Geografia dell'Etiopia

geografia dell'omonimo Stato africano
Voce principale: Etiopia.

L'Etiopia è un Paese dell'Africa orientale che confina a nord con l'Eritrea, a nord-est con Gibuti, a est e sud-est con la Somalia, a sud con il Kenya e a ovest con il Sudan e il Sudan del Sud. Occupa una superficie di 1.127.127 km².

Mappa dell'Etiopia.
Topografia dell'Etiopia

Geologia e morfologia

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La caratteristica principale della morfologia dell'Etiopia è rappresentata dalla presenza di altopiani, che si alternano tra aree estese e zone più ridotte, con altitudini che raggiungono anche diverse migliaia di metri. Il paesaggio assume un aspetto tipicamente tabulare, profondamente inciso da imponenti corridoi, dove si formano laghi o si accumulano acque stagnanti. Inoltre, è compartimentato da valloni, forre e burroni.

La parte settentrionale dell'altopiano è separata da quella meridionale da una vasta e complessa frattura, nota come Fossa Galla o «estafricana», caratterizzata dalla presenza di laghi craterici o intervulcanici. Questo grande solco, risultato di un fenomeno tettonico che ha interrotto l'originaria continuità dell'altopiano, inizia a ovest del Kilimangiaro e si sviluppa verso nord-nord-est. Attraversa diagonalmente l'altopiano etiopico e si allarga nella regione attraversata dal fiume Auasc, dando origine alla depressione della Dancalia (o Afar). Questa vasta zona di frattura prosegue verso il Mar Rosso e termina in Asia nella depressione del Mar Morto. La grande faglia, con i suoi alti ciglioni esterni, distingue chiaramente l'altopiano etiopico da quello somalo, un tempo collegati.

L'altopiano etiopico si sviluppa quasi interamente al di sopra dei 1000 metri di altitudine, ed è delimitato su ogni lato da aree pianeggianti, costituendo una delle zone montuose meglio definite dell'Africa, con altitudini medie tra le più elevate del continente. La struttura tabulare del rilievo è dovuta alla stratificazione orizzontale degli strati rocciosi, che non sono stati deformati dai movimenti orogenetici. Questo fenomeno è particolarmente evidente nell'altopiano etiopico, mentre in quello somalo si osserva una leggera inclinazione verso sud-est.

Durante il Paleozoico, l'area subì una prolungata erosione che abbassò e frammenti il rilievo. Successivamente, nel Mesozoico, vi fu una lenta sommersione dell'antica terra, con il mare che invase gran parte dell'attuale Somalia, Dancalia e altopiano etiopico fino a Macallè e al medio corso del Nilo Azzurro. In questa fase si formarono terreni sedimentari sopra della piattaforma cristallina. Alla fine del Mesozoico, iniziò l'emersione definitiva della regione, che si completò nel Cenozoico, con fenomeni di fratturazione e attività vulcanica. Questa attività generò vasti strati di lave basaltiche che ricoprirono gran parte dell'altopiano, formando profonde gole che mettono in evidenza la successione stratigrafica.

L'erosione ha modellato il paesaggio, dando origine a tavolati e ambe, isolati o connessi da creste strette e scoscese. Dove l'erosione è più intensa, riaffiorano gli strati del basamento roccioso, spesso attraversati da fratture colmate da materiali vulcanici di diversa età e natura. Inoltre, si trovano vulcani inattivi e fenomeni vulcanici secondari, come sorgenti termali, fumarole e solfatare. Questi processi sono all'origine della Fossa Galla e della depressione dancala.

Pur essendo unitaria per genesi e struttura, l'area etiopica può essere suddivisa in quattro sezioni principali: l'altopiano etiopico, l'altopiano somalo, la Fossa Galla e la depressione dancala, ciascuna con caratteristiche fisiche e morfologiche ben definite.

L'altopiano etiope

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Il Ras Dascian (4620 m), la più alta vetta etiopica.

