Felice Trofino

arcivescovo cattolico italiano

Felice Trofino (Bologna, ... – 1527) è stato un arcivescovo cattolico italiano, prelato di spicco della corte di papa Clemente VII.

Felice Trofino
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Natoa Bologna
Consacrato vescovo21 dicembre 1524
Elevato arcivescovo1º giugno 1526
Deceduto1527
 

Biografia

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Di origini bolognesi, intraprese la carriera ecclesiastica e nel 1516 entrò come prelato nel seguito del cardinale Pietro Accolti, arcivescovo di Ravenna.

Fu tra i principali collaboratori del cardinal Caetano nel suo tentativo di ricondurre Martin Lutero in seno alla Chiesa di Roma: nell'estate del 1518 accompagnò il cardinale alla Dieta di Augusta, dove venne pronunciata la prima condanna ufficiale delle tesi luterane; in seguito si adoperò personalmente presso il cappellano e segretario di Federico il Saggio, Georg Burkhardt (detto Spalatino), per convincerlo a far desistere l'elettore di Sassonia dall'introdurre la Riforma nei suoi stati.

Attorno al 1520 divenne cappellano e segretario del cardinale Giulio de' Medici (poi papa Clemente VII) e grazie al suo appoggio succedette a Silvestro Gigli quale Collettore dell'Obolo di San Pietro per l'Inghilterra.

Dopo la sua elezione a papa, nel 1524 Clemente VII lo elesse vescovo di Chieti, ancora amministrata da Gianpietro Carafa nonostante fosse stato trasferito alla sede di Brindisi nel 1518: su richiesta di Felice Trofino, il papa, con la bolla Super universas, staccò il territorio teatino dalla provincia romana ed elevò Chieti a sede arcivescovile e metropolitana (1º giugno 1526[1]), assegnandole come suffraganee le diocesi di Lanciano, di Penne e quella di Atri.

Intrattenne relazioni con numerosi uomini di cultura del tempo: protesse il discepolo di Erasmo da Rotterdam, Johannes Hovius, e nel maggio del 1525 Erasmo stesso indirizzò al Trofino una lettera di congratulazioni; Girolamo Aleandro gli indirizzò quattro lettere, pubblicate e Parigi da Paquier nel 1909;[2] Paolo Grillando gli dedicò il trattato De haereticis et sortilegiis (pubblicato a Lione nel 1536) e Paolo Giovio gli indirizzò la De humano victu epistola (lettera sul vitto umano, pubblicata da Giambattista Giovio nel 1808), una sorta di manuale di igiene e dietetica, con indicazioni sulla condotta migliore da seguire per mantenere la salute e le regole che devono presiedere alla ricca mensa di un alto prelato.

Nel 1527 venne nominato datario apostolico, ma morì poco tempo dopo.

Genealogia episcopale

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La genealogia episcopale è:

  1. ^ Questa è la data riportata dalla bolla pubblicata nel Bullarum diplomatum et privilegiorum sanctorum Romanorum pontificum Taurinensis editio. L'Annuario Pontificio ha la data del 1º luglio.
  2. ^ Lettres familières de Jérôme Aléandre (op.cit.), pp. 112-113, 118-119.

Bibliografia

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  • Pauli Jovii epis. Nucer. de humano victu epistola ad Felicem Trophinum Antistitem Theatinum et inscriptio coenationis, dai torchj di Carl'Antonio Ostinelli, Como 1808.
  • J. Paquier, Lettres familières de Jérôme Aléandre (1510-1540), Librairie A. Picard et fils, Parigi 1909.

Collegamenti esterni

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