Giovanni Bianconi (poeta)

poeta, artista e etnologo svizzero

Giovanni Bianconi (Minusio, 22 marzo 1891Minusio, 7 marzo 1981) è stato un poeta, artista ed etnologo svizzero-italiano[1].

Biografia

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Figlio di Alessandro Bianconi e di Margherita, nata Rusconi, era nato a Minusio ma la famiglia era originaria di Mergoscia[1]. Era fratello di Piero Bianconi ed era sposato con Rita Planzi da cui aveva avuto Sandro Bianconi[1].

Il padre era prima emigrato in America senza fortuna e, ritornato in patria, lavorava come contadino a Minusio[1].

Dopo aver frequentato fin da bambino il seminario di Lugano[2], si trasferì a circa vent'anni di età nella Svizzera tedesca dove lavorava come insegnante e come impiegato delle poste[2]. Qui frequentava anche la Gewerbeschule (Scuola di Arti Applicate) di San Gallo[2] e, all'inizio degli anni '20, si trasferì in Germania per frequentare l'Accademia di Belle Arti di Stoccarda, dove entrò in contatto con l'Espressionismo tedesco[1][2].

Personalità schiva e riservata[2], dopo la formazione divenne insegnante di disegno a Locarno[1] dedicandosi alle sue passioni seguendo specifici periodi. Si dedicò alla silografia e alla pittura dal 1920 al 1950, alla poesia dialettale dal 1940 al 1960 e agli studi etnografici dal 1955 al 1981[2][3].

Morì a Minusio ma, su sua volontà, è stato sepolto a Mergoscia.

Attività artistica

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Come artista si era dedicato all'arte soprattutto attraverso la silografia di cui si conservano circa 500 opere per lo più paesaggi e ritratti che si concentrano soprattutto sui mestieri agricoli e sulla cultura contadina[1][3]. Oltre alla silografia si hanno anche un centinaio di dipinti a tempera e ad olio.

Subì l'influenza dell'intagliatore del legno Aldo Patocchi e di altri artisti ticinesi come Bruno Nizzola, Ugo Zaccheo, Daniele Buzzi e Max Uehlinger, che apprezzarono il suo lavoro e che lo incoraggiarono a lavorare anche come intagliatore del legno[2].

Ha ricevuto vari premi per il suo lavoro, tra cui l'Esposizione Internazionale del Bianco e Nero di Lugano e il Premio Charles Veillon per le Belle Arti nel 1950[2].

Nel 1990 il figlio Sandro ha donato 274 legni, 231 xilografie e altre opere del padre alla Pinacoteca comunale Casa Rusca di Locarno[2].

Attività letteraria

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Si dedicò alla letteratura incoraggiato dagli scrittori Giuseppe Zoppi[2] e Francesco Chiesa. La sua opera letteraria è legata al mondo contadino preindustriale che ritrae nella sua realtà quotidiana e che vive in bilico tra passato e industrializzazione[1][3].

Importanti i suoi studi di etnografia e di storia locale tanto che alla sua morte ha messo a disposizione dell'Ufficio cantonale dei monumenti storici circa 5000 fotografie[4].

Le poesie dialettali di Giovanni Bianconi sono profondamente radicate in un mondo rurale ancora vivo ed autentico, a volte indignato verso la forte pressione germanofona e l'industrializzazione, ma tratta questi temi con ironia e comicità a differenza del fratello Piero che invece è più moralista[5].

Bianconi è considerato il più grande poeta dialettale, avendo utilizzato la lingua popolare con una maestria indiscutibile, usando un dialetto genuino e sincero, plasmandolo con molta naturalezza[5].

Opere letterarie

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  • Giovanni Bianconi, Garbiröö: Poesie in dialetto ticinese con un autoritratto giovanile dell’autore, una copertina e dodici legni incisi dallo stesso, Locarno, P.Romerio, 1942.
  • Giovanni Bianconi, Walter Keller, Fiabe popolari ticinesi, Zürich, Edizioni svizzere per la gioventù (ESG), 1942.
  • Giovanni Bianconi, Rinaldo Bertossa, Il passo dei lupi: racconto, Zürich, Edizioni svizzere per la gioventù (ESG), 1943.
  • Giovanni Bianconi, Ofel dal specc. Poesie in dialetto, Minusio, 1944.
  • Giovanni Bianconi, Spondell: poesie in dialetto, Minusio, 1949.
  • Giovanni Bianconi, Diciotto poesie ticinesi, Milano, All’insegna del Pesce d’Oro, 1951.
  • Giovanni Bianconi, Paesin ca va: poesie in dialetto, Minusio, 1957.
  • Giovanni Bianconi, Alegher: una scelta di versi dialettali da: Garbiröö, Ofell dal specc, Spondell, Paesin, Ca va, Locarno, Tipografia Legnazzi e Scaroni, 1968.
  • Giovanni Bianconi, Tutte le poesie, Lugano, Edizioni Pantarei, 1972.
  • Giovanni Bianconi, Legni e versi. 73 stampe e 15 poesie, Locarno, Armando Dado Editore, 1978. in cui associa e descrive con le sue opere silografiche alcune poesie
  • Giovanni Bianconi, Un güst da pan da segra, 1986.
  • Giovanni Bianconi, Arte in Valle Maggia, Bellinzona, Istituto editoriale ticinese, 1937.
  • Giovanni Bianconi, Giuseppe Mondada, Pescatori, Zürich, Edizioni svizzere per la gioventù (ESG), 1946.
  • Giovanni Bianconi, Cesar Scattini, Il Piano di Magadino, Zürich, Edizioni svizzere per la gioventù (ESG), Zürich 1947.
  • Giovanni Bianconi, Bruno Pedrazzini, Svizzeri nel mondo, Zürich, Edizioni svizzere per la gioventù (ESG), 1949.
  • Giovanni Bianconi, Virgilio Gilardoni, Artigiani, Zürich, Edizioni svizzere per la gioventù (ESG), 1953.
  • Giovanni Bianconi, Meridiana: Tetti ticinesi, RSI, 1º luglio 1965. URL consultato il 6 giugno 2024.
  • Giovanni Bianconi, Artigianati scomparsi: l’industria della paglia in Onsernone, la pietra ollare in valle di Peccia, i coppi del Sottocen, Locarno, Tipografia Stazione, 1965.
  • Giovanni Bianconi, Val Verzasca, 1966.
  • Giovanni Bianconi, La Valle Verzasca di Giovanni Bianconi: Case Verzaschesi, RSI, 8 ottobre 1968. URL consultato il 4 giugno 2024.
  • Giovanni Bianconi, Vallemaggia, Agno, Edizioni L.E.M.A., 1969.
  • Giovanni Bianconi, Costruzioni cilindriche, Locarno, Pedrazzini, 1970.
  • Giovanni Bianconi, Ticino rurale, in Quaderni ticinesi, n. 14, 1971.
  • Giovanni Bianconi, Artigianati scomparsi, Locarno, Armando Dado Editore, 1978.
  • Giovanni Bianconi, Ticino com'era: con 256 vecchie fotografie, Locarno, Armando Dado Editore, 1979.
  • Giovanni Bianconi, Roccoli del Ticino, Locarno, Armando Dado Editore, 1981.
  • Giovanni Bianconi, Costruzioni contadine ticinesi, Locarno, Dadò, 1982.

Opere artistiche

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Il Museo cantonale d'arte di Lugano conserva 11 sue opere:

  • Piano di Magadino, 1911-1951, silografia su carta velina
  • Terra ticinese, 1920, silografia su carta
  • Barche a riva, 1920-1980, silografia su carta
  • Casupole a Minusio, 1920-1980, silografia su carta
  • Lago Maggiore, 1920-1980, silografia su carta
  • Nevicata, 1920-1980, silografia su carta
  • Ritratto di Giuseppe Zoppi a trent'anni, 1926, silografia su carta
  • Discussione (Neutralità), 1930-1940, silografia su carta
  • Vecchia Locarno, 1955, silografia su carta
  • Cerimonia funebre, senza data, olio su tavola
  • Solduno, 1946, silografia su carta.
  1. ^ a b c d e f g h Giovanni Bianconi, in Dizionario storico della Svizzera.
  2. ^ a b c d e f g h i j Simone Soldini, Giovanni Bianconi, su SIKART Dizionario sull'arte in Svizzera, 2004.
  3. ^ a b c Dizionario delle letterature svizzere, p. 31.
  4. ^ Giovanni Bianconi, su SIKART Dizionario sull'arte in Svizzera.
  5. ^ a b Giovanni Bianconi, su Viceversaletteratura.ch. URL consultato il 4 giugno 2024.

Bibliografia

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  • Giovanni Orelli, Svizzera italiana, Brescia, Editrice La Scuola, 1986, pp. 148-150.
  • Dizionario delle letterature svizzere, Bellinzona, Armando Dadò, 1991, p. 31.
  • Luca Danzi e Felice Milani (a cura di), «Rezipe i rimm del Porta». La letteratura in dialetto milanese dal Rajberti al Tessa e oltre, Milano, Biblioteca Nazionale Braidense - Metamorfosi Editore, 2010, pp. 199-201, ISBN 9788895630212.
  • Sandro Bianconi (a cura di), Lo sguardo di Giovanni Bianconi sul Ticino rurale degli anni 1940-50. Mostra fotografica, in Archivio Storico Ticinese, vol. 150, Locarno, Casorella, 2011, pp. 5-44.
  • Andrea a Marca (a cura di), La fine della civiltà rurale nelle testimonianze di Giovanni Bianconi [Atti della giornata di studio, Locarno, Biblioteca cantonale, 7 maggio 2001], in Archivio Storico Ticinese, vol. 150, Locarno, Casorella, 2011, pp. 211-286.
  • Marco Gurtner (a cura di), Omaggio a Giovanni Bianconi (1891-1981) silografo, pittore, poeta dialettale, etnografo, Biasca, Comune di Biasca, 2008.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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