Emilio Bianchi (militare 1882)
Emilio Galliano Bianchi (Ancona, 22 febbraio 1882 – Hudi Log, 25 maggio 1917) è stato un militare italiano, , decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].
Emilio Galliano Bianchi | |
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Nascita | Ancona, 22 febbraio 1882 |
Morte | Hudi Log, 25 maggio 1917 |
Cause della morte | Ferite riportate in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Genio |
Specialità | Zappatori |
Reparto | 84º Compagnia zappatori, 1º Reggimento zappatori del Genio |
Anni di servizio | 1916-1917 |
Grado | Soldato |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Battaglie | Decima battaglia dell'Isonzo |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Combattenti Liberazione[1] | |
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Biografia
modificaNacque ad Ancona il 22 febbraio 1882, figlio di Valentino e Ginevra Silenzi, all'interno di una modesta famiglia di lavoratori.[1] Rimase orfano di madre in giovane età, trascorse l'infanzia e compì gli studi a Viterbo. Trasferitosi a Roma per lavorare come cameriere, riuscì poi con sacrificio ad aprire una piccola trattoria.[1] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, nel gennaio dell'anno successivo fu chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito.[1] Assegnato al 1º reggimento zappatori raggiunse la zona di operazioni in forza alla 84ª Compagnia del I Battaglione dell'89º Reggimento fanteria della Brigata Salerno.[1] Tra il mese di novembre e quello di dicembre prese parte alle operazioni nel settore del Vallone di Doberdò, e nel gennaio 1917 rimase ferito gravemente da una scheggia di granata a Hudi Log venendo ricoverato presso un ospedaletto da campo.[1] Dopo circa un mese, ancora convalescente, chiese ed ottenne di ritornare al suo reparto dove fu assegnato a servizi di cucina.[3] Ottenne di rientrare in prima linea, e il 24 maggio, durante la decima battaglia dell'Isonzo la 84ª Compagnia venne assegnata al III Battaglione per eseguire lavori di rafforzamento della appena conquistata posizione di Boscomalo.[3] Uscito dal fortino di Nad Bregon sotto il fuoco dell'artiglieria nemica raggiunse Boscomalo iniziando subito a dedicarsi ai lavori di consolidamento delle trincee.[3] Una scheggia di una granata scoppiata lì vicino lo ferì gravemente alla gamba sinistra dilaniandola, e senza emettere un lamento con un coltello recise i lembi di pelle che tenevano attaccato l'arto al resto del corpo mostrandolo quindi, con la mano destra, come incitamento ai suoi compagni.[3] Si spense il giorno successivo presso l'ospedaletto da campo n.5.[3]
Con Decreto Luogotenenziale del 22 dicembre 1917 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]
È dedicata a Bianchi una Caserma a Roma presso la Batteria Nomentana, che in passato ha ospitato il 3º Reggimento del genio zappatori e ferrovieri, mentre oggi è sede del Comando logistico dell'Esercito. Sempre ad Emilio Bianchi sono state intitolate due vie, ad Ancona ed a Viterbo. Dal primo dopoguerra sino al 1932 ad Ancona esistette la squadra di calcio Società Sportiva Emilio Bianchi che aveva raggiunto la serie C e che confluì nella Unione Sportiva Anconitana.
Onorificenze
modifica— Decreto Luogotenenziale 22 luglio 1917.
Note
modificaBibliografia
modifica- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
- Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 58.
- Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1917. L'anno terribile: Dalla Bainsizza alla sorpresa strategica di Caporetto, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
- (EN) John R. Schindler, Isonzo: The Forgotten Sacrifice of the Great War, Westport, Praeger Publishers, 2001, ISBN 0-275-97204-6.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Bianchi, Emilio, su Combattenti Liberazione.
- Bianchi, Emilio, su I caduti del Carso.