Quest'area è delimitata a ovest dalle pianure sudanesi, a nord dalla fascia costiera eritrea, a est dalle bassure della Dancalia e a sud dalla grande fossa dei laghi Galla. L'altopiano è costituito principalmente da un vasto tavolato di rocce vulcaniche, poggianti su un basamento di rocce sedimentarie mesozoiche e cristalline antiche. Il territorio è fortemente frammentato dalla complessa rete idrografica, raggiungendo le massime altitudini nella parte orientale, dove è delimitato da una ripida scarpata a gradini. Questa scarpata termina, a nord, nella fascia costiera dell'Eritrea e, a sud, nella grande depressione dancala e nella valle media del fiume Auasc.

Lungo il margine orientale dell'altopiano si trovano numerose cime elevate, come l'Amba Alagi (3438 m), l'Abbi Mieda (3437 m), l'Abuia Mieda (4000 m) e il Monte Meghezez (3603 m). Tuttavia, le altitudini maggiori si concentrano più a occidente, in particolare nella parte meridionale dell'altopiano. Tra queste si distinguono il Monte Biala (3806 m) e l'Abuna Yosef (4260 m) nella regione di Lasta, il Monte Collo (4300 m) nell'Amhara e numerose altre cime che superano i 4000 metri. Su un ulteriore allineamento più occidentale, si innalzano i monti del Goggiam, culminando nel Birkan (4154 m) e, a est del Lago Tana, nel Monte Guna (4221 m). Nei monti del Semien, infine, si trova il Ras Dascian (o Ras Degen), la cima più alta del Paese, con i suoi 4620 m.

Verso ovest, l'altopiano digrada in contrafforti meno elevati, separati da profondi solchi vallivi che ricordano i caratteristici cañones. Questi rilievi digradano progressivamente verso le pianure alluvionali del Sudan, assumendo forme irregolari e complesse, fino a confondersi con i più dolci declivi della zona pianeggiante.

L'altopiano somalo

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L'altopiano somalo presenta caratteristiche orografiche significativamente diverse rispetto a quello etiopico. Le sue massime elevazioni si trovano lungo il ciglione che degrada ripidamente verso la Fossa dei Laghi Galla, in corrispondenza dell'altopiano etiopico. Il resto del territorio si distingue per un'inclinazione regolare e uniforme verso sud-est, dove le ultime propaggini dell'altopiano sprofondano sotto le alluvioni e le sabbie costiere dell'Oceano Indiano. Questa conformazione differenzia nettamente l'altopiano somalo da quello etiopico, riflettendosi in particolare nella morfologia delle valli, che sono generalmente meno profonde e incavate. Le valli convergono verso i due principali corsi d'acqua della regione: il Giuba e l'Uebi Scebeli, entrambi diretti a sud-est seguendo la naturale pendenza del territorio.

Le massime altitudini si trovano a est dei laghi Auasa e Zuai, dove il Monte Badda raggiunge i 4133 m e l'Encuolo, situato più a sud, arriva a 4340 m. A sud dell'alto corso dell'Uebi Scebeli, l'altopiano tocca i 4307 m con il Monte Batu. Le altre formazioni montuose situate lungo il ciglio dell'altopiano presentano altitudini decisamente inferiori, come i Monti Gugù (3628 m) a ovest e la Gara Mullata (3392 m) nei pressi di Harar.

La Fossa Galla

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La fossa si presenta come una netta spaccatura che separa l'altopiano etiopico dall'altopiano somalo, entrambi delimitati da orli rilevati. Questo solco ospita numerosi bacini lacustri situati a diverse altitudini. A sud, la fossa inizia con il bacino stretto del Lago Turkana, posto a 407 m di altitudine, e prosegue con il Lago Stefania a 593 m, circondato dalle ultime propaggini dell'altopiano che si elevano fino a 2000 m.

