I flobafeni sono sostanze fenoliche di colore rosso scuro, presenti come coloranti in molti vegetali. Il nome deriva dalla radice greca φλoιὀς (phloios) che significa corteccia, e βαφή (baphe) che vuol dire "colorante". Alcuni sono noti come "Tannino rosso", poiché derivanti dal trattamento del tannino con acidi minerali.[1]

Flobafeni presenti in Natura

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Queste sostanze sono diffuse nella corteccia, nel pericarpo, nel glume e nella copertura di molti semi come pigmenti. Si trovano inoltre nei petali di molti fiori, definendone i colori marrone e nero.[2]

Esistono alcune varietà di mais che possiedono questi pigmenti a livello del pericarpo dei semi. I flobafeni sono infatti sintetizzati attraverso la via dei flavonoidi mediante la polimerizzazione dei flavan-4-oli, guidata dalla presenza del gene regolatore P1 (pericarp color1).[3][4] Alcune di queste varietà sono ancora coltivate a livello locale in alcune zone del Nord Italia, allo scopo di recuperare la biodiversità derivante dalle coltivazioni di origine autoctona.[5][6] Inoltre si ritiene che i flavonoidi e i flobafeni presenti possano essere importanti da un punto di vista nutrizionale, in quanto il mais è facilmente utilizzabile per l'alimentazione umana (si pensi ai tipici piatti a base di polenta del Nord Italia), ed essi svolgono un'azione antiossidante potenzialmente benefica per molte malattie croniche.[7]

  1. ^ (EN) L. Yeap Foo e Joseph J. Karchesy, Chemical Nature of Phlobaphenes, in Chemistry and Significance of Condensed Tannins, Springer US, 1º gennaio 1989, pp. 109-118, DOI:10.1007/978-1-4684-7511-1_6, ISBN 9781468475135. URL consultato il 30 aprile 2016.
  2. ^ K. Paech, Colour Development in Flowers, in Annual Review of Plant Physiology, vol. 6, n. 1, 1º gennaio 1955, pp. 273-298, DOI:10.1146/annurev.pp.06.060155.001421. URL consultato il 30 aprile 2016.
  3. ^ (EN) Brenda Winkel-Shirley, Flavonoid Biosynthesis. A Colorful Model for Genetics, Biochemistry, Cell Biology, and Biotechnology, in Plant Physiology, vol. 126, n. 2, 1º giugno 2001, pp. 485-493, DOI:10.1104/pp.126.2.485. URL consultato il 30 aprile 2016.
  4. ^ (EN) Elena Cassani, Daniel Puglisi e Enrico Cantaluppi, Genetic studies regarding the control of seed pigmentation of an ancient European pointed maize (Zea mays L.) rich in phlobaphenes: the “Nero Spinoso” from the Camonica valley, in Genetic Resources and Crop Evolution, 22 aprile 2016, pp. 1-13, DOI:10.1007/s10722-016-0399-7. URL consultato il 14 giugno 2016.
  5. ^ Mais Nero Spinoso di Valle Camonica, su unimontagna.it (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2016).
  6. ^ Mais Nero a Formigara, su oscargreen.it.
  7. ^ María I. Casas, Silvia Duarte e Andrea I. Doseff, Flavone-rich maize: an opportunity to improve the nutritional value of an important commodity crop, in Plant Metabolism and Chemodiversity, vol. 5, 1º gennaio 2014, p. 440, DOI:10.3389/fpls.2014.00440. URL consultato il 14 giugno 2016.
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