Composto organofosforico
Un composto organofosforico è un composto organico biodegradabile contenente legami carbonio-fosforo. In questi composti il fosforo può assumere numeri di coordinazione da 1 a 6 (ma i più comuni sono 3 e 4); di conseguenza esiste una gran varietà di composti organofosforici, con strutture e proprietà diversissime, che trovano utilizzo in molti campi applicativi.[1][2][3]
In campo industriale e ambientale si considerano organofosforici anche i composti del fosforo che contengono un sostituente organico, anche se non è presente un legame diretto carbonio-fosforo.[4] In questo senso più allargato anche molti pesticidi (ad es. il malatione che è a rigore un organofosfato) sono considerati composti organofosforici.
Molti composti organofosforici sono tossici e sono usati come erbicidi, pesticidi e insetticidi. Alcuni sono tra le sostanze più tossiche create dall'uomo e possono essere letali anche in bassissima dose (gas nervini).[5]
Categorie principali
modificaI composti del fosforo con sostituenti organici sono innumerevoli. Una suddivisione schematica che illustra le categorie principali di questi composti è riportata nella figura seguente. La suddivisione è fatta considerando in primo luogo il numero di coordinazione e quindi la tipologia dei sostituenti presenti. Il sostituente R può essere in generale un qualsiasi gruppo organico. A complicare la situazione, va tenuto presente che esistono numerosissimi composti dove R può essere un idrogeno, un gruppo OH, un alogeno, o anche un altro eteroatomo o gruppo inorganico. Il numero di ossidazione calcolato in modo formale non viene considerato, dato che non risulta utile nella classificazione di questi composti, anche se a volte specie a coordinazione tre vengono considerate derivati di fosforo(III) e specie a coordinazione quattro vengono considerate derivati di fosforo(V).[2]
Composti con il fosforo tricoordinato
modificaFosfine
modificaLe fosfine derivano formalmente dalla fosfina, PH3, per sostituzione di uno o più atomi di idrogeno con gruppi organici R (R = alchile o arile).[6] Si possono avere tre famiglie di fosfine, RPH2, R2PH e R3P, chiamate rispettivamente fosfine primarie, secondarie e terziarie. La maggior parte delle fosfine sono liquidi incolori, insolubili in acqua, con un odore agliaceo forte e penetrante. Sono composti molto tossici; la tossicità diminuisce al crescere del peso molecolare. Le fosfine reagiscono principalmente come nucleofili, come riducenti e come basi.[3] Per ossidazione danno gli ossidi di fosfina. Come basi, le fosfine sono molto importanti come leganti nei composti organometallici, e usate molto più diffusamente di fosfiniti, fosfoniti e fosfiti (vedi sotto).
Fosfiniti
modificaI fosfiniti hanno struttura generale P(OR)R2. Si preparano per alcoolisi di derivati alogenati delle fosfine. Ad esempio trattando clorodifenilfosfina con metanolo si ottiene il difenilfosfinito di metile:
- ClPPh2 + CH3OH → CH3OPPh2 + HCl
I fosfiniti hanno proprietà leganti simili a quelle delle fosfine; sono usati nella catalisi omogenea e nella chimica di coordinazione.[7] A questa categoria appartengono anche alcuni leganti a pinza, specie che hanno la caratteristica di legare tre siti di coordinazione su uno stesso piano.[8] Nella figura è illustrata la struttura di un complesso con il legante denominato POCOP, un tipico legante a pinza. Per ossidazione dei fosfiniti si formano fosfinati.
Fosfoniti
modificaI fosfoniti hanno struttura generale P(OR)2R. Si preparano in maniera analoga ai fosfiniti per alcoolisi di derivati alogenati delle fosfine:
- Cl2PPh + 2CH3OH → (CH3O)2PPh + 2HCl
Anche i fosfoniti sono usati come leganti nella catalisi omogenea e nella chimica di coordinazione.[7] Per ossidazione formano i fosfonati.
