Felice, Cipriano e compagni martiri
I santi Felice, Cipriano e compagni martiri, sono 4.966 cristiani uccisi in Africa nel 484 durante la persecuzione ordinata da Unnerico, re dei Vandali.
Santi Felice, Cipriano e compagni martiri | |
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Morte | Africa, 484 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 12 ottobre |
Storia
modificaUnnerico, re dei Vandali dal 477 al 484, era il figlio maggiore di Genserico; mentre il padre si era dimostrato tollerante con i cattolici, il figlio, dopo un iniziale periodo di benevolenza, verso la fine del suo regno scatenò contro di loro una feroce persecuzione. Dopo avere ordinato ai sudditi cattolici, il 24 febbraio 484, il passaggio all'arianesimo entro il 1º giugno, al loro rifiuto decretò l'applicazione di tutte le disposizioni emanate dagli imperatori romani contro gli eretici[1], deportandoli in Corsica e in campi di concentramento nell'entroterra africano, dove i sopravvissuti alle durissime condizioni di prigionia nel deserto furono torturati e bruciati vivi sul rogo, subendo il martirio in quella che fu una delle più crudeli persecuzioni della storia della cristianità.
Le vittime furono 4.966[2], tra vescovi, presbiteri, diaconi e semplici fedeli; fra loro sono ricordati anche i vescovi Felice e Cipriano. Il numero delle vittime è superiore a quello relativo alla grande persecuzione di Diocleziano (303), nella quale, secondo gli storici moderni, morirono da 3.000 a 3.500 cristiani. Unnerico, verso la fine del 484, fu colpito dalla peste, considerata dai cattolici una punizione divina per le sue persecuzioni[3], morendo in pochi giorni il 23 dicembre del medesimo anno. Il suo successore, il nipote Gutemondo, pur professando come il suo predecessore la religione ariana, cessò le persecuzioni dei cattolici, provocando il loro ritorno in massa sulle coste dell'Africa settentrionale. L'Historia persecutionis Africanae Provinciae, temporibus Geiserici et Hunirici regum Wandalorum, scritta dal vescovo cattolico Vittore di Vita, rappresenta la principale testimonianza contemporanea sulla persecuzione.
Culto
modificail Martirologio Romano ricorda questo gruppo di martiri il 12 ottobre:
«Commemorazione dei santi quattromilanovecentosessantasei martiri e confessori della fede: vescovi, sacerdoti e diaconi della Chiesa di Dio insieme a una folla immensa di fedeli, durante la persecuzione vandalica in Africa, per ordine del re ariano Unnerico, furono esiliati in odio alla verità cattolica in un orrendo deserto e celebrarono, infine, il martirio dopo varie torture. Erano tra loro Cipriano e Felice, vescovi, insigni sacerdoti del Signore.»
Note
modifica- ^ Unnerico, su treccani.it. URL consultato il 18 ottobre 2018.
- ^ Santi Felice, Cipriano e 4964 compagni Martiri d'Africa, su santiebeati.it. URL consultato il 19 ottobre 2018.
- ^ Historia persecvtionis africanae provinciae, p.58, su dmgh.de. URL consultato il 19 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2018).
Bibliografia
modifica- Ludwig Schmidt, "I suebi, gli alani, e i vandali in Spagna. La dominazione vandalica in Africa 429-533", Storia del mondo medievale, vol. I, 1999, pp. 301-319
- (LA) Victoris Vitensis Historia persecvtionis africanae provinciae svb Geiserico et Hvnirico Regibvs Wandalorvm, recensvit Carolvs Halm, Berlino 1879, in «Monumenta Germaniae Historica», Avctorum Antiqvissorum Tomi III pars prior, Berolini 1879
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Felice, Cipriano e compagni martiri, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.