Proseguendo verso nord-nord-est, il fondo della fossa si solleva gradualmente: il Lago Ciamò (Ruspoli) si trova a 1233 m, mentre il Lago Margherita raggiunge i 1285 m, con i ciglioni dei due altopiani vicini che superano i 3000-4000 m.

Dopo il Lago Margherita si incontrano altri bacini, tra cui il Lago Auasa a 1708 m, seguito dai laghi Sciala (1567 m), Abàita (1573 m), Langana (1585 m) e infine lo Zuai a 1846 m. In questa zona, il ciglione dell'altopiano somalo raggiunge i 4000 m, mentre quello etiopico è più basso, con altitudini inferiori ai 3000 m.

A nord del Lago Zuai, situato ai piedi dell'altopiano etiopico di Addis Abeba, il fondo della fossa diventa più ampio e pianeggiante, punteggiato da piccoli laghetti. Il solco continua verso nord-nord-est, stretto e compreso tra il bordo dell'altopiano etiopico, che supera i 3500 m, e quello somalo, che si avvicina ai 3000 m. Il fondo, attraversato dal fiume Auasc, declina progressivamente, allargandosi fino a sfociare nella depressione della Dancalia meridionale, dove l'Auasc si impaluda nei pressi di Hadelè Gubò.

Tra le scarpate dell'altopiano etiopico, orientate da nord a sud, e quelle dell'altopiano somalo, che si incurvano nei Monti del Cercer con un orientamento ovest-est, si distende la caratteristica regione dancala.

La Dancalia

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Paesaggio vulcanico della Dancalia.

Diretta continuazione della Fossa Galla, la Dancalia si estende tra il Mar Rosso e il piede del versante orientale dell'altopiano etiopico. Questa regione, di forma triangolare e con una superficie di circa 100.000 km², offre straordinari esempi di vulcanismo, oggi per lo più inattivo, insieme a fratture, faglie e altri fenomeni geologici. La mancanza di vegetazione rende questi elementi particolarmente visibili, in un contesto unico al mondo.

La Dancalia si affaccia sul Mar Rosso con una stretta fascia costiera, oltre la quale si ergono rilievi paralleli alla costa. Questi si presentano con forme tondeggianti e tavolati calcarei, attraversati da strette e profonde valli. Il nucleo principale è il pianoro di Arrata, che raggiunge i 1250 m di altitudine. Una bassa sella situata alle spalle di Edd separa la catena costiera settentrionale dal gruppo montuoso del Dubbi, caratterizzato da vulcani inattivi (come il Gebel Dubbi, 1280 m) e attivi (come il Dubbi Alto, 1580 m, e il Dubbi Basso, 1250 m). Intorno a questa zona vulcanica si estendono ampie colate basaltiche che arrivano fino alla città di Assab.

A ovest dei rilievi costieri si trova una vasta depressione suddivisa in diversi bacini, il più importante dei quali è il Piano del Sale, che si estende per circa 5000 km². Questo bacino presenta un fondo sabbioso attraversato da cordoni basaltici, con dune che assumono spesso la forma tipica delle barcane. I margini del bacino sono terrazzati, mentre la parte settentrionale, ai piedi della scarpata orientale dell'altopiano etiopico, ospita la depressione più profonda. Qui si trovano il Lago Assalè, situato a 116 metri sotto il livello del mare, e il Lago Giulietti (a -80 metri). Questa zona, caratterizzata da temperature invernali che possono raggiungere i 40 °C, appare come un deserto ostile.

La depressione dancala si divide in due parti: la parte settentrionale, detta Ghebrò, è ricca di depositi salini, gessosi e potassici; la parte meridionale, meno conosciuta, è dominata da aree salmastre e formazioni vulcaniche. Questa si estende fino al confine con Gibuti, dove si trovano il lago Abbé, che raccoglie le acque del fiume Auasc, e il lago Assal, situato a -173 metri sotto il livello del mare.

