Enzio Malatesta
Enzio Malatesta (Apuania, 22 ottobre 1914 – Roma, 2 febbraio 1944) è stato un giornalista e partigiano italiano, giustiziato a Forte Bravetta; medaglia d'oro al valor militare.
Biografia
modificaFiglio del deputato socialista Alberto Malatesta, si laureò a Milano nel 1938, si dedicò all'insegnamento e, poi, al giornalismo[1].
Dopo aver diretto per breve tempo la rivista Cinema e Teatro, si trasferì a Roma e, nel 1940, fu assunto come capo redattore del quotidiano Il Giornale d'Italia. Dopo l'occupazione tedesca entrò nel movimento Bandiera Rossa, con l'incarico di organizzare bande partigiane nel Lazio[1]. Teneva anche contatti con il Fronte militare clandestino per aiutare i soldati inglesi fuggiti dai campi di concentramento[2].
Catturato dalle SS l'11 dicembre 1943, si assunse ogni responsabilità, scagionando i compagni[1], durante un fulmineo processo condotto in una stanza dell'albergo Flora, in Via Veneto[2]. Condannato a morte, fu fucilato a Forte Bravetta, il 2 febbraio 1944, insieme ad altri dieci partigiani di Bandiera Rossa (movimento antifascista guidato da Filiberto Sbardella[3], Raffaele De Luca, Antonino Poce, e altri), gridando: «Viva l'Italia».
Onorificenze
modifica— Roma, 2 febbraio 1944.[4]
Note
modifica- ^ a b c Enzio Malatesta, su anpi.it, ANPI. URL consultato il 2 agosto 2023.
- ^ a b Edgarda Ferri, Uno dei tanti, Mondadori, Milano, 2010
- ^ I partigiani romani di Bandiera rossa, in Altre Storie, 23 gennaio 2007. URL consultato il 4 gennaio 2018.
- ^ Dettaglio onorificenza
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Enzio Malatesta, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 89295277 · ISNI (EN) 0000 0000 6633 5912 · SBN RMRV005788 · BAV 495/232259 |
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