Giuseppe Pesola
Giuseppe Pesola (Foggia, 25 maggio 1915 – Galatina, 14 novembre 1944) è stato un militare e aviatore italiano, distintosi particolarmente nel corso della seconda guerra mondiale durante le operazioni sull'isola di Malta e in Africa Settentrionale Italiana. Decorato di tre Medaglie d'argento, una di bronzo al valor militare, e due Croci al merito di guerra e della Croce di Ferro tedesca di seconda classe.
Giuseppe Pesola | |
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Nascita | Foggia, 25 maggio 1915 |
Morte | Galatina, 14 novembre 1944 |
Cause della morte | incidente aereo |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Aeronautica |
Corpo | Italian Co-Belligerent Air Force |
Specialità | Caccia |
Reparto | 79ª Squadriglia |
Anni di servizio | 1937-1944 |
Grado | Capitano pilota |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna del Nordafrica |
Battaglie | Operazione Crusader |
Comandante di | 93ª Squadriglia, 8º Gruppo, 5º Stormo |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Aeronautica di Caserta |
dati tratti da Il capitano pilota Giuseppe Pesola[1] | |
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Biografia
modificaNasce a Foggia il 25 maggio 1915.[1] Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere presso il locale Istituto "Pietro Giannone" si appassiona al mondo dell'aviazione, arruolandosi nella Regia Aeronautica.[1] Viene ammesso a frequentare la Regia Accademia Aeronautica di Caserta, Corso Pegaso', ottenendo la nomina a sottotenente in servizio permanente effettivo il 1 giugno 1937.[1] La sua prima assegnazione è alla 79ª Squadriglia, 6º Gruppo,[N 1] del 1º Stormo Caccia Terrestre di stanza sull'aeroporto di Campoformido, equipaggiata con i caccia biplani Fiat C.R.32.[2] Dopo un breve periodo sul nuovo Fiat C.R.42 Falco, a partire dalla seconda metà del 1939 il suo reparto viene riequipaggiato con i nuovissimi monoplani Aermacchi C.200 Saetta.[2] Dopo la dichiarazione di guerra a Francia e Gran Bretagna, avvenuta il 10 giugno 1940, quando il reparto era all'Aeroporto di Catania-Fontanarossa, esordisce in combattimento su Malta il giorno successivo, scontrandosi con uno dei tre caccia Gloster Gladiator che difendevano il cielo dell'isola.[2] Di scorta ai bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero si scontra con il Gladiator pilotato dal flying officer "Timber" Woods,[N 2] senza risultato.[2] Il 1 novembre intercetta, ed attacca a 50 km dalla costa della Sicilia, un idrovolante quadrimotore Short Sunderland riuscendo a danneggiarlo gravemente.[2] Per questa azione viene insignito della Medaglia di bronzo al valor militare.[3]
Il 9 gennaio 1941 prende parte a un attacco a bassa quota contro l'aeroporto maltese di Micabba, e al successivo combattimento contro i caccia Hawker Hurricane del No. 261 Squadron.[3] Per questa azione fu decorato con la prima Medaglia d'argento al valor militare.[3] Successivamente partecipò a missioni di scorta agli aerei del X Fliegerkorps tedesco, e il 9 maggio, al termine di un'azione di scorta a un convoglio a sud di Lampedusa a bordo di C.R.42, è costretto ad atterrare a Mezel Temine, in Tunisia, rientrando poi a Catania, via Pantelleria.[3] Al termine del ciclo operativo, durato un anno, viene decorato con una seconda Medaglia d'argento al valor militare.[3] Tra il 21 giugno e il 24 novembre lo Stormo fu riequipaggiato sull'aeroporto di Campoformido con in nuovissimi Aermacchi C.202 Folgore, e il 9 dicembre partì per l'Africa Settentrionale Italiana attestandosi successivamente sull'Aeroporto di Martuba, 30 km a sud-est di Derna.[3] Entrò subito in combattimento durante le fasi dell'operazione Crusader.[3] Il 17 dicembre il 6º Gruppo perse in combattimento il suo comandante, tenente colonnello Vezio Mezzetti, che fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4] Sostituito Mezzetti con il maggiore Marco Larcher, il gruppo riprese subito la sua attività di volo.[4]
