Enrico Costa (politico)

politico e avvocato italiano

Enrico Costa (Cuneo, 29 novembre 1969) è un politico italiano, ministro per gli affari regionali dal 29 gennaio 2016 al 19 luglio 2017 nei governi Renzi e Gentiloni, in quest'ultimo con delega alle politiche della famiglia.

Enrico Costa

Vicesegretario di Azione
Durata mandato20 febbraio 2022 –
13 luglio 2024
Vice diCarlo Calenda
PredecessoreCarica creata

Ministro per gli affari regionali[1]
con delega alla famiglia
Durata mandato29 gennaio 2016 –
19 luglio 2017[2]
Capo del governoMatteo Renzi
Paolo Gentiloni
PredecessoreMaria Carmela Lanzetta[3]
Andrea Riccardi[4]
SuccessoreGianclaudio Bressa[3]
Lorenzo Fontana[4]

Viceministro della giustizia
Durata mandato28 febbraio 2014 –
29 gennaio 2016
Vice diAndrea Orlando
Capo del governoMatteo Renzi
PredecessoreCarica istituita
SuccessoreFrancesco Paolo Sisto

Deputato della Repubblica Italiana
In carica
Inizio mandato28 aprile 2006
LegislaturaXV, XVI, XVII, XVIII, XIX
Gruppo
parlamentare
XV: Forza Italia
XVI: Popolo della Libertà
XVII:
- Il Popolo delle Libertà-Berlusconi Presidente (fino al 18/11/2013)
- AP-CpE-NCD (dal 18/11/2013 al 25/07/2017)
- Misto/Fare!-PRI-Liberali (dal 05/07/2017 al 12/12/2017)
- NcI-SCpI-MAIE (dal 12/12/2017)
XVIII:
- Misto/NcI (dal 28/03/2018 al 18/04/2018)
- Forza Italia-Berlusconi Presidente (dal 19/04/2018 al 04/08/2020)
- Misto/NI (dal 04/08/2020 al 26/11/2020)
- Misto/A-+E-RI (dal 26/11/2020)
XIX:
- Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe (fino al 16/09/2024)
- Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE (dal 16/09/2024)
CoalizioneXV: Casa delle Libertà
XVI: Centro-destra 2008
XVII: Centro-destra 2013
XVIII: Centro-destra 2018
CircoscrizioneXV-XVIII: Piemonte 2
XIX: Lombardia 1
CollegioXVIII: 8 (Alba)
Incarichi parlamentari
XV legislatura:

XVI legislatura:

XVII legislatura:

XVIII legislatura:

XIX legislatura:

Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoForza Italia (2018-2020; dal 2024)
In precedenza:
PLI (1990-1993)
UDC (1993-1998)
FI (1998-2009)
PdL (2009-2013)
NCD (2013-2017)
AP (2017)
NcI (2017-2018)
AZ (2020-2024)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Torino
ProfessioneAvvocato; Giornalista pubblicista

Biografia

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È figlio di Raffaele Costa, politico, esponente e segretario del Partito Liberale Italiano, deputato alla Camera dal 1976 al 2006, più volte ministro nei vari governi italiani e presidente della Provincia di Cuneo dal 13 giugno 2004 al 9 giugno 2009, e dal 2001 è un avvocato, iscritto all'Albo Nazionale degli Avvocati.[5]

Gli inizi in politica

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Alle elezioni comunali in Piemonte del 1990 si candida al consiglio comunale di Villanova Mondovì (Cuneo), nelle liste del Partito Liberale Italiano (PLI), risultando eletto consigliere comunale[6]. Alle comunali piemontesi del 1995 viene confermato consigliere comunale nelle liste del Polo delle Libertà[6], che comprendeva anche l'Unione di Centro (UdC), partito erede del PLI fondato dal padre Raffaele e a cui aderì. Alle medesime elezioni viene eletto consigliere provinciale di Cuneo per l'UdC[6].

Nel 1998 aderisce alla confluenza dell'Unione di Centro in Forza Italia di Silvio Berlusconi, nelle cui file viene rieletto consigliere provinciale di Cuneo alle elezioni amministrative del 1999.