La Dancalia, regione brulla e inospitale, funge da entroterra per una costa ricca di insenature e porti naturali. Tuttavia, l'approdo è spesso difficile a causa dei bassi fondali e dei venti contrari. Allo stesso modo, le condizioni climatiche e ambientali rendono complicata la presenza umana e le comunicazioni. Solo nelle aree dove affiorano sorgenti d'acqua si trovano piccole oasi. Migliori condizioni si riscontrano nella regione degli Aussa, situata nella parte più meridionale della Dancalia.

Idrografia

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Le cascate del Nilo Azzurro.

I corsi d'acqua dell'Etiopia si caratterizzano per un regime torrentizio, con forti piene durante il semestre più piovoso, che interessano anche i principali fiumi. Nelle sezioni inferiori dei corsi d'acqua, le acque spesso scompaiono dalla superficie per riemergere a poca profondità. L'idrografia della regione si suddivide tra tre principali bacini: il bacino del Nilo, che defluisce verso il Mediterraneo a nord; il bacino dell'Oceano Indiano, che raccoglie le acque del versante meridionale; e il bacino del Mar Rosso, che interessa la porzione orientale del territorio. Vi sono inoltre numerosi bacini interni privi di sbocco al mare, situati principalmente lungo la Fossa dell'Oromo e nella Dancalia.

Il bacino del Nilo comprende fiumi di grande importanza. Tra questi, il Mareb nasce nella zona di Asmara e, dopo un percorso di 680 km, raggiunge la regione di Kassala, in Sudan, dove si ramifica in vari canali che, in anni particolarmente piovosi, confluiscono nell'Atbara. Un altro fiume rilevante è il Setit-Tacazzé, che origina dalle montagne del Lasta nell'altopiano centrale e percorre 760 km prima di unirsi all'Atbara a Tamat. Questo corso d'acqua scorre incassato in gole profonde e presenta caratteristiche spettacolari come le «marmitte dei giganti» e tratti alternati di rapide e laghetti. Anche l'Atbara, con una lunghezza complessiva di 800 km, si origina in territorio etiopico; ha acque perenni nel tratto superiore, mentre il corso inferiore si prosciuga da dicembre ad aprile, con piene significative tra agosto e settembre.

Il fiume più importante della regione è il Nilo Azzurro, o Abbai, che nasce a 3120 m ai piedi del Monte Amidamit, nell'altopiano etiopico. Dopo essere alimentato da piccoli torrenti, sfocia nel Lago Tana, dal quale esce a sud, arricchito da un vasto bacino imbrifero. Attraversa l'altopiano in una stretta gola, passando sotto il celebre «ponte portoghese». Dopo aver descritto un semicerchio che circonda la regione del Goggiam, il fiume prosegue verso ovest e raggiunge il Sudan, dove si unisce al Nilo Bianco a Khartoum dopo un percorso di 1400 km. Con un bacino imbrifero di ampia estensione, l'abbondante portata dell'Abbai varia significativamente, oscillando tra 120 e 5600 m³ al secondo. Tra i principali affluenti figurano l'Adabai, che raccoglie le acque dello Scioa settentrionale, e il Didessa, originario delle piovose regioni del Gimma e dell'Uollega.

 
Rapide lungo l'Auasc.

Nella parte meridionale, altri fiumi come il Baro e l'Akobo irrigano le regioni dell'Uollega e del Caffa. Riunendosi, questi corsi formano il Sobat, che si disperde in paludi del bassopiano sudanese. Il Baro, con il suo carattere montano e impetuoso, scorre verso ovest, mentre l'Akobo segue per lungo tratto il confine naturale con il Sudan prima di confluire nel Sobat.