Il 15 marzo 1942 il suo C.202, dopo aver gravemente danneggiato 3 Curtiss P-40F Kittyhawk, venne a sua volta colpito e danneggiato da un quarto caccia, ed egli dovette atterrare senza carrello su una costa rocciosa a sud di Tobruk, in territorio nemico.[5] Datosi alla fuga, cercò invano di allontanarsi a bordo di un battellino di lamiera, e poi si incamminò a piedi fino a quando non fu sorpreso, mentre si riposava, da una pattuglia di soldati sudafricani.[5] Trasferito in un campo di prigionia vicino al Il Cairo, e poi al Campo n.310 di Suez, decise di evadere scavando un tunnel sotto la recinzione.[5] Il 14 giugno riuscì ad evadere, raggiungendo in treno Porto Said, raggiungendo poi il Cairo dove riuscì ad ottenere la protezione di una famiglia italiana lì residente.[6] Rimase in clandestinità per circa un anno, pianificando di raggiungere l'Europa, via Turchia, utilizzando un passaporto spagnolo falso appositamente stampato per lui da un tipografo di origine italiano.[7] Il tentativo non andò a buon fine, e fu arrestato dalla polizia insieme ad altri[N 3] fuggiaschi.[7] Processato dalle autorità inglesi per la falsificazione del passaporto, a partire dal 7 agosto fu rinchiuso nel campo di prigionia 304 di Helwan per scontare il previsto periodo di segregazione.[7] L'armistizio dell'8 settembre 1943 pose fine al periodo di segregazione, ed egli chiese subito di raggiungere l'Italia per continuare a combattere per la liberazione della Patria.[8] Trasferito al Campo 308, il 9 settembre 1944 si imbarcò ad Alessandria d'Egitto, raggiungendo Taranto il 15 dello stesso mese a bordo del piroscafo Durban Castle.[8] Richiamato in servizio attivo dopo una breve licenza, fu sottoposto a un breve processo per esaminarne l'operato, e poi riammesso in servizio assegnato al 2º Raggruppamento caccia di Galatina.[9] Divenne subito comandante presso la 93ª Squadriglia, 8º Gruppo del 5º Stormo,[9] perse la vita il 14 novembre quando, durante un volo di prova a bordo di un caccia C.202 Folgore (MM. 91803),[9] perse il controllo del velivolo che si schiantò al suolo con la morte del pilota.[9] Venne decorato con la terza Medaglia d'argento al valor militare.
Onorificenze
modificaOnorificenze estere
modificaNote
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Il 6º Gruppo era al comando del maggiore Armando François.
- ^ Futuro asso della Royal Air Force con sei vittorie al suo attivo, caduto in combattimento in Grecia il 20 aprile 1941 a bordo di un Hawker Hurricane.
- ^ Si trattava del tenente del genio navale Mario Ingrellini, e del sottotenente pilota della Regia Aeronautica Sandro Rosa.
Fonti
modifica- ^ a b c d Massimello 2014, p. 58.
- ^ a b c d e Massimello 2014, p. 59.
- ^ a b c d e f g Massimello 2014, p. 60.
- ^ a b Massimello 2014, p. 61.
- ^ a b c Massimello 2014, p. 62.
- ^ Massimello 2014, p. 63.
- ^ a b c Massimello 2014, p. 64.
- ^ a b Massimello 2014, p. 65.
- ^ a b c d Palermo, Slongo 2009, p. 116.
Bibliografia
modifica- L. Iacomino, L'Aeronautica Militare a Foggia e in Capitanata, Edizioni del Rosone, Foggia 2002.
- L. Iacomino, Storia dell'Aviazione in Capitanata, Claudio Grenzi Editore, Foggia 2006, ISBN 88-8431-203-5.
- (EN) F. D'Amico e G. Valentini, Regia Aeronautica Vol,2 Pictorial History of the Aeronautica Nazionale Repubblicana and the Italian Co-Belligerent Air Force 1943-1945, Carrolton (Texas), Squadron/Signal Publications, 1986, ISBN 0-89747-185-7.
- (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
- I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
- Michele Palermo e Ludovico Slongo, Ali D'Africa. Il 1º Stormo C.T. in Africa settentrionale, Roma, IBN Editore, 2009.
- Periodici
- Giovanni Massimello, Il capitano pilota Giuseppe Pesola, in Storia Militare, n. 251, Parma, Ermanno Albertelli Editore, agosto 2014, pp. 58-65.
Collegamenti esterni
modifica- Oggi, 14 novembre 1944, muore a 29 anni Giuseppe Pesola: eroe foggiano dell'Aviazione militare italiana, su Il Mattino di Foggia, https://www.ilmattinodifoggia.it. URL consultato il 12 marzo 2020.
- Le foto di Giuseppe Pesola, su Il Mattino di Foggia, https://www.ilmattinodifoggia.it. URL consultato il 2 marzo 2020.