Elezione a consigliere regionale

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Alle elezioni regionali in Piemonte del 2000 si candida nelle liste di Forza Italia, a sostegno del presidente uscente di centro-destra Enzo Ghigo, risultando eletto nel collegio di Cuneo con 13.831 preferenze in consiglio regionale del Piemonte, dimettendosi da consigliere provinciale il 19 settembre 2000.[6]

Alle elezioni comunali in Piemonte del 2001 viene rieletto consigliere comunale di Villanova Mondovì per Forza Italia, lasciando la carica il 2 novembre 2002.[6]

Alle elezioni amministrative del 2004 viene rieletto consigliere provinciale di Cuneo per Forza Italia nel collegio di Villanova Mondovì a sostegno del padre Raffaele Costa, che viene eletto presidente della provincia alla guida di una coalizione di centro-destra. Nello stesso anno diventa consigliere comunale di Isasca per Forza Italia.

Alle regionali piemontesi del 2005 viene rieletto consigliere per la provincia di Cuneo nelle liste di Forza Italia, sempre a sostegno di Ghigo, totalizzando 14.751 preferenze, diventando poi vicepresidente del Consiglio regionale.[7]

Elezione a deputato

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Alle elezioni politiche del 2006 viene candidato alla Camera dei deputati, tra le liste di Forza Italia nella circoscrizione Piemonte 2 in quinta posizione, risultando eletto deputato. Nella XV legislatura della Repubblica è stato membro della 2ª Commissione Giustizia e segretario della Commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione.

Rielezione alla Camera

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Costa eletto alla Camera dei deputati nel 2008

Alle elezioni politiche del 2008 viene ricandidato alla Camera, tra le liste del Popolo della Libertà (PdL) nella medesima circoscrizione in sesta posizione, venendo rieletto a Montecitorio. Nel corso della XVI legislatura ha fatto parte della 1ª Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni, in sostituzione del Presidente del Consiglio Berlusconi, della 2ª Commissione Giustizia, di cui è stato capogruppo del PdL, della Giunta per le autorizzazioni e del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa, oltre ad essere stato relatore per il governo nella commissione Giustizia di norme molto discusse come il Lodo Alfano, che bloccava i processi giudiziari nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato (poi abrogato dalla Corte Costituzionale), e il cosiddetto "Legittimo impedimento", che prevedeva la sospensione dei processi giudiziari a carico del Presidente del Consiglio e dei Ministri della Repubblica fino al mantenimento della carica elettiva.

Nel 2011, insieme a Manlio Contento, ha chiesto al neo-ministro della giustizia Francesco Nitto Palma l'invio di ispettori ministeriali alla Procura di Napoli, dove si celebrava un'indagine che vedeva il premier Berlusconi vittima di un ricatto. Ad ottobre 2011 ha presentato, nella commissione Giustizia, un emendamento molto discusso dalle opposizioni al DDL Intercettazioni noto come "Legge Bavaglio", che ne vieta la pubblicazione prima di una cosiddetta "udienza filtro"[8].

All'interno del PdL è stato coordinatore provinciale di Cuneo, e nel gennaio 2013 viene nominato coordinatore regionale del PdL in Piemonte.[9]

Rieletto deputato nella circoscrizione Piemonte 2 in seconda posizione alle elezioni politiche del 2013 col PdL, diviene vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera e ancora membro della Commissione Giustizia.

Il 18 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà[10], aderisce al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano[11][12], venendo eletto capogruppo alla Camera dei Deputati e coordinatore regionale del partito in Piemonte.[11]

Viceministro e Ministro nei governi Renzi e Gentiloni

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In seguito alla fine del governo di Enrico Letta per volere del neo-segretario del PD Matteo Renzi per diventare Presidente del Consiglio, e alla seguente nascita del suo governo, il 28 febbraio 2014 viene nominato dal Consiglio dei ministri viceministro della giustizia nel governo Renzi, affiancando il ministro dem Andrea Orlando[13][14], lasciando quindi la carica di capogruppo e venendo sostituito da Nunzia De Girolamo.

