Gerda Taro
Gerta Pohorylle, meglio conosciuta come Gerda Taro (Stoccarda, 1º agosto 1910 – Madrid, 26 luglio 1937), è stata una fotografa tedesca.
Nota per i suoi reportage di guerra, è anche conosciuta per essere stata la compagna di Robert Capa[1] e per aver stabilito con il fotoreporter ungherese un forte sodalizio professionale. È considerata insieme a Capa una dei più importanti fotografi di guerra. La sua morte violenta a 26 anni (fu travolta da un carro armato durante la Guerra civile spagnola [2]) contribuì a mitizzarla come donna rivoluzionaria e coraggiosa caduta per le proprie idee e per il suo lavoro[3].
Biografia
modificaGerda Taro, il cui vero nome era Gerta Pohorylle, nasce da una famiglia di ebrei polacchi. È portata per lo studio, è una buona giocatrice di tennis, ama vestirsi bene e fin da bambina dimostra di avere un carattere forte. Nonostante le sue origini borghesi, giovanissima entra a far parte di movimenti socialisti e di lavoratori. Per questo motivo e per la sua origine ebraica, l'avvento del nazismo in Germania le crea molti problemi. Finisce in carcere in quanto attiva nel Partito Comunista Tedesco, interrogata non parla e, grazie al suo passaporto polacco, viene liberata. Con un amico lascia la Germania alla volta di Parigi, mentre i suoi genitori decidono di rifugiarsi in Palestina ed i fratelli in Inghilterra[4].
Nel 1935 a Parigi grazie alla sua intelligenza e adattabilità, la poliglotta Gerda trova lavori come dattilografa e segretaria. Tramite l'amica e coinquilina Ruth conosce l'ungherese Endre Friedman. Come lei è ebreo, comunista, antifascista e ha conosciuto il carcere e sbarca il lunario facendo il fotografo. Endre e Gerta si fidanzano e sarà proprio lui ad iniziarla alla fotografia. Insieme, un po' per sfida, un po' per opportunità, inventano il personaggio “Robert Capa”, un fantomatico celebre fotografo americano giunto a Parigi per lavorare in Europa. Grazie a questo curioso espediente la coppia moltiplica le proprie commesse e guadagna parecchi soldi.
Nel 1936 entrambi decidono di seguire sul campo gli sviluppi della guerra civile spagnola, guerra che inciderà parecchio sulla vita dei due. Giunti in Spagna diventano immediatamente importanti testimoni della guerra, realizzando molti reportage pubblicati in periodici come "Regards" o "Vu."
Nota fra le milizie antifasciste per la sua freschezza, coraggio ed eccezionale bellezza, rischiò sempre la vita per realizzare i propri servizi fotografici. All'inizio il marchio "Capa-Taro" fu usato indistintamente da entrambi i fotografi. Successivamente, i due divisero la 'ragione sociale' - CAPA - e Endre Friedman adottò definitivamente lo pseudonimo Robert Capa per sé[6].
Gerda realizzò, in un periodo in cui Capa era per alcuni giorni a Parigi per rapporti con le agenzie, il suo più importante reportage durante la battaglia di Brunete. All'inizio parve una grande vittoria repubblicana. Il contrattacco franchista ribaltò presto la situazione e Gerda fu allora testimone dei selvaggi bombardamenti dell'aviazione nazionalista, scattando numerose fotografie sempre con estremo rischio per la propria vita.
Testimoni raccontano che spesso incitava lei stessa i combattenti "all'attacco"; la sua fede rivoluzionaria e antifascista era puro slancio. L'articolo che venne pubblicato sulla rivista Regards, diede un grande lustro alla reporter tedesca.
La morte
modificaAl ritorno dal fronte di Brunete, Gerda Taro perse la vita a causa di un terribile incidente. Il 25 luglio 1937 Gerda viaggiava aggrappata al predellino esterno della vettura del generale polacco "Walter" (Karol Świerczewsky), colma di feriti; Walter era un noto comandante delle Brigate Internazionali. Quando aeroplani tedeschi volarono a bassa quota sul convoglio repubblicano mitragliandolo, nel trambusto generale un carro armato urtò l'auto alla quale era aggrappata Gerda, che cadde sotto i cingoli del carro armato restando schiacciata dallo stomaco in giù.
