Ferdinando Longinotti

vescovo cattolico italiano

Ferdinando Longinotti (Tornolo, 5 dicembre 1886Gravedona, 9 novembre 1977) è stato un vescovo cattolico italiano.

Ferdinando Longinotti
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato5 dicembre 1886 a Tornolo
Ordinato presbitero6 agosto 1911
Nominato vescovo22 ottobre 1934 da papa Pio XI
Consacrato vescovo30 novembre 1934 dal cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano
Deceduto9 novembre 1977 (90 anni) a Gravedona
 

Biografia

modifica

Nacque a Santa Maria del Taro, frazione di Tornolo, in provincia di Parma e diocesi di Piacenza, il 5 dicembre 1886 da Modesto e Carolina Squeri.[1]

Formazione e ministero sacerdotale

modifica

Frequentò dapprima il seminario vescovile di Bedonia e poi il Collegio Alberoni a Piacenza.[2]

Il 6 agosto 1911 fu ordinato presbitero. Celebrò la prima Messa a Carzeto, frazione di Soragna, in provincia di Parma e diocesi di Fidenza, dove in gioventù aveva trascorso molto tempo presso i nonni paterni.[3]

Dopo l'ordinazione ricoprì l'incarico di curato a Gropparello; in seguito partecipò alla prima guerra mondiale nel Corpo sanitario dell'Esercito Italiano. Rientrato in diocesi, fu direttore spirituale del seminario di Bedonia e, nel 1923, ottenne la laurea in teologia.[4] Nel 1926 fu nominato arciprete di Castelnuovo Fogliani, dove si adoperò per la costruzione della nuova chiesa dedicata a san Biagio.[2] Il 1º giugno 1933 fu insignito del titolo onorifico di cappellano segreto d'onore.[5]

Ministero episcopale

modifica

Il 22 ottobre 1934 papa Pio XI lo nominò vescovo di San Severino Marche e amministratore apostolico di Treia;[6] succedette a Pietro Tagliapietra, precedentemente nominato arcivescovo di Spoleto. Il 30 novembre seguente ricevette l'ordinazione episcopale, nella chiesa di San Biagio a Castelnuovo Fogliani,[7] dal cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano, arcivescovo metropolita di Bologna, co-consacranti Ersilio Menzani, vescovo di Piacenza, e Teodoro Pallaroni, vescovo di Sarsina. Nel gennaio 1935 prese possesso della diocesi.[2]

Il 13 novembre 1954 papa Pio XII lo insignì del titolo di assistente al Soglio Pontificio.[8]

Il 5 ottobre 1966 papa Paolo VI accolse la sua rinuncia, presentata per raggiunti limiti di età, al governo pastorale della diocesi e lo nominò vescovo titolare di Tubursico; gli succedettero Bruno Frattegiani, arcivescovo di Camerino, in qualità di amministratore apostolico di San Severino, e Silvio Cassulo, vescovo di Macerata e Tolentino, come amministratore apostolico di Treia.

Si ritirò a Barna, frazione di Plesio, in provincia e diocesi di Como, dove fondò la "Casa del Padre mio", un luogo dedicato all'assistenza spirituale dei sacerdoti in difficoltà, affidato all'Opera don Folci.[2][3]

Il 6 gennaio 1976 rinunciò alla sede titolare e assunse il titolo di vescovo emerito di San Severino Marche.

Morì il 9 novembre 1977, all'età di 90 anni, a Gravedona.[4] Dopo le esequie, celebrate il 12 novembre a Carzeto,[2] fu sepolto nel cimitero locale.[3]

Genealogia episcopale

modifica

La genealogia episcopale è:

  1. ^ Gennaro Vaccaro, Panorama biografico degli italiani d'oggi, A. Curcio, 1956, p. 877. URL consultato l'11 agosto 2024.
  2. ^ a b c d e È morto Ferdinando Longinotti che fu Vescovo di San Severino (JPG), in Libertà, 11 novembre 1977, p. 2. URL consultato il 6 luglio 2024.
  3. ^ a b c Teca Digitale. Dizionario biografico: Liani-Lovisini, su Parma e la sua storia. URL consultato l'11 agosto 2024.
  4. ^ a b Giovanni Spinoso e Claudio Turrini, Giorgio La Pira: i capitoli di una vita, Firenze University Press, 25 maggio 2022, p. 444, ISBN 978-88-5518-532-5. URL consultato il 6 luglio 2024.
  5. ^ Acta Apostolicae Sedis (PDF), n. 25, Tipografia poliglotta vaticana, 1933, p. 388. URL consultato l'11 agosto 2024.
  6. ^ Acta Apostolicae Sedis (PDF), n. 26, Tipografia poliglotta vaticana, 1934, p. 634. URL consultato il 6 luglio 2024.
  7. ^ La consacrazione del Vescovo di San Severino (JPG), in Libertà - La Scure, 1º dicembre 1934, p. 3. URL consultato il 6 luglio 2024.
  8. ^ Acta Apostolicae Sedis (PDF), n. 47, Tipografia poliglotta vaticana, 1955, p. 102. URL consultato l'11 agosto 2024.

Collegamenti esterni

modifica