Folk jazz
Folk jazz (raramente fo-jazz)[1] è un termine utilizzato per indicare varie forme di influenza reciproca tra la musica jazz e folk, diffuse sia negli Stati Uniti che in Europa.[2]
Descrizione
modificaStati Uniti d'America
modificaIl termine folk jazz è stato adottato per definire opere musicali e artisti anche molto diversi tra loro, talvolta provenienti da contesti geografici diversi. Sono stati conferiti almeno due significati per quanto riguarda il contesto statunitense. Il primo viene rivendicato da Ashawnta Jackson, secondo la quale sarebbe un sottogenere a cui dedica un intero libro e a cui dà i nomi di soul-folk, black-folk e folk-jazz, prodotto da afroamericani. Secondo Jackson, questa stilistica «fonde spiritual, jazz, poetry slam, rock, soul (...) è dedicato a problemi attuali e concilia coscienza politica ai suoni della musica nera tra le varie epoche.»[3]
Il secondo significato di folk jazz è offerto da AllMusic, che lo considera un genere nato negli Stati Uniti negli anni cinquanta; lo stile troverebbe delle correlazioni con la world music e, negli anni sessanta, avrebbe gettato le basi della new age proliferata il decennio seguente.[4] Il jazz etnico proto-new age trova spazio nelle uscite firmate da Paul Winter[5] così come in quelle del suo progetto Paul Winter Consort.[6] Il termine folk jazz indica anche artisti non ascrivibili alla musica d'atmosfera come, ad esempio, Pat Metheny, gli Oregon, John Fahey, Jimmy Giuffre, e Tony Scott.[4] Fra gli artisti che hanno conciliato il jazz e il folk in qualche occasione vi sono Bob Dylan, la cui Rainy Day Women #12 & 35 combina il tipico sound della tradizione americana a un ritmo jazz,[7] Van Morrison, che creò una commistione di folk, jazz, blues, soul e musica classica su Astral Weeks,[8] e Tim Buckley, che cita Miles Davis in Happy Sad.[9]
Europa
modificaAnche grazie al successo dell'etichetta tedesca ECM, inaugurata nel 1969 da Manfred Eicher, si affermò in Scandinavia un progressive jazz pastorale che fa da ponte tra la tradizione americana e il folklore nordeuropeo. Secondo David Ake:
«In concomitanza con questo cambiamento nelle arti, la politica e la società, l'ex bassista Manfred Eicher fondò la ECM Records. Dalla sua prima pubblicazione del 1969, la ECM era un punto di riferimento per un jazz serio e introspettivo (...) gli artisti esploravano stili che richiamano o appartengono al folklore della loro terra natia; l'idea di "spazi aperti" che richiamano le loro composizioni ed esibizioni dal vivo è permessa grazie alla predilizione di Eicher a sonorità che sfruttano il riverbero.»
Lo stile trovò modo di ispirare numerosi artisti come Jan Johansson, Jan Garbarek, Beate S. Lech e Sidsel Endresen.[10][11]
Note
modifica- ^ britannica.com, https://www.britannica.com/art/psychedelic-rock .
- ^ treccani.it, https://www.treccani.it/enciclopedia/il-folk-music-revival-e-la-canzone-politica_(Storia-della-civilt%C3%A0-europea-a-cura-di-Umberto-Eco)/ .
- ^ (EN) Ashawnta Jackson, Soul-Folk, Bloomsbury Publishing, 2024, pp. 8-9.
- ^ a b (EN) Folk Jazz, su allmusic.com. URL consultato il 10 marzo 2022.
- ^ (EN) Andrew Wright Hurley, The Return of Jazz - Joachim-Ernst Berendt and West German Cultural Change, Berghahn Books, 2011, p. 91.
- ^ (EN) Earth - Voices of a Planet : a Teacher's Guide, CPP/Belwin, Incorporated, 1994, p. 60.
- ^ (EN) Blonde on Blonde – Review, su allmusic.com. URL consultato il 10 marzo 2022.
- ^ (EN) Van Morrison: Astral Weeks – Review, su allmusic.com. URL consultato il 10 marzo 2022.
- ^ (EN) Robert Dimery, The 1001 Albums You Must Hear Before You Die, Quintet, 2005, p. 180.
- ^ (EN) Noam Lemish, Transcultural Jazz - Israeli Musicians and Multi-Local Music Making, Taylor & Francis, 2023, p. 122.
- ^ (EN) Kristin McGee, Remixing European Jazz Culture, Taylor & Francis, 2019, p. Nordic Tone Affiliations.