ultima richiesta è che tutti mi ricordino adorando la mia testa quando sarò morto”. Shiva condusse allora lì il proprio figlio, la cui testa venne sostituita con quella di Gajasura. Da allora, in India è viva la tradizione per cui qualunque iniziativa, per essere prospera, deve cominciare con l'adorazione di Ganesha; questo è il risultato del dono di Shiva a Gajasura.
  • Secondo i miti fondamentali del Kalismo, Kālī apparve nell'esistenza quando Śiva guardò dentro sé stesso, rappresentando simbolicamente la propria immagine.
    Un'altra mito racconta che nel momento in cui Kālī si apprestava a uccidere dei demoni, improvvisamente si infuriò. Per fermarla Śiva si distese in terra nel luogo in cui stava passando. Una volta passata Kālī si accorse di essere sopra Śiva, si vergognò, e nell'imbarazzo si calmò.Questo commento senza la firma utente è stato inserito da DonatoD (discussioni · contributi) 12:30, 3 mag 2012 (CEST).Rispondi

Kuṇḍalinī

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Ritengo del tutto erronea l'affermazione sulla "kundalini" riportata nel testo, per altro molto dettagliato ed esauriente. La KUNDALINI non è né un'energia sessuale né mentale. Allo stato latente si trova all'interno dell'osso sacro, sopra il primo chakra, chiamato MOOLADHARA o "sostegno della radice", è l'energia che se risvegliata dona la Realizzazione del Sé, chiamata MOKSHA in sanscrito, NIRVANA dai buddisti. Non si può assolutamente risvegliare per mezzo dell'attività sessuale né tramite sforzi mentali. Il risveglio è possibile solo con la guida di un "sat-guru" un vero maestro, che ha avuto a sua volta quest'energia risvegliata. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Apsara (discussioni · contributi) 13:00, 29 gen 2013 (CET).Rispondi

Beh, nella voce non è scritto esattamente questo, si parla di "fonte di potenza sessuale e mentale", così Daniélou. Quello che dici è però sostanzialemte corretto, e comunque riportato nella voce, più in basso. «In alcune pratiche seguite da queste tradizioni gli adepti perseguono l'attivazione della kuṇḍalinī, la śakti che si ritiene risiedere nel corpo umano presso il primo cakra (detto mūlādhāra)[85], per condurla fino all'ultimo cakra e conseguire così la liberazione.[86]».
--DonatoD (msg) 14:31, 29 gen 2013 (CET)Rispondi

Kali

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La dea Kali tradizionalmente viene considerata la consorte di Shiva; questa, a mio avviso importante, nozione ho provato ad inserirla già un paio di volte cercando di migliorare il senso della modifica seguendo le critiche. Malgrado il tono burbero del commento del secondo rollback non ho trovato alcune riferimento alla cosa in tutta la voce. Come non trovare nella voce di Giove che Giunone era considerata la consorte. Comunque se "esperti" così preferiscono ..--Assianir (msg) 21:10, 6 lug 2013 (CEST)Rispondi

Allora, ricapitolando:
1) Il tuo inserimento è privo di fonte.
2) Hai scritto due volte che la cosa per te è "importante": Wikipedia non funziona in questo modo: ciò che è importante per te può non esserlo per altri. È per questo che occorrono le fonti, e occorre poi saper discernere fra le fonti; perché, per esempio, una cosa è il sito amatoriale o quello del santone Tal de' Tali, altro è il testo di uno storico.
3) Avrai poi notato, spero, che la voce è molto sviluppata e articolata, oltre che dotata di fonti puntuali. Quando così, una informazione come la tua, se fontata e ben scritta, troverebbe più proficuamente una sua collocazione all'interno della voce. Infatti:
4) Kālī, come ti è stato scritto da Xinstalker nella tua talk, è solo un'aspetto della Dea, correlata a Śiva soltanto in alcuni culti. Al contrario, chi riveste un ruolo ben maggiore come Dea paredra di Śiva, è Pārvatī. Ma né l'una né l'altra hanno un ruolo tale da giustificare una propria menzione nell'incipit, perché come è ben espresso nell'incipit stesso e poi sviluppato nel corpo della voce, il culto di Śiva è storicamente scisso da quello della Dea.
--DonatoD (msg) 22:09, 6 lug 2013 (CEST)Rispondi

Credo che tu abbia ricapitolato male; e se, come argomento, usi le fonti (punti 1,2,3) ti faccio notare che tutto l'incipit (oggetto della discussione) ne è privo; spero che non tu voglia cancellarlo e se comunque l'ostacolo fosse semplicemente quello del mancato "fontare" non è complicato soddisfare questa esigenza ([1] [2] [3]). Inoltre, non ti pare che sia un po' incoerente citare Shiva nell'incipit della voce Kali e non il contrario? Forse lo giustifichi con la posizione subordinata delle divinità femminili rispetto alle maschili? In ogni caso mi sono accostato a questa voce con spirito costruttivo cercando di inserire un dato mancante o non sufficientemente chiaro e la reazione non mi sembra che sia stata particolarmente collaborativa. Ora ti assicuro che non voglio imporre informazioni a chicchessia e piuttosto che continuare a discutere quando le posizioni sono evidenti e per una questione di importanza limitata, preferisco smetterla qui anche perchè solitamente cerco di usare il mio tempo in modo più proficuo.--Assianir (msg) 01:19, 7 lug 2013 (CEST)Rispondi

Collegamenti esterni modificati

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Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Śiva. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 13:40, 2 feb 2018 (CET)Rispondi

Collegamenti esterni modificati

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Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Śiva. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 08:13, 15 nov 2018 (CET)Rispondi

Titolo pagina: Śiva, Shiva, Sciva, Siva

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In seguito alla discussione (presso il Progetto:Religione) e approvazione delle nuove norme per i nomi dell'India, si sta discutendo ancora una volta il titolo della pagina, qui. --Giulio Mainardi (msg) 22:26, 30 gen 2019 (CET)Rispondi

Devoti a Siva o Visnù?

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Uno dei paragrafi della voce inizia con questa frase: Per i devoti di Siva, gli scivaiti o sivaiti (o anche sciaiviti o saiviti, dall'aggettivo sanscrito ṣaiva, "devoto a Visnù")...

Non sono un esperto, ma non dovrebbe essere "devoto a Siva"?

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