Gerda non perse conoscenza e durante il penoso trasferimento, che durò ore, all'ospedale di Madrid 'El Goloso' (zona dell'Escorial) si mantenne le viscere in sede con la pressione delle proprie mani; i testimoni ricordano un'incredibile freddezza e coraggio nella ragazza. Alcuni tra i migliori medici delle Brigate Internazionali le trasfusero plasma e tentarono di operarla senza anestetici e senza antibiotici (di cui non vi era disponibilità), di suturare la devastante ferita ma si resero subito conto che ogni tentativo non l'avrebbe mai salvata; il suo organismo non poteva più svolgere alcuna funzione vitale che si protraesse oltre le poche ore.
All'infermiera che dovette vegliarla fu indicato di somministrarle tutta la morfina possibile per non farla soffrire, in quanto il decesso era inevitabile. La ragazza si preoccupava comunque delle proprie macchine fotografiche chiedendo "se si erano rotte". Restò in vita e vigile sino all'alba del giorno seguente; morì intorno alle ore 5 semplicemente "chiudendo gli occhi". Gerda aveva 26 anni.
Il suo corpo fu traslato a Parigi e, accompagnato da 200.000 persone, fu tumulato al Père-Lachaise con tutti gli onori dovuti ad un'eroina repubblicana. Allo scultore Alberto Giacometti venne chiesto di realizzare il monumento funebre. Pablo Neruda e Louis Aragon lessero un elogio 'in memoriam'. Il suo compagno Capa non si riprese mai più dalla morte della dolce e vivacissima Gerda, prima donna reporter a morire sul lavoro[senza fonte]. Anch'egli morirà svolgendo il proprio lavoro nel 1954 nella guerra d'Indocina.
Un anno dopo la morte di Gerda, nel 1938, Robert Capa pubblicherà in sua memoria Death in the Making, riunendo molte foto scattate insieme. La sua tomba a Parigi giace dimenticata nella zona del Père-Lachaise dedicata ai rivoluzionari e alla Resistenza, vicino al noto "Mur des Federés".
Nel 1942 il regime collaborazionista fascista francese censurò l'epitaffio inciso sulla tomba di Gerda, epitaffio mai più restaurato. La tomba, dopo le modifiche occorse nel 1953, è accessibile da un viottolo posteriore, quindi posta "alla rovescia" rispetto a quando fu costruita. La tomba di Gerda Taro fu l'unica ad essere violata dalla mano nazi-fascista, forse per l'influenza che la giovane rivoluzionaria, caduta nella guerra contro il fascismo, ancora esercitava sulla crescente Resistenza francese.
Rimasta a lungo nell'ombra del più noto fidanzato Robert Capa e relegata al ruolo di sua compagna (e in qualche cronaca anche di moglie), dalla metà degli anni 1990 Gerda Taro è oggetto di interesse storico per il suo ruolo di giovanissima donna contro-corrente, rivoluzionaria militante sino al sacrificio massimo e protagonista della storia della fotografia e della resistenza al fascismo[6][7][8].
Gerda Taro nella cultura di massa
modifica- Il romanzo Waiting for Robert Capa di Susana Fortes (2011) è una narrazione romanzata della vita di Robert Capa e Gerda Taro
- La canzone Taro, contenuta nell'album An Awesome Wave (2012) della band inglese ∆ (Alt-J), è dedicata alla fotografa tedesca e al suo compagno
- Il romanzo La ragazza con la Leica di Helena Janeczek (2017), vincitore del Premio Bagutta e dello Strega nel 2018, tratta della vita della fotografa
- La storia e la vita a fumetti Gerda Taro di Sara Vivan (2019), edito da Contrasto, a cura di Vincenzo Filosa[9]
Note
modifica- ^ Quella fotografa libera e ostinata, su espresso.repubblica.it. URL consultato il 2 febbraio 2018.
- ^ Gioventù stregata da Gerda Taro–di Eliana Di Caro 25 settembre 2017, su ilsole24ore.com. URL consultato il 2 febbraio 2018.
- ^ Gerda Taro. Una fotografa rivoluzionaria nella guerra civile spagnola (PDF), su photographers.it. URL consultato il 2 febbraio 2018.
