Fasci d'Azione Rivoluzionaria
I Fasci d'Azione Rivoluzionaria furono un movimento politico italiano fondato nel 1914 da Benito Mussolini e attivo soprattutto nel 1915.
Fasci d'Azione Rivoluzionaria | |
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Leader | Alceste de Ambris Benito Mussolini Angelo Oliviero Olivetti |
Stato | Italia |
Fondazione | 1914 |
Dissoluzione | 1918 |
Confluito in | Fasci italiani di combattimento |
Ideologia | Interventismo Nazionalismo italiano Nazionalismo rivoluzionario Repubblicanesimo Sindacalismo nazionale Sindacalismo rivoluzionario Interventismo di sinistra[1] |
Iscritti | 9 000 (1915) |
Storia
modificaPatrocinato da Alceste de Ambris, Mussolini e Angelo Oliviero Olivetti,[2] il movimento mirava a promuovere l'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, collegandosi al mondo degli interventisti rivoluzionari e ispirato al manifesto programmatico del Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista, datato 5 ottobre 1914.[3] Il 1º gennaio 1915 Mussolini pubblicò il manifesto sul suo nuovo quotidiano Il Popolo d'Italia. Arrivò poco dopo a circa 9 000 iscritti.[4]
Il primo congresso si tenne il 24 e 25 gennaio 1915 e nel Comitato centrale vennero eletti tra gli altri Michele Bianchi e Cesare Rossi.
Il movimento raggiunse il suo obiettivo primario quando l'Italia dichiarò guerra all'Impero austro-ungarico nel maggio 1915 e la maggior parte dei suoi membri si arruolò nell'esercito. Con l'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale nel maggio 1915 i Fasci si sciolsero, quando gran parte dei suoi iscritti vennero richiamati sotto le armi.[5] Nel novembre 1915, tuttavia, essi furono ricostituiti, con l'obbiettivo di spingere il governo Salandra a dichiarare guerra anche alla Germania, non limitandosi ad una guerra locale contro l'Austria-Ungheria, ma inserendosi completamente nel conflitto europeo al fianco dell'Intesa.[6]
Cessò le sue attività con la fine del conflitto. Dopo la guerra, quasi tutti i suoi membri si riunirono nel 1919 in piazza San Sepolcro per la fondazione dei Fasci italiani di combattimento, che precedettero il Partito Nazionale Fascista fondato nel 1921.
Organizzazione
modificaStatuto e programma
modificaLo "statuto-programma" fu pubblicato su Il Popolo d'Italia del 6 gennaio 1915.[7]
«Art. 1. – Sono costituiti in Italia i Fasci d'Azione Rivoluzionaria.
Art. 2. – I Fasci non costituiscono un partito. Sono liberi raggruppamenti di quei sovversivi di tutte le scuole e dottrine politiche che ritengono di trovare nell'attuale momento, e in quello che immediatamente a questo succederà, un campo propizio alla fecondazione delle idealità rivoluzionarie e non intendono però lasciare sfuggire la occasione di un movimento in comune.
Art. 3. – Più specialmente i Fasci si propongono di creare una situazione che trascini l'Italia a partecipare, senza ulteriore indugio, alla guerra contro gli imperi Centrali. Questa circostanza, realizzata, avrà un triplice risultato:
a). La negazione per volontà di popolo di tutta la politica dinastica di Casa Savoia.
b). abbreviare la guerra e colpire il militarismo nella sua più tipica espressione di organismo dominatore e sopraffattore dei popoli.
c). La rivoluzione di problemi di nazionalità che una volta a posto sgombreranno il terreno della lotta fra le classi di un grande elemento di confusione tra i vari ceti sociali spianando la via a tutte le rivendicazioni politiche ed economiche.
Art. 4. – Questo programma dovrà essere realizzato attraverso la propaganda orale e scritta e quell ltre forme d'intesa che le circostanze dettano
Art. 5. – I Fasci vivranno con le volontarie quote che ogni aderente verserà a seconda delle proprie forze.
Art. 6. – Nella seconda quindicina di gennaio avrà luogo un convegno nazionale Fra i rappresentanti di tutti i Fasci d'Italia che accetteranno questo programma.
Art. 7. – Sino all'epoca del Convegno nazionale, il comitato del Fascio d'Azione Rivoluzionaria di Milano, via Sala 10, funzionerà da Comitato Centrale.
Art. 8. – Esso provvederà alla stampa di una tessera unica per tutti gli aderenti ai Fasci già costituiti e che si costituiranno in Italia. Questa tessera ha il valore di un elemento di riconoscimento per il libero intervento alle riunioni del Fascio locale e degli altri Fasci d'Italia
Art. 9. – La tessera costa una lira. I proventi sono destinati dal Comitato Centrale alla stampa di manifesti, volantini, numeri unici, contributo all'invito di oratori, ecc.»
Note
modifica- ^ Giuseppe Parlato, La sinistra fascista. Storia di un progetto mancato, Bologna, Il Mulino Ricerca, 2000.
- ^ (EN) Zeev Sternhell, The Birth of Fascist Ideology, Francia, 1989, p. 303.
- ^ Primo manifesto-appello del Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista (5 ottobre 1914), su larchivio.com. URL consultato il 21 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2013).
- ^ Francesco Leoni, Storia dei partiti politici italiani, Napoli: Alfredo Guida Editore, 2001, p. 378.
- ^ Renzo De Felice, Mussolini il rivoluzionario, Giulio Einaudi Editore, 1965, p. 320.«Quelli che non furono subito richiamati fecero di tutto per essere accettati come volontari e [...] accantonarono ogni opposizione al governo, sino a sciogliere, come ormai inutili, i loro Fasci»
- ^ Renzo De Felice, Mussolini il rivoluzionario, Giulio Einaudi Editore, 1965, p. 327.
- ^ Un appello ai lavoratori d'Italia dei Fasci d'Azione Rivoluzionaria, in Il Popolo d'Italia, 6 gennaio 1915.
Bibliografia
modifica- Mauro Canali, Cesare Rossi. Da rivoluzionario a eminenza grigia del fascismo, Il Mulino, Bologna, 1991.
- (EN) Dennis Mack Smith, Modern Italy; A Political History. Ann Arbor: University of Michigan Press, 1997.
- (EN) Zeev Sternhell, The Birth of Fascist Ideology, Francia, 1989.
Voci correlate
modifica- Associazione Nazionalista Italiana
- Carta del Carnaro
- Corporativismo
- Fasci italiani di combattimento
- Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista
- Fascismo
- Fondazione dei Fasci italiani di combattimento
- Internazionalismo proletario
- Nazionalismo
- Partito Nazionale Fascista
- Partito Politico Futurista
- Partito Socialista Italiano
- Prima guerra mondiale
- Regno d'Italia (1861-1946)
- Sindacato
- Storia del fascismo italiano
- Terza posizione (ideologia)