Il bacino dell'Oceano Indiano è dominato da due grandi fiumi: il Giuba e l'Uebi Scebeli. Il Giuba si forma dall'unione di tre rami principali – Daua Parma, Ganale Doria e Uebi Gestro – che nascono tra le regioni dei Borana e degli Arussi. Dopo la loro confluenza presso Dolo, il fiume scorre per circa 900 km in Somalia fino a raggiungere il mare. L'Uebi Scebeli, il fiume più lungo della regione (2490 km), nasce a nord del Monte Guramba e attraversa il territorio somalo serpeggiando fino a disperdersi in zone acquitrinose vicino alla costa. Entrambi i fiumi, pur avendo portate minori rispetto a quelle dei grandi corsi settentrionali, rappresentano le principali risorse idriche del versante meridionale.

Sul versante orientale, i fiumi che sfociano nel Mar Rosso sono più brevi, con valli ripide e tortuose. Tra questi, il Barca è il principale e scorre per 630 km dal Seraè fino al Sudan, attraversando il confine. I suoi affluenti includono l'Anseba, che si sviluppa completamente in territorio eritreo. Altri corsi d'acqua minori si distribuiscono tra le coste del Samar e del Sahel, fungendo spesso da vie naturali verso l'interno.

Infine, i bacini interni comprendono due fiumi di rilievo: l'Omo Bottego e l'Auasc. L'Omo, uno dei corsi più tortuosi d'Etiopia, nasce presso Gara Tuca e scorre per oltre 850 km, sfociando nel Lago Turkana. L'Auasc, invece, rappresenta il maggiore corso del versante orientale e scorre per circa 1200 km lungo la Fossa Tettonica. Dopo un percorso sinuoso attraverso laghetti e paludi, termina nel lago Abbé, nella regione dancala.

Laghi e paludi

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Il lago Tana.

Il maggiore e più importante lago dell'Etiopia è il Lago Tana, situato nel cuore dell'altopiano, a 1830 m di altitudine, in una vasta conca da cui ha origine il Nilo Azzurro. Conosciuto già dagli antichi Greci e Arabi, venne riscoperto dai Portoghesi nel XVI secolo. Ricco di isole, il Lago Tana possiede un bacino idrografico di circa 16.800 km², una forma approssimativamente circolare e una superficie di 3600 km². La sua massima lunghezza è di 72 km, mentre la larghezza raggiunge i 65 km; la profondità massima è di 70 m, con una media di 40 m. L'origine del lago è legata a fenomeni vulcanici verificatisi durante una fase interpluviale: enormi colate laviche sbarrarono le valli del Nilo Azzurro, dando luogo alla formazione di questo specchio d'acqua. Nei tempi passati, il Tana fu erroneamente ritenuto la sorgente principale del Nilo.

A sud del Tana si trova il piccolo Lago Gudera, mentre sull'orlo orientale dell'altopiano si trovano laghi di particolare interesse, come l'Ascianghi. Questo lago, situato a 2409 m di altitudine, ha una forma circolare e una superficie di circa 20 km².

La regione più ricca di laghi dell'Etiopia è la fossa che separa l'altopiano etiopico da quello somalo. Qui, l'attività vulcanica ha creato numerosi bacini indipendenti. Tra i più importanti c'è il Lago Zuai, che copre una superficie di 400 km² ed è punteggiato da isolette. Le sue acque sono relativamente dolci e poco profonde. Due cordoni di terra lo separano dai laghi Sciala, con una superficie di 450 km², e Langana, che misura circa 200 km².

A sud-ovest si trova il Lago Regina Margherita, scoperto da Vittorio Bòttego, con una superficie di circa 1200 km² e numerose isole. Nei pressi si trova il Lago Ciamò, che si estende per 500 km². L'ultimo lago rilevante della zona è il Lago Stefania, che copre una superficie di circa 1200 km², ma gran parte di esso si è trasformata in una palude salmastra. Infine, nel sud dell'Etiopia, una porzione settentrionale del Lago Turkana rientra nei confini del Paese.

