Giardini Malaspina

Parco di Pavia

I giardini Malaspina sono un parco urbano di Pavia creato, nella prima metà del XIX secolo, dal marchese Luigi Malaspina come giardino del proprio palazzo.

Giardini Malaspina
Il muro di cinta del giardino verso piazza Petrarca
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàPavia
IndirizzoPiazza Francesco Petrarca, 3
Caratteristiche
Tipoparco storico urbano
Inaugurazione1840
Gestorecomune di Pavia
AperturaTutti i giorni dalle ore 09.00 alle 18.00
Mappa di localizzazione
Map

Storia e descrizione

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La loggia- belvedere (1838)

Nel 1799 la soppressione del monastero dell’Annunciata permise al marchese Luigi Malaspina di acquisire una vasta area posta a settentrione del suo palazzo da destinare a giardino. Inizialmente l’area verde era limitata all’ex orto e giardino del precedente complesso monastico, dato che gran parte della superficie era occupata, oltre che dalla chiesa dell’Annunciata, anche dal chiostro e dagli altri edifici monastici. Tuttavia, la sensibilità del Malaspina nei confronti del pubblico era tanto alta che il marchese stabilì che durante i giorni festivi il parco doveva essere aperto al pubblico. Soltanto intorno al 1830, con la demolizione del chiostro e di altre parti dell’ex monastero i giardini poterono essere ampliati e il piccolo parco prese forma definitiva. Lo stesso Luigi Malaspina, che oltre a essere un personaggio di spicco della nobiltà e della cultura pavese tra Sette e Ottocento e un gran collezionista di opere d’arte (Pinacoteca Malaspina), si dilettava anche d’architettura, ideò il nuovo giardino. A partire da quella data furono innalzati il muro che divide il giardino da piazza Petrarca, appoggiato al quale fu innalzata una loggia-belvedere a forma di tempietto con colonne e capitelli in stile ionico interamente realizzati in granito, attraverso la quale è possibile sia affacciarsi verso la piazza, sia verso il giardino. Il giardino ospitava anche alcuni pezzi della collezione lapidaria di età romana e medievale del marchese, che in seguito lo stesso Luigi Malaspina donò all’amministrazione comunale, pervenendo così ai Musei Civici. Tuttavia, rimangono ancora in situ, murate nel basamento della scalinata della loggia- belvedere tre lapidi tombali cinquecentesche: quella di Costanza Beccaria, quella di Benedetta Giorgi (appartenenti a famiglie aristocratiche pavese che avevano legami di parentela con i Malaspina) e una terza dedicata a un certo Melchiorre originario della Germania ma morto a Pavia del 1537.

I cancelli in ferro battuto e cesellati del giardino, disegnati nel 1838 dall’architetto Enrico Terzaghi, furono realizzati a Milano dal cesellatore Ubicini, e sono retti da pilastri bugnati, sopra i quali si trovano vasi in pietra a largo calice, mentre gli ingressi ciechi furono valorizzati tramite l’inserimento di statue, opera di Pietro Cocchi, raffiguranti putti che reggono una cornucopia. Il giardino, seguendo la moda ottocentesca, è impostato all’inglese, con lievi ondulazioni del terreno e piantumato con ippocastani, platani e magnolie e fu ultimato nel 1840. Nel 1896 il vicino palazzo Malaspina venne acquistato dall’amministrazione provinciale e divenne sede della prefettura di Pavia, a causa di tale passaggio il giardino venne divisi in due parti: una riservata al complesso della prefettura e l’altra aperta al pubblico. Nel secondo dopoguerra, quest’ultima parte, fu, seppur in maniera molto limitata, ridotta per la necessità di inserirvi i volumi tecnici per l’impianto di riscaldamento del confinate Teatro Fraschini[1].

  1. ^ Spunti per una storia del giardino a Pavia (PDF), su archivio.comune.pv.it.

Bibliografia

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  • Luisa Erba, Giardini a Pavia: principeschi, monastici, effimeri, magici, segreti, Roma, Gangemi, 2005.
  • Luisa Erba, Le collezioni antiquarie dei giardini romantici di Pavia, in "Bollettino della Società pavese di storia Patria", CIV (2004).
  • Susanna Zatti (a cura di), Pavia neoclassica. La riforma urbana 1770- 1840, Vigevano, Diakronia, 1994.