Galinsoginae
Galinsoginae Benth., 1873 è una sottotribù di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Millerieae).[1]
Etimologia
modificaIl nome della sottotribù deriva dal suo genere tipo Galinsoga il quale a sua volta deriva dal medico spagnolo Mariano Martinez de Galinsoga (1766-1797), medico a Madrid e Soprintendente per il Giardino Botanico di Madrid[2][3].
Il nome scientifico della sottotribù è stato definito per la prima volta dal botanico inglese George Bentham (1800-1884) nella pubblicazione "Genera Plantarum ad exemplaria imprimis in herbariis Kewensibus - 2(1): 167, 198. 1873" del 1873.[4]
Descrizione
modificaLe specie di questa sottotribù sono delle erbe annuali o perenni oppure degli arbusti (anche subarbusti). L'altezza varia da pochi centimetri fino a 3 metri.[5][6]
Le foglie sono sia basali che cauline. Quelle basali raramente formano delle rosette. Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto, sono picciolate o sessili. La forma della lamina fogliare è da lineare a ovata, ma può essere anche rombica, pennata o palmata, raramente è suborbicolare. I bordi normalmente sono dentati, ma possono essere anche interi. La superficie è per lo più trinervata, inoltre può essere glabra o pubescente, ma anche ispida, spinulosa, scabrosa o strigosa; possono essere presenti delle ghiandole punteggiate o dei peli stipato-ghiandolari.
Le infiorescenze sono composte da capolini terminali, radiati o discoidi, solitari o pochi raccolti in gruppi aperti di tipo corimboso o panicolato. I capolini normalmente sono formati da un involucro a forma da campanulata a emisferica o cilindrica, composto da diverse squame (o brattee) disposte su 2 - 5 serie, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: quelli esterni del raggio e quelli più interni del disco. Le squame, da 6 a 30, in genere persistenti e sono da subuguali a fortemente scalate in altezza con superficie striata; la consistenza può essere sia erbacea che membranosa; la forma varia da ellittica a lanceolata, oppure lanceolato-lineare o lanceolato-ovale. Il ricettacolo comunemente ha una forma da piatta a convessa a conica. Le pagliette del ricettacolo hanno delle forme da ovate a filiformi (ma anche oblunghe o lanceolate), talvolta sono trilobate; inoltre qualche volta sono caduche, altre volte sono caduche con il frutto achenio.
Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
- * K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[7]
I fiori sono tetraciclici (a cinque verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori del raggio (da 0 a 21) sono tutti femminili e fertili con corolle colorate di bianco, giallo o bianco sfumato di rosa; i lobi della corolla talvolta sono invisibili. I fiori del disco (da 5 a 150), tubulosi, sono ermafroditi e fertili o raramente funzionalmente maschili; le corolle sono colorate di giallo o giallo-verde, qualche volta porpora; i tubi sono più brevi della gola. Il calice è ridotto ad una coroncina di squame.[8]
L'androceo è formato da 5 stami con filamenti liberi e antere saldate in un manicotto circondante lo stilo.[8] Le appendici delle antere sono da strettamente lanceolate a ovate; normalmente sono prive di tricomi ghiandolari. Le teche delle antere sono pallide o lievemente oscurate.
Il gineceo ha un ovario uniloculare infero formato da due carpelli.[8]. Lo stilo è unico e con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi sono provvisti di due ampie e parallele superfici stigmatiche (raramente sono fuse insieme). Le appendici degli stigmi corte o assenti, se presenti sono papillose (su due righe) e raramente hanno una forma cilindrica.
I frutti sono degli acheni con pappo. La forma degli acheni è da obconica a obpiramidale (spesso è compressa), con sezione trasversale da subcilindrica a debolmente angolata (3 - 4 - 5 angoli); la superficie è nera, da glabra a moderatamente pubescente; a volte può essere strigosa. In qualche caso l'achenio è "tenuto" in una tasca ottenuta dalla fusione di una squama con 2 - 3 pagliette adiacenti. Il pappo è assente oppure è persistente e formato da poche (da 1 a 10) squamette di setole sia affusolate che troncate, oppure da setole (da 5 a 20) barbellate o piumose (a volte caduche, a volte persistenti) di uguale o differente lunghezza sempre disposte su una sola serie.
Biologia
modifica- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
modificaLa distribuzione delle specie di questo gruppo è unicamente relativa all'America. Solamente due specie del genere Galinsoga si sono naturalizzate nel Vecchio Mondo. L'habitat è quello tipico delle zone tropicali o subtropicali o anche caldo-temperate.[6] Diverse specie abitano a quote elevate e quindi con clima più freddo. Nella tabella sottostante è indicata la distribuzione specifica per ogni genere.
Tassonomia
modificaLa famiglia di appartenenza della sottotribù (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale e comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[9] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[10]). La sottofamiglia (Asteroideae) è una delle 12 sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Asteraceae, mentre Millerieae è una delle 21 tribù della sottofamiglia. La tribù Millerieae a sua volta è suddivisa in 8 sottotribù (Galinsoginae è una di queste).
