Francesco Tonolini

militare italiano (1880-1918)
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Francesco Tonolini, detto anche Franco, (Breno, 28 aprile 1880Montagnola di Valdobbiadene, 28 ottobre 1918), è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante il corso della prima guerra mondiale.

Francesco Tonolini
NascitaBreno, 28 aprile 1880
MorteMontagnola di Valdobbiadene, 28 ottobre 1918
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Anni di servizio1915-1918
GradoCapitano
GuerrePrima guerra mondiale
BattaglieBattaglia di Caporetto
Battaglia di Vittorio Veneto
Comandante di137ª Compagnia, Battaglione alpini "Stelvio", 5º Reggimento alpini
Decorazionivedi qui
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1]
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Biografia

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L'entrata del Sacrario militare del Tonale con i busti di Francesco Tonolini e Angelo Tognali, entrambi decorati di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Nacque a Breno il 28 aprile 1880, figlio di Lorenzo e Maria Mauri.[2] Compì gli studi ginnasiali e di liceo classico presso il Collegio Saporiti di Vigevano, e poi conseguì la laurea in ingegneria presso il Politecnico di Milano nel 1903.[3] In seguito fu chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito, assegnato al corpo degli Alpini, in forza al battaglione alpini "Edolo".[1] Ritornato alla vita civile nel dicembre 1905, andò a ricoprire la carica di ingegnere comunale di Breno, lavorando alla costruzione di numerose opere stradali, edili e idrauliche in Val Camonica.[1] venendo nominato sottotenente di complemento del 6º Reggimento alpini, nel novembre 1914 assunse il comando dei volontari alpini della Val Camonica, tra i quali Cesare Battisti,[4] dedicando al loro addestramento. Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia operò al Passo di Campo.[2] Una volta sciolto il corpo dei volontari, fu promosso tenente, e nel marzo 1916 rientrò in servizio nel 5º Reggimento alpini, operando sul Crozzon di Fagorida con il battaglione alpini "Valtellina", rimanendo ferito per la prima volta il 3 maggio dello stesso anno.[2] Per breve tempo fu trasferito in fanteria nel settore della Bainsizza, ritornando quindi negli alpini.[4] Promosso capitano, nell'aprile 1917 assunse il comando della 137ª Compagnia del battaglione alpini "Stelvio", distinguendosi il 19 giugno quando conquistò Quota 2015 sul Costone dei Ponari, nel massiccio dell'Ortigara, resistendo per sette giorni sotto il fuoco dell'artiglieria nemica.[2]

Quando nel mese di ottobre il battaglione alpini "Stelvio" fu mandato a concorrere alla difesa di Monte Fior, il 20 ottobre 1917 venne decorato di una Medaglia d'argento al valor militare dopo aver conquistato per primo una trincea nemica, occupando la postazione retrostante e trasportando con sé i feriti gravi e il materiale bellico.[4] Dopo la disfatta di Caporetto si distinse nella difesa del Monte Fior (15-23 novembre), e sul Monte Cornone (17 dicembre), dove fu decorato di una Croce di guerra al valor militare.[2]

Nella notte del 27 ottobre 1918 tre battaglioni di alpini della 12ª Armata, insieme al 107º Reggimento fanteria francese e a gran parte del XXVII Corpo d'armata del generale Antonino Di Giorgio, sfondarono la linea difensiva nemica e, sebbene contrastati, si portano verso San Vito, Madonna di Caravaggio e Ca’ Settolo, penetrando in direzione di Valdobbiadene.[4] Le colline circostanti furono attaccate dal 9º Gruppo alpino, e il suo battaglione fu impegnato fortemente, insieme al "Verona", sulla cosiddetta Montagnola di Valdobbiadene. Al comando di due plotoni dello "Stelvio" andò all'attacco della posizione nemica, catturando duecento prigionieri, quattordici mitragliatrici e altro materiale belliche.[4] Nel corso di questa azione trovò la morte,[N 1] colpito da una pallottola mentre attraversava un tratto scoperto,[2] e per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare, massima onorificenza italiana.[5]

Il 2 novembre 1923 la salma venne solennemente tumulata, con gli onori civili e militari, nel cimitero di Breno nel corso di una solenne cerimonia.[4] Il 31 luglio 1994 le spoglie furono traslate nel Sacrario militare del Tonale in occasione del 31° Pellegrinaggio in Adamello che venne lui dedicato.[6]

Sulle rive del Lago Rotondo, in Valcamonica, ai piedi del versante meridionale del Corno Baitone, gli è stato intitolato il rifugio Franco Tonolini all'interno del quale si può ammirare un dipinto che lo ritrae.[7]

Onorificenze

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«Ufficiale di conosciutissimo valore e di singolare ardire, sempre pronto ad ogni aspro cimento, animato da fede indomabile, che sapeva trasfondere in ufficiali e truppa, fu costantemente primo fra i primi di fronte al nemico. Nel difficile passaggio di un fiume, rivendicò per sé il compito più pericoloso. Trascinò imperterrito la compagnia sotto il fuoco intenso di mitragliatrici per la conquista di una importante posizione, agevolando l’azione dei reparti di un altro battaglione. Contro l’ostinata resistenza dell’avversario si slanciò intrepido con due plotoni sul margine di un ben munito costone, spezzando definitivamente la tenacia del nemico e volgendolo in fuga. Trovò eroica morte sul campo. Montagnola di Valdobbiadene, 28 ottobre 1918.[8]»
— Decreto Luogotenenziale 29 maggio 1919[9]
«Comandante di compagnia, alla testa dei suoi uomini, incorandoli con le parole e soprattutto con l’esempio, li guidava all’assalto, balzando, primo, nelle trincee nemiche. Avendo l’avversario sferrato un contrattacco, minacciandolo d’accerchiamento, con mirabile energia, occupava una posizione retrostante, facendo trasportare con sé i feriti gravi e materiale da guerra, magnifico esempio di soldato e di valoroso. Monte Fior, 20 novembre 1917
«Contribuiva alla buona riuscita di un’ardita operazione, accorrendo poi spontaneamente sulla posizione conquistata per riconoscerla e fornire indicazioni ai superiori comandi. Monte Cornone (quota 1048), 17 dicembre 1917

Annotazioni

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  1. ^ Lasciava la moglie Adele Canaveli, figlia del professore Fortunato Canevali, e la figlia Lorenzina di 2 anni.
  1. ^ a b c Bianchi, Cattaneo 2011, p. 194.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Stivala 2017, p. 8.
  4. ^ a b c d e f Bianchi, Cattaneo 2011, p. 195.
  5. ^ Carolei, Greganti, Modica 1968, p. 174.
  6. ^ Stivala 2017, p. 9.
  7. ^ Bianchi, Cattaneo 2011, p. 197.
  8. ^ Medaglia d'oro al valor militare Francesco Tonolini, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato il 2 maggio 2019.
  9. ^ Bollettino Ufficiale 1919, pagina 2385.

Bibliografia

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  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
Periodici
  • Nicola Stivala, Gli italiani in guerra, in Noi dè la Val Camonica, n. 40, Breno, Sezione ANA di Valcamonica, dicembre 2017, pp. 8-9.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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