Edward Solly
Edward Solly (25 aprile 1776 – 2 dicembre 1844) è stato un mercante, collezionista d'arte e patriota britannico.
Accumulò una collezione senza precedenti di dipinti italiani del Trecento e del Quattrocento ed eccezionali esempi di Primitivi fiamminghi, in un'epoca in cui questi lavori non erano ancora apprezzati.[1] Nel 1821 Solly vendette la sua enorme collezione di circa 3000 opere al re prussiano Federico Guglielmo III; 677 di loro formarono il nucleo della Gemäldegalerie, uno dei principali musei d'arte berlinesi. Dopo essere tornato a Londra acquisì poi una seconda collezione di oltre 1300 pezzi. Ricoprì inoltre il ruolo di staffetta per l'esercito inglese durante la sesta coalizione antifrancese.[2]
Origini
modificaI Solly erano un'importante famiglia di mercanti, impegnata soprattutto nel commercio del legname baltico[3]; tuttavia, in quanto religiosamente nonconformisti, furono per molto tempo soggetti a discriminazioni e ad ostracismo sociale. Durante le guerre napoleoniche comunque i Solly si assicurarono proficui contratti sia come fornitori di legno di quercia di provenienza prussiana e polacca che come approvvigionatori di navi. Edward Solly, uno dei fratelli più giovani, si trasferì prima a Stoccolma e poi nel 1813 a Berlino per sovrintendere agli affari familiari; il Blocco continentale napoleonico infatti stava ormai fallendo, e i mercanti inglesi erano nuovamente liberi di circolare in Europa.
Grazie ai suoi rapporti con "Fighting Charlie" Vane fu presente alla battaglia di Lipsia nell'ottobre 1813 come osservatore. In seguito alla vittoria alleata, Solly si offrì volontario per portare la notizia fino a Londra. Durante i mesi nel continente aveva infatti acquisito una buona conoscenza delle pianure tedesche settentrionali, ed era certo di poterle percorrere in velocità e autonomia. Il viaggio durò quindici giorni, portandolo quasi sempre attraverso territori ancora sotto il controllo francese. Salpò per l'Inghilterra a bordo di una nave da pesca olandese, e arrivò a Londra ventiquattro ore prima del messaggero ufficiale.[4]
La prima collezione
modificaDopo la fine della guerra tornò a Berlino, dove nel 1816 si sposò. Il suo grande fascino personale e la sua intelligenza gli aprirono i più alti circoli sociali, e man mano che i suoi affari prosperavano riuscì a stabilire buoni rapporti con i migliori esponenti dell'alta società prussiana (funzionari ministeriali, cortigiani, artisti,[5] intenditori e intellettuali).[6]
Durante i suoi viaggi iniziò ad interessarsi alla pittura. Gli sconvolgimenti bellici e la chiusura dei monasteri avevano reso disponibili sul mercato molte opere d'arte, e Solly se ne dimostrò un acquirente perspicace, preoccupandosi della loro provenienza[7] e della documentazione che la comprovasse, cosa insolita per l'epoca.[8] Sebbene possedesse una delle più belle vedute di interni di Pieter de Hooch[9] e forse anche la Donna in piedi alla spinetta di Jan Vermeer[10] secondo il gusto del tempo, Solly s'interessava piuttosto ai primi dipinti italiani bizantineggianti del XIII e XIV secolo, ancora in gran parte conservati nelle chiese e nei monasteri che li avevano commissionati. Era attratto anche dai Primitivi fiamminghi: il suo acquisto più famoso in questo campo furono le ali del Polittico di Gand di Hubert e Jan van Eyck, vendute dai canonici della cattedrale subito dopo il ritorno dell'opera a Gand nel 1816.[11]
Solly continuò ad ampliare la propria collezione al fine di farla acquistare dallo Stato prussiano per formare una collezione pubblica.[12] Proprio a tale scopo il re Federico Guglielmo III aveva acquistato nel 1815 ciò che restava della collezione Giustiniani, ma inizialmente non mostrò interesse per quella di Solly. La sua situazione finanziaria divenne quindi difficile: nonostante tutto il Blocco Continentale era ancora parzialmente attivo, e Solly e l'azienda di famiglia subirono una grave battuta d'arresto quando venti dei loro mercantili furono catturati dai danesi e portati a Copenaghen. Solo dopo anni di pressioni i Solly riuscirono ad essere risarciti delle ingenti perdite subite.
Le trattative per l'acquisto della collezione da parte della Prussia entrarono in porto solo nel 1820, e nel 1821 l'intera collezione Solly (oltre 3000 pezzi) fu acquistata per la neonata Alte Nationalgalerie. 677 dipinti furono selezionati per l'esposizione nel museo; altri furono appesi nei palazzi degli Hohenzollern in sostituzione di quelli che erano stati trasferiti al museo.
La seconda collezione
modificaDopo la vendita Solly si trasferì subito a Londra, ritirandosi dall'attività commerciale e occupandosi solo di opere d'arte,[13] in particolare di quelle alto-rinascimentali.[14] Agì inoltre come consulente di John Bowes, la cui collezione andò a costituire il Bowes Museum.[6] Ritrovandosi spesso in difficoltà finanziarie, tra il 1825 e il 1837 Solly continuò a vendere dipinti, disegni e incisioni[15] (almeno 1306 pezzi suddivisi in molteplici aste, soprattutto piccoli dipinti del secolo d'oro olandese).[16]
Dopo la sua morte nel 1844, gli ultimi pezzi della sua seconda collezione furono venduti o donati dai suoi figli ed eredi Sarah, Lavinia ed Edward[17] nel corso degli anni.[18][19][20]
Note
modifica- ^ “La sua collezione conteneva un certo numero di dipinti di primaria importanza, appartenenti a scuole universalmente ignorate un secolo fa.” osservò un corrispondente del Times in occasione dell’apertura di una nuova galleria al museo di Berlino (The Times, 22 novembre 1905).
- ^ Il resoconto completo del pericoloso viaggio effettuato “in faccia a forze ostili e allo stato caotico del paese” per consegnare il dispaccio nelle mani del governo inglese è del figlio omonimo Edward Solly, in (Elliot Stock, The Bibliographer, marzo 1884; volumi 5-6, p. 91). (News, and Newspapers" )
- ^ Le note biografiche sono largamente tratte da Gli Inglesi come Collezionisti (Frank Hermann, 1972), il quale riscoprì la carriera di Solly tramite vari articoli su The Connoisseur (1967-71).
- ^ (EN) A VERY FINE AND RARE PRESENTATION SABRE FROM EDWARD SOLLY TO THOMAS HARRIS IN COMMEMORATION OF THEIR FELLOWSHIP AT THE MEMORABLE BATTLE OF LEIPZIG, su bonhams.com.
- ^ Marsha L. Morton, Johann Erdmann Hummel e i Primitivi fiamminghi: la nascita dello stile e degli intellettuali Biedermeier (Zeitschrift fuer Kunstgeschichte, 1989).
- ^ a b Herrmann 1972.
- ^ Una provenienza notevole è quella dell'Adorazione di Filippo Lippi, commissionata da Cosimo de’ Medici per la cappella di famiglia a Palazzo Medici e venduto nel 1814.(Palazzo Medici Adoration).
- ^ Frank Hermann, Peel e Solly: due collezionisti d’arte del XIX secolo e le loro fonti d’acquisto, in Journal of the History of Collection, 1991, pp. 81-96).
- ^ Venduto dal museo di Berlino nel 1830 circa, venne venduto nel 1992 per 4,4 milioni di sterline (Geraldine Norman, The Art Market, in The Independent, 20 December 1992).
- ^ Essential Vermeer: Lady Standing at a Virginal
- ^ Uno dei pannelli acquisiti da Solly venne riportato a Gand nel 1920 come parte delle riparazioni di guerra tedesche dopo il Trattato di Versailles.
- ^ Maria Dietl, 1993: La Galleria della Pittura a Berlino: la formazione della collezione Solly in Giovanni Morelli e la cultura dei conoscitori. Atti del Convegno internazionale (Bergamo, 1987, pp. 49-59).
- ^ L’architetto del museo di Berlino Karl Friedrich Schinkel e lo storico dell’arte Gustav Waagen furono suoi ospiti qui nel 1821 e nel 1835 (Gustav Waagen, Tesori dell’arte in Gran Bretagna, Londra 1838, lettera I).
- ^ "Il signor Solly è uno di quei rari personaggi che hanno maturato la completa convinzione che le opere dei pittori del tempo di Raffaello siano al picco della perfezione, e coi quali nessun altro può sperare di competere.” (Gustav Waagen, Tesori dell’arte in Gran Bretagna, Londra 1838, lettera XVI del 10 luglio 1838, la quale include la descrizione di alcuni dipinti della seconda collezione di Solly).
- ^ Frits Lugt, Répertoire des catalogues de ventes publiques; Herrmann 1972.
- ^ Getty Provenance Database search page – enter "Solly" for "Buyer or Seller Name"]
- ^ Edward Solly (11 ottobre 1819 – 2 aprile 1886), professore di chimica e collezionista di libri, la cui biblioteca venne venduta a Sotheby’s dopo la sua morte.
- ^ C’erano 42 lotti, molti dei quali apparvero nella pubblicazione privata Un catalogo descrittivo di alcuni dipinti del Periodo Raffaelliano; la vendita venne registrata in The Art Union (pag. 215f)
- ^ Jordanna Balin, 2004: Illustrando femminismo, vendendo liberalismo, in Studi museali: un’antologia di contesti (Bettina Messias Carbonell, pag. 271 nota 29).
- ^ (EN) National Gallery "key facts" (for the Lotto; a search for "Solly" produces all five), su nationalgallery.org.uk (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2011).
Bibliografia
modifica- (EN) Frank Herrmann, Edward Solly, in The English as Collectors, Chatto and Windus, 1972, pp. 202-208, ISBN 9780701113360.
Altri progetti
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