Figlie della Regina degli Apostoli
Le Figlie della Regina degli Apostoli (Filiae Reginae Apostolorum, FRA) sono un istituto secolare femminile di diritto pontificio.
Storia
modificaL'Istituto deve la propria origine all’intuizione di Elena da Persico (1869-1948), che, fin dal 1911, consapevole dell’urgenza di una presenza cristiana della donna nella Chiesa e nella società̀, ha dato vita a un’esperienza di consacrazione nel mondo, nello stile proprio della secolarità̀, al modo del “lievito che fa fermentare tutta la pasta” (1 Cor.5,6), senza prevedere in alcun modo che avesse opere proprie.
La fondazione in senso stretto è del 1921.I primi gruppi sorsero a Venezia, Mantova e Trieste. Il sodalizio venne eretto canonicamente il 19 marzo 1931 dal vescovo di Trento Celestino Endrici; approvato come Istituto Secolare nel 1948, conseguì il decretum laudis il 1º novembre 1950 e l’approvazione definitiva l'8 dicembre del 1954.
Elena da Persico: note biografiche
modificaElena nasce a Verona nel 1869, ma vivrà a lungo nella villa di famiglia ad Affi.
Dopo aver conseguito il diploma di maestra elementare, nel 1895 comincia quella che sarà un’intensa attività di scrittrice e di giornalista con alcune traduzioni dal tedesco: nel 1901 inizia a scrivere - e poi ne assumerà la direzione dal 1904 al 1948 - per una nuova pubblicazione femminile, “Azione Muliebre”.
È colpita subito da una parola: apostolato, che diverrà la trama della sua vita e che accompagnerà tutte le sue molteplici attività culturali e sociali.
La rivista sarà uno strumento importantissimo per elevare le donne, per farle crescere culturalmente, per difendere i loro diritti: la riduzione dell’orario di lavoro, il riposo notturno e festivo, l’eliminazione dello sfruttamento del loro lavoro manuale. Ancora, Elena si batterà contro la tratta delle bianche, per un salario familiare sufficiente, si pronuncerà decisamente contro la guerra…
Dal 1903 Elena si dedica alla Protezione della Giovane e dal 1905 è la volta della Società Nazionale di Mutuo Soccorso. Infatti, le giovani, che venivano dalla campagna, dalle valli interne, dalla montagna, per cercare lavoro in una città, della quale non conoscevano i pericoli e gli inganni, spesso non sapevano dove andare: in città c’era sì il lavoro, ma esse ignoravano quasi completamente dove fosse un lavoro “pulito” ed erano esposte a ogni genere di ingiustizie.
Nel 1907 la da Persico prende parte, in qualità di relatrice, alla Settimana Sociale dei cattolici a Brescia e si avvia in questi anni la sua amicizia con Giuseppe Toniolo.
Partecipa all’organizzazione delle forze femminili cattoliche in Italia Settentrionale e successivamente alla fondazione delle Donne Cattoliche d’Italia.
Nel 1911 aveva avuto l’intuizione di fondare una “famiglia spirituale” di donne dedite all’apostolato nel mondo, ciascuna là dove era stata chiamata a vivere e a operare. Così prenderà forma uno dei primissimi istituti secolari in Italia: le Figlie della Regina degli Apostoli. L’apostolato nel mondo, il pieno inserimento secolare e uno stile di indiscussa laicità ne saranno i “contrassegni”, secondo la “linea” della contemplazione nell’azione. Sarà un nuovo impegno in una vita intensa e per tutta la vita.
La “Contessina” dà poi vita a un bollettino per le operaie e si adopera incessantemente per l’organizzazione delle lavoratrici in associazioni, gruppi, unioni, circoli; pensa anche alle contadine e per loro uscirà una pubblicazione apposita; si preoccupa per le studentesse e in generale per la cultura femminile: fonda biblioteche circolanti, si occupa di scuole di formazione religiosa e professionale.
Si sposta continuamente in tutta Italia per conferenze e dibattiti e per aiutare le donne a dar vita ad associazioni e gruppi. Così fino alla fine.
Intanto l’età avanza, eppure nel 1946 la vediamo consigliere comunale ad Affi e il 18 aprile 1948, ormai malata, vuole compiere il suo dovere di cittadina e si fa accompagnare a votare. Muore il 28 giugno, è sepolta nella chiesa di Affi.