Le paludi sono abbondanti in diverse regioni dell'Etiopia. Si trovano nella Dancalia, nell'Aussa, nel bassopiano verso il Sudan, nella Fossa Galla e nelle aree meridionali. Tra le più significative vi è la grande palude Giomman, aituata a ovest di Addis Abeba, ai piedi dei Monti Gorochen.

L'Etiopia, benché sia compresa nella zona torrida, tra il Tropico e l'Equatore, presenta un clima molto vario. Se si eccettuano le zone desertiche e dei bassopiani, dove predomina il clima torrido, può dirsi in generale che la regione gode di una notevole uniformità termica, con temperature medie annue non elevate, notevoli escursioni diurne e modeste escursioni annue. La configurazione molto accidentata della regione, la posizione geografica rispetto alle masse oceaniche, la notevole estensione, la presenza di valli che penetrano profondamente nell'altopiano, il regime dei venti e le condizioni bariche introducono elementi di differenziazione climatica di somma importanza.

L'altopiano etiopico, e in genere tutto il territorio al di sopra dei 2000 m, è caratterizzato da una notevole uniformità termica: la forma predominante del rilievo ha una grande importanza nel mantenere tale uniformità, i cui caratteri essenziali sono rappresentati dalla media annua moderata che si aggira intorno ai 18 °C (Addis Abeba posta a 2640 m ha una media annua di circa 17 °C) e dall'esiguità delle oscillazioni annue delle temperature massime e minime. In linea generale, mentre nella parte meridionale e centrale dell'altopiano la temperatura raggiunge il suo massimo fra aprile e maggio, con punte di 31 °C, in quella settentrionale il culmine viene raggiunto fra maggio e giugno, con punte di 28 °C. L'andamento delle temperature minime dell'anno presenta ovunque maggiore regolarità di quella delle massime; le punte minime si verificano fra dicembre e gennaio e possono toccare eccezionalmente 0 °C come nella massima elevazione dell'altopiano, il Ras Dascian. Così non si può parlare di una vera e propria ripartizione stagionale dell'annata bensì di un periodo relativamente caldo (marzo-maggio) e uno relativamente freddo (giugno-agosto), alternati con due altri aventi caratteristiche analoghe: quello caldo (settembre-novembre) mentre l'ultimo (dicembre-febbraio) è a volte il periodo in cui si raggiungono le temperature più basse.

Sulle pendici occidentali sudanesi, come nella depressione dei laghi Galla e sui versanti nord-occidentali dell'altopiano somalo, cioè le zone comprese fra i 500 e i 1800 m, si riscontrano i caratteri termici fondamentali di un ambiente tropicale, soprattutto per i valori medi, per l'escursione diurna più alta e per altri fattori topografici locali, per cui si passa gradualmente da temperature medie annue di 20 °C delle fasce più elevate a quelle di 26-27 °C delle parti più basse: Gambela, posta sul fiume Baro, ha una media annua di 27 °C. Per quanto si riferisce agli estremi assoluti si può notare la preponderanza di elevate temperature durante quasi tutto l'anno: a Gallabat si raggiungono 39 °C, mentre le basse temperature sono piuttosto rare in tutte le località della zona, eccettuate le pendici fino a una certa altitudine, dove le minime più basse non discendono mai sotto 6 °C. In queste regioni, in analogia col comportamento termico annuo, l'annata può dividersi in due periodi principali, ineguali come durata, compresi l'uno nel primo semestre (febbraio-giugno), con temperature inferiori alla media, e l'altro con temperature più basse, alternati con altri due periodi relativamente caldo il primo (settembre-ottobre-novembre) e freddo il secondo (luglio-agosto).

Le due regioni immediatamente contigue a S e SE, cioè il tavolato somalo settentrionale e l'altopiano arusso-hararino, sono influenzate dall'Oceano Indiano, tanto che la temperatura ha una notevole regolarità. Harar, il cui clima gode la fama di essere il migliore dell'Etiopia, ha una temperatura media di 19,7 °C, con punte estreme massima di 25 °C e minima di 12 °C.

