Eccidio di Portofino
L'eccidio di Portofino, o dell'Olivetta, è stata una strage nazista compiuta a Portofino la notte tra il 2 e il 3 dicembre 1944, per cause mai chiarite, anche se si pensa che sia stato compiuto per rappresaglia.[1][2]
Eccidio dell'Olivetta strage | |
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Data | Notte tra il 2 e il 3 dicembre 1944 |
Luogo | Portofino |
Stato | Italia |
Coordinate | 44°18′08″N 9°12′54.94″E |
Responsabili | Sicherheitspolizei Kriegsmarine |
Motivazione | rappresaglia |
Conseguenze | |
Morti | 22 |
Feriti | 0 |
Dispersi | 0 |
Sopravvissuti | 0 |
Antefatti
modificaPer stroncare la rete di delatori messa in piedi dalla XXXI Brigata Nera "Generale Silvio Parodi",[3] gli alti comandi della Resistenza genovese organizzarono per la sera del 30 novembre 1944 la cosiddetta "giornata della spia",[3][4][5][6] ovvero una ventina di agguati in tutto il capoluogo ligure che in poche ore portò all'eliminazione di numerosi squadristi ed informatori fascisti.[2]
Eventi
modificaLa sera del 2 dicembre 1944 la Sicherheitspolizei di Genova, comandata dal colonnello Siegfried Engel, prelevò dal carcere genovese di Marassi 21 partigiani e un civile e li condussero al castello di San Giorgio di Portofino,[5] sede di un distaccamento della Kriegsmarine[7]. Qui i prigionieri, legati con fili di ferro[8] che i tedeschi erano riusciti a farsi dare dagli abitanti del quartiere Olivetta di Portofino, furono fucilati.[2] I cadaveri, sempre legati e appesantiti da grosse pietre, vennero gettati in mare da una barca nella cala dell'Olivetta.[3][8] Alcuni pescatori, nei giorni seguenti il massacro, trovarono dei corpi in mare legati col filo spinato, ma non li riportarono a terra per paura di rappresaglie.[9]
La scelta delle persone da fucilare venne fatta dal colonnello Siegfried Engel,[5] capo della polizia nazifascista (Sicherheitspolizei o Sipo, «Polizia di sicurezza») e della Sicherheitsdienst (SD, Servizio di Sicurezza) di Genova dall'inizio del 1944, mentre il responsabile dell'operazione fu il tenente della Kriegsmarine Reimers,[8] comandante del porto di Santa Margherita Ligure.[3]
I fucilati
modifica- Abramo Bassignani,
- Domenico Camera,
- Emanuele Orfeo Causa,
- Agostino Carniglia,
- Cafiero Cipriani,
- Luigi Costa,
- Carlo Della Casa,
- Domenico De Palo,
- Carlo Faverzani,
- Antonio Ferrari,
- Otello Gambelli,
- Marcello Goffi,
- Giuseppe Golisano,
- Bartolomeo Maffei,
- Anelio Materozzi,
- Alfredo Meldi,
- Luigi Celso Meldi,
- Tullio Molteni,
- Giovanni Odicini,
- Emanuele Sciutto,
- Cipriano Turco,
- Diofebo Vecchi.
Note
modifica- ^ Pierpaolo Rivello, Quale giustizia per le vittime dei crimini nazisti? L'eccidio della Benedicta e la strage del Turchino tra Storia e Diritto, Giappichelli, 22 luglio 2016, ISBN 9788892161870. URL consultato il 24 luglio 2017.
- ^ a b c La memoria delle vittime e le responsabilità dei carnefici, l’atlante delle stragi nazifasciste (video di tabloid) | Città Metropolitana di Genova, su www.cittametropolitana.genova.it. URL consultato il 14 agosto 2024.
- ^ a b c d e Episodio Spiaggia dell’Olivetta, Portofino, 02.12.1944 (PDF), su straginazifasciste.it.
- ^ Gentile, p. 189.
- ^ a b c d Martiri antifascisti dell'Olivetta, su www.bfscollezionidigitali.org. URL consultato il 13 agosto 2024.
- ^ In memoria dei Caduti in via De Cavero (PDF), su anpi.it.
- ^ Atalnte delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia - Spiaggia dell’Olivetta, Portofino, 02.12.1944
- ^ a b c L’Eccidio dei Martiri dell’Olivetta (Portofino). Il racconto di un testimone., su Mappa dei Luoghi della Resistenza nel Tigullio, 6 dicembre 2021. URL consultato il 13 agosto 2024.
- ^ Italiani in guerra, L’eccidio di Portofino, su ITALIANI IN GUERRA, 2 dicembre 2018. URL consultato il 14 agosto 2024.
Bibliografia
modifica- Carlo Gentile, I crimini di guerra tedeschi in Italia: 1943-1945, Torino, Einaudi, 2015.