La Falsa Croce è un asterismo ben visibile nell'emisfero australe tra le costellazioni delle Vele e della Carena, parte dell'antica Nave Argo.

L'asterismo della falsa croce.

Il suo nome le deriva dal fatto che talvolta viene confusa con la vicina costellazione della Croce del Sud, la quale è però più piccola, ma più luminosa; questa confusione è spesso favorita dal fatto che i due gruppi stellari giacciono ad una declinazione simile, hanno quasi lo stesso orientamento e si trovano poco distanti in cielo.

Osservazione

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L'asterismo può essere osservato bene a partire dalle latitudini tropicali boreali, mentre in gran parte dell'emisfero sud della Terra si presenta circumpolare. Le sue quattro stelle, facenti parte delle Vele e della Carena a gruppi di due, dovevano però essere note in epoca antica dalle grandi civiltà classiche del passato, dato che, a causa della precessione degli equinozi, le sue stelle erano al di sopra dell'orizzonte per molte terre che si affacciano sul Mediterraneo.

Caratteristiche

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Le stelle della falsa croce.

Le stelle facenti parte dell'asterismo sono κ Velorum[1] e δ Velorum[2] a nord, e ι Carinae e ε Carinae a sud;[3] queste componenti hanno spettro e colori differenti, essendo azzurra la prima, bianco-gialle le altre due e arancione la quarta.[4] In mezzo all'asterismo passa la Via Lattea, in un tratto oscurato da polveri interstellari, ma ricco di oggetti come ammassi aperti, in particolare IC 2391, visibile poco a nord-ovest.[5][6]

  1. ^ Tetzlaff, N et al., A catalogue of young runaway Hipparcos stars within 3 kpc from the Sun, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 410, n. 1, gennaio 2011, pp. 190–200, DOI:10.1111/j.1365-2966.2010.17434.x.
  2. ^ Ammler-von Eiff, M., The nearby eclipsing stellar system δ Velorum. II. First reliable orbit for the eclipsing pair, in Astronomy & Astrophysics, vol. 528, A21, aprile 2011), DOI:10.1051/0004-6361/201016227.
  3. ^ Starry Night Photography – Southern Cross, False Cross & Diamond Cross, su Southernskyphoto.com. URL consultato il 10 marzo 2019.
  4. ^ Patrick Moore, Patrick Moore's Astronomy: Teach Yourself, Hachette, 2010, ISBN 978-1444129779.
  5. ^ Catalogo NGC/IC online - result for IC 2391, su ngcicproject.org. URL consultato il 28 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  6. ^ Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Caldwell Objects, Cambridge University Press, 2003, ISBN 0-521-55332-6.

Voci correlate

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