Margaretha Thecla Johanna Fles, detta Etha (Utrecht, 1º maggio 1857Bergen, 31 gennaio 1948), è stata una pittrice, scrittrice e critica d'arte olandese.

Etha Fles ritratta da Jan Veth

Biografia

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Nata ad Utrecht era la seconda delle due figlie di Josef Alexander Fles (1819-1915) e Teunsijna Johanna Albertine Kranenburg (1827-1878).[1] Il padre, di lontana origine ebraica ma di confessione cattolica, lavorava come medico oculista presso il servizio medico militare e aveva anche uno studio proprio, era inoltre un appassionato collezionista d'arte, la madre era originaria di Amsterdam e pittrice dilettante.

Le due figlie crebbero in un ambiente progressista, la casa di famiglia era frequentata da artisti e intellettuali,[1] della formazione artistica iniziale di Etha si occupò la madre, in seguito fu allieva del paesaggista Adriaen van Everdingen.[2] Dal 1880 al 1884 studiò presso la Rijksakademie van beeldende kunsten ad Amsterdam dove fece parte del primo gruppo di artiste donne ammesse agli studi[3] insieme, fra altre, a Wally Moes, Susanne Bisschop, Gerarda Hermina Marius e J.H. Derkinderen-Besier. Ad Amsterdam fu allieva di August Allebé.[1]

Durante gli studi entrò a far parte di diverse società di artisti come Arti et Amicitiae, il Nederlandsche Etsclub, il Pulchri Studio e Vereeniging Voor de Kunst Utrecht. Fu spesso a Laren nel gruppo di artisti intorno a Anton Mauve e Albert Neuhuys. Nel 1888 tornò ad Utrecht col padre e la sorella,[1] molto interessata all'impressionismo, alle idee di John Ruskin e al movimento Arts and Crafts di William Morris iniziò in questo periodo a scrivere recensioni per diversi periodici. Nel 1895 fondò l'associazione Voor de Kunst (Per l'arte) dedicata ai nuovi movimenti artistici le cui mostre e iniziative contribuirono notevolmente alla diffusione dell'impressionismo e dell'artigianato artistico nei Paesi Bassi. Fles si dedicò anche all'incisione, nel 1895 alcune sue incisioni furono esposte alla prima Esposizione internazionale d'arte di Venezia.[1] Fles iniziò a farsi un nome nell'ambito della critica d'arte. Intrattenne una fitta corrispondenza con il pittore, poeta e critico d'arte Jan Veth, autore di un ritratto della Fles.

In questi anni intraprese diversi viaggi, nel 1900 fu a Parigi come rappresentante di Arti et Amicitiae all'Esposizione universale. A Parigi incontrò lo scultore italiano Medardo Rosso (1858-1928) con il quale mantenne un rapporto di amicizia fino alla sua morte, sostenne lo scultore finanziariamente e promosse le vendite delle sue opere. Altri viaggi la portarono a Roma, Parigi, Berlino, Londra e Vienna.

Nel 1904 tornò a Utrecht per seguire il padre che aveva problemi di salute, in seguito alla morte del padre (1905) e della sorella (1906) si trasferì a Bergen dove fece costruire una villa chiamata De Zonnebloem (il girasole)[1] progettata dall'architetto Hendrik Petrus Berlage.[4] Nel 1909 si trasferì a Roma tornando nei Paesi Bassi per un breve periodo dal 1915 al 1917, nel 1915 adottò la diciottenne Agatha Verkroost. Dal 1917, Fles tornò in Italia: dal 1918 al 1930 a Roma e poi fino al 1934 a Castel Gandolfo sempre accompagnata dalla figlia adottiva. Si convertì al cattolicesimo e fu battezzata nel 1925.

Durante il suo soggiorno in Italia scrisse diversi articoli raccolti poi nel diario Tien jaren in Rome. Bladzijden uit een dagboek (dieci anni a Roma, pagine di diario). Durante gli ultimi anni in Italia abbandonò la pittura per motivi di salute. Rimase a Roma fino al 1934.[1] Tornata a Bergen, nel 1943/44 la sua villa venne sequestrata dai tedeschi e Etha fu sfollata in un convento a Herten, nei pressi di Roermond, nel Limburgo. Dopo la liberazione trascorse un periodo in ospedale per poi tornare a Bergen dove morì il 31 gennaio del 1948.

Opere di Etha Fles si trovano nelle collezioni del Museo Kröller-Müller a Otterlo,[5] del Rijksmuseum ad Amsterdam [6] e del Drents Museum ad Assen.[1]

  • Inleiding tot een kunstgeschiedenis, Utrecht, 1903
  • William Morris, 1834-1896, Haarlem, 1903
  • Medardo Rosso. Der Mensch und der Künstler, Baden, 1922
  • Il Poverello (St. Franciskus van Assisië), Den Bosch, 1926
  • Ware helden. St. Franciskus, St. Clara, St. Antonius, Voorhout, 1928
  • Tien jaren in Rome. Bladzijden uit een dagboek, Zutphen, 1929
  • Handboek der Kunstgeschiedenis, Den Bosch, 1933 (con T. Westerwoudt)
  • Drie visionaire kunstenaars van onzen tijd. Medardo Rosso, Gerardo Dottori, Ernesto Masuelli, Haarlem, 1936

Fles pubblicò inoltre svariati articoli su diverse riviste di arte e cultura e su periodici locali come Elsevier's Geïllustreerd Maandschrift, De Aarde en haar Volken, Op de Hoogte, Algemeen Handelsblad, Utrechtsch Dagblad.

  1. ^ a b c d e f g h (NL) Linda Modderkolk, Fles, Margaretha Tekla Johanna (1857-1948), su Digitaal Vrouwenlexicon van Nederland, 17 settembre 2019. URL consultato il 2 febbraio 2025.
  2. ^ (DE) Uta Römer, AKL - Allgemeines Künstlerlexikon, 2004.
  3. ^ (EN) Etha Fles, su WomenWriters. URL consultato il 2 febbraio 2025.
  4. ^ (EN) Etha Fles, su RKD. URL consultato il 2 febbraio 2025.
  5. ^ (EN) Schepen bij avond, late 19th - early 20th century, su Kröller-Müller Museum. URL consultato il 2 febbraio 2025.
  6. ^ (EN) Etha Fles, su Rijksmuseum. URL consultato il 2 febbraio 2025.

Bibliografia

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(EN) Margaret Scolari Barr, Medardo Rosso and his Dutch patroness Etha Fles, in Nederlands Kunsthistorisch Jaarboek (NKJ) / Netherlands Yearbook for History of Art, vol. 13, 1962, pp. 217–251.

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