Doryteuthis gahi (d'Orbigny, 1835) è una specie di calamaro di piccole dimensioni appartenente alla famiglia Loliginidae.[2] Si trova nelle acque costiere del sud-est dell'Oceano Pacifico e del sud-ovest dell'Oceano Atlantico, dove viene pescato e consumato come alimento.

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Doryteuthis gahi
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumMollusca
ClasseCephalopoda
OrdineMyopsida
FamigliaLoliginidae
GenereDoryteuthis
SpecieD. gahi
Nomenclatura binomiale
Doryteuthis gahi
(A. d'Orbigny, 1835)
Sinonimi

Loligo gahi
d'Orbigny, 1835
Loligo patagonica
Smith, 1881

Descrizione

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Doryteuthis gahi è una specie di piccole dimensioni, con una lunghezza del mantello compresa tra 10 e 15 cm e un peso che varia tra 75 e 150 grammi.[3] Il mantello è leggermente allungato e presenta, su entrambi i lati dell'estremità posteriore, pinne romboidali che misurano poco meno della metà della lunghezza del mantello. All'estremità anteriore si trovano quattro paia di braccia e un paio di tentacoli. Il terzo e il quarto paio di braccia sono più lunghi degli altri, e nei maschi il quarto braccio sinistro è eterodactilizzato vicino alla punta. I tentacoli sono lunghi e sottili, ciascuno terminante in una manus a forma di clava con ventose piccole e strette ai bordi e ventose leggermente più grandi al centro.[4]

Distribuzione e habitat

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Questo calamaro si trova nel sud-est dell'Oceano Pacifico e nel sud-ovest dell'Oceano Atlantico. Nel Pacifico, il suo areale si estende lungo la costa dal sud del Perù fino al sud del Cile. Nell'Atlantico, si trova dal Golfo di San Matías, in Argentina, verso sud fino alla Terra del Fuoco, includendo la piattaforma continentale intorno alle Isole Falkland. È una specie di mare aperto che vive a profondità comprese tra la superficie e circa 350 metri.[4]

Biologia

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Si conosce poco della biologia di questa specie, ma come tutti i calamari, è un predatore. Le prede vengono catturate con i tentacoli, afferrate e spostate verso la bocca con l'aiuto delle braccia, per poi essere masticate dal becco corneo.[5] In Cile, sono stati identificati siti di deposizione delle uova a profondità comprese tra 10 e 15 metri. Masse di uova fragili, lunghe circa 25 mm e contenenti circa 15 embrioni, sono state trovate tra i fusti dell'alga kelp Lessonia trabeculata, in particolare in aree dove le alghe erano fortemente defogliate. Questo suggerisce che un ambiente semi-protetto, con un adeguato movimento dell'acqua, sia preferibile per la riproduzione. Doryteuthis gahi è spesso preda di Otaria flavescens, Alectis ciliaris e altri predatori.[6]

Nell'Oceano Pacifico, questa specie viene per lo più catturata come pesca accessoria durante le operazioni di pesca a strascico mirate ad altre specie.

Nell'Oceano Atlantico, esiste una pesca dedicata a questa specie nelle acque intorno alle Isole Falkland/Islas Malvinas, dove rappresenta una risorsa importante, pescata principalmente sulla Piattaforma Patagonica. Il totale della pesca mondiale registrata nel 1999 è stato di 42505 tonnellate, con il maggior contributo proveniente dalle Isole Falkland, dove sono state catturate 22502 tonnellate.[4][7]

  1. ^ (EN) Allcock, A.L., Taite, M. & Headlam, J. 2019, Doryteuthis gahi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) MolluscaBase eds. (2024), Doryteuthis gahi (A. d'Orbigny, 1835), in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 29 novembre 2024.
  3. ^ Fisheries Department Fisheries Statistics, Volume 14, 2009 (PDF), su fis.com, Falkland Islands Government, 2010. URL consultato l'11 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2010).
  4. ^ a b c Species Fact Sheet: Loligo gahi (Orbigny, 1835), su fao.org, FAO. URL consultato l'11 novembre 2018.
  5. ^ Edward E. Ruppert, Richard S. Fox e Robert D. Barnes, Invertebrate Zoology, 7ª ed., Cengage Learning, 2004, pp. 355-356, ISBN 978-81-315-0104-7.
  6. ^ Inshore Spawning Grounds of the Squid Doryteuthis Gahi Suggest the Consistent Use of Defoliated Kelp Lessonia Trabeculata in Central Chilean Waters, Taylor & Francis, 2016.
  7. ^ Fishery Statistics Volume 11 (1997–2006) (PDF), su fis.com, Falkland Islands Government, 2007, p. iv, viii. URL consultato il 4 maggio 2015.

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