Spiritualità dell'Istituto Secolare F.R.A.
modificaDonna di grande profondità spirituale e di grande forza interiore, Elena da Persico rivela, attraverso le sue riflessioni, i suoi pensieri, i suoi colloqui intimi con Dio, il motivo vero della sua azione, della sua carità infinita e paziente, del suo andare ai fratelli, che restano alla base della spiritualità dell’Istituto Secolare da lei fondato.
La «dimora» nel cuore di Cristo, la dimensione contemplativa assunta in una vita piena di azione, il silenzio interiore per lasciar posto alla Parola, la ricerca continua e costante di Cristo, Sposo amato, stanno alla fonte delle sue scelte, della sua vita così intensamente dedita all’azione, all’impegno sociale e culturale.
Non ci sarebbe la sua dedicazione all’apostolato, quell’apostolato che lei proponeva “fino al martirio”, fuori dalla dimensione contemplativa.
Elena, del resto, è convinta che nessuno può dare ciò che non ha: nessun apostolo può essere tale se non alimenta la dimensione interiore, se non si rifugia in quell’abisso d’amore, in quella “cella” che è il Cuore di Cristo.
Non muri di mattoni e di cemento, tuttavia, ma le mura dell’amore di Cristo, unico baluardo, unica difesa.
Stare con lo Sposo, con l’Amato, con l’unico Assoluto della vita, seguire lo Sposo, ovunque vada, seguire la sua volontà, sempre e dovunque, amare questa sua volontà, assumerla fino alla fine.
Una delle sue espressioni predilette sarà “Meus cibus est ut faciam voluntatem mei Sponsi”, “Mio cibo è fare la volontà del mio Sposo”, “Mio sostegno è la volontà del mio Signore”.
Elena si muove così solo al cenno del Signore, scruta il suo volere di fronte a ogni scelta, interroga e si interroga su di esso.
Per questo anche dà tanta importanza al silenzio interiore, all’attenzione alle parole inutili, perché a chi è ciarliero e dissipato è impossibile udire ciò che Dio chiede.
Seguire il Signore, sapendo di essere da Lui amata, chiamata per nome come Maddalena il mattino della Resurrezione, come Maddalena che stava ai piedi di Gesù, ascoltandolo, eppure poi capace di occuparsi del quotidiano.
Essere come Maddalena, o come la Vergine Maria: contemplative e attive insieme.
Maddalena ascolta ai piedi di Gesù e lo contempla all’alba della Pasqua, dopo averlo tanto cercato, ma poi “non trattiene Gesù per sé”, corre ad annunciarlo.
La Vergine Maria, nel mistero della Visitazione, custodisce Gesù nel cuore, lo porta dentro di sé anche fisicamente, e va a compiere un’azione così profondamente umana e così ricca di carità: la visita ad una donna, Elisabetta, che sta per avere un figlio.
Sono questi i modelli di Elena da Persico perché sono i modelli che la riportano alla “dimora”, la “dimora” nel Cuore di Cristo, l’Amore.
Non c’è “andare” per Elena senza questa “dimora”, e non c’è un prima o un dopo nel tempo, c’è sempre e solo un “contemporaneamente”: pienamente contemplativa e insieme pienamente dedita alla vita attiva, nel mondo, nella storia del suo tempo, fra gli uomini e le donne del suo tempo.
Elena diventa “maestra spirituale”, una “maestra” per l’oggi, a dire una possibilità, un modo di seguire il Signore ricco di forza e di significato, incapace di fuga, intensamente amante; una maniera di essere discepolo e apostolo nel nostro tempo.
Così anche, oggi, qui ed ora, le F.R.A. vivono nelle comuni condizioni di vita, senza vincoli di residenza in comune né di movimento né di professione. Condividono in assoluta normalità la sorte delle persone del loro ambiente, inserite nella realtà̀ sociale, culturale ed ecclesiale, attente a “discernere i segni dei tempi” e all’evoluzione del mondo che le circonda, mettendo a disposizione ogni energia, capacità, cultura ed ogni risorsa e talento abbiano disponibili per venire incontro ai bisogni emergenti del loro tempo. La loro spiritualità affonda le proprie radici negli insegnamenti e nell’esperienza di Elena da Persico.