- ^ Annalisa Lo Monaco, Gerda Taro: la Ragazza con la Leica che inventò Robert Capa, in Vanilla Magazine, p. , con la pubblicazione di molte foto, compresa lei morente e la sua tomba. URL consultato il 18-11-2019.
- ^ Alberta Gnugnoli, Robert Capa, pag. 8, Firenze, Giunti, 2010, ISBN 978-88-09-74811-8.
- ^ a b Giovanna Bertelli, Gerta Pohorylle detta Gerda Taro, in Enciclopedia delle Donne. URL consultato il 18-11-2019.
- ^ Irme Schaber, Gerda Taro. Una fotografa rivoluzionaria nella guerra civile spagnola [collegamento interrotto], in Derive Approdi. URL consultato il 18-11-2019.
- ^ (EN) Sean O'Hagan, Robert Capa and Gerda Taro: love in a time of war, in The Guardian, 13 maggio 2012. URL consultato il 18-11-2019.
- ^ Rita Fenini, Gerda Taro: la sua storia a fumetti, in Panorama, 25 giugno 2019. URL consultato il 18-11-2019.
Bibliografia
modifica- Linda Bertelli, Agnese Ghezzi, "Decostruire Gerda Taro: le immagini, le tracce storiche, il mito", Predella. Journal of Visual Arts, 52, 2022, pp. 23-65.
- François Maspero: L'ombre d'une photographe, Gerda Taro, Paris Le Seuil, 2006
- Fernando Olmeda, "Gerda Taro, fotógrafa de guerra", Editorial Debate, 2007
- Irme Schaber, Gerda Taro. Una fotografa rivoluzionaria nella guerra civile spagnola, Roma, Derive Approdi, 2007, ISBN 978-88-8996-929-8.
- Manuela Fugenzi, L'eredità di Gerda Taro Archiviato il 7 dicembre 2009 in Internet Archive., «Storicamente», 4, 2008
- Sara Galli, Gerda Taro e le altre Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., «Storicamente», 4, 2008
- Susan Fortes, Istantanea di un amore, Milano, Editrice Nord, 2010, ISBN 978-88-4291-661-1.
- Arroyo, Lorna. Documentalismo técnico en la Guerra Civil española. Inicios del fotoperiodismo moderno en relación a la obra de Gerda Taro. Castellón: Universidad Jaime I, 2011. ISBN 978-84-694-9871-2
- Helena Janeczek, La ragazza con la Leica, Milano, Guanda, 2017, ISBN 978-88-2351-835-3. - Premio Bagutta 2018
- La storia e la vita a fumetti Gerda Taro di Sara Vivan (2019), edito da Contrasto, a cura di Vincenzo Filosa
Altri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Gerda Taro
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gerda Taro
Collegamenti esterni
modifica- Gerda Taro, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
- (EN) Gerda Taro, su IMDb, IMDb.com.
- "Professione fotoreporter: Dibattito intorno alla vita, all’opera, alla biografia di Gerda Taro", a cura di Patrizia Dogliani, con interventi di Elisabetta Bini, Sara Galli, Manuela Fugenzi, Luisa Cicognetti, su storicamente.org.
- Selezione foto su Repubblica, su repubblica.it.
- (ES) El ángel caído - Gerda Taro, su elangelcaido.org. URL consultato il 30 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2008).
- (DE) Notizie biografiche in tedesco, su exil-archiv.de. URL consultato il 30 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2007).
- Gerda Taro, en España bajo el fuego, su mujeresriot.webcindario.com.
- Ragazzo in uniforme. Gerda Taro, The New York Times.
- "International Center of Photography Holds First Major Exhibition of Taro's Work", New York Times, 22 settembre 2007.
- "Libro di Irme Schaber su Gerda Taro, pref. di Elisabetta Bini - Derive Approdi", su gerdaphoto.org. URL consultato il 15 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2009).
- "Gerda Taro, istantanee di una vita eroica", Ferdinando Morabito - Il Paese Possibile
Controllo di autorità | VIAF (EN) 64211157 · ISNI (EN) 0000 0001 0654 6758 · Europeana agent/base/159293 · ULAN (EN) 500128643 · LCCN (EN) n95088174 · GND (DE) 119206706 · BNE (ES) XX1222731 (data) · BNF (FR) cb140637238 (data) · J9U (EN, HE) 987007268731905171 · NDL (EN, JA) 001135378 |
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