Alle elezioni regionali in Piemonte del 2014 viene candidato alla presidenza della Regione, sostenuto dalla lista Nuovo Centrodestra - Unione di Centro, arrivando quinto con il 2,99% dei voti e non entrando in consiglio.[15]

Il 28 gennaio 2016 viene nominato ministro per gli affari regionali e le autonomie nel governo Renzi, succedendo a Maria Carmela Lanzetta (ad un anno dalle sue dimissioni). Oltre alle deleghe proprie del suo dipartimento, gli vengono affidate le competenze in materia di politiche per la famiglia. A seguito delle dimissioni di Renzi da premier, per la bocciatura della riforma Renzi-Boschi al referendum costituzionale, il 12 dicembre 2016 viene confermato ministro con le medesime deleghe anche nel successivo governo presieduto da Paolo Gentiloni, giurando il giorno stesso nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.[16]

Dimissioni da ministro e ritorno nel centro-destra

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Il 19 luglio 2017 si dimette da ministro e in una lettera al presidente del Consiglio spiega "rinuncio al ruolo e mi tengo il pensiero", riferendosi al suo dissenso riguardo alcuni provvedimenti proposti dal Consiglio dei Ministri di cui faceva parte[17][18][19]. Lo stesso giorno decide di lasciare Alternativa Popolare, ma Berlusconi blinda le porte di Forza Italia a Costa e ad altri transfughi suggerendo loro di dare vita a una nuova formazione centrista. Il 3 agosto aderisce intanto alla componente del gruppo misto "Fare! - PRI - Liberali".

Il 19 dicembre, insieme all'ex compagno di partito Maurizio Lupi, Direzione Italia di Raffaele Fitto, Cantiere Popolare di Saverio Romano, Scelta Civica di Enrico Zanetti e Fare! di Flavio Tosi, dà vita alla lista elettorale Noi con l'Italia, che costituirà la cosiddetta "quarta gamba" della coalizione di centro-destra in vista delle imminenti elezioni politiche.[20]

Alle elezioni politiche del 2018 viene candidato alla Camera nel collegio uninominale Piemonte 2 - 08 (Alba), sostenuto dalla coalizione di centro-destra, venendo rieletto deputato ottenendo il 48,24% dei voti (78.908) e superando i candidati del Movimento 5 Stelle Federico Costamagna (23,11%) e del centro-sinistra Francesco Balocco (22,36%).

Il 19 aprile 2018 abbandona Noi con l'Italia e aderisce alla rinata Forza Italia di Berlusconi.[21]

Ingresso in Azione e rielezione alla Camera

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Il 4 agosto 2020 annuncia l'abbandono di Forza Italia e il passaggio ad Azione, partito di stampo liberale fondato e guidata dall'ex ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda.[22][23]

Il 29 giugno 2021 presenta, insieme a Gianni Pittella (PD), Guido Crosetto (FdI) e Roberto Giachetti (IV) la piattaforma online presuntoinnocente, di matrice fortemente garantista.

Il 20 febbraio 2022, durante il primo congresso di Azione "L'Italia sul serio" presso il palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi a Roma, diventa vicesegretario del partito.[24]

Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene ricandidato alla Camera per la lista Azione - Italia Viva, sia nel collegio uninominale Piemonte 2 - 05 (Cuneo) che come capolista nei collegi plurinominali Lombardia - 01 e Lombardia - 02[25][26], venendo rieletto nel plurinominale Lombardia - 02, mentre nell'uninominale arriva terzo con il 9,81% nella sfida dietro a Monica Ciaburro del centrodestra (53,39%) e a Luca Pione del centrosinistra (24,96%). Ad, ma risulta nel collegio. Viene scelto come segretario - delegato d'aula del gruppo alla Camera.

Dopo aver lanciato un appello insieme a Luigi Marattin di Italia Viva per costruire un unico partito liberal democratico, nel luglio del 2024 si dimette da vicesegretario di Azione.[27] Il 14 settembre, in disaccordo con leadership del partito su varie tematiche tra cui l'adesione al "campo largo", lascia definitivamente Azione[28] per rientrare in Forza Italia dopo quattro anni.[29] Pochi giorni dopo rassegna le dimissioni dalla carica di Presidente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera dei Deputati.[30]

