Gil Gavbara
Gil Gavbara (in persianoگیل گیلانشاه, noto su fonti arabe come Jil-i Jilanshah e Gavbarih; ... – 660) è stato un sovrano sasanide, fondatore della dinastia dei Dabuyidi nel 642 e che regnò fino alla sua morte.
Gil Gavbara | |
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Monete di Gil Gavbara | |
Sovrano di Gilan | |
In carica | 642 – 660 |
Predecessore | Piruz |
Successore | Dabuya |
Altri titoli | Scià di Patashwargar (Tabaristan) |
Morte | 660 |
Dinastia | Dabuyidi |
Padre | Piruz |
Figli | Dabuya |
Origini
modificaSecondo Ibn Isfandiyar, i Dabuyidi discendevano dal fratello dello scià sassanide Kavadh I, che si chiamava Jāmāsp. Gil Gavbara era figlio di Piruz, che viene descritto coraggioso come l'eroe mitologico iraniano Rostam. Piruz più tardi divenne il sovrano di Gilan, e sposò una donna che gli diede un figlio di nome Gil Gavbara.[1]
Biografia
modificaIntorno al 642, Piruz morì e gli succedette il figlio Gil Gavbara come regnante di Gilan. Gil Gavbara, successivamente, ebbe il controllo di tutto il Tabaristan, per cui ottenne i titoli di Gil-Gilan ("regnante di Gilan") e Padashwargarshah ("Scià di Patashwargar", l'antico nome delle montagne del Tabaristan), che andarono al figlio di Gil Gavbara, Dabuya, conferiti dall'ultimo scià sassanide Yazdegerd III.
Note
modifica- ^ Madelung, 1993, pp. 541–544
Bibliografia
modifica- W. Madelung, The Minor Dynasties of Northern Iran, in R.N. Frye (a cura di), The Cambridge History of Iran, Volume 4: From the Arab Invasion to the Saljuqs, Cambridge, Cambridge University Press, 1975, pp. 198–249, ISBN 978-0-521-20093-6.
- Wilferd Madelung, DABUYIDS, in Ehsan Yarshater (a cura di), Encyclopaedia Iranica, Vol. VI, Fasc. 5, London et al., Routledge & Kegan Paul, 1993, pp. 541–544, ISBN 1-56859-007-5.
- Parvaneh Pourshariati, Decline and Fall of the Sasanian Empire: The Sasanian-Parthian Confederacy and the Arab Conquest of Iran, London and New York, I.B. Tauris, 2008, ISBN 978-1-84511-645-3.
- Isfandiyar Ibn, An Abridged Translation of the History of Tabaristan, University of Michigan, BRILL, 1905, pp. 1–356, ISBN 978-90-04-09367-6.
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