Francesco Acton

marinaio e storico dell'arte italiano (1910-1997)

Francesco Acton (Castellammare di Stabia, 24 agosto 1910Napoli, 12 novembre 1997) è stato un marinaio e storico dell'arte italiano. Pluridecorato ufficiale della Regia Marina durante la seconda guerra mondiale, al comando della torpediniera Pegaso affondò il sommergibile HMS Upholder. Dopo la fine del conflitto fu per lunghi anni direttore del Museo Filangieri di Napoli.

Francesco Acton
NascitaCastellammare di Stabia, 24 agosto 1910
MorteNapoli, 12 novembre 1997
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Italia (bandiera) Italia
Forza armataRegia Marina
Marina Militare Italiana
Anni di servizio1931-1947
GradoCapitano di vascello
GuerreGuerra d'Etiopia
Guerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di mezzo giugno
Comandante ditorpediniera Pegaso
Decorazioniqui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
Dati tratti da Il Comandante Francesco Acton: uno stabiese pluridecorato nella seconda guerra mondiale[1]
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Biografia

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Nacque a Castellammare di Stabia il 24 agosto 1910,[1] figlio dell'Ammiraglio d'armata e Senatore del Regno d'Italia Alfredo e di Livia Giudice Caracciolo.[2] Nel 1926[3] si arruolò nella Regia Marina, frequentando l'Accademia navale di Livorno da cui uscì con il grado di guardiamarina nel 1931.[1] Dopo un periodo di tirocinio a bordo di naviglio sottile e d'assalto,[1] fu destinato all'imbarco sui sommergibili su cui prestò servizio dal 1934 al 1939.[3] Partecipò alla Guerra d'Etiopia e successivamente a quella civile spagnola.[1]

Durante la seconda guerra mondiale si distinse particolarmente sulla torpediniera Pegaso, di cui assunse il comando nel settembre 1941.[3] Il 14 aprile 1942[3] affondò il sommergibile HMS Upholder[4] (P37)[5] il suo comandante era il capitano di corvetta Malcolm David Wanklyn[6] insignito della Victoria Cross e del Distinguished Service Order. In seguito prese parte alla battaglia di mezzo giugno,[7] sbarcando dalla Pegaso nel luglio del 1942[3] e terminando quell'anno insignito di una Medaglia d'argento e quattro di Bronzo al valor militare[7] sul campo.

Dopo la fine del conflitto lasciò[8] la Marina Militare nel gennaio 1947[3] con il grado di Capitano di fregata.[8] Ricoprì per molti anni l'incarico di direttore del Museo Filangieri di Napoli, istituendo anche una borsa di studio per gli studenti più meritevoli, in memoria del figlio Alfredo morto in giovane età.[8] Dopo il terremoto dell'Irpinia del 1980 si prodigò per favorire il restauro dell'edificio che ospitava il museo.[8]

Promosso capitano di vascello della riserva navale, si spense a Napoli il 12 novembre 1997.[8]

Onorificenze

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«“Comandante di torpediniera in servizio di scorta a convoglio, fatto segno a ripetuti violenti attacchi aerei, con efficace reazione di fuoco riusciva ad abbattere quattro apparecchi attaccanti. Con elevata perizia professionale e con sereno ardimento, in avverse condizioni atmosferiche, prestava assidua opera di assistenza ai piroscafi colpiti che potevano raggiungere con mezzi propri il porto di destinazione. Durante l’intero episodio bellico dava prova di cospicue doti militari e marinaresche.»
— Mediterraneo Centrale, 8 novembre 1941.[1]
«Al comando di unità sottile, in servizio di scorta a convogli, durante un lungo periodo di dura e silenziosa attività, eseguiva numerose missioni in acque fortemente insidiate. Più volte attaccato da mezzi aerei e subacquei, reagiva con decisione, perizia e coraggio, confermando le ottime doti di cui aveva già dato ripetutamente prova.»
— Mediterraneo Centrale, giugno 1941 – giugno 1942.[7]
«Comandante di torpediniera, di scorta a convogli, assolveva il suo compito con capacità e sereno coraggio, portando l’unità e i suoi uomini ad alto grado di efficienza. Attaccato il convoglio da sommergibile nemico, dirigeva con ardimento e perizia sull’unità avversaria, che sottoponeva ad intensa ed efficace azione di caccia, finché da indubbi segni ne accertava l’affondamento.»
— Mediterraneo Centrale, 9 maggio 1942.[7]
«Comandante di torpediniera, di scorta a convoglio in zone fortemente insidiate, segnalato all’ecogoniometro un sommergibile nemico, si portava con audace e serena manovra all’attacco, effettuando una decisa azione di caccia con intenso lancio di bombe di profondità, finché da indubbi segni ne poteva constare l’affondamento.»
— Mediterraneo Centrale, 2 luglio 1942.[7]
«Comandante di torpediniera, in servizio di scorta a convoglio, con abile e pronta manovra riusciva a sventare l’agguato di un sommergibile nemico e, accertatane all’ecogoniometro l’ubicazione effettuava con sereno ardimento un’intensa ed efficace azione di caccia finché da indubbi segni constatava l’affondamento dell’unità avversaria.»
— Mediterraneo Centrale, 4 luglio 1942.[7]
«Ufficiale in seconda di C.T., durante operazioni offensive in acque vigilate dal nemico e pericolose per la presenza di sbarramenti, assolveva il suo compito con slancio e noncuranza del pericolo, contribuendo efficacemente con la propria opera alla riuscita dell'impresa.»
— Determinazione del 2 febbraio 1943.
«Ufficiale in 2ª a bordo di unità sottile, nel corso di numerose ardite missioni sulle coste della Libia e metropolitane, in zone duramente contrastate e insidiate dal nemico e in occasione di attacchi alla sua unità dava sempre prova di sereno comportamento, spirito di sacrificio ed alto senso del proprio dovere.»
— Determinazione del 1 settembre 1942.

Straniere

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  1. ^ a b c d e f Cimmino 2009, p. 34.
  2. ^ Livia Giudice Caracciolo dei Principi di Villa e Cellamare, discendeva da una nobile famiglia ed era Ispettrice Onoraria della Croce Rossa Italiana, insignita di Medaglia d'oro.
  3. ^ a b c d e f Evans 2010, p. 313.
  4. ^ Tale sommergibile aveva affondato circa 120.000 tonnellate di navi nemiche incluso il cacciatorpediniere Libeccio dopo la Battaglia del convoglio "Duisburg" (dal nome di uno dei piroscafi che lo componeva), un incrociatore, tre sommergibili (tra i quali il sottomarino italiano Ammiraglio Saint Bon), tre trasporti truppe, dieci navi da carico e due navi cisterna.
  5. ^ Appartenente alla Classe U della Royal Navy, e uno dei quattro sottomarini di quella classe che avevano tubi di lancio per siluri esterni in aggiunta ai 4 interni.
  6. ^ Uno dei più famosi sommergibilisti inglesi.
  7. ^ a b c d e f g h i Cimmino 2009, p. 35.
  8. ^ a b c d e Cimmino 2009, p. 36.

Bibliografia

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Periodici

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  • Antonio Cimmino, Il Comandante Francesco Acton: uno stabiese pluridecorato nella seconda guerra mondiale, in Il Nastro Azzurro, n. 4, Roma, Istituto del Nastro Azzurro, luglio-agosto 2009, pp. 34-36.
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