Friedrich Rehmer

partigiano tedesco

Friedrich Rehmer (Berlino, 2 giugno 1921Berlino, 13 maggio 1943) è stato un partigiano tedesco, combattente della resistenza contro il regime nazista[1]. Mentre frequentava la scuola serale a Schöneberg, Rehmer incontrò un gruppo di amici che comprendeva Ursula Goetze, Otto Gollnow, Hannelore Thiel, Liane Berkowitz, John Rittmeister e Werner Krauss,[2][3] i quali lo accolsero nel dicembre 1941 in una rete antifascista in seguito nota all'Abwehr con il nome di Orchestra Rossa.[2] Rehmer fu giustiziato nel 1943.

Biografia

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Rehmer crebbe nel quartiere berlinese di Neukölln in una famiglia di operai.[4][5] Dopo aver terminato gli studi, seguì un apprendistato come fabbro.[3] Alla fine degli anni trenta partecipava ancora alle escursioni e alle attività della Bündische Jugend, già messa al bando.[4]

Dal 1938 al 1940 frequentò con successo la Heil'schen Abendschule a Schöneberg per prepararsi all'Abitur, dove conobbe la futura fidanzata Liane Berkowitz.[6] In seguito fu assunto come supplente per le sue ottime conoscenze di geografia e storia. Dal lavoro scolastico tenuto con Eva Rittmeister si sviluppò un circolo di discussione di oppositori guidato dallo psicoanalista John Rittmeister, marito di Eva, di cui fece parte anche Liane.[3][7]

 
Pietra d'inciampo posizionata a Neukölln.[4]

Il 5 giugno 1941 Rehmer fu arruolato nell'esercito tedesco.[4][8] Rimasto gravemente ferito alla gamba sul fronte orientale,[4][3] non poté partecipare alle proteste contro la mostra di propaganda "Il paradiso sovietico". Nell'ondata di arresti successivi a quello di Harro Schulze-Boysen vi fu anche quello di Rehmer avvenuto nel novembre 1942. Venne detenuto nell'ospedale militare di Britz e poi condannato a morte dal Reichskriegsgericht il 18 gennaio 1943 per la sua appartenenza all'organizzazione dell'Orchestra Rossa. Fu giustiziato il 13 maggio 1943 nella prigione di Plötzensee.[3][1] I testimoni lo accusarono di sedizione (in tedesco Wehrkraftzersetzung) per via delle affermazioni come "La guerra è persa" e "I tedeschi dovranno ancora vergognarsi dei crimini in Unione Sovietica per secoli".

La sua fidanzata Liane Berkowitz[9] diede alla luce la loro figlia Irina in prigione. La bambina morì nell'ottobre 1943 in un istituto per bambini di Eberswalde in circostanze inspiegabili.[6][10]

  1. ^ a b Friedrich Rehmer, su Gedenkstätte Deutscher Widerstand, German Resistance Memorial Center.
  2. ^ a b Tuchel, pp. 93–107
  3. ^ a b c d e Friedrich Rehmer, su gdw-berlin.de.
  4. ^ a b c d e Friedrich Rehmer, su stolpersteine-berlin.de.
  5. ^ (DE) Karl Heinz Biernat e Luise Kraushaar, Die Schulze-Boysen/Harnack-Organisation im antifaschistischen Kampf, Dietz, 1970, p. 86. URL consultato il 4 marzo 2021.
  6. ^ a b (DE) Liane Berkowitz, su Gedenkstätte Deutscher Widerstand, German Resistance Memorial Center. URL consultato il 4 marzo 2021.
  7. ^ Eva Rittmeister geb. Knieper, su frauen-im-widerstand-33-45.de.
  8. ^ Heinrich-Wilhelm Wörmann, Widerstand in Schöneberg und Tempelhof, Gedenkstätte Deutscher Widerstand, 2002, p. 171. URL consultato il 1º marzo 2021.
  9. ^ Gedenken an NS-Widerstand von Liane Berkowitz und Friedrich Rehmer, su evangelische-zeitung.de.
  10. ^ (EN) Irina Berkowitz-Rehmer, in Find a Grave.

Bibliografia

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  • (DE) Johannes Tuchel, Motive und Grundüberzeugungen des Widerstandes der Harnack/Schulze-Boysen-Organisation - Zum Denken und Handeln von Liane Berkowitz, in Kurt Schilde (a cura di), Eva-Maria Buch und die "Rote Kapelle": Erinnerungen an den Widerstand gegen den Nationalsozialismus, 2ª ed., Berlin, Overall, 1993, ISBN 9783925961090.

Collegamenti esterni

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