Falso storico

documento formalmente o apparentemente genuino, in realtà contenente dati inesatti o inventati oppure prodotto in epoca diversa da quella pretesa o presunta

Un falso storico in filologia e paleografia è un documento formalmente o apparentemente genuino, in realtà contenente dati inesatti o inventati oppure prodotto in epoca diversa da quella pretesa o presunta.[1]

Falso storico della Piazza Vittorio Emanuele II di Sarnano. L'immagine a sinistra è l'originale, mentre quella a destra è un fotomontaggio che rappresenta i nazifascisti mentre minacciano di uccidere gli abitanti per impiccagione, ricreando così l'evento storico realmente accaduto

In senso lato, ma specialmente in ambito storiografico, si può dire falso storico qualunque insieme di fatti o detti falsi che siano tuttavia testimoniati e tràditi come veri.

Architettura

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La facciata della Cattedrale di Firenze venne realizzata solo alla fine del XIX secolo in stile neogotico (a sinistra un'immagine del 1860).

In architettura, il termine "falso storico" viene usato dai detrattori della riproposizione di uno stile architettonico di un tempo passato, con materiali e tecniche dei tempi attuali oppure dell'epoca originaria. La definizione di "falso storico" è stata coniata dallo storico dell'arte Cesare Brandi, che ne era un accanito oppositore. Nonostante il forte influsso di Brandi nella cultura artistica del dopoguerra, parecchi monumenti distrutti dalla guerra, da calamità o da attentati sono stati ricostruiti "com'erano e dov'erano". Uno dei più celebri esempi è il campanile di San Marco a Venezia ricostruito all'inizio del XX secolo, in seguito a un crollo, secondo lo schema architettonico originario seppur con materiali e modalità costruttive moderne; in tale occasione l'allora sindaco veneziano Filippo Grimani coniò la famosa frase «Com'era, dov'era» che viene oggi abitualmente riferita ad analoghi episodi di ricostruzione in seguito a eventi accidentali.

Un famosissimo falso documentario fu la cosiddetta donazione di Costantino. Un altro esempio che a suo tempo destò notevole scalpore fu la finta scoperta nel 1789 di un gruppo di documenti autografi di William Shakespeare, in realtà opera di William Henry Ireland, contenenti, tra le altre cose, un dramma inedito e alcune lettere alla moglie Anne Hathaway (gli Ireland Shakespeare forgeries).

Nell'Italia ottocentesca furono famose le Carte di Arborea, falsi documenti medievali redatti da un frate, che trassero in inganno diversi storici di fama come Pietro Martini. I cosiddetti Protocolli dei Savi di Sion dei primi anni del XX secolo nella Russia imperiale, attribuiti a una fantomatica cospirazione ebraica e massonica, sono un altro falso documentario famoso.

Voci correlate

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