Eleutherococcus senticosus

specie di pianta della famiglia Araliaceae
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Il ginseng siberiano (Eleutherococcus senticosus (Rupr. & Maxim.) Maxim., 1859) è un arbusto della famiglia delle Araliaceae, originario dell'Asia orientale.[1]

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Eleutherococcus senticosus
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineApiales
FamigliaAraliaceae
SottofamigliaAralioideae
GenereEleutherococcus
SpecieE. senticosus
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineApiales
FamigliaAraliaceae
GenereEleutherococcus
SpecieE. senticosus
Nomenclatura binomiale
Eleutherococcus senticosus
(Rupr. & Maxim.) Maxim., 1859
Sinonimi

Acanthopanax senticosus

Nomi comuni

Ginseng siberiano

Distribuzione e habitat

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L'areale di questa specie abbraccia la Russia orientale, la Cina, il Giappone e la Corea[1].

La radice di eleuterococco viene usata in erboristeria in forma di gocce o compresse in quanto le vengono riconosciute proprietà toniche e adattogene, in grado di ottimizzare la secrezione degli ormoni.

La pianta è indicata negli stati di stress e sovraffaticamento; rinforza il sistema immunitario aumentando il numero dei linfociti T e stimolando l'attività dei globuli bianchi.[2] Utile in casi di astenia, convalescenza, esaurimento psicofisico, stanchezza, ipotensione, attività sportiva. Previene l'insorgenza delle malattie, indicata nei periodi di ridotta capacità di rendimento, di concentrazione e di attenzione, stimola il metabolismo e aiuta nelle spasmofilie. Un recente studio giapponese ha evidenziato che aiuta a migliorare la resistenza al freddo e allo sforzo.[3]

I principali effetti collaterali — ascrivibili all'assunzione di dosi eccessive — riguardano insonnia e cefalea; è inoltre controversa la reale efficacia in ambito sportivo, a causa dell'assenza di sostanze attive e degli effetti farmacologici opposti.[4]

  1. ^ a b (EN) Eleutherococcus senticosus, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 2 luglio 2024.
  2. ^ "Farmacia al naturale", di Roberta Pasero, pubbl. su "Sapere & Salute", anno 4, genn. 2000, num. 24 pag. 25
  3. ^ "Più sprint con le piante", di Maria Grazia Sacis, pubbl. su Sapere&Salute, anno 3, marzo 1999, num. 19, pag. 26
  4. ^ Enrico Arcelli, L'eleuterococco non aiuta, in La Gazzetta dello Sport, 21 marzo 1997.

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