Fehime Sultan

principessa ottomana, figlia di Murad V

Fehime Sultan (turco ottomano: فہیمه سلطان, "intelligenza"; Istanbul, 2 luglio 1875Nizza, 15 settembre 1929) è stata una principessa ottomana, figlia del sultano Murad V e della consorte Meyliservet Kadin.

Fehime Sultan
Sultana dell'impero ottomano
TrattamentoSua Altezza Imperiale
NascitaIstanbul, 2 luglio 1875
MorteNizza, 15 settembre 1929 (54 anni)
Luogo di sepolturaMonastero di Solimano, Damasco, Siria
DinastiaCasa di Osman
PadreMurad V
MadreMeyliservet Kadin
ConiugiAli Galib Pasha
(1901-1909, div.)
Mahmud Behçet Bey
(1910-1929)
ReligioneIslam sunnita

Origini

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Fehime Sultan nacque il 2 luglio 1875 a Istanbul, nel Palazzo di Dolmabahçe. Suo padre era il futuro sultano ottomano Murad V e sua madre la consorte Meyliservet Kadin.

La sua nascita dovette essere tenuta nascosta fino all'ascesa al trono del padre, perché era all'epoca vietato ai principi ottomani avere figli prima di salire al trono.

Un anno dopo la sua nascita Murad divenne sultano, nome Murad V, e Fehime venne riconosciuta come principessa imperiale, ma dopo 93 giorni fu deposto, per supposta incapacità mentale, dal suo fratellastro Abdülhamid II, e rinchiuso, con tutta la sua famiglia, al Palazzo di Çırağan[1][2][3][4].

Confinamento

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Al momento del suo confinamento nel Palazzo di Çırağan, Fehime Sultan aveva solo un anno, e perciò crebbe senza conoscere altra vita.

Venne educata da suo padre, dalle sue consorti e dalle Kalfa (serve) di palazzo. Gevherriz Hanım le insegnò il francese e a suonare il pianoforte, attività in cui Fehime eccelleva. Ben presto iniziò anche a comporre e s'interessò anche ad altre arti.

Ciononostante, il ritratto di lei nelle memorie di Filitzen Hanim, consorte più giovane di Murad V, è piuttosto negativo. Filitzen la descriveva come una sempliciotta arrogante, egocentrica e orgogliosa, non molto graziosa, ma convinta di essere bellissima e ossessionata dal desiderio che anche gli altri lo pensassero. Il suo passatempo preferito era guardarsi allo specchio e non amava nulla più delle lodi, mentre non era per nulla incline alla lettura o ad altre attività intellettuali. In particolare, Filitzen paragona spesso, e in negativo, Fehime alla sua sorellastra maggiore Hatice Sultan, che invece giudicava bella, intelligente, vivace e piena di qualità.

Fehime Sultan rimase orfana di madre a circa sedici anni, quando sua madre, Meyliservet Kadın, morì di malattia, raccomandandola alle cure di suo padre[5].

Primo matrimonio

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Nel 1989 Murad V, su desiderio di Hatice, scrisse ad Abdülhamid II chiedendogli di trovare marito alle due figlie maggiori, Hatice e Fehime. Abdülhamid accettò, ma a condizione che le due non tornassero mai più al Palazzo di Çırağan, né rivedessero la famiglia. Entrambe accettarono, ma Fehime, mai uscita da palazzo, fu sconvolta dalla vita esterna e addirittura ebbe paura della carrozza mandata a prenderle per portarle a Palazzo Yıldız.

Nell'ottobre 1898 Fehime incontrò, insieme alle figlie di Abdülhamid II, l'imperatrice Augusta Vittoria di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg. Inizialmente esclusa dalla cerimonia con Hatice, Abdülhamid II infine invitò anche loro per non ferirle.

Il 3 settembre 1901 finalmente Abdülhamid II mantenne la promessa di sposarla, in una tripla cerimonia con la sua sorellastra Hatice Sultan ed Emine Sultan, figlia di Abdülaziz. Tuttavia, il marito scelto per Fehime era un modesto paggio di tavola, Ali Galib Bey, promosso frettolosamente a Paşah.

Fehime e suo marito vissero in una villa a Ortaköy, e, malgrado gli sforzi di Galib, che era sinceramente innamorato e tentò ogni cosa per far felice la moglie, comprese enormi spese per soddisfare i suoi desideri il matrimonio fu infelice e senza figli.

Tuttavia, Fehime riuscì a inserirsi nel tessuto sociale di Istanbul. Il suo abbigliamento lussuoso ed elegante e gli atteggiamenti eccentrici le fecero guadagnare il soprannome di Kelebek Sultan, ovvero Principessa farfalla.

Fehime riuscì infine a ottenere il divorzio da Mehmed V, nel 1909, quando si innamorò di un altro uomo, dopo la deposizione di Abdülhamid II che invece glielo aveva sempre negato[6][7][8][9].

Secondo matrimonio

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Nel 1909 Fehime conobbe in un giardino Mahmud Behçet Bey, ufficiale, che aveva cinque anni meno di lei e di cui si innamorò. I due si sposarono nel 1910. Vissero felici per 14 anni, ma non riuscirono ad avere figli.

