Economia libidinale
Il termine economia libidinale [1], come definito dal filosofo francese Jean-François Lyotard, sta ad indicare un processo di domanda e risposta imperniata sulle pulsioni libidinali. Il tema è stato trattato da Lyotard nel suo libro Economie Libidinale (1974) e in due raccolte di saggi, Dérive à partir de Marx et Freud e Des Dispositifs Pulsionnels.
Quando Karl Marx mette in luce il rovesciamento del circuito economico da M-D-M (merce-denaro-merce) nel deviato D-M-D dove l'investimento capitalistico del denaro nella produzione avviene al fine unico di produrre altro denaro, questo è un momento che assume una valenza positiva poiché:
«Non è forse esattamente in questo rovesciamento che consiste il coitus reservatus, il quale con la sospensione dell’emissione mette in serbo la ricchezza in seme, in intensità Tao, e contemporaneamente eccita le regioni (la donna) capaci di rifornirlo di energia? Il mercante non attiva, non estende forse il circuito del commercio suscitando nuovi scambi che all’inizio appariranno necessariamente inutili e anche snaturati, e non sospende forse come l’erotico orientale l’emissione, vale a dire l’uso dei beni che fa circolare, a vantaggio di ciò che, solo, può metterli in rapporto, l’energia monetaria, l’energia in quanto moneta? [2]»
L'odierna economia finanziaria è ormai presa in un vortice di scambi monetari che danno luogo ad altri inutili scambi [3]. Tutto questo è il segno della crisi del desiderio che non ricerca più l'appagamento che, trasformato in energia monetaria, viene invece rinviato all'infinito.
Deleuze e Guattari hanno visto in questa trasformazione dell'economia una forza di liberazione del desiderio che può essere soddisfatto senza ricorrere a strumenti trascendenti [4] È quindi quasi un merito del capitalismo che, come direbbe Marx, grazie alla sua potenza rivoluzionaria borghese «[...] libera i flussi del desiderio in un campo deterritorializzato» [5] Deleuze e Guattari hanno immaginato questa meraviglia del capitalismo con i suoi flussi di liberazione all'infinito ma hanno dovuto riconoscere che «in verità non si è ancora visto nulla» [6] poiché «il capitalismo è definito da una crudeltà incommensurabile, perché ci fa morire gridando viva il capitale» [7].
La strada da seguire secondo Lyotard è ora quella di abbandonare le sterili proteste contro il capitalismo e di saper cogliere invece le forze delle pulsioni presenti al suo interno che generano desideri come energia utile strumento di emancipazione
Note
modifica- ^ L'espressione richiama il termine "libido" , letteralmente traducibile come desiderio o voluttà, concetto cardine della teoria psicoanalitica di Sigmund Freud collegato alla pulsione sessuale. Qui sembra valere piuttosto la teoria junghiana, per la quale la libido è una forma di "energia psichica" che costituisce per l'uomo una vera e propria "spinta vitale", che non si limita esclusivamente all'ambito sessuale
- ^ J.-F. Lyotard, Economia libidinale, tr. it. PGreco, Milano 2012, p. 229
- ^ J.-F. Lyotard, op.cit., p. 228
- ^ Deleuze-Guattari, Mille piani, p. 247
- ^ G. Deleuze - F. Guattari, L’anti-Edipo. Capitalismo e schizofrenia, tr. it. Di A. Fontana, Einaudi, Torino 1975, p. 36
- ^ Deleuze-Guattari, L’anti-Edipo, pp. 36-37
- ^ Deleuze-Guattari, op.cit. p.429