Filogenesi
modificaQuesto gruppo inizialmente fu incluso nella tribù Heliantheae (Robinson, 1981[11]) assieme ad altre 5 sottotribù e con una circoscrizione diversa di generi; solamente in seguito a studi di tipo filogenetico sul DNA la sottotribù venne descritta all'interno della tribù Millerieae. Le Galinsoginae sono incluse in un clade ben supportato la cui caratteristica maggiore è il numero cromosomico (2n = 16).[12]
Il numero cromosomico prevalente delle specie di questo gruppo è 2n = 16 (2n = 8 per Sabazia e 2n = 34 per Oteiza).[5]
Composizione della sottotribù
modificaLa sottotribù comprende 9 generi e circa 87 specie.[5]
Genere | N. specie | Distribuzione |
---|---|---|
Alepidocline S.F. Blake, 1934 | 5 spp. | Messico, America Centrale e Venezuela |
Alloispermum Willd., 1807 | circa 15 spp. | Messico, America Centrale e Ande (settentrionali) |
Aphanactis Wedd., 1856 | 13 spp. | Messico, America Centrale e Ande |
Faxonia Brandegee, 1894 | 1 sp. (F. pusilla Brandegee) |
Messico |
Galinsoga Ruiz. & Pav., 1794 | 15 spp. | Zona neotropicale (questo genere è presente in Italia) |
Oteiza La Llave, 1832 | 4 spp. | Messico e Guatemala |
Sabazia Cass., 1827 | 17 spp. | Messico, America Centrale e Sud America (parte settentrionale) |
Schistocarpha Less., 1831 | 16 spp. | Messico e America Centrale |
Selloa Kunth, 1818 | 1 sp. (S. plantaginea Kunth) |
Messico |
Chiave per i generi
modificaPer meglio comprendere ed individuare i vari generi della sottotribù l'elenco seguente utilizza il sistema delle chiavi analitiche:[5]
- Gruppo 1A: le piante sono delle erbe perenni con infiorescenze scapose e foglie con internodi molto brevi che formano delle piccole rosette basali; le specie sono endemiche dei prati di alta quota del Messico;
- genere Selloa.
- Gruppo 1B: le piante sono delle erbe annuali o perenni, talvolta sono arbustive; le infiorescenze sono variamente composte da capolini, raramente sono scapose (Aphanactis); se le foglie formano delle rosette basali, allora le foglie hanno la lamina intera e sono molto densamente pubescenti da apparire argentee oppure colorate di un verde luminoso, e le piante appartengono al páramo (tipico altopiano freddo del Sud America) o più specificamente al jalca (regione naturale del Perù a quote comprese tra i 3500 e 4000 simile al páramo);
- Gruppo 2A: il pappo dell'achenio dei fiori del disco è persistente ed è formato da piatte setole capillari;
- genere Alloispermum: l'achenio dei fiori del raggio è privo di pappo.
- genere Schistocarpha: l'achenio dei fiori del raggio è provvisto di pappo.
- Gruppo 2B: il pappo dell'achenio dei fiori del disco è formato variamente oppure è assente, se è formato da setole, queste sono caduche;
- Gruppo 3A: la corolla dei fiori del raggio è tubolare o con un lembo (parte finale piatta della corolla) molto ridotto;
- genere Faxonia.
- Gruppo 3B: se i fiori del raggio sono presenti, allora la corolla non è del tipo tubolare;
- Gruppo 4A: il pappo è formato da alcune, caduche setole di varia lunghezza;
- genere Alepidocline: le piante sono erbe annuali.
- genere Oteiza: le piante hanno un habitus arbustivo eretto o arrampicante.
- Gruppo 4B: il pappo è formato da alcune, persistenti scaglie troncate o affusolate, oppure è assente;
- Gruppo 5A: gli acheni dei fiori del raggio sono racchiusi in una struttura "squama/paglietta" consistente in 2 - 3 pagliette del ricettacolo fuse ad una adiacente squama dell'involucro;
- genere Galinsoga.
- Gruppo 5B: gli acheni dei fiori del raggio non sono racchiusi in una struttura tipo "squama/paglietta";
- genere Aphanactis: le corolle dei fiori del raggio, se presenti sono colorate di giallo, se sono bianche allora i fiori centrali del disco sono sterili, se il capolino è discoide, allora il pedicello cresce ancora dopo l'antesi.
- genere Sabazia: le corolle dei fiori del raggio sono colorate di bianco o bianco sfumato di rosa; i fiori centrali del disco sono fertili e i pedicelli non crescono dopo l'antesi.
Alcune specie
modificaNote
modifica- ^ Galinsoginae [collegamento interrotto], su Global Compositae Checklist. URL consultato il 25 gennaio 2015.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 gennaio 2013.
- ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 26 gennaio 2013.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 26 gennaio 2013.
- ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 483.
- ^ a b eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 26 gennaio 2013.
- ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
- ^ a b c Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ Robinson 1981, pag. 61.
- ^ Funk & Susanna 2009, pag. 705.
Bibliografia
modifica- Pag. 705 V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 483-86, Berlin, Heidelberg, 2007.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Robinson HE, A Revision of the Tribal and Subtribal Limits of the Heliantheae (Asteraceae) (PDF), Washington, Smithsonian Institution Press, 1981.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Galinsoginae
- Wikispecies contiene informazioni su Galinsoginae
Collegamenti esterni
modifica- Galinsoginae eFloras Database
- http://compositae.landcareresearch.co.nz/default.aspx?Page=NameDetails&TabNum=0&NameId=230ba50a-dc07-4e72-a1ba-c2e3bd679411[collegamento interrotto] Global Compositae Checklist Database
- Galinsoginae IPNI Database