Alla fine del 1920 Fehime, insieme a sua cugina Naime Sultan, prese parte a un'organizzazione clandestina, la Müdafaa-i Milliye Grubu, che si opponeva al governo di Mehmed VI e chiedeva più diritti costituzionali. Mehmed VI era zio di Fehime, che lei non amava, perché ostile ai figli di Murad V, che tenne sempre sotto stretta sorveglianza. Si rivelò una risorsa preziosa per gli oppositori. Appassionata costituzionalista, nel 1911 compose una sonata per esprimere le sue idee politiche, intitolata Pour La Constitution[10][11][12][13][14].

Nel 1922 il sultanato venne abolito e due anni dopo la neo Repubblica Turca esiliò l'intera dinastia ottomana.

Fehime e suo marito vissero prima a Vienna e poi a Nizza. Qui, Behçet, dopo un fallimentare tentativo di aprire un chiosco di gelati turchi in Rue de Congrés, fuggì con tutti i loro soldi, abbandonando Fehime all'indigenza.

Anche se a Nizza vivevano altri membri della famiglia, in particolare Abdülmecid II, essi si rifiutarono di aiutarla, in parte perché fra i discendenti del sultano Abdülaziz come Abdülmecid II e quelli del sultano Abdülmecid I come Fehime non scorreva buon sangue, a causa della morte sospetta di Abdülaziz, che i suoi discendenti credevano fosse un omicidio organizzato dal ramo "Mecide" della famiglia, e in parte perché la famiglia disapprovava le idee politiche sostenute da Fehime, che ritenevano fossero state la causa della caduta del Sultanato e del loro esilio. Fehime sopravvisse solo grazie ad alcuni eunuchi fedeli, che coi loro miseri beni l'aiutarono perlomeno a mangiare e avere una casa[10][14].

Fehime Sultan morì di tubercolosi il 15 settembre 1929 a Nizza. Venne sepolta nel monastero di Solimano, a Damasco, in Siria[15][14][16][17].

Onorificenze

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Eredità

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Alcuni abiti a lei attribuiti sono conservati a Palazzo Topkapi[19].

Cultura popolare

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  • Nella serie TV del 2017 Payitaht: Abdülhamid, Fehime Sultan è interpretata dall'attrice turca Elif Özkul.
  • Fehime Sultan è un personaggio del romanzo storico di Ayşe Osmanoğlu The Gilded Cage on the Bosphorus (2020).
  1. ^ Uluçay 2011, p. 242
  2. ^ Sakaoğlu 2008, p. 663.
  3. ^ Adra, Jamil (2005). Genealogy of the Imperial Ottoman Family 2005. p. 21.
  4. ^ Brookes 2010, p. 64.
  5. ^ Brookes 2010, p. 99, 109
  6. ^ Brookes 2010, pp. 109–110, 115-117, 159, 165-166.
  7. ^ Hidden, Alexander W. (1912). The Ottoman Dynasty: A History of the Sultans of Turkey from the Earliest Authentic Record to the Present Time, with Notes on the Manners and Customs of the People. N. W. Hidden. p. 417.
  8. ^ Sakaoğlu 2008, p. 664
  9. ^ Mourad, Kenizé (1991). Saraydan sürgüne. İsis. p. 6. ISBN 978-9-754-28021-0.
  10. ^ a b Ekinci, Ekrem. "BİR TAS ÇORBA UĞRUNA: FEHİME SULTAN'IN ACIKLI SONU". Ekrem Buğra Ekinci (in Turkish). Retrieved 2021-02-04.
  11. ^ Stanford Jay Shaw (2000). From Empire to Republic: The Turkish War of National Liberation, 1918-1923 : a Documentary Study. Turkish Historical Society. p. 1046. ISBN 978-975-16-1228-1.
  12. ^ Suna Kili'ye armağan: cumhuriyete adanan bir yaşam. Boğaziçi Üniversitesi Yayınları. 1998. p. 333. ISBN 978-9-755-18124-0.
  13. ^ Criss, N B (January 1, 1999). Istanbul Under Allied Occupation, 1918-1923. BRILL. p. 120. ISBN 978-9-004-11259-9.
  14. ^ a b c Kalkan, Ersin (27 July 2002). "Ortaköy tarihten temizlendi sultanların kemikleri sızlıyor". Hürriyet. Retrieved 10 December 2016.
  15. ^ Sakaoğlu 2008, p. 663
  16. ^ "Sultan V. Murad Han". www.enfal.de. Enfal.de sitesi, Hasırcızade tarihi. Archived from the original on 4 March 2016. Retrieved 10 December 2016.
  17. ^ Brookes 2010, p. 281.
  18. ^ a b Yılmaz Öztuna (1978). Başlangıcından zamanımıza kadar büyük Türkiye tarihi: Türkiye'nin siyasî, medenî, kültür, teşkilât ve san'at tarihi. Ötüken Yayınevi. p. 165.
  19. ^ Scarce, Jennifer M. (2003). Women's Costume of the Near and Middle East. Psychology Press. pp. 83–86. ISBN 978-0-700-71560-2.

Bibliografia

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  • Brookes, Douglas Scott (2010). The Concubine, the Princess, and the Teacher: Voices from the Ottoman Harem. University of Texas Press. ISBN 978-0-292-78335-5.
  • Sakaoğlu, Necdet (2008). Bu mülkün kadın sultanları: Vâlide sultanlar, hâtunlar, hasekiler, kadınefendiler, sultanefendiler. Oğlak Yayıncılık. ISBN 978-9-753-29623-6.
  • Uluçay, Mustafa Çağatay (2011). Padişahların kadınları ve kızları. Ankara: Ötüken. ISBN 978-9-754-37840-5.

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