Gianandrea Doria
Gianandrea Doria, o Giovanni Andrea Doria (Genova, 1539 – Genova, 2 febbraio 1606), è stato un ammiraglio e nobile italiano.
Gianandrea I Doria | |
---|---|
Ritratto di don Gianandrea Doria con la veste dell'Ordine di Santiago ed il molosso Roldano, donato da Filippo II a riconoscimento della fedeltà dimostrata. Il dipinto è attribuito al fiorentino Alessandro Vaiani (fine XVII sec.). | |
Principe di Melfi Marchese di Torriglia | |
In carica | 19 novembre 1574 – 2 febbraio 1606 |
Predecessore | Giannettino Doria |
Successore | Andrea II Doria |
Nome completo | Giovanni Andrea Doria |
Trattamento | Sua Grazia |
Altri titoli | Marchese di Tursi Principe di Sonnino Conte di Loano |
Nascita | Genova, 1539 |
Morte | Genova, 2 febbraio 1606 |
Sepoltura | Cimitero dei Principi Doria |
Dinastia | Doria |
Padre | Giannettino Doria |
Madre | Ginetta Centurione |
Consorte | Zanobia Del Carretto Doria |
Figli | Vittoria Andrea Giannettino Artemisia Carlo |
Religione | Cattolicesimo |
Gianandrea I Doria | |
---|---|
Il principe Gianandrea I Doria in una stampa d'epoca | |
Soprannome | Amaro Gambarotta |
Nascita | Genova, 1539 |
Morte | Genova, 2 febbraio 1606 |
Cause della morte | morte naturale |
Luogo di sepoltura | Genova |
Etnia | Italiana |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | Repubblica di Genova |
Anni di servizio | 1560 – 1600 |
Grado | Ammiraglio |
Ferite | Due Ferite al Petto Ferita al Volto |
Comandanti | Don Giovanni d'Austria Luis de Zúñiga y Requesens Marcantonio Colonna |
Guerre | Guerra di Cipro |
Battaglie | Battaglia di Gerba Battaglia di Lepanto |
Comandante di | Juan de Angustina Carasa Pandolfo Strozzi |
Decorazioni | Ordine di Santiago |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Biografia
modificaFiglio di Giannettino Doria e Ginetta Centurione[1], ereditò nella Repubblica di Genova le fortune del glorioso prozio, il principe-ammiraglio Andrea Doria, e legò ugualmente il suo nome a imprese sui campi di battaglia marini. Fu infatti sul mare che partecipò dapprima alla battaglia di Gerba nel 1560, che si concluse con una disfatta. Lo zio, Andrea Doria, moriva in quegli stessi giorni a novantaquattro anni di età, e sua ultima consolazione fu quella di sapere che almeno nella disfatta il nipote ed erede si era salvato.
Gianandrea comandò l'ala destra della flotta cristiana nella battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571. La sua strategia in questa battaglia fu negativamente ricostruita nella vulgata, accusato di aver seguito una tattica eccessivamente prudente, poiché molte navi genovesi erano di proprietà della sua famiglia. Agendo in questo modo, egli si lasciò irretire da una manovra diversiva del suo avversario Uccialì, che lo attirò verso l'esterno e quindi si infilò nel varco così creato, tentando di prendere alle spalle il centro dello schieramento cristiano. Questa mossa avrebbe potuto comportare conseguenze molto gravi, ma il sacrificio di alcune galee dalmate, tra cui si distinse la San Trifone di Cattaro comandata dal sopracomito Conte Girolamo Bisanti, non consentì tale manovra. Riorganizzato lo schieramento grazie al sacrificio degli equipaggi dalmati, la battaglia terminò con la vittoria delle forze cristiane.
Gianandrea, erede nella Repubblica di Genova delle fortune del prozio, non possedeva forse le capacità del grande avo, si impose tuttavia per il suo carattere aspro e presuntuoso. Diresse come il suo predecessore la linea politica filo-spagnola assunta dalla città, e sotto di lui si riformò il sistema oligarchico alla guida della Repubblica genovese.
Nel complesso, nelle vicende interne genovesi il successore del Pater Patriae non ebbe né la grande autorità né la prudente abilità di Andrea e, non essendo in grado di divenire dominatore supremo, si atteggiò a capo di parte, minacciando di trasformare il conflitto dei partiti nobiliari in guerra civile.
In Genova risiedeva con la famiglia nel palazzo del Principe. Accanto ad esso ristrutturò in termini manieristico-rinascimentali la chiesa di San Benedetto al Porto.
Fu principe di Melfi, marchese di Torriglia e conte di Loano.
Onorificenze
modificaNote
modifica- ^ Agostino Olivieri, Monete medaglie e sigilli dei principi Doria, Genova, Co’ tipi del R. I. De’ Sordo-Muti, 1858, p. 30.
Bibliografia
modifica- Raffaele Bracco, Il principe Giannandrea Doria: patriae libertatis conservator, conte di Loano, fondatore di S. Agostino, Genova, 1960.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gianandrea Doria
Collegamenti esterni
modifica- Dòria, Gian Andrea, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Doria, Gian Andrea, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Dòria, Gianandrèa, su sapere.it, De Agostini.
- Rodolfo Savelli, DORIA, Giovanni Andrea, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 41, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1992.
- (ES) Gianandrea Doria, in Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia.
- (EN) Opere di Gianandrea Doria, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 44519653 · ISNI (EN) 0000 0001 1862 2391 · SBN MILV242265 · BAV 495/134277 · CERL cnp01376532 · ULAN (EN) 500071174 · LCCN (EN) nr98025611 · GND (DE) 122665104 · BNE (ES) XX1250853 (data) · BNF (FR) cb14439840n (data) |
---|