Le due ultime zone climatiche dell'Etiopia comprendono i territori desertici della Dancalia e parte dell'Ogaden che sono fra le regioni più calde e aride del mondo: le medie più elevate dell'anno si verificano fra maggio e giugno con 35 °C, con escursioni annue di 10-15 °C ed escursione diurna limitata.

Ma più che dalla temperatura il clima dell'Etiopia è caratterizzato dai venti e in modo particolare dalla quantità di umidità diffusa nell'aria. Il regime dei venti segue un ritmo la cui regolarità è collegata alla circolazione di due correnti fondamentali che traggono origine dal soffiare dei due alisei: boreale di NE e australe di SE. Questa costante circolazione atmosferica e particolari condizioni idrografiche locali assicurano un considerevole apporto di vapore acqueo che è fonte di abbondanti precipitazioni. In linea generale la ripartizione pluviometrica è legata alla distribuzione dell'umidità che è minima nella zona settentrionale del territorio e va crescendo spostandosi verso S, tanto nell'altopiano quanto lungo il versante sudanese. È abbastanza elevata nell'altopiano somalo, diminuisce invece verso la costa somala del Mar Rosso e la regione dei Galla Borana; l'umidità è abbastanza ridotta su buona parte della Fossa Galla, minore nell'Ogaden, minima nella Dancalia; ragguardevole è invece l'umidità lungo il litorale del Mar Rosso.

Il fattore meteorologico più importante è costituito dalle abbondanti precipitazioni dovute alla condensazione dei vapori che i venti sospingono contro i rilievi. L'epoca delle piogge rappresenta per l'Etiopia un periodo la cui durata e intensità variano col variare dei fattori geografici, la vicinanza dei mari, la naturale conseguenza dei grandi movimenti zonali dell'atmosfera e del doppio passaggio del sole allo zenit. Su quasi tutto l'altopiano etiopico si verifica un'unica stagione piovosa, però tradizionalmente suddivisa in due periodi, «piccole piogge» e «grandi piogge», anche se in realtà tra le due fasi non vi è una netta distinzione. Le «piccole piogge» si verificano in primavera e anticipano il grande periodo piovoso. In generale le piogge cadono nel semestre che va da aprile a settembre, mentre da ottobre a marzo si ha il periodo siccitoso, durante il quale, però, in qualche regione come nel Caffa, nel Gimma, nello Scioa e nel Ghimirra si hanno lievi precipitazioni. I massimi si verificano in luglio o in agosto, poi diminuiscono rapidamente e in dicembre e gennaio si registrano i valori minimi. Caratteristica delle piogge in Etiopia è quella di manifestarsi con violenza e con vistose scariche elettriche. Frequente è la grandine, che nelle zone più elevate resta al suolo dando l'impressione talvolta di una nevicata.

La distribuzione della pioggia è ripartita su gran parte dell'altopiano con quantità sempre crescenti procedendo dai confini settentrionali col Sudan, dove cadono circa 200 mm, fino a raggiungere, all'altezza di Axum, i 1000 mm. Vi sono però alcune zone periferiche dell'altopiano, come a SO del lago Tana, e a O e SO di Addis Abeba, dove cadono rispettivamente 1400 e 1800 mm di pioggia. Scarse sono le piogge nella Fossa Galla e nella media valle dell'Auash (500-600 mm); scarsissime quelle che cadono lungo la costa eritrea (circa 250 mm) mentre addirittura insignificanti sono le precipitazioni della depressione dancala, dove cadono non più di 30 mm all'anno.

Bibliografia

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  • Istituto Geografico De Agostini. Enciclopedia geografica, edizione speciale per il Corriere della Sera, vol. 12, pagg. 173-179. RCS Quotidiani s.p.a., Milano, 2005. ISSN 1824-9280 (WC · ACNP).

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