  1. ^ Ministro per gli affari regionali e le autonomie fino al 12 dicembre 2016.
  2. ^ Governo, si è dimesso ministro Enrico Costa: "Niente ambiguità", in Repubblica.it, 19-07-2017. URL consultato il 19-07-2017.
  3. ^ a b Affari regionali
  4. ^ a b Famiglia
  5. ^ Albo Nazionale degli Avvocati - consultato il 31 maggio 2022, su consiglionazionaleforense.it. URL consultato il 31 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2022).
  6. ^ a b c d e Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, su amministratori.interno.gov.it.
  7. ^ Candidati Elezioni 2013 - Enrico Costa - Corriere.it, su Corriere della Sera, 29 novembre 1969. URL consultato il 23 giugno 2023.
  8. ^ Intercettazioni: Pdl, probabile la fiducia, su ansa.it, 7 ottobre 2011. URL consultato il 16 maggio 2013.
  9. ^ (FR) Tuttonotizie, su Tuttonotizie, 12 giugno 2023. URL consultato il 23 giugno 2023.
  10. ^ L’addio al Pdl (in frantumi), rinasce Forza Italia, su Corriere della Sera, 16 novembre 2013. URL consultato il 23 giugno 2023.
  11. ^ a b XVII Legislatura - XVII Legislatura - Deputati e Organi Parlamentari - Composizione gruppi Parlamentari, su www.camera.it. URL consultato il 23 giugno 2023.
  12. ^ ESPLODE IL PDL. Berlusconi lancia Forza Italia E Alfano il Nuovo Centrodestra, su www.avvenire.it, 16 novembre 2013. URL consultato il 23 giugno 2023.
  13. ^ Ecco la squadra di governo: 44 sottosegretari, di cui 9 viceministri. All'Economia Casero e Morando. Renzi: l'Italia può farcela, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 4 aprile 2024.
  14. ^ Governo Renzi, Enrico Costa vice ministro alla Giustizia: fu il relatore del Lodo Alfano, su Il Fatto Quotidiano, 28 febbraio 2014. URL consultato il 4 aprile 2024.
  15. ^ Eligendo Archivio - Elezioni regionali in Piemonte del 2014, su Ministero dell'Interno.
  16. ^ Sergio Mattarella, DPR 12 dicembre 2016 - Nomina dei Ministri (PDF), su governo.it, Governo della Repubblica Italiana, 12 dicembre 2016. URL consultato il 20 febbraio 2017.
  17. ^ Governo: il ministro Costa si è dimesso, su ansa.it, 19 luglio 2017. URL consultato il 19 luglio 2017.
  18. ^ Governo, si è dimesso ministro Enrico Costa: "Niente ambiguità", su la Repubblica, 19 luglio 2017. URL consultato il 23 giugno 2023.
  19. ^ Enrico Costa si dimette: Gentiloni perde pezzi. L'ex ministro verso Forza Italia. Alfano: "Inevitabile e tardivo", su Il Fatto Quotidiano, 19 luglio 2017. URL consultato il 4 aprile 2024.
  20. ^ Centrodestra, Noi con l'Italia senza Quagliariello e Udc, su Affaritaliani.it, 19 dicembre 2017. URL consultato il 23 giugno 2023.
  21. ^ Massimiliano Cavallo, Il ritorno "a casa" di Enrico Costa, su La Guida, 19 aprile 2018. URL consultato il 23 giugno 2023.
  22. ^ Forza Italia, Enrico Costa molla il partito e va con Calenda: "Vera forza liberale", colpo al cuore di Berlusconi, su liberoquotidiano.it. URL consultato il 4 agosto 2020.
  23. ^ Enrico Costa lascia (di nuovo) Forza Italia e va con Calenda. Relatore del lodo Alfano, di Renzi e B. disse: "Con loro si lavora benissimo", su Il Fatto Quotidiano, 5 agosto 2020. URL consultato il 4 aprile 2024.
  24. ^ Enrico Costa nominato da Calenda vicesegretario nazionale di Azione, su Cuneo24, 24 febbraio 2022. URL consultato il 4 aprile 2024.
  25. ^ Elezioni Camera 2022: i candidati delle 4 coalizioni, tutte le sfide uninominali, su la Repubblica, 23 agosto 2022. URL consultato il 23 giugno 2023.
  26. ^ Candidati alle elezioni politiche: tutti i nomi, su la Repubblica, 23 agosto 2022. URL consultato il 16 dicembre 2024.
  27. ^ Azione, Costa si dimette da vicesegretario del partito, su La Stampa, 16 luglio 2024. URL consultato il 17 luglio 2024.
  28. ^ L'addio di Enrico Costa ad Azione. E la replica piccata del partito di Calenda, su HuffPost Italia, 14 settembre 2024. URL consultato il 17 settembre 2024.
  29. ^ https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/09/16/enrico-costa-lascia-azione-a-torna-a-forza-italia_1c7f6099-c4af-4cba-9931-0254b2899e38.html
  30. ^ Enrico Costa si dimette da presidente Giunta per le autorizzazioni - Il Sole 24 ORE, su amp24.ilsole24ore.com. URL consultato il 23 settembre 2024.

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