Gigliato
Roberto d'Angiò, ca. 1310 | |
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Il re seduto di fronte su un trono fatto di leoni, che tiene uno scettro a forma di giglio ed il mondo; giglio a sinistra. | Croce fiorita, gigli in ogni quadrante. |
AR 3,81 g |
Juan Fernández de Heredia | |
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Juan Fernández inginocchiato davanti a una croce. | Croce fiorita. |
AR, 3,90 g |
Il Gigliato è stata una moneta italiana; era un carlino d'argento che prendeva il suo nome dai gigli che accantonavano la croce che si trovava al rovescio.
Storia
modificaFu emesso per la prima volta a Napoli da Carlo II d'Angiò nel 1303[1]. Sostituiva il grosso tornese che era stato introdotto in precedenza dagli Angioini quando erano arrivati in Italia.[2]
Al dritto era rappresentato il sovrano seduto e al rovescio, al posto dell'Annunciazione, c'era una croce ornata con gigli, da cui il nome. Il tipo del dritto era imitato da quello del grosso romanino, emesso dal Senato romano nel periodo 1253-1256, quando era senatore di Roma Brancaleone degli Andalò e dai tipi di Carlo I d'Angiò.[2]
Nel Regno di Napoli fu coniata in argento durante il XIV secolo; in particolare il successore, Roberto d'Angiò, ne fece coniare in grande quantità.[3]
La moneta ebbe particolare successo e fu imitata da diverse zecche del Levante tra cui quella dei Cavalieri di Rodi. L'elemento comune è la corona, di norma formata da dodici gigli.
Fu coniata anche, oltre che nel Levante, nell'Arelat (il regno burgundo intorno ad Arles) e in Ungheria.
Il piede era di 80 pezzi per libbra e quindi un peso di ca. 4 g. Il titolo era di 930/1000 e quindi conteneva 3,7 g di fino.
Lo stesso nome a volte indica il fiorino o altre monete che presentano il giglio come tipo.
Note
modificaBibliografia
modifica- (FR) Jean Belaubre, Dictionaire de Numismatique médiévale occidentale, Parigi, Léopard d'Or, 1996, ISBN 2-86377-121-3.
- (DE) (DE) Konrad Klütz, Münznamen und ihre Herkunft, Vienna, moneytrend Verlag, 2004, ISBN 3-9501620-3-8.
- Edoardo Martinori, La moneta - Vocabolario generale, Roma, Istituto italiano di numismatica, MCMXV (1915).
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