Giuseppe Albini (ammiraglio)
Michele Giuseppe Albini (Villafranca, 20 settembre 1780 – Spotorno, 31 luglio 1859) è stato un ammiraglio e politico italiano, che fu comandante della squadra navale della Marina del Regno di Sardegna inviata in soccorso della Repubblica di Venezia durante la prima guerra d'indipendenza italiana (1848-1849). Senatore del Regno di Sardegna, insignito delle onorificenze di Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia, e di Grande Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, fu padre degli ammiragli Giovan Battista, e Augusto.
Giuseppe Albini | |
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Senatore del Regno di Sardegna | |
Durata mandato | 31 luglio 1849 – 31 luglio 1859 |
Legislatura | dalla I (nomina 3 aprile 1848) alla VI |
Tipo nomina | Categorie: 14, 20 |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Professione | Militare di carriera |
Giuseppe Albini | |
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Nascita | Villafranca, 20 settembre 1780 |
Morte | Spotorno, 31 luglio 1859 |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Sardegna |
Forza armata | Marina del Regno di Sardegna |
Grado | Viceammiraglio |
Guerre | Guerre napoleoniche Prima guerra d'indipendenza italiana Guerra di Crimea |
Campagne | Campagna d'Italia (1796-1797) |
Battaglie | Assedio di Tolone |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Dizionario bibliografico dell'Armata Sarda seimila biografie (1799-1821)[1] | |
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Biografia
modificaVita privata
modificaNacque e Villafranca, Nizza, il 20 settembre 1780, figlio di Giovanni Battista Albini e della nobildonna Carmen Maddalena Evangelisti Alighiero.[1] Sposato con Raffaella D'Ornano, imparentata con Philippe Antoine d'Ornano, zio di Napoleone Bonaparte, dalla quale ebbe sei figli: Giovanni Battista, Giorgio, Augusto, Maddalena, Giovanna (che sposò un nobile della famiglia Campofregoso di Genova) e Francesca. Morì a Spotorno il 31 luglio 1859.[1]
Carriera
modificaIntraprese giovanissimo la carriera militare nella Marina del Regno di Sardegna del porto di Nizza, e imbarcantosi come aspirante sulla fregata Alceste, partecipò all'assedio di Tolone e fu successivamente preso prigioniero di guerra l'8 giugno 1794, quando la Alceste fu catturata[2] dalla fregata francese Boudeuse.[1]
Promosso sottotenente di vascello nel dicembre 1803, fu comandante dello sciabecco Vittorio Emanuele durante la crociera contro i pirati barbareschi a Tunisi (1804).[1] Comandò il lancione Benvenuto durante la campagna idrografica per la stesura di nuovo portolano della Sardegna da lui disegnato, e nella cattura di un bovo corsaro sotto Capo Bon (1808).[1] Successivamente fu comandante dello sciabecco Carloforte con cui catturò un corsaro francese nel 1810 e due mercantili barbareschi nel 1811.[1] Tenente di vascello nel 1812, comandò il brick Veloce nella spedizione di Capraia (1815),[3] venendo quindi promosso 1° tenente di vascello e poi capitano in 3ª.[1]
Capitano di vascello in 2ª, fu comandante della corvetta Aurora operante nelle acque della Tunisia (5 maggio-2 giugno 1830), e poi della fregate Commercio di Genova (1832) e Regina (1839-1840).[1] Divenuto contrammiraglio nel 1838, fu fatto Senatore del Regno di Sardegna (3 aprile 1848).[1] Dopo lo scoppio della prima guerra d'indipendenza assunse il comando della squadra inviata in Adriatico in aiuto alla Repubblica di Venezia.[4] Durante lo svolgimento di tale incarico, ebbe alcuni contrasti con l'esuberante contrammiraglio Giorgio Mameli, vicecomandante della squadra navale.[5] Il 20 ottobre 1848 fu insignito del titolo di Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.[1]
Il comando della squadra gli venne tolto nel 1849 dopo l'esito infausto della battaglia di Novara, per avere esitato ad obbedire all'ordine di riportare la squadra navale e le truppe[N 1] a La Spezia arrivato da Torino.[1] Il rientro era previsto dalla convenzione armistiziale firmata dal governo piemontese e da quello austriaco.[6] La squadra navale lasciò Ancona e si portò a Venezia per imbarcare i soldati dell'Armata sarda ivi presenti, ma il fatto provocò un parziale ammutinamento degli equipaggi delle navi, in modo particolare quelli delle fregate San Michele (nave ammiraglia) e Beroldo.[7] Promosso al rango di viceammiraglio e divenuto conte il 3 aprile 1850,[8] entrò nello Stato maggiore della Marina, e nel Congresso Consultivo Permanente, del consiglio generale della sanità marittima e della Commissione per l'esame del progetto di legge sul reclutamento militare (5 febbraio 1851).[1]
Insignito delle onorificenze di Grande Ufficiale dell'Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro (26 aprile) e di Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia (12 giugno 1856).[8] Presidente e socio della Società Geografica Italiana dal 1868, autore di un Portolano della Liguria[9], donò al museo della marina l'archipendolo abbandonato da Napoleone Bonaparte a Santo Stefano (1793).[8]
Onorificenze
modificaOnorificenze italiane
modificaOnorificenze straniere
modificaNote
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Si trattava di tre battaglioni dell'Armata sarda.
Fonti
modifica- ^ a b c d e f g h i j k l m Ilari, Shamà 2008, p.15.
- ^ Donolo 2012, p. 59.
- ^ Donolo 2012, p. 313.
- ^ Donolo 2012, p. 400.
- ^ Donolo 2012, p. 421.
- ^ Donolo 2012, p. 409.
- ^ Donolo 2012, p. 424.
- ^ a b c Ilari, Shamà 2008, p.16.
- ^ Riproduzioni di tavole del Porto di Genova e del Golfo di Genova in Presciuttini (2008), pp.140-141. Il golfo di Genova anche in Presciuttini (1998), p.15
- ^ a b Onorificenze di Giuseppe Albini, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica Italiana.
Bibliografia
modifica- Luigi Donolo, Il Mediterraneo nell'Età delle rivoluzioni 1789-1849, Pisa, Pisa University Press, 2012, ISBN 978-88-6741-004-0.
- Virgilio Ilari, Davide Shamà, Dario Del Monte, Roberto Sconfienza e Tomaso Vialardi di Sandigliano, Dizionario bibliografico dell’Armata Sarda seimila biografie (1799-1821), Invorio, Widerholdt Frères srl, 2008, ISBN 978-88-902817-9-2.
- Paola Presciuttini, L’Istituto Idrografico della Marina: 125 anni al servizio del Paese, Genova, I.I.M., 1998.
- Paola Presciuttini, Toponimi costieri italiani nella cartografia dell’Istituto Idrografico della Marina, Imperia-Chiusanico, Grafiche Amadeo, 2008, ISBN 978-88-89104-40-8.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giuseppe Albini
Collegamenti esterni
modifica- ALBINI Giuseppe, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 88723421 · ISNI (EN) 0000 0000 6299 6422 · SBN MILV195585 · BAV 495/126252 · BNF (FR) cb154014644 (data) |
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