Fosfiti
modificaI fosfiti hanno struttura generale P(OR)3. Sono chiamati anche esteri fosforosi dato che si possono considerare gli esteri organici dell'acido fosforoso. Si preparano per alcoolisi del tricloruro di fosforo:
- PCl3 + 2ROH → P(OR)3 + 3HCl
I fosfiti sono usati come leganti nella chimica organometallica, come materiali di partenza per la sintesi di insetticidi, e stabilizzatori e antiossidanti per materie plastiche.[4] Sono usati anche nella reazione di Perkow[9] e nella reazione di Michaelis-Arbuzov.[10] Per ossidazione formano fosfati.
Composti con il fosforo tetracoordinato contenenti il gruppo P=O
modificaOssidi di fosfina
modificaGli ossidi di fosfina o fosfinossidi hanno struttura generale O=PR3. Sono in genere solidi cristallini inodori, di tossicità ridotta. La coordinazione del fosforo è tetraedrica. Il legame P=O è molto polare (il momento dipolare è 4,51 D nell'ossido di trifenilfosfina) e può dare legame a idrogeno; di conseguenza alcune di queste specie sono solubili in acqua.
Gli ossidi di fosfina si originano spesso come sottoprodotti della reazione di Wittig:
- R3PCR'2 + R"2CO → R3PO + R'2C=CR"2
In laboratorio si possono formare accidentalmente per ossidazione delle corrispondenti fosfine:
- R3P + ½O2 → R3PO
Gli ossidi di fosfina sono usati come leganti nella chimica di coordinazione e in catalisi omogenea. In campo industriale la loro capacità coordinante è sfruttata in processi di estrazione con solventi, per estrarre ioni metallici e altri composti chimici da soluzioni acquose.[4]
Fosfinati
modificaI fosfinati hanno struttura generale O=P(OR)R2. Possono essere sintetizzati con la reazione di Michaelis-Arbuzov.
Fosfonati
modificaI fosfonati hanno struttura generale O=P(OR)2R. Possono essere sintetizzati con la reazione di Michaelis-Arbuzov. Sono usati nella reazione di Horner-Wadsworth-Emmons per produrre alcheni trans.
Fosfati
modificaI fosfati o esteri fosforici hanno struttura generale O=P(OR)3. Non hanno legami diretti carbonio-fosforo, essendo esteri dell'acido fosforico. I fosfati possono essere liquidi o solidi incolori, a seconda dei sostituenti R. Sono composti di grande importanza tecnologica, usati per produrre ritardanti di fiamma, plastificanti, insetticidi, erbicidi, anticorrosivi, emulsionanti.
Composti con il fosforo tetracoordinato senza il gruppo P=O
modificaSali di fosfonio
modificaI sali di fosfonio hanno struttura generale [PR4]+X−; il controione X− può essere organico o inorganico. In genere sono solidi cristallini incolori solubili in acqua, prodotti per alchilazione o arilazione delle fosfine, come agli analoghi sali di ammonio:
- PR3 + R'X → [PR3R']+X−
Dal punto di vista industriale i sali di fosfonio sono una famiglia importante con svariate applicazioni, tra le quali: precursori dei reagenti di Wittig, catalizzatori per trasferimento di fase, biocidi, ritardanti di fiamma.[4]
Iluri di fosfonio
modificaGli iluri di fosfonio sono specie tetracoordinate insature, con struttura R2C=PR3 (vedi figura). Dato che contengono fosforo pentavalente, in letteratura sono a volte considerati come fosforani, che a rigore sono specie pentacoordinate.[11] Gli iluri di fosforo sono importanti per il loro utilizzo nella reazione di Wittig, usata per convertire chetoni e aldeidi in alcheni. Normalmente si utilizza il derivato della trifenilfosfina, R2C=PPh3.
Altri composti organofosforici
modificaVa sottolineato che la chimica del fosforo è estesissima, ed esistono molti altri tipi di composti organofosforici; alcune categorie sono elencate qui di seguito.
Fosfine alogenate
modificaEsistono numerose fosfine alogenate con struttura RPX2 e R2PX (X = alogeno). In genere sono composti liquidi incolori, molto reattivi, sensibili all'acqua e all'ossigeno dell'aria. Sono noti vari metodi di sintesi; uno è per reazione radicalica ad alta temperatura tra PCl3 e idrocarburi. Le fosfine alogenate sono importanti dal punto di vista industriale come materiali di partenza per la sintesi di altri composti organofosforici.[4]
Fosfalcheni e fosfalchini
modificaQuesti composti hanno legami multipli fosforo–carbonio. Le strutture generali di fosfalcheni e fosfalchini sono rispettivamente R2C=PR e RC≡P. I fosfalcheni hanno struttura simile alle immine (R2C=NR), ma la loro reattività è più simile a quella degli alcheni, perché il doppietto solitario del fosforo è poco reattivo. Lo stesso vale per i fosfalchini, che hanno struttura simile ai nitrili (RC≡N) ma reagiscono come alchini. Specie di questo tipo sono rare e sono di interesse solo nei laboratori di ricerca.[12]
Fosforani
modificaI fosforani hanno struttura generale PR5, con il fosforo pentacoordinato e struttura a bipiramide trigonale. Sono formalmente i derivati dell'idruro PH5 che non è mai stato isolato. Specie di tipo PR5 sono rare; una è PPh5.[1] Sono invece più comuni i fosforani che contengono anche legami diversi da P–C, come CF3PF2Cl2 e Ph3P(CH3)OCH3.[3] I fosforani non hanno applicazioni significative.
Note
modificaBibliografia
modifica- (EN) A. K. Bhattacharya e G. Thyagarajan, The Michaelis-Arbuzov rearrangement, in Chem. Rev., vol. 81, n. 4, 1981, pp. 415–430, DOI:10.1021/cr00044a004.
- (EN) I. J. Borowitz, S. Firstenberg, G. B. Borowitz e D. Schuessler, Organophosphorus chemistry. XVII. Kinetics and mechanism of the Perkow reaction, in J. Am. Chem. Soc., vol. 94, n. 5, 1972, pp. 1623–1628, DOI:10.1021/ja00760a032.
- (EN) R. Engel e J.-L. I. Cohen, Phosphorus: Organophosphorus Chemistry, in Encyclopedia of Inorganic Chemistry, 2ª ed., John Wiley & Sons, 2006, DOI:10.1002/0470862106.ia187, ISBN 9780470862100.
- (EN) N. N. Greenwood e A. Earnshaw, Chemistry of the elements, 2ª ed., Oxford, Butterworth-Heinemann, 1997, ISBN 0-7506-3365-4.
- (EN) A. R. Lewis, Lewisʼ Dictionary of Toxicology, Boca Raton, CRC Press, 1998, ISBN 978-1-56670-223-2.
- A. D. McNaught e A. Wilkinson (a cura di), Phosphines, in IUPAC. Compendium of Chemical Terminology, 2ª ed., Oxford, Blackwell Scientific Publications, 1997, DOI:10.1351/goldbook, ISBN 0-9678550-9-8.
- (EN) A. D. McNaught e A. Wilkinson (a cura di), Phosphoranes, in IUPAC. Compendium of Chemical Terminology, 2nd ed. (the "Gold Book"), Oxford, Blackwell Scientific Publications, 1997, DOI:10.1351/goldbook, ISBN 0-9678550-9-8.
- (EN) D. Morales-Morales e C. G. M. Jensen, The Chemistry of Pincer Compounds, Elsevier Science, 2007, ISBN 0444531386.
- (EN) J. F. Nixon, Coordination chemistry of compounds containing phosphorus-carbon multiple bonds, in Chem. Rev., vol. 88, n. 7, 1988, pp. 1327–1362, DOI:10.1021/cr00089a015.
- (EN) L. D. Quin, A Guide to Organophosphorus Chemistry, John Wiley & Sons, 2000, ISBN 0-471-31824-8.
- (EN) T. V. Rajanbabu, Phosphinite and Phosphonite Ligands, in P. C. J. Kamer and P. W. N. M. van Leeuwen (a cura di), Phosphorus(III) Ligands in Homogeneous Catalysis: Design and Synthesis, Chichester, UK, John Wiley & Sons, 2012, DOI:10.1002/9781118299715.ch5.
- (EN) J. Svara e N. Weferling, Phosphorus Compounds, Organic, in Ullmann's Encyclopedia of Industrial Chemistry, Wiley-VCH, 2002, DOI:10.1002/14356007.a19_545.
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