Forcona
Forcona (anticamente Forconium o Furconium) è stata un'antica località vestina nella valle dell'Aterno.
Forcona | |
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Nome originale | Forconium o Furconium |
Cronologia | |
Fondazione | VI secolo a.C. |
Fine | XIII secolo |
Causa | fondazione dell'Aquila |
Territorio e popolazione | |
Nome abitanti | forconensi |
Localizzazione | |
Stato attuale | Italia |
Coordinate | 42°18′31.54″N 13°26′23.03″E |
Altitudine | 647 m s.l.m. |
Cartografia | |
Di origine repubblicana, fiorì nell'alto Medioevo diventando sede dell'omonima diocesi dal VII secolo fino al 1256. Contribuì, con Amiterno, alla fondazione dell'Aquila, dopo la quale subì un processo di decadenza e progressivo abbandono. Della città e della sua cattedrale, dedicata a Massimo d'Aveia, rimangono numerosi resti che la rendono un importante sito archeologico.[1]
Geografia
modificaTerritorio
modificaForcona era situata in corrispondenza dell'attuale Civita di Bagno, al centro della valle dell'Aterno ed al margine meridionale della conca aquilana.[2] Era posta sulla via Claudia Nova — che consentiva il collegamento tra la via Salaria e la via Valeria — e sulla direttrice del tratturo magno; si trovava inoltre a poca distanza da Aveia, municipio romano.
Secondo alcune fonti, il toponimo indicava un sistema di insediamenti diffusi (l'ager forconensis) e non una vera e propria città.[3]
Origini del nome
modificaL'origine del nome è incerta; secondo alcuni storici Furconium potrebbe derivare da Forum Conae,[4] a sua volta derivante da laccoma (stagno o lago in latino), ad indicare la posizione nei pressi dei laghi di Bagno. A partire dall'età pre-longobarda la città è anche nota con i toponimi di Civitas Furconiae o Civitas S. Maximi, in virtù del fatto che vi venne sepolto Massimo d'Aveia[4] e da cui deriva il nome dell'attuale centro abitato di Civita di Bagno.
Storia
modificaLa datazione del primo sito forconese (Furconium) è riferibile all'età repubblicana.[1][2] Il centro sorse nel territorio dei Vestini, a poca distanza dalla più nota città di Aveia. Le prime strutture che lo caratterizzarono, rinvenute con gli scavi del 1995-2000, sono databili tra il II ed il I secolo a.C..[2] La fioritura di Forcona avvenne in età augustea[1] come testimoniato dalla qualità dei reperti con quella datazione.[2] Intorno al 250, nei pressi, venne martirizzato Massimo d'Aveia.[4]
Il centro visse poi un momento di decadenza durante l'età tardo-imperiale[2] Alla distruzione di Aveia da parte dei longobardi, il corpo di San Massimo venne trasferito proprio a Forcona;[4] secondo il Lanzoni, in quell'occasione anche la diocesi di Aveia venne trasferita nella nuova sede.[5]
Nell'alto Medioevo il centro visse un nuovo periodo di fioritura sotto il controllo dell'abbazia di Farfa.[4] Ospitò l'imperatore Ottone I di Sassonia e papa Giovanni XIII che, il 10 giugno 957, si recarono in visita ad omaggiare le spoglie di San Massimo (celebrato proprio il 10 giugno).[4] Nell'XI secolo Forcona fu tra i possedimenti dei Conti dei Marsi, prima che i suoi abitanti si rivoltassero contro di essi. Il contado si frazionò dunque in più contee e venne annesso al Regno di Sicilia.[4]
Nel XIII secolo, insieme ad Amiterno ed a numerosi altri castelli diffusi nella valle dell'Aterno, Forcona concorse alla fondazione dell'Aquila. All'edificazione del Duomo dell'Aquila — che accolse altresì le spoglie di San Massimo — la diocesi di Forcona venne trasferita nella nuova sede con la bolla pontificia Purae fidei di papa Alessandro IV del 22 dicembre 1256.[3] Berardo da Padula, già vescovo di Forcona, divenne de facto vescovo dell'Aquila.[4]
Il trasferimento della diocesi e il progressivo inurbamento dell'Aquila contribuì alla scomparsa di Forcona.
Note
modifica- ^ a b c Touring Club Italiano, p. 500.
- ^ a b c d e Forconium, su regione.abruzzo.it. URL consultato il 3 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2018).
- ^ a b Colapietra e Centofanti, p. 30.
- ^ a b c d e f g h Cesare Rivera, Enciclopedia Italiana, su treccani.it. URL consultato il 3 gennaio 2018.
- ^ Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII, II, Faenza, 1927, pp. 365-370.
Bibliografia
modifica- Raffaele Colapietra e Mario Centofanti, Aquila. Dalla fondazione alla renovatio urbis, L'Aquila, Textus, 2009.
- Touring Club Italiano, L'Italia - Abruzzo e Molise, Milano, Touring Editore, 2005.
Altri progetti
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