Forte Verle
Il Forte Verle (o più precisamente Forte Busa di Verle e in tedesco Werk Verle) è una fortificazione militare, situata sulla Piana di Vezzena ad un'altitudine di 1.504 m s.l.m., in provincia di Trento, poco distante dal forte Vezzena. Il forte appartiene al grande sistema di fortificazioni austriache al confine italiano ed è una delle sette fortificazioni dello sbarramento Lavarone-Folgaria.
Forte Verle Werk Verle Fortificazioni austriache al confine italiano | |
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Le rovine del Forte Verle nel 2010 | |
Ubicazione | |
Stato | Impero austro-ungarico |
Stato attuale | Italia |
Città | Levico Terme |
Coordinate | 45°57′49″N 11°19′55″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Forte |
Altezza | 1.504 m s.l.m. |
Costruzione | 1907-1914 |
Primo proprietario | Imperial regio Esercito |
Condizione attuale | In rovina |
Proprietario attuale | Comune di Levico |
Visitabile | No |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | Impero austro-ungarico |
Funzione strategica | Difesa del fronte bellico sull'Altopiano dei Sette Comuni durante la prima guerra mondiale |
Termine funzione strategica | 1918 |
Armamento | 4 obici da 100 mm montati sotto cupole corazzate girevoli di 25 cm di spessore; 4 cannoni da 6 cm nel fortino di controscarpa; 2 cannoni da 80 nella batteria "Traditor"; 15 mitragliatrici |
Comandanti storici | tenente Albert Giebermann; tenente Julius Papak; alfiere Fritz Weber |
Azioni di guerra | Battaglia degli Altipiani |
Eventi | Dopo la Strafexpedition, pesantemente danneggiato, rimase come punto di collegamento con il sistema degli Altipiani |
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Il forte si trova vicino al Passo Vezzena, nella parte nord-ovest del massiccio dell'Altopiano dei Sette Comuni, nel comune di Levico Terme.
Storia
modificaCostruito nel primo decennio del XX secolo dagli austro-ungarici, era posto in una zona strategica, poiché poco distante dal confine con il Regno d'Italia.[1] Subì parecchi pesanti bombardamenti durante la prima guerra mondiale da parte dell'esercito italiano (in particolare dai forti Verena e Campolongo, cui non poteva rispondere al fuoco), tanto che ancora oggi è possibile, nonostante le precarie condizioni dello stabile, osservare i crateri provocati dai proiettili d'artiglieria.[2]
Dopo l'offensiva del maggio 1916, il forte pesantemente danneggiato fu in buona parte riparato e ricostruito. Rimase come punto di collegamento con il sistema degli altipiani. L'attuale stato di degrado fu dovuto in primo luogo al recupero dell'acciaio delle cupole e degli scudi corazzati da parte del governo italiano in previsione della guerra d'Etiopia del 1936. I restanti danni furono fatti nell'immediato secondo dopoguerra da parte dei "recuperanti". Di dimensioni ridotte rispetto al Forte Belvedere Gschwent di Lavarone e al Forte Campo Luserna, aveva una volumetria di circa 50.000 metri cubi.
Durante la Grande Guerra nella guarnigione del forte combatterono anche lo scrittore austriaco Fritz Weber, autore del libro "Tappe della disfatta", e il regista e scrittore sudtirolese Luis Trenker.
Armamento
modificaEra armato con 4 obici da 100 mm montati sotto cupole corazzate girevoli di 25 cm di spessore, 4 cannoni da 6 cm nel fortino di controscarpa, 2 cannoni da 80 nella batteria "Traditor" e 15 mitragliatrici. Ospitava 200 artiglieri e 100 fanti, sotto il comando del tenente Giebermann prima e del sottotenente Julius Papak poi.
Galleria d'immagini
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Piantina del forte
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Un'immagine del forte durante la guerra
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Il forte oggi (sullo sfondo il Monte Verena sulla cui sommità era collocato l'omonimo forte che bombardò il Verle)
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Il forte in rovina
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Un dettaglio del lato meridionale della fortezza
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Un altro dettaglio del lato meridionale della fortezza
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Veduta del forte dal sentiero proveniente dal passo Vezzena
Note
modifica- ^ Descrizione del forte
- ^ Foto, immagini e descrizione del forte, su montagnando.it.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Forte Verle
Collegamenti esterni
modifica- Fondazione Bruno Kessler - Progetto VAST (valorizzazione storia e territorio), Werk Verle, su YouTube, 3DOMFBK, a 1 min 22 s. URL consultato il 30 marzo 2017.