Elena di Meclemburgo-Strelitz

principessa di Sassonia-Altenburg

Elena di Meclemburgo-Strelitz, (tedesco: Helene Marie Elisabeth Alexandra Auguste Katherine) (San Pietroburgo, 16 gennaio 1857Remplin, 28 agosto 1936), fu la seconda moglie del principe Alberto di Sassonia-Altenburg.

Elena di Meclemburgo-Strelitz
Principessa di Sassonia-Altenburg
Nome completotedesco: Helene Marie Elisabeth Alexandra Auguste Katherine
NascitaSan Pietroburgo, 16 gennaio 1857
MorteRemplin, 28 agosto 1936
Luogo di sepolturaFriedhof, Remplin
DinastiaMeclemburgo-Strelitz
PadreGiorgio Augusto di Meclemburgo-Strelitz
MadreEkaterina Michajlovna Romanova
ConsorteAlberto di Sassonia-Altenburg

Biografia

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Era l'unica figlia di Giorgio Augusto di Meclemburgo-Strelitz, e di sua moglie, Ekaterina Michajlovna Romanova[1]. Essendo l'unica figlia della granduchessa Ekaterina (lei stessa erede principale di suo padre, il granduca Michele), Elena era particolarmente ricca[2]. Apparteneva al ramo russo della famiglia di Meclemburgo-Strelitz[2], e, come tale, aveva molti legami con il paese d'origine di sua madre.

Matrimonio

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La principessa di Battenberg era ansiosa di far sposare Elena con suo figlio Alessandro, il principe regnante della Bulgaria, ma lui non era interessato a lei[3].

Il 13 dicembre 1891 a Remplin, sposò il principe Alberto di Sassonia-Altenburg[1][4]. Egli era l'unico figlio del principe Edoardo di Sassonia-Altenburg, e della sua seconda moglie, la principessa Carolina Luisa di Reuss-Greiz, ed era stato precedentemente sposato con la principessa Maria di Prussia. Attraverso il suo matrimonio, Elena divenne la matrigna delle due figlie di Alberto: Olga e Maria. La coppia non ebbe figli.

Ultimi anni e morte

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Dopo il loro matrimonio, Elena e Alberto vissero metà dell'anno in Russia. Alberto morì il 22 maggio 1902. Elena rimase in Russia fino al successo dei bolscevichi nella guerra civile russa, e la sua famiglia fuggì all'estero nel 1919. Ha vissuto a Copenaghen (1919-1923)[5] e alla fine ha preso la residenza a Schloss Remplin con il nipote Giorgio, duca di Meclemburgo e la sua famiglia. Morì il 28 agosto 1936 a Remplin[1].

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Carlo II, Granduca di Meclemburgo-Strelitz Duca Carlo Luigi Federico di Meclemburgo, Principe di Mirow  
 
Principessa Elisabetta Albertina di Sassonia-Hildburghausen  
Giorgio, Granduca di Meclemburgo-Strelitz  
Principessa Federica d'Assia-Darmstadt Principe Giorgio Guglielmo d'Assia-Darmstadt  
 
Contessa Maria Luisa Albertina di Leiningen-Dagsburg-Falkenburg  
Duca Giorgio Augusto di Meclemburgo-Strelitz  
Langravio Federico d'Assia-Kassel Federico II, Langravio d'Assia-Kassel  
 
Principessa Maria di Gran Bretagna  
Principessa Maria di Assia-Kassel  
Principessa Carolina di Nassau-Usingen Carlo Guglielmo, Principe di Nassau-Usingen  
 
Contessa Carolina Felicita di Leiningen-Dagsburg  
Duchessa Elena di Meclemburgo-Strelitz  
Paolo I di Russia Pietro III di Russia  
 
Principessa Sofia di Anhalt-Zerbst
Caterina II di Russia
 
Granduca Michail Pavlovič di Russia  
Duchessa Sofia Dorotea di Württemberg Federico II Eugenio, Duca di Württemberg  
 
Margravia Federica Dorotea di Brandeburgo-Schwedt  
Granduchessa Ekaterina Michajlovna di Russia  
Principe Paolo di Württemberg Federico I di Württemberg  
 
Duchessa Augusta di Brunswick-Wolfenbüttel  
Principessa Carlotta di Württemberg  
Principessa Carlotta di Sassonia-Hildburghausen Federico, Duca di Sassonia-Altenburg  
 
Duchessa Carlotta Giorgina di Meclemburgo-Strelitz  
 
  • 16 gennaio 1857-13 dicembre 1891: Sua Altezza la Duchessa Elena di Mecklenburg-Strelitz
  • 13 dicembre 1891-28 agosto 1936: Sua Altezza Principessa Alberto di Sassonia-Altenburg, duchessa di Sassonia
  1. ^ a b c Darryl Lundy, The Peerage: Helene Herzogin von Mecklenburg-Strelitz, su thepeerage.com. URL consultato il 13 ottobre 2010.
  2. ^ a b Berlin-Malcom Clarke, in Minneapolis Tribune, 22 luglio 1902.
  3. ^ The downfall of three dynasties (1970). Ayer Publishing. P 266.
  4. ^ MECKLENBURG-STRELITZ, su royaltyguide.nl, Royalty Guide. URL consultato il 14 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2010).
  5. ^ Politiets registerblade

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