Giuseppe Dosi

poliziotto italiano (1891-1981)

Giuseppe Dosi (Roma, 28 dicembre 1891Sabaudia, 5 febbraio 1981) è stato un militare italiano.

Giuseppe Dosi
NascitaRoma, 28 dicembre 1891
MorteSabaudia, 5 febbraio 1981
Dati militari
Paese servito Regno d'Italia
Italia (bandiera) Italia
Corpo Corpo delle guardie di città
Regia guardia per la pubblica sicurezza
Corpo degli agenti di pubblica sicurezza
Corpo delle guardie di pubblica sicurezza
Anni di servizio1912[1]-1927
1944-1956
GradoIspettore generale capo
"fonti nel corpo del testo"
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Il suo nome rimane prevalentemente legato al ruolo che esercitò alla nascita dell'Interpol. Nel corso della sua carriera partecipò a diverse importanti indagini, in particolar modo al celebre caso Girolimoni, l'imputato accusato ingiustamente di gravi ed infamanti reati ai danni di bambine nella città di Roma.

Biografia

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Origini e formazione

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Nato a Roma alla fine del 1891, Giuseppe Dosi divenne commissario di Pubblica Sicurezza.

L'attività di investigatore e l'attentato a Mussolini

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Tra le tante indagini, si può ricordare anche, non certo per la gravità del fatto quanto per la grande notorietà del personaggio coinvolto, quella che Dosi, abile nei travestimenti,[2] condusse camuffandosi da pittore sul misterioso incidente che il 13 agosto 1922 coinvolse Gabriele D'Annunzio, caduto o gettato dalla finestra della sua villa di Gardone Riviera[3].

Per un anno fu distaccato presso il gabinetto del sottosegretario per l'Interno Aldo Finzi e, in quella veste, apprese dei pagamenti che Mussolini ordinava che fossero erogati ad Amerigo Dumini, per le rappresaglie contro i fuoriusciti che dall'estero inviavano sussidi ai giornali d'opposizione[4].

Il 4 novembre 1925 Dosi sventò un attentato contro Benito Mussolini preparato dal deputato social-unitario Tito Zaniboni. L'attentatore avrebbe dovuto far fuoco con un fucile di precisione austriaco da una finestra dell'albergo Dragoni, fronteggiante il balcone di Palazzo Chigi dal quale si sarebbe dovuto affacciare il duce per celebrare l'anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale.

Il caso Girolimoni e l'arresto

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In seguito Dosi, pur ostacolato e dissuaso dai superiori che non volevano riconoscere i propri errori, riuscì a smontare le ″prove″ raccolte contro Gino Girolimoni, protagonista, suo malgrado, della cronaca nera romana e nazionale della seconda metà degli anni venti. Girolimoni era accusato di una serie di stupri ed omicidi di alcune bambine romane che avevano suscitato profonda emozione nell'opinione pubblica dell'epoca e avuto un grande risalto sulla stampa.

Le indagini di Dosi andavano però in tutt'altra direzione: verso un anziano pastore anglicano, tale Ralph Lyonel Brydges che, per ragioni di convenienza politica[5], riuscì a evitare il processo ed a rifugiarsi in Sudafrica.

L'ostinazione di Dosi sul caso fu quindi duramente punita: allontanato da Roma, fu poi arrestato e recluso nel carcere di Regina Coeli, venendo internato per diciassette mesi in un manicomio criminale.

La riabilitazione e il reintegro nella polizia

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Liberato nel 1940, fu poi reintegrato nella Polizia solo dopo la caduta del fascismo. Nominato questore, ebbe importanti incarichi anche internazionali: contribuì alla nascita dell'Interpol, organizzazione dedita alla cooperazione tra le polizie e al contrasto del crimine internazionale, di cui coniò anche il nome. Nel 1956, con il grado di ispettore generale capo, fu posto in congedo.

Gli ultimi anni e la morte

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Scrisse alcuni libri sulle sue esperienze professionali tra cui uno, Il mostro e il detective, sul caso Girolimoni che aveva segnato la sua vita, pubblicato dall'editore Vallecchi nel 1973[6]. Nel 1961, dopo quelle ricevute nel periodo della Monarchia, fu insignito dell'onorificenza di Grand'Ufficiale della Repubblica. Morì a Sabaudia, nel 1981, all'età di ottantanove anni[7].

Onorificenze

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«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— Roma, 27 dicembre 1961[8]
  • L'Aurora: Tre atti fascisti. Firenze, Ed. De La Fiamma Fedele, 1934, Tip. Mealli e Stianti
  • Via Tasso: I misteri delle "S.S.". Documenti originali raccolti e commentati da Giuseppe Dosi. Roma, R. Carboni, 1946
  • La polizia privata italiana nell'attuale momento storico-politico: relazione-sintesi del dott. Giuseppe Dosi. Roma, Tip. L'editrice finanziaria, 1959
  • Il mostro e il detective. Firenze, Vallecchi, 1973
  1. ^ La vera storia di Giuseppe Dosi, lo Sherlock holmes italiano, 20 gennaio 2017. URL consultato il 13 gennaio 2021.
  2. ^ Fabio Sanvitale e Armando Palmegiani, Un mostro chiamato Girolimoni, Roma, Sovera Edizioni, 2011, Capitolo 10, p. 99. Anche su Google Libri
  3. ^ Rimane un mistero se D'Annunzio nel '22 cadde o fu gettato dalla finestra. Il commissario Dosi, camuffato da pittore, indagò sul caso articolo di Guglielmo Gatti, da Stampa Sera del 4 dicembre 1958, p. 3. Archivio storico.
  4. ^ Archivio di Stato di Roma, Corte d'assise speciale, Procedimento penale contro Amerigo Dumini e altri per l'omicidio dell'on. Giacomo Matteotti (secondo processo), num. 75 , Esame dei testimoni (volume 79), 1945 - 1947, num. 23 , Esame testimoniale di Giuseppe Dosi commissario capo di pubblica sicurezza in servizio al momento dei fatti presso il sottosegretario all' Interno Aldo Finzi, 1945 feb. 13, 51 verso.
  5. ^ Per non compromettere i rapporti diplomatici con il Regno Unito, ancora non guastati dall'alleanza con la Germania e quelli con la Santa Sede. "Si trattava di un pastore anglicano, questo è vero, ma si trattava pur sempre di un prete, per di più abituale frequentatore di San Pietro". Così in Roma criminale di Armati e Selvetella, pp. 74-75", opera citata in Bibliografia.
  6. ^ Catalogo del Servizio bibliotecario nazionale.
  7. ^ Morto il poliziotto del caso Girolimoni articolo de La Stampa del 6 febbraio 1981, p. 6. Archivio storico
  8. ^ Presidenza della Repubblica